FIAT CR 42 LW scala 1/32 ICM cat. no. 32021
La ditta ucraina ICM esordisce prepotentemente nel settore delle riproduzioni di velivoli italiani con un soggetto a dir poco molto appetibile per gli appassionati italianofili ovvero il famoso biplano FIAT CR.42 e per di più nella scala 1/32. Un kit veramente notevole e non solo per le sue dimensioni finali…
Testo e foto di Gabriele Luciani
Nella storiografia aerospaziale italiana da anni è oramai pacifico ritenere che i risultati operativi della Guerra civile spagnola che vide impegnata in modo consistente la Regia Aeronautica furono del tutto travisati dai responsabili della stessa forza armata tanto che ancora a fine anni trenta fu ritenuto opportuno di commissionare alla FIAT, come “nuovo” caccia monomotore , un biplano nella errata convinzione , anche da parte dei piloti, che la maneggevolezza fosse sempre e comunque la principale dote di un caccia. Nacque così nel 1938 il CR.42, una miscellanea di elementi oramai obsoleti (formula biplana, carrello fisso, alcune parti esterne in tela…) con altri moderni ( gruppo motore relativamente aggiornato e con un elica a passo variabile in volo, struttura in tubi d’acciaio…) mentre il Messerschmitt bf. 109 e l’Hawker Hurricane erano già rispettivamente la dotazione principale dei reparti da caccia tedeschi e inglesi. Il CR. 42 avrebbe dovuto sostituire il CR.32 della stessa ditta, pure in attesa del perfezionamento operativo dei primi velivoli monoplani (FIAT G.50 e Aermacchi C.200) che erano comunque adottati nel contempo: si verificò quindi l’assurda situazione che nel 1939 ben quattro tipi diversi di caccia furono in linea nei reparti italiani, cui si aggiunsero successivamente diversi esemplari di Reggiane 2000 e Caproni Vizzola F.5…Alla fine quello che sarebbe dovuto essere un aeroplano di transizione risultò invece fra i velivoli italiani più prodotti negli anni trenta-quaranta, con 1782 esemplari costruiti e fra i più longevi : infatti ancora nel 1944 la catena di montaggio del CR.42 era attiva…Nei primi anni della seconda guerra mondiale questo biplano era in linea nella maggior parte dei reparti da caccia italiani ma ben presto ci si rese conto che opporlo a caccia come il francese D.520 e peggio ancora gli Spitfire della RAF era un grave errore...Solo sui fronti africani e greco dove il biplano italiano si confrontò inizialmente e spesso con l'analogo Gloster Gladiator, il CR.42 era all'altezza della situazione ma era chiaro che non poteva rimanere il caccia di punta della Regia Aeronautica...Molti dei biblani FIAT in servizio alla fine del 1941 , vennero perciò impiegati in Africa Settentrionale come assaltatori, muniti di due travetti subalari per portare altrettante bombe da 100 kg: con lo stesso armamento nel giugno 1942 alcuni CR. 42 furono impiegati come bombardieri a tuffo contro naviglio inglese. Pochi reparti nel 1942 continuarono a usare il CR.42 come caccia mentre altri li usavano come intercettori notturni: alcuni di questi CR.42 (che non avevano particolari attrezzature se non dei tubi di scarico del motore prolungati e la verniciatura delle superfici esterne in nero opaco ) nell'autunno del 1942 partendo dalla Sicilia, effettuarono dei raids notturni su Malta usando lo stesso armamento di caduta dei CR.42 assaltatori ed anticipando lo stesso ruolo che avrebbero svolto altri CR.42 nel 1944 sul fronte italiano ma con le insegne tedesche...Nel 1943 il biplano della FIAT era in dotazione a pochi reparti operativi venendo sempre più relegato a compiti addestrativi, gli stessi che svolsero i pochi esemplari rimasti italiane dopo l'8.9.1943: la Regia Aeronautica ne ha in carico solo cinque ancora in uso nel 1944 assegnati alle Scuola caccia di Leverano; molti di più quelli della A.N.R. che ha anche in linea anche il primo CR.42B biposto realizzato dalla Agusta nel 1943 (era una trasformazione di un CR42 monoposto con l'aggiunta di un secondo posto di pilotaggio tratto dalla fusoliera di un altro biplano) . I CR.42 trasformati in biposto sempre dalla Agusta e nel dopoguerra, rimasero in linea nelle scuole dell’Aeronautica Militare sino ai primi anni cinquanta…Niente male per un velivolo nato quasi quindici anni prima come detto come di “transizione”. In precedenza , diverse aeronautiche estere acquistarono dalla FIAT il CR. 42: la prima fu quella ungherese che aveva già in linea il CR.32 e che seguì quanto fece la R.A., acquisendo nel 1938 cinquanta biplani seguiti nel 1939 da altri 23 esemplari. I velivoli magiari dopo essere stati impiegati contro la Jugoslavia nel 1941 furono