Il Messerschmitt (Erla) G.10 Wr.Nr. 491356 del Maggiore Adriano Visconti
Marzo 1945: a Lonate Pozzolo gli specialisti della Sezione Foto-Cine dello Stato Maggiore Aeronautica Repubblicana riprendono i preparativi del decollo di un particolare Messerscmitt Me.109 G.10 ai cui comandi c'è un asso dell'aviazione italiana, il Maggiore Adriano Visconti: in questo articolo, forse per la prima volta, raduniamo tutte insieme le foto note di questo evento
Testo di Gabriele Luciani, Foto Archivio Famiglia Pagliano
Il maggiore pilota Adriano Visconti è generalmente indicato come la figura più carismatica dell’aeronautica italiana nel corso della seconda guerra mondiale: entrato in Accademia nel corso ufficiali del 1936, conseguì il brevetto di pilota da caccia ma accettò la prima nomina in servizio come pilota della specialità d’assalto venendo quindi trasferito in Libia, dove volò sui Breda 65 e sui Caproni Ca. 309. Nel 1941 tornò su velivoli da caccia anche se utilizzati per ricognizioni aeree come i C.200 e i C.202 della 76 sq. di base a Pantelleria e nel 1943 ,sempre nel ruolo della ricognizione, fu destinato al comando della 310 sq. Squadriglia Caccia Aerofotografica, equipaggiata con Aermacchi C.205 modificati con macchine da presa e basati in Sardegna a Decimomannu. Il 9.9.1943 Adriano Visconti e due altri piloti della sua squadriglia, riuscirono a distribuire altri nove componenti del reparto su tre Veltro e ad arrivare a Guidonia per sfuggire ai tedeschi…Nei mesi dopo la proclamazione dell’armistizio, decise di arruolarsi nella A.N.R. e grazie al suo già noto carisma di comandante (e forse soprattuto ai bombardamenti indiscriminati degli alleati sul territorio settentrionale italiano…) riuscì a radunare molti altri piloti che confluiranno nelle tre squadriglie del 1° gr. ct.,di cui nel corso del 1944, il Maggiore Visconti diviene il comandante. I piloti italiani si impegnarono così in una lotta sempre più impari contro caccia e bombardieri alleati ma anche contro gli “alleati” tedeschi che come già tentato nell’estate del 1943, volevano costringere i piloti italiani della A.N.R. ad una totale subornazione tecnica ed operativa in loro favore come quella ottenuta dagli anglo-americani dopo l’armistizio nei confronti della Regia Aeronautica. La personalità di Adriano Visconti emerge anche da un particolare che potrebbe sembrare insignificante ma che può essere preso come rivelatore della fermezza del suo carattere: quando a gennaio 1945 i tedeschi forniranno anche al primo gruppo i Bf.109 delle più recenti ed ultime sotto versioni della serie G e ben tre K -4 , agli stessi velivoli in dotazione al reparto italiano, saranno immediatamente obliterate le insegne tedesche ed applicate quelle nazionali, lasciando solo le croci tedesche sotto le ali forse perchè più scomode da cancellare o perche essendo in volo più facilmente visibili rispetto ai fasci della A.N.R. per evitare problemi con la agguerrita contraerea italo-tedesca posta a difesa delle basi italiane . Come la quasi totalità degli appartenenti alla A.N.R. , Adriano Visconti non fu coinvolto nella guerra civile ma ciò non valse a salvarlo da una esecuzione sommaria avvenuta a Milano il 29.4.1945 malgrado i precisi accordi di resa presi proprio con i suoi assassini…Le vere cause di questo omicidio non sono state mai chiarite e il mandante è stato spesso supposto,(anzi per lungo tempo “è circolato un nome”) ma mai pienamente identificato …
Per anni Adriano Visconti è stato anche ritenuto il top score delle aviazioni italiani negli anni 1940-45, questo fino alla pubblicazione nel 1997 sulla monografia “Adriano Visconti. Asso di guerra” a firma di Giuseppe Pesce e Giovanni Massimello dei dati rinvenienti dal suo libretto di volo. Al magg. Adriano Visconti, ad oggi, si possono attribuire quindi con certezza dieci abbattimenti confermati e altri quattro probabili, cifra ben diversa da quella di 26 vittorie circolata insistentemente per anni ma scevra di un qualsiasi riscontro documentale. Le vittorie che Adriano Visconti ha reclamato sul suo libretto di volo come certe sono le seguenti:
15/06/1942 Bristol Beaufigther con C.202 (vittoria citata nelle motivazioni della concessione della Medaglia di bronzo al valor militare ma che non ha ancora trovato riscontri nella documentazione avversaria )
13/08/1942 Spitfire con C.202
13/08/1942 Spitfire con C.202 ( queste due vittorie sono citate nelle motivazioni della concessione della Medaglia d’argento al valor militare, una è quella inerente l’abbattimento del pilota neo-zelandese ser. Tanner dello Squadron 126)
08/04/1943 Spitfire con C.202
29/04/1943 Curtiss P.40 con C.202
06/05/1943 Spitifire V con C.202
in servizio con la A.N.R.
