C-130 J Super Hercules - Monografia di Aviation Collectables Company
Recensione della monografia sul C.130J in servizio con l'A.M.I. edita da Aviation Collectables Company
(ISBN 9788890523175)
Testo e foto di Gabriele Luciani
In Italia, ogni volta che si decide di acquistare un nuovo sistema d'arma, si scatenano le solite trite polemiche politiche e non, alimentate spesso dai soliti giornalisti tuttologi...Ogni tanto invece , accade che una nuova acquisizione passi sotto silenzio, proprio per via della incompetenza diffusa sulle tematiche della difesa...E' il caso dell'aereo da trasporto Lockheed Martin C-130J consegnati dal luglio del 2000 all'Aeronautica Militare, velivoli entrati in servizio senza alcun clamore mediatico e del tutto esenti da quella commedia giudiziale-politica che invece dal febbraio 1976 ebbe come incosapevoli ed incolpevoli protagonisti i C.130 H, ovvero la precedente versione dell'Hercules...La notevole rassomiglianza esteriore fra i due velivoli li rende infatti indistinguibili all'occhio inesperto ed in questo caso l'A.M. si è potuta dotare di un velivolo che oggi è indubbiamente il migliore trasporto tattico occidentale, senza sentire le ridicole pontificazioni dei ...grandi "esperti" militari come Camilla Cederna che ebbe a definire nel suo libercolo dal titolo "Giovanni Leone La Carriera di un presidente" (Milano: Feltrinelli Editore; 1978) gli Hercules C-130 (e già questa storpiatura del nome del velivolo la dice lunga sulla preparazione tecnica dell'autrice !) come "già rifiutati nel 1964 dall'Italia perché pesanti e smisurati" (???) , " a grande autonomia" (come se questo fosse un difetto invece che un pregio in un aereo da trasporto!) "quindi non adatti alla nostra difesa e ormai da noi tutti in disarmo"... Per meglio capire l'infondatezza di tali ed altre analoghe e risibili asserzioni, basterà rammentare che il Lockheed C-130 H (realizzato in 2156 esemplari fino al 1988 e venduti in tutto il mondo occidentale) è rimasto in servizio con l'A.M.I. per quasi trenta anni e con ottimi risultati non solo sul piano strettamente militare ma anche nei diversi impegni di Protezione Civile cui spesso i dodici Hercules italiani sono stati spessissimo chiamati ad adempiere sino ai primi anni 2000 e tanto efficenti e validi erano ancora questi aerei che vennero poi dati in permuta alla Lockheed Martin ! La decisione di sostituire i C.130 H fu presa ai primi degli anni 90 quando si constatò che il numero di questi trasporti era troppo basso per le esigenze dell'apparato militare italiano che veniva progressivamente impegnato in sempre più numerose missioni all'estero: la scelta sulla nuove versione J o Super Hercules, fu quasi obbligata visti anche i ritardi accumulati da altri analoghi programmi europei ma si è rivelata un successo sotto ogni punto di vista. La macchina riprende l'architettura generale delle versioni precedenti ma tutta una serie di particolari grandi (come i nuovi motori Rolls-Royce AE 2100 D3 ad elica esapala a scimitarra) e piccoli lo caratterizzano in modo evidente; a queste differenze si aggiunge nella versione J-30 il notevole (cinque metri e 38 centimetri) allungamento della lunghezza.
Le prestazioni sono notevolmente migliorate così come la versabilità tanto che anche il C-130 J e J-30 hanno avuto un notevole successo commerciale con oltre 300 esemplari consegnati in tutto il mondo ed entrambe le sottoversioni J e J-30 sono in servizio con la 46 A.B. dell'A.M.I. di base a Pisa, rispettivamente in 12 e 10 esemplari, in servizio dall'agosto del 2000. L'impiego dei Super Hercules italiani in 14 anni si è quindi caratterizzato da risultati sempre più lusinghieri, con il traguardo delle 100.000 ore di volo raggiunte già nel 2011, ma purtroppo misconosciuti anche da parte degli appassionati, visto che da sempre l'attività di supporto e di logistica, malgrado la sua fondamentale importanza in qualsiasi impegno militare, bellico e non, quasi mai va sotto i riflettori ... Sotto questo punto di vista si deve dire che ben venga la monografia dedicata al Super Hercules dalla Aviation Collectables Company uscita nell'aprile 2014 che descive appunto le tappe dell'acquisizione da parte italiana del C.130 J ed il successivo utilizza da parte dell'A.M.I.. La giovane casa editrice torinese dedica la sua attenzione ai più recenti velivoli in servizio con l'A.M.I. con agili monografie della collana Italian Aviation Series dedicate rispettivamente volta per volta ad un singolo tipo : sono usciti i seguenti soggetti Tornado IDS/ECR (esaurito) ,F.16 ADF, AM-X,F-86K, G.222, T-33A/RT-33° ed appunto C-130J , seguito poi dall'MB-339. Il tratto comune di queste pubblicazioni si concretizza nella descrizione tecnico-storica generale del velivolo, seguita dall'analisi dell'impiego in Italia; ci sono dei profili a colori delle fusoliere ed anche una nota modellistica che si interessa della costruzione di un kit fra quelli più diffusi del velivolo preso in considerazione, riportando anche i colori del velivolo e la loro corrispondenze con catalogo il Federal Standard; concludono la monografia una serie di foto ravvicinate del velivolo e la tabella con i dati tecnici. Il supporto iconografico è adeguato (con oltre 120 immagini) e spesso inedito, ma da modellista debbo constatare con rammarico l'assenza di piani in scala che sarebbero una manna dal cielo per la riproduzione statica di diversi velivoli come F-16 o F-86K (le cui ali sono sempre oggetto di interessi particolari...) e proprio del C-130 J e C-130 J -30 per via della notevole differente lunghezza delle rispettive fusoliere...La monografia del Super Hercules anzi riporta, nella sua pagina centrale, dei profili delle due versioni ma purtroppo in scale differenti, un fatto che non dà immediatamente e pienamente la contezza della differenza dimensionale...