poi gli unici CR.42 ad essere impiegati sul fronte russo, ed anche loro a fine 1941 vennero usati solo per l’addestramento. Nell’autunno del 1939 fu poi il Belgio ad acquistare 40 FIAT CR.42 che furono pesantemente coinvolti nel maggio 1940 nei combattimenti contro l’invasore tedesco conseguendo nove vittorie ma con la quasi totalità dei velivoli italiani che alla fine delle ostilità rimasero distrutti a terra dai raids degli Stuka della Luftwaffe. Una settantina di CR. 42 infine furono acquistati dalla Svezia nel 1940: questi biplani non vennero coinvolti in combattimenti come i Reggiane 2000 o i Caproni 313 che sempre la Svezia aveva acquistato dall’Italia: nel 1945 ancora 19 FIAT CR.42 erano in linea con l’aeronautica svedese che li cedette ad una vettore privato per usarli come traino bersagli; un esemplare svedese, l’esemplare n.2453, è stato l’unico CR.42 ad essere conservato in un museo venendo da pochi anni raggiunto dall’esemplare oggi a Vigna di Valle anche lui ricostruito in parte con pezzi provenienti da un altro esemplare svedese incidentato . Dopo l’armistizio del settembre 1943 , la catena di montaggio del CR.42 era ancora attiva e la settantina di esemplari realizzati nel 1944 furono acquisiti dalla Luftwaffe insieme ad altri usati ed abbandonati sui campi d’aviazione del nord Italia. Come mai i tedeschi ritennero opportuno usare questi anacronistici biplani ? La Luftwaffe aveva enormi necessità non solo di velivoli da trasporto ma anche di aerei scuola ed è per lo più in questi ambiti che i velivoli italiani ex R.A. o costruiti nel 1944 vennero impiegati dai tedeschi. Il CR.42 furono quindi distribuiti a diverse Jagdfliegerschule ma non vennero particolarmente apprezzati in quanto il comando del gas era sempre di tipo italiano, invertito cioè rispetto agli standard tedeschi, fatto che molto probabilmente fu alla base di tre incidenti mortali avvenuti presso il 2/JG107. Ma al di là dell’impiego come addestratore, un reparto tedesco, il 2./Nacht Schlacht Gruppe 9, nei mesi di maggio-giugno 1944, utilizzò alcuni CR.42 sul fronte italiano in missioni di attacco notturno, una circostanza questa che rende appetibile anche per le case modellistiche una riproduzione in scala di questo biplano…Infatti è noto che il mercato tedesco, da decenni, insieme a quello statunitense, è l’obiettivo principale delle ditte che realizzano kit e questo vale anche e soprattutto per i mezzi italiani che altrimenti ben difficilmente si vedrebbero in scala ridotta…
E’ questo certo il motivo che ha indotto la ditta ucraina ICM ad offrire una riproduzione del FIAT CR.42 addirittura in scala 1/32 proposto infatti in una confezione che ha in copertina appunto un velivolo con le insegne del 2./Nacht Schlacht Gruppe 9 e le decals relative oltre a quelle di un esemplare del 2/JG107. Per decenni l’unica riduzione in scala “grande” del CR.42 è stata quella in 1/40 realizzata nei primi anni sessanta dalla torinese Plastic Toys poi ripresa nel 1970 dalla veneziana Artiplast, i cui stampi nel 1982 furono rilevati dalla SMER: questo kit è ancora in giro ma non è certo all’altezza degli attuali standard…Da poco tempo era presente anche una ottima riproduzione in resina del CR.42 realizzata dalla polacca Silwer Wings che era l’unica in 1/32 del biplano italiano ma chiaramente, visto il materiale adoperato, era anche molto costosa. Agli inizi del 2020, nell’ambito delle novità di questo anno, è arrivata la notizia che la ICM era intenzionata ad esordire finalmente con un velivolo di progettazione italiana, annunciando il kit in 1/32 del FIAT CR. 42 in due varianti, tedesca e con insegne della Regia Aeronautica , un annuncio che non poteva non suscitare una entusiastica attesa da parte degli appassionati italianofili, sapendo anche che già in precedenza la ditta ucraina si era segnalata per la bontà dei suoi prodotti (ad esempio lo Spitifire IX in 1/48 della ICM è in assoluto un bel kit all’altezza se non superiore a quelli dello stesso velivolo di altri e più “blasonati” marchi). Dopo una gestazione durata per tutto l’anno in corso, da inizio dicembre è disponibile la confezione con le insegne tedesche , comunque già appetibile anche per chi non vuole aspettare la confezione con decals italiane che sembra dovrebbe uscire agli inizi del 2021, in quanto anche con questo kit si può comunque tentare di realizzare un velivolo italiano . Prima di presentare il kit, due parole sulle nuove confezioni dei kits ICM: le scatole sono dei cartoncini chiusi su tutti i lati con quello superiore rivestito dalla cover box che ha