03.01.1944 P.38 Con C.205
11.03.1944 P. 47 con C.205
25/04/1944 P.38 con C.205
a queste, sempre partendo dalla documentazione personale e di reparto, si dovrebbero poi aggiungere altri quattro abbattimenti reclamati come probabili durante la militanza con la R.A. ovvero : 22/11/1941 Hurricane con C.202 , 29/04/1943 due Curtiss P.40 con C.202; 06/05/1943 Spitifire V con C.202
Intorno alla figura di questo Asso, l’interesse di ricercatori e dei modellisti è sempre stato molto alto, in particolare di chi vorrebbe riprodurre in scala uno dei velivoli dello stesso Pilota ma purtroppo, ad oggi c’è solo un aereo che si possa ricollegare con certezza documentale al Maggiore Visconti, in quanto fotografato proprio nell’abitacolo di tale aereo e durante le fasi della preparazione al decollo, ovvero un Messerschmitt Bf. 109 G.10, prodotto dalla ditta sussidiaria Erla-Werke di Leipzig …Le note vicende che hanno coinvolto i militari italiani durante la seconda guerra mondiale hanno spesso portato infatti alla perdita di molte delle fotografie scattate dagli stessi durante lo stesso conflitto ed inerenti i loro velivoli. Dopo oltre settanta anni dalla fine delle ostilità, molto probabilmente quasi tutte le foto sopravvissute sono state già pubblicate e quelle inedite, se conservate fortunosamente dai reduci ancora oggi, giacciono, spesso senza alcuna considerazione, nei loro cassetti o in quelli dei loro eredi…Altre foto e purtroppo anche i loro negativi e/o i fotogrammi originali, già finiti negli archivi italiani statali o conservati dalle famiglie dei corrispondenti di guerra , sono stati “acquisiti” già verso la fine degli anni 60,a volte in modo forse non del tutto…lineare, da alcuni noti “personaggi” dell’editoria italiana aerospaziale dell’epoca…Questi personaggi poi hanno letteralmente sfruttato le stesse foto pubblicandole, anche se provenienti da un singolo rullino, in modo frammentario e discontinuo, su libri e riviste diverse, con indicazioni a volte del tutto errate. Questa ultima è stata la situazione in cui hanno versato per anni diversi fotogrammi originali di alcuni rullini scattati il 13 ed il 14/3/1945 a Lonate Pozzolo dalla Sezione Foto-Cine dello Stato Maggiore Aeronautica Repubblicana diretta dal capitano Aldo Franco Pagliano e poi per anni conservati dalla famiglia Pagliano. In questi rullini ci sono sequenze inerenti singolarmente diversi caccia Messerschmitt Bf. 109 G.10 della 3° sq. del 1° gr. ct. ed almeno 12 foto sono relative tutte ad un velivolo che si può ricondurre al Maggiore Adriano Visconti che si prepara e poi sale nell’abitacolo del medesimo velivolo con il quale si avvia al decollo. Un po’ delle foto riprese a Lonate Pozzolo il 14.3.1945 furono pubblicate (molte per la prima volta e comunque finalmente in modo organico e più razionale) sul Notiziario C.M.P.R. 34/1979, e dall’esame delle stesse, fatta da valenti modellisti ( e non dal solito agiografo che “deteneva” le immagini e che invariabilmente nei suoi scritti identificava sbagliando questi 109 sempre come dei K-4..), si incominciò ad identificare un velivolo che si poteva appunto ricondurre oggettivamente al Maggiore Adriano Visconti ma anche a comprendere che i tedeschi avevano fornito nel 1945 ai due gruppi della A.N.R. una sotto versione molto particolare del Bf. 109 G.10 prodotta dalla Erla-Werke. Nei vari stabilimenti industriali di società vennero infatti usati ancora ali e carrelli della versione G-6 del Bf-109, unendole a fusoliere che avevano cappottature superiori ed anteriori del motore tipiche dei propulsori con compressore maggiorato della serie G.10 e per di più con la parte immediatamente retrostante al cofano motore che sui due lati della fusoliera erano differente in quanto solo a destra c’era un pannello ricurvo di raccordo. Erano inoltre assenti i due rigonfiamenti (alloggiamenti per radiatori dell'olio) sotto il muso e davanti ai flabelli degli scarichi motore. Tutto questo era dovuto al fatto che la produzione aeronautica tedesca del 1944/1945, per sfuggire agli effetti dei devastanti bombardamenti alleati, era frammentata fra diversi subfornitori che producevano a