Per il resto dalla lettura dei testi si riesce a percepire la soddisfazione non solo degli operatori del C-130J ma anche degli autori come contribuenti e quindi proprietari dello stesso velivolo, nei confronti dello stesso per via dei numerosi traguardi raggiunti quasi con naturalezza, verrebbe da dire, se non si sapesse che tali risultati ottimali vengono conseguiti solo quando è tutto un sistema, compreso anche il personale, che funziona in modo ottimale. Le 64 pagine della monografie sono ben corredate dalle tantissime immagini del quadrimotore da trasporto (al 97% sono tutti con le insegne italiane) , quantomeno da un punto di vista quantitativo, in quanto stante la natura del velivolo e le sue generose forme, nuoce un po' l'aver dovuto contenere dimensionalmente le stesse immagini (la monografia è infatti in formato A 4 come tutte quelle della serie). Elemento non secondario il testo che è redatto non solo in italiano ma anche in inglese: è un fatto molto positivo nell'ottica di far conoscere pure all'estero ed al meglio la vera realtà delle FF.AA. italiane e dei propri mezzi, sperando che di questi ultimi se ne accorgano anche i produttori di kit...
A tal proposito c'è da dire che del C.130 J sul mercato esiste ad oggi in scala 1/72 un solo kit ovvero quello Italeri, numero di catalogo 1255, uscito nel 2006, il cui assemblaggio è oggetto della nota modellistica: il giudizio non è affatto positivo ed in effetti c'è da aggiungere alcune precisazione sul medesimo kit...Questo è uno stampo derivato da un altro C-130 J ma uscito nel 1995 e rimasto in catalogo fino al 2000 , con numero di catalogo 061 a sua volta originato da quello dedicato alla versione H del C.130 prodotto nel lontano 1984. I due kits condividevano tutte le stampate ad eccezione di quella relativa ai motori e per questa comunione di pezzi, il kit del C-130J della confezione 061( con decals per USAF, RAF e RAAF) era inficiato da tutta una serie di errori e di carenze: naturalmente i problemi erano per di più in fusoliera con l'assenza fra gli altri dello scarico dell'APU, delle antenne dei sensori AAR-47 e ALR 56M, delle due grandi prese d'aria alla destra della fusoliera...Anche i motori erano errati nella riproduzione della parte inferiore della gondola ed al tutto si aggiunge la riproduzione in positivo delle pannellature del velivolo...Alcuni anni fa Italeri ha tentato di porre rimedio a tale situazione con alcune modifiche allo stampo proponendo nuovamente il Super Hercules nella linea PRM e come detto con numero di catalogo 1255 : in questo caso la parte migliore del kit sono le decals (che ora comprendono anche un esemplare italiano oltre al solito statunitense ed inglese) e il libretto fotografico che non fa altro che evidenziare gli ancora tanti difetti dello stesso kit Italeri nel riprodurre il C.130 J...Anche in 1/48 Italeri aveva proposto dal 2005 un kit del C.130 J, num. Cat. 2643 dopo che nel 1997 lo aveva già prodotto con numero di catalogo 846, anche in questo caso il kit è derivato dal precedente modello del C-130 H e ripropone quindi le stesse problematiche delle riproduzioni in scala 1/72 ...
E' quindi preziosa anche per noi modellisti questa buona monografia della Aviation Collectables Company sul Super Hercules, insieme anche all'articolo di Silvio Pietropaolo sulla conversione per ottenere il C-130 J-30 (versione a fusoliera allungata) per poter riprodurre in scala questo ottimo velivolo...
Gabriele Luciani