Aermacchi C.205 IV serie - 1° gr. ct. 2°sq. A.N.R. luglio 1944 da kit Italeri cat.no. 2765
Non solo per la colorazione molto particolare ma anche per il fatto di essere stato inserito nelle riprese di uno dei rarissimi films realizzati durante la R.S.I. : il Veltro giallo 8 della 2° sq. del 1° gr. ct. merita proprio di essere riprodotto in scala ! Con il kit Italeri (stampo Hasegawa) vediamo come realizzarne un suo modello in 1/48 .
Modello foto e testo di Gabriele Luciani
Nel marzo del 1944 la Aermacchi completò una piccola ed ultima serie (la IV°) di 15 caccia C.205, del tutto simili a quelli della serie III se non per la presenza di un ulteriore e piccolo sportellino ovale sul cofano motore superiore destro: contrassegnati dalle MM. 98218-98232, vennero collaudati fra il 10.3.1944 e il maggio dello stesso anno; i primi esemplari di questi Veltro vennero immediatamente assegnati alla sq. aut. "Montefusco" della A.N.R., reparto che alla fine di maggio 1944 confluì nel 1° gr. c.t. di cui divenne la 3° sq.; il decimo (MM. 98227) ed uno degli ultimi cinque costruiti vennero abbandonati, dopo il loro rispettivo volo collaudo, a Lonate Pozzolo (la foto dei resti delle loro fusoliere di questi due caccia, è stata pubblicata a pag. 26 della monografia N.27 dedicata al C.205 nell'ambito della collana Ali D'Italia); gli ultimi quattro Veltro di questa serie forse non furono nemmeno consegnati alla A.N.R.. Questi quindici C.205 realizzati dalla Aer.Macchi (così come gli ultimi G.55 "Centauro" costruiti anche loro sempre nella marzo-aprile del 1944 dalla FIAT Aeritalia) erano caratterizzati da uno schema a bande trasversali e larghe di due colori, distribuite "a spina di pesce" sulle superifici superiori dei velivoli e che Ferdinando D'Amico e Gabriele Valentini sulla monografia Air War over Italy 1944-45 hanno denominato "herringbone". Su “Camouflage and Markings of the Aviazione Nazionale Repubblicana 1943-1945” sempre di Ferdinando D'Amico e Gabriele Valentini, ci sono diverse foto (alcune di quelle dei Centauro sono state pubblicate già negli anni 70 in diverse pubblicazione ma sempre male interpretate...) che testimoniano come questo particolare schema fosse stato usato anche sul G.55 che un colladautore civile consegnò agli alleati ( G.55 M.M. 91150): proprio le immagini di questo Centauro evidenziano l'uso del Nocciola Chiaro 4 e del Verde Oliva Scuro 2 . Anche i G.55 a "spina di pesce" vennero consegnati solo al 1° Gr. Ct. della A.N.R. (in particolare alla 3° sq.) in quanto presso questo reparto erano stati concentrati nel giugno 1944 tutti i caccia di produzione italiana in dotazione alla stessa A.N.R. pure i superstiti G.55 della sq. aut. Montefusco-Bonnet (confluita come detto nel 1° gr. ct. come 3° sq. dello stesso reparto) e quelli del 2° gr.ct. (che dal 29.5.1944 era transitato sui caccia Me.109 G-6). Alcuni di questi G.55 mantenevano le originali colorazioni di fabbrica (sia quella in verde oliva scuro uniforme che quella con le bande diagonali a spina di pesce a due colori) altri erano stati invece riveriniciati, presso il 2° gr. ct. nel maggio 1944 , con schemi simili a quelli tedeschi e ai colori RLM 74/75/76. In precedenza, i Veltro (tutti serie III con l'eccezione di uno la MM.9350 azzurro 1 della 3 sq. che aveva la fusoliera di un serie I) già in servizio nel 1° gr. alla fine del marzo 1944 erano stati rivernciati, sempre presso i reparti, su tutte le loro superfici esterne con vernici e schemi uguali a quelle dei coevi caccia Me.109 della Luftwaffe per omologare l'aspetto di tutti i caccia dell'Asse ancora operativi nel teatro mediterraneo. Alcuni dei C.205 serie IV che transitarono nel giugno 1944 al 1° gr. sull'aeroporto di Reggia Emilia, furono pure loro ridipinti in reparto con i colori grigi ma rispetto agli altri Veltro del reparto, ci fu una notevole differenza: forse per meglio mimetizzare i caccia quando erano a terra, il terzo anteriore della loro fusoliera fu lasciato nella originale mimetica di fabbrica , creando così un connubio di schemi su uno stesso velivolo a dir poco allettante per il modellista...Anche questi C.205 subirono l'evoluzione delle direttive inerenti i distintivi ottivi di riconoscimento (cofano inferiore del motore in giallo e la fascia bianca in fusoliera) dei velivoli dell'Asse operativi nel teatro mediterraneo, segni che vennero applicati loro per brevissimo tempo o addirittura non vennero inalberati. Se non bastasse tutto ciò a rendere appetibile la riproduzione in scala di questi Veltro con lo schema a bande diagonali, c'è un altro fatto che certo incrementa l'attenzione almeno per uno di questi C.205 ovvero il velivolo in carico alla 2° sq. del 1° gr. ct., a metà giugno 1944 e contrassegnato dai codici di linea giallo 8 - bianco 2. Questo Veltro infatti compare nel corso del film Aeroporto realizzato nel 1944, uno dei ventotto lungometraggi realizzati fra l'autunno del 1943 e l'aprile del 1945 . Una copia di questo film è oggi conservata presso l'Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza con sede ad Torino che malgrado reiterate richieste di molti studiosi non ne consente la visione...Sembra però che molti decenni fa lo stesso film sia stato trasmesso in televisione da alcune emittenti private del nord italia, fatto questo che ne lascerebbe presupporre l'esistenza di un altra copia...Comunque sia, tre fotogrammi di questo film dove è presente il giallo 8 sono stati pubblicati su "Camouflage and Markings of the Aviazione Nazionale Repubblicana 1943-1945” e sono più che sufficienti a dare una buona base per la riproduzione in scala di questo velivolo.