livelli impressionanti. Comunque, malgrado l’importanze delle stesse, la diaspora di queste undici foto riprese a Lonate Pozzolo è stata tale, che anche su le più recenti e valide opere sulla A.N.R, non sono mai state radunate e pubblicate insieme … Solo nell’ambito del primo di una serie di tre corposi articoli dal titolo “Gli ultimi giorni del 1° gruppo caccia A.N.R. (pubblicati a partire numero 66 di Aerofan Luglio –Settembre 1998 ) vennero pubblicati i provini (quindi in formato ridottissimo) di nove dei fotogrammi del velivolo del Maggiore Visconti mancanti dall’archivio del Capitano Pagliano. Un altra immagine che non rientra nemmeno nei provini pubblicati da Aerofan è stata pubblicata su un libro sul Messerschmitt Bf.109 senza alcuna indicazione che la riconduca al resto della sequenza. Ho ritenuto quindi di dare un modestissimo contributo alla conoscenza degli altri appassionati riunendo e ripubblicando in questa sede finalmente tutte insieme le dodici foto della sequenza inerente il velivolo del Maggiore Visconti, disponendole secondo quella che mi è sembrata la successione temporale più esatta.
La prima immagine è quindi quella del Messerschmitt Bf. 109 G.10 scattata dal fotografo che si sta avvicinando all’aereo ancora sotto la rete mimetica e nel suo ricovero ricavato, scavando per almeno un metro sotto terra, ai margini di uno dei raccordi della pista dell’aeroporto di Lonate Pozzolo ; da notare che il paracadute del pilota è ancora sul bordo della semi ala sinistra e la colorazione a spirale in bianco e nero dell'ogiva dell'elica.
Nella seconda immagine il fotografo si è spostato sulla sinistra e riprende nuovamente gli specialisti della A.N.R. che si sono avvicianati ancora di più al velivolo .
Nella terza immagine il fotografo si è avvicinato ulteriormente al 109, pure per riprendere il Maggiore Adriano Visconti che ha cominciato ad indossare il paracadute e che viene aiutato in questa operazione da uno degli avieri del reparto. L’inquadratura permette alche di notare un particolare di questo Messerrschmitt, ovvero la stuccatura fra l’ala ed il suo terminale : le superfici metalliche inferiori della semi ala sinistra sono state quindi lasciate non dipinte mentre le parti in tela o in legno delle stesse erano mimetizzate con l’RLM 76.
Quarta immagine: la vestizione del paracadute è completata; da notare la mimetica del bordo d'entrata di questa semi ala che, come si vedrà più avanti, ha un andamento diverso dell’altra .
Quinta immagine: con il paracadute che in pratica serviva anche da cuscino e che per questo era posto sulla schiena del pilota molto in basso, come un cavaliere che sta per montare sul suo destriero, l'asso italiano si accinge ad entrare nella carlinga del caccia tedesco...
Sesta immagine: il pilota è nell’abitacolo e l’aviere lo sta aiutando nell’allacciare le cinghie di ritegno al seggiolino; si nota subito l’insegna di reparto, il glorioso Asso di Bastoni, adottato per le squadriglie del 1° gruppo dopo la ricostruzione del reparto a fine 1944 (in precedenza, quando la dotazione era dapprima di soli Aer.Macchi C.205 e poi mista con i FIAT G.55, la 2° sq. aveva la Vespa arrabbiata e la 3 l’Arciere) e presente solo sul lato sinistro del cofano motore; si scorgono altresì in fusoliera i due tricolori frangiati con i triangoli gialli, che hanno sostituito integralmente i precedenti simboli di nazionalità tedeschi; il Werk Nummer fu desunto in parte dai redattori dell’articolo apparso sul Notiziario CMPR 34/1979 (che precisarono di aver avuto modo di esaminare la foto originale “gentilmente” messa loro a disposizione da chi anni prima la aveva “prelevata” dall’archivio della famiglia Pagliano …) ma in tutta la più recente pubblicistica sulla A.N.R. si ritiene pacifico che sia 491356 e che tale velivolo era in carico alla 3° sq. del 1° gruppo con il numero individuale 4 anche se tali codici non sono riportati sulle fiancate …Da notare ancora che anche questo G.10 ha le bugne subalari del tipo della versione G-6 e la parte immediatamente restrostante al cofano motore senza il pannello curvo di raccordo che invece è sul lato destro della fusoliera.