un bel disegno di uno dei velivoli riproducibili di volta in volta dal kit. Oramai quasi tutte le ditte dell’est Europa sotto dannatamente concorrenziali sotto questo aspetto, così come per i fogli istruzione veramente di ottima qualità nell’illustrare gli alberi del modello e nel descriverne l’assemblaggio, un pochino meno per quanto riguarda gli schemi mimetici. Aprendo la scatola la prima impressione è quella delle dimensioni del kit…Il CR.42 in 1/32 misura ben ventisei centimetri di lunghezza per trenta cm. di apertura dell’ala superiore…poi si passa alla delicatezza delle varie incisioni in fusoliera e delle costolature , ma è tutto il kit che invoglia a procedere subito alla costruzione…Lo stampo, realizzato in sei grandi telai più uno piccolo per i trasparenti, è pulito senza sbavature o ritiri dei pezzi, non ci sono segni degli estrattori: è un prodotto che è all’altezza delle più importanti produzioni in plastica iniettata, non è affatto uno short run , anzi…
Da notare anche la perfetta riproduzione in scala di forme e dimensioni del CR.42 vero: ho fotocopiato portandoli alla 1/32 i trittici in scala 1/48 di Angelo Brioschi stampati sui fascicoli di Ali d’Italia dedicati a questo biplano e posandoci sopra i pezzi ho constatato con entusiasmo che la ICM ha lavorato con esattezza esemplare…non c’è nulla da dire!
Il primo albero di stampa è quello delle due parti principali della fusoliera con i due tipici semi cruscotti del CR.42 , le ruote del carrello principale divise in due pezzi ciascuna, il mozzo dell’elica; all’esterno delle semi fusoliere ci sono come detto delle pregevoli incisioni che raffigurano le pannellature del biplano, mentre
all’interno ci sono dei rilievi riproducenti le strutture interne; per i cruscotti la strumentazione è riprodotta in rilievo e può essere ulteriormente con quanto presente nel foglio decals.
Seconda stampata la B , inerente l’ala superiore divisa in due grossi pezzi che devono riprodurre la leggera angolazione verso l’alto delle estremità laterali, il complesso dei piani di coda orizzontali, cofanatura ,pavimento e paratia anteriore del vano pilota, poggiatesta e parte del seggiolino,l’ogiva dell’elica, ruotino posteriore e relative carenature, le quattro cofanature della NACA che nel CR-42 avevano all’esterno e fin dalle prime serie delle bugnette aerodinamiche in corrispondenza delle teste dei cilindri delle due stelle del FIAT-A74;
da notare sulle superfici esterne del pezzo che riproduce la parte sottostante della ala superiore, ci sono degli incavi ben sagomati per inserirvi le radici delle riproduzioni dei vari montanti alari, un ottimo viatico per il passaggio che è notoriamente il punto cruciale della costruzione di un kit di un biplano, in particolare in questa grande scala…
Anche per le ali perfetta corrispondenza fra i pezzi e i piani in scala di Angelo Brioschi .
La stampata C porta fra gli altri pezzi quelli relativi alle componenti del motore : da notare che le due stelle dei cilindri sono divise in due pezzi ciascuna, una complicazione dovuta forse alla necessità di stampare correttamente le alettature dei cilindri; ci sono inoltre le strutture tubolari della gabbia del vano pilota e del
seggiolino, le semi ali inferiori, gli alettoni di quelle superiori, alcuni dei montanti alari, il resto della cofanatura del motore. Anche le costolature delle semi ali inferiori sono ben riprodotte e pure in questo caso perfetta corrispondenza fra i pezzi e i piani in scala di Angelo Brioschi. Quarta stampata , lettera D : oltre all’elica ed al resto dei montanti trovano posto alcuni pezzi che possono essere usati non solo per le versioni tedesche proposte dal kit ma anche per alcuni esemplari italiani…Si trovano intatti le gambe dei carrelli carenate fino alla metà della loro estensione senza nessuna copertura per le ruote, un tipo di configurazione usato ad esempio da alcuni esemplari della R.A. impiegati in A.O.I. ( come quello del tenente Ildebrando Malavolti della 413 sq.) , o dalle Scuole caccia di Foligno e di Ravenna, e da quelli ancora in carico alla R.A. nel 1946 e dopo all’A.M.I. sino al 1950 . Vi sono anche diversi tipi delle carenature della presa d’aria inferiore della naca motore con anche il filtro antisabbia, riprodotto come pezzo a parte. Ci sono anche le due metà degli scarichi motore (le altre erano nella stampata C) una divisione anche questa dovuta all’esigenza di riprodurre la cavità interna degli stessi scarichi. I rivestimenti delle teste degli alberi a camme dei cilindri sono riprodotti con piccoli pezzi a parte.