Come gli altri Veltro della IV serie dopo un iniziale uso in reparto con lo schema di fabbrica "a spina di pesce" anche questo velivolo fu riverniciato con i colori grigi lasciando inalterato un terzo abbondante della fusoliera anteriore; al momento delle riprese del film, il giallo 8 non portava più i distintivi ottivi di riconoscimento (cofano inferiore del motore in giallo e la fascia bianca in fusoliera) ma aveva ancora sui copri carrello il guidoncino triangolare tricolore con il numero 3 che testimonia la sua precedente appartenenza alla Montefusco-Bonet quando la stessa era divenuta la 3° sq. del 1° gr. ct. . Altro notevole particolare di questo interessante velivolo è la spirale nera sull'ogiva dell'elica: anche questa è una configurazione da fabbrica ma è strano che sia stata mantenuta ancora sul giallo 8. Avendo quindi a disposizione una buona documentazione, la riproduzione in scala con il kit in 1/48 di Italeri , stampo Hasegawa, di questo velivolo era troppo allettante per lasciarsela sfuggire ...
Effettuate tutte le correzioni a questo kit gia descritte in sede di recensione dello stesso ( recensione kit Italeri 1/48 C.205 ) ho dettagliato l'abitacolo usando il buon set in resina della Jaguar (cat. no. 64801) sostituendo così tutte le corrispondenti parti in plastica del kit Italeri.
Il set si inserisce molto bene e con la colorazione della maggior parte delle superfici in verde anti -corrosione (F.S. 34227 , Humbrol 120) dà una bella resa generale.
Ho ritenuto opportuno aggiungere anche la riproduzione delle cinghie del seggiolino traendole dal set in fotoincisioni della Eduard 49-017 dedicato appunto a questi particolari dei velivoli italiani degli anni 40 ; a fusoliera chiusa, anche con la parte mobile tettuccio in posizione aperta, l'insieme è abbastanza soddisfacente ed ho proseguito con la costruzione del modello che invero termina abbastanza rapidamente; sono passato a quella che è certamente la fase più interessante ed appagante nella costruzione di questo modello, ovvero la riproduzione della colorazione del bianco 8 .
Come al solito sono partito con una mano di grigio chiaro per poi passare la preombreggiatura in nero più che altro sulle superfici inferiori del 205 che (e sono convinto che lo stesso sia successo anche nella realtà) rimarranno nel grigio azzurro chiaro 1 steso in fabbrica (F.S. 36307 da me riprodotto con l'Humbrol 141 passato in modo irregolare per dare fin da subito una idea del degrado operativo della mimetica). Con del grigio più scuro ho realizzato le obliterazioni dei distintivi ottivi di riconoscimento (cofano inferiore del motore in giallo e la fascia bianca in fusoliera) che erano presenti sino al giugno 1944 sui velivoli da caccia della A.N.R. .
Sulle superfici superiori ho realizzato lo schema a bande diagonali in verde oliva scuro 2 ed il nocciola chiaro 4 (rispettivamente Humbrol 110 e 91) in quanto ancora oggi non ritengo di poter convenire con Paolo Waldis e Marino De Bortoli, nonché con il compianto Angelo Brioschi quando asseriscono su "Colorazioni e insegne della Regia Aeronautica (unità da) Caccia – Assalto Terza Parte (1943-1945)" che questo chema a bande diagonali solo sugli ultimi 205 prodotti dalla Aer.Macchi era realizzato con grigi RLM. Gli stessi autori evidenziano altresì che invece i G.55 che la FIAT produceva nello stesso periodo e mimetizzava con lo schema a bande trasversali, erano dipinti con il verde oliva scuro 2 ed il