Settima immagine: da notare il tipo di insegna subalare, croce tedesca di tipo semplificato (le insegne delle superfici inferiori delle ali dei 109 del 1° gr. ct. rimasero inalterate per evitare problemi con la agguerrita contraerea italo-tedesca posta a difesa delle basi) costituita dai soli bordi esterni ed in colore nero, nonché il triangolo dietro l’abitacolo, un simbolo che identifica la posizione del bocchettone per il carburante.
Ottava immagine: prima ripresa dal lato destro del velivolo, con il Maggiore Visconti che ha indossato il casco con le cuffie radio; in primo piano il bordo alare d’entrata con l’andamento della mimetica che è completamente diverso da quello della parte sinistra dell’ala;
Nona immagine: in primo piano la parte centrale della vetratura della cabina pilota, introdotta negli ultimi esemplari prodotti della versione G-6, dalla ditta Erla e il raccordo ricurvo dietro il cofano motore presente come detto solo su questo lato della fusoliera.
Decima immagine: continuano i preparativi per il decollo; anche su questo lato della fusoliera oltre alle insegne di nazionalità non ci sono codici di linea.
Undicesima immagine: uno dei due avieri è sceso dal dorso della semi ala destra, mentre il collega rimasto si accinge alla manovra di avviamento del motore, la manovella sul cofano serviva appunto a questo…
Dodicesima immagine: cappottina chiusa e motore in funzione, gli avieri si allontanano dal Messerschmitt Bf. 109 G.10 che si accinge ad uscire dal suo ricovero; da notare anche che la croce tedesca, sotto la semi ali destra è diversa da quella della semi ala sinistra, in quanto è del tipo con il fondo nero con bracci bianchi contornati da filetti neri . Da notare l'assenza del rigonfiamento sotto il muso e davanti ai flabelli degli scarichi motore.
Il 14/3/1945 il Maggiore Visconti, venne abbattuto da un P.47 di scorta ad una formazione di B-26 che 18 Messerschmitt del 1° gr. ct. avevano inutilmente tentato di intercettatare ma con esiti totalmente negativi per i caccia italiani …L'asso italiano riuscì a paracadutarsi ma rimase ferito in modo tale che la sua convalescenza gli impedì di tornare a volare ma non di rimanere al comando della sua formazione: nella attuale pubblicistica si riporta che l’asso italiano venne abbattuto ai comandi di dello stesso velivolo ai cui comandi venne fotograto il giorno prima.
Le undici immagini scattate il 13.4.1945 a Lonate Pozzolo consentono quindi di realizzare una riproduzione in scala, sufficientemente esatta di questo Messerschmitt Bf. 109 G.10 il cui schema mimetico è stao per anni ritenuto quello semi difensivo in RLM 75/83/76 ma che in tempi più recenti alcuni ricercatori hanno ritenuto essere ancora in 74/75/76; è abbastanza chiaro che lo stesso velivolo era dotato di semi ali fra loro differenti, una circostanza provata dal diverso andamento della mimetica sui due bordi d’entrata alari, dalla mancanza della colorazione sotto la semi ala sinistra e dalla presenza di due differenti tipi di insegne tedesche sotto le ali. Molto probabilmente le stesse semi ali, pur provenienti da due diversi sub fornitori della Erla-Werke, erano state unite alla fusoliera nel corso del montaggio finale di questo velivolo che come gli altri di produzione Erla avveniva a Delitzsch. E’ difficile ritenere che una delle due semi ali sia stata sostituita in reparto, visto lo stato in cui versava nel 1945 il 1° gr. ct. della A.N.R., per di più nell’ambito di una organizzazione statale come la R.S.I. oramai prossima al collasso…E’ comunque anche questa differenza delle semi ali un ulteriore fatto che rende ancora più interessante la riproduzione in scala di questo già particolare velivolo, come detto l'unico, almeno ad oggi che si possa ricollegare con certezza documentale al Maggiore Visconti...
Gabriele Luciani