Le ultime due stampate sono uguali : hanno i pezzi inerenti scarichi notturni di tipo lungo ma in uso alla Luftwaffe nel 1944, così come i carelli che presentano solo la parte superiore delle carenature delle ruote : anche questa configurazione era presente su alcuni esemplari della Regia Aeronautica in servizio dopo l’armistizio fra cui uno della Sezione Autonoma Collegamenti di Roma nel 1945-46 ; le stampate E sono doppie perché portano quattro rastrelliere ed altrettante bombe da 50 kg.
Il telaietto dei trasparenti porta il parabrezza e le luci di posizione del velivolo, pezzi limpidissimi …
Esemplare E8+JK del 2./Nacht Schlacht Gruppe 9: la foto di questo velivolo è stata scattata il 25.4.1944 sul campo della FIAT Aeritalia a Torino all’indomani del bombardamento statunitense contro lo stabilimento piemontese e testimonia che oltre alle insegne e i codici tedeschi il velivolo ha un numero 35 molto probabilmente dipinto a mano da un operaio FIAT forse come identificativo della successione di lavorazione dello stesso velivolo. Questo CR. 42, con scarichi notturnizzati, carello con carenatura delle ruote superiore e filtro antisabbia, ha sulle superfici superiori e sui montanti alari, lo schema a grosse macchie di Nocciola Chiaro 4 F.S. 30145 su fondo di Verde Oliva Scuro 2 F.S. 34086 , mimetica che la FIAT aveva adottato per gli assaltatori prodotti nel corso del 1942 e nel 1943; questo schema sull’ E8+JK era stato poi pesantemente ricoperto da ulteriori macchie di colori grigi, verosimilmente simili a quelli tedeschi RLM 74 e 75; le superfici inferiori forse erano rimaste nel Grigio Azzurro Chiaro 1 F.S. 36357 ma anche loro sono state ricoperte da macchie, più piccole, sempre dei due colori grigi usati per le superfici superiori, inoltre una strada serpentina di colore scuro è stata apposta nella parte bassa della fusoliera fra timoni orizzontali e fin sotto l’abitacolo
Esemplare rosso 88: a differenza di quando indicato dalle istruzioni ICM , non è un velivolo di un reparto operativo ma bensì di una scuola volo, forse del 2/JG107, vedi Aerofan n. 97 aprile-giugno 2006, dove è pubblicata una foto di questo CR. 42 la cui mimetica sfugge ad una precisa definizione…Sembrerebbe come riportato anche dalla istruzioni del kit che il fondo sia un verde non così scuro come il Verde Oliva Scuro 2 sul quale appaiono almeno sulla superfice superiore dell’ala alcune macchie di colore più chiaro ; dalla foto la croce tedesca sopra l’ala parrebbe essere inserita all’interno della obliterazione della insegna della R.A. , motivo per il quale nelle decals la stessa è riprodotta dentro un cerchio nero.
Le decals hanno colori saturi e sono sottili, con un film di sostegno trasparentissimo: sono però opache e questo è un po’ preoccupante se si deve pensare di usarle in quanto spesso le decals opache non aderiscono bene alla superfice del modello una volta dipinto e lucidato ma questo è un problema che credo come me tutti gli appassionati italianofili non si porrano…Vedere questo buon kit della ICM finito con insegne tedesche sarebbe infatti per me una sofferenza e sto già pensando a come ovviare alla attuale mancanza di decals specifiche per il CR.42 pur di finire questo modello con i colori di un velivolo di un reparto italiano …Comunque questo kit, caratterizzato fra l’altro anche da un ottimo rapporto prezzo-qualità (ora lo si può trovare addirittura posto in vendita a poco più di 40 euro !!!) non è certo uno di quelli destinati a rimanere a lungo nella sua scatola e una volta finito sarà a dir poco notevole .
Gabriele Luciani