AB-43 della "Volante Nello", Veveri (Novara) 26.4.1945 , da kit Warrior scala 1/35 cat. no. 3501
Sfruttare i difetti di un kit per trarne un buon risultato e per rammentare la storia : questo sono gli aspetti più belli di questo nostro passatempo culturale...Con un vecchio prodotto in resina oggi introvabile la riproduzione in scala 1/35 di una autoblindo AB-43 protagonista di eventi accaduti a Novara il 26.4.1945 .
Modello, foto e testo di Gabriele Luciani
All’inizio degli anni novanta, era in attività una piccola ditta polacca, la Warrior Model di Tadeusz Bialowas che produceva diversi kits in resina e che incominciava altresì ad interessarsi anche a soggetti italiani, all’epoca quasi per nulla presi in considerazione dai produttori non artigianali. Insieme a Gaetano Coassin, titolare del negozio di Portogruaro “Diorama Modellismo” ho avuto moto di collaborare con Tadesusz per la realizzazione di quella che fino all'uscita del kit Italeri è stata la migliore riproduzione in scala 1/72 dell’AM-X. La Warrior ripropose il medesimo velivolo dell’A.M. in 1/48 con un kit discreto cui seguirono un bel Breda 88 ed un Breda 65 A80, entrambi in 1/48, mentre in 1/35 furono realizzate anche le AB40-41 e la AB-43: purtroppo la qualità della resina usata dalla Warrior spesso non era molto buona, in quanto al primo passaggio di vernice sulle superfici esterne dei pezzi, “uscivano” tutta una serie di micro ritiri che costringevano a tediose operazioni di stuccatura. Da tempo la firma polacca non è più sul mercato e comunque quasi tutta la sua produzione è oggi chiaramente sorpassata dalle più recenti realizzazioni in plastica; all'epoca ebbi modo di ricevere tutti i kits di soggetti italiani ed anche di assemblare alcuni, non quelli delle AB che misi da parte in quanto le torrette delle AB, in particolare di quella della AB-43, avevano brutti difetti dimensionali, mentre uno dei loro pregi più notevoli era quello di avere la riproduzione degli interni del mezzo; il resto delle forme e dimensioni del mezzo reale erano abbastanza ben catturate anche nel contronfo con altri coevi kits in resina (come il francese ADV ). Con l’uscita dei kits in plastica iniettata della Italeri dedicati alle stesse blindo, ho continuato a lasciare i prodotti polacchi nel mio…magazzino, pensando di montarli con una eventuale sostituzione delle torrette con parti in plastica Italeri o in resina della Model Victoria, fino a quando una foto pubblicata su una monografia di Paolo Crippa ha cambiato la situazione, almeno per il kit della AB-43…
Su Tank Master Special 05, “I mezzi corazzati italiani della guerra civile 1943-1945” (Fidenza: Mattioli 1885 s.r.l. , 2015, ISBN9788862614788 ) a pag. 80, c’è una immagine di sei nuove AB-43, tre delle quali senza la torretta, impiegate insieme ad una Lancia “Lince” a Veveri, un sobborgo di Novara, il 26.4.1945 contro reparti tedeschi. A differenza di quanto accadde per i vari reparti militari della R.S.I. , l'uso di mezzi corazzati e/o di blindati di circostanza da parte dei partigiani fu molto sporadico e solo nei giorni a cavallo del 25.4.1945 ci fu un impiego da parte degli stessi partigiani di qualche carro ed autoblindo di produzione italiana, alcuni di questi poi erano nuovissimi in quanto prelevati direttamente dalle fabbriche con la complicità delle maestranze che dopo averli realizzati, in qualche modo li avevano occultati. Dopo l'armistizio del settembre 1943 , ad alcuni degli opifici ubicati nel settentrione d'Italia, sia il governo della R.SI. che i tedeschi avevano chiesto il completamento delle precedenti commesse di armamenti militari anche per tenere impegnate in qualche modo gli operai ; comunque la produzione fu ancora più risicata di quella precedente non solo per la già scarsa capacità delle fabbriche italiane ma anche per la crescente penuria di materiale. Una delle ditte coinvolte in questa operazione era la Società Piemontese Automobili di Torino, acquistata già dal 1926 dalla F.I.A.T. , che in precedenza aveva realizzato il motore per le autoblindo AB-40/41/43, vari tipi di trattori (come il famoso TL-37) e camionette per il Regio Esercito: presso la S.P.A. nel 1944 era stata avviata fra l'altro la produzione delle AB-43 più che altro per conto dei tedeschi che in genere apprezzavano i mezzi italiani in funzione anti guerriglia, anche nei Balcani. Paolo Crippa mi ha precisato che la S.P.A. nel tentativo di evitare i danni dei bombardamenti aerei statunitensi, aveva decentrato la sua produzione presso diverse aziende e che una di queste era la Manifattura Tessile Rotondi di Novara. Il 25.4.1945 gli operai di questo opificio furono in grado di consegnare ai partigiani della divisione garibaldina "Valsesia", guidati da Cino Moscatelli,ben sei AB-43, in diversi stadi di completamento: almeno una AB43 aveva l'armamento principale in torretta, tre non avevano nemmeno la torretta; tutte erano ancora nel colore rosso antiruggine che fin dagli anni trenta veniva usato sui carri di produzione italiana prima di essere verniciati con i colori mimetici (anzi, spesso i carri L3 venivano lasciati con questo rosso cui venivano sovrapposte piccole ed irregolari chiazze di verde). Il 26.4.1945 con queste sei blindo cui si aggiunse una Lancia "Lince", i garibaldini di Cino Moscatelli da Novara si spostarono verso Veveri dove come detto vi fu uno scontro con dei tedeschi; venne quindi formata una colonna che dal Piemonte doveva confluire a Milano. Nel capoluogo lombardo le blindo arrivarono il 28.4.1945 dopo aver sostenuto ulteriori scontri contro formazioni italiane e tedesche a Turbigo e Lonate Pozzolo: sempre sul TankMaster 05, a pag. 21, c'è un'altra immagine di queste AB-43 a Milano dove Cino Moscatelli , oppositore del regime fascista sin dai primordi della dittatura mussoliniana, partecipò al comizio. Nel dopo guerra Ciro Moscatelli divenne dapprima Senatore , poi Deputato fino al 1963 mentre della sorte delle sei blindo della sua formazione poco si sa, forse anche loro vennere recuperate ed impiegate dalla Pubblica Sicurezza della Repubblica Italiana.
La circostanza che appunto tre di queste blindo erano senza torretta, mi ha dato la possibilità di usare il vecchio kit della Warrior saltando il problema della scarsa fedeltà della riproduzione di questa importante parte del mezzo; inoltre questo kit è l'unico che offre qualcosa per gli interni (neanche nel campo degli accessori post vendita si trova nulla ) e questo è un fatto assai importante in quanto l'apertura circolare sul tetto della blindo era molto ampia...La firma polacca aveva all'epoca realizzato due kit molto simili fra loro per riprodurre rispettivamente la AB40/41 (offrendo nella stessa confezione le due torrette , quella biarma della AB40 e quella con mitragliera da 20 mm della AB41) e la AB 43: in pratica lo scafo era identico (compresi i vari particolari per gli interni) con le anche due aperture laterali , i pneumatici erano i Pirelli Artiglio, molti pezzi erano in metallo bianco (come i vari sportelli, gli atrezzi da zappatore, l'armamento, i sostegni per le taniche esterne, i vari ganci da traino, i fari anteriori). Cambiavano però le marmitte (le ultime AB-41 prodotte e le AB-43 avevano un tipo di forma differente da quella delle AB-40 e le AB-41) , la AB-43 al posto del badile posto a destra dello scafo aveva un contenitore di artifizi luminosi.
Aprendo la confezione troviamo un grosso pezzo che raffigura il corpo dell'autoblinda senza il pavimento del vano equipaggio e del vano motore: le pareti interne del pezzo riportano le strutture del mezzo reale ed anche all'esterno c'è la bullonatura che si deve preservare durante le operazioni di carteggiatura dello stucco che andrà utilizzato per eliminare i ritiri della resina, per fortuna pochi e concentrati in due o tre punti di questo grosso pezzo. Come ogni volta, ma maggiormente in questa occasione, ribadisco l'avvetenza che quando si lavora con modelli realizzati in materiali particolari come in questo caso, vanno usati sempre un paio di guanti di lattice ed una mascherina sul viso, per la protezione rispettivamente della pelle e delle vie respiratorie; si deve sempre operare in ambienti ben ventilati quando si usano carte abrasive per lisciare le parti ed inoltre vanno seguite scrupolosamente le indicazioni fornite dai produttori di colla ciano acrilica che si dovrà usare nella costruzione di questo tipo di prodotti. Tornando al kit Warrior, va rilevato che il pavimento del vano equipaggio/motore è riprodotto a parte con un certo realismo: sullo stesso vanno innestati altri pezzi che raffigurano i due sedili e i due volanti con relativi sostegni per le postazioni di guida (le AB avevano la possibilità di procedere anche in retromarcia) , due cassonetti laterali, il sedile per il mitragliere, un pezzo che nelle intenzioni del masterista avrebbe dovuto raffigurare il motore del mezzo. Dentro la AB il colore predominante era il bianco e visto che si tratta di una riproduzione di un mezzo nuovo di fabbrica non credo proprio sia realistico raffigurare segni di usura; la colorazione va fatta comunque prima della chiusura del corpo della blindo con il pavimento: questa ultima operazione , con i vari pezzi all'interno dello scafo della blindo, è ostacolata dal pezzo che raffigura i contenitori in prossimità della mitragliatrice di scafo e qui si deve lavorare di seghetto e di lime per raccordare tutto .
All'esterno dello scafo si deve porre attenzione all'unione dei quattro pezzi che raffigurano i parafanghi in modo tale da evitare l'uso di stucco, mentre l'unione delle ruote è abbastanza semplice. Un pò di attenzione ai pezzi in metallo bianco che raffiugrano i porta taniche posti sui parafanghi anteriori in quanto vanno curvati con delicatezza per farli aderire ai parafanghi medesimi. Ci vuole quindi poco per arrivare alla colorazione del mezzo: passata una mano di grigio chiaro al solito per controllare se tutto era a posto, ho dato del nero opaco per la pre ombreggiatura in pochi punti (come ad esempio sulle griglie d'aereazione del vano motore o sulle ruote) , per dare poi la vernice esterna .
Il rosso ruggine dei carri e mezzi italiani del periordo lo raffiguro sempre con il colore Humbrol 107 (uso questa tinta avendo un reperto dell'epoca in questa tonalità) steso ad aerografo cercando di rimanere il più realistico possibile ma evitando di dare al modello una impressione finale di "monoblocco" uniforme...
Dalla foto apparsa a pag. 80 di Tank Master Special 05 si vede inoltre che almeno sulla fiancata sinistra di una delle AB-43 è stata apposta la scritta W LA NELLO : non avendo ulteriori riscontri fotografici sulla presenza di analoghe scritte o di altre parole anche sull'altro lato o sulla piastra frontale della stessa blindo (al momento in cui scrivo questo note è prevista l'uscita di una specifica monografia sui mezzi usati dai partigiani italiani sempre a firma di Paolo Crippa) ho riportato la stessa scritta, realizzata con un pennello fine, solo sul lato sinistro, aiutandomi con il profilo di Ruggero Calò edito anche esso sul medesimo Tank Master.
Dallla stessa immagine si vede che la vernice esterna è alquanto lucida e quindi ho passato sul colore rosso una leggera mano di vernice trasparente lucida acrilica ottendo così alla fine un buon effetto realistico d'insieme. Ho quindi verniciato con il grigio scuro i pneumatici passando poi sul battistrada degli stessi una
velatura di grigio chiaro passata anche in quantità ridotta sulle parti più basse della AB-43 per simulare un minimo di invecchiamento dovuto alla percorrenza sulle strade del periodo (da evidenziare che in quei giorni, le vie di comunicazione, in particolare quelle verso e da Milano, erano molto...frequentate...considerato che sulle stesse si stavano spostando contingenti tedeschi in ritirata verso l'Austria, miltari italiani della R.S.I. che cercavano di arrivare nel capoluogo lombardo per spostarsi poi nell'ipotizzato Ridotto in Valtellina, partigiani che si muovevano verso i grandi centri abitati del settentrione d'Italia...).
Alcune ridottissime lumeggiature in argento su alcuni degli spigoli degli sportelli d'accesso e sui predellini (autocostruiti con del filo di rame) hanno terminato la colorazione del modello della Warrior Model , in effetti la mia prima riproduzione di un mezzo usato dai partigiani italiani.
Gabriele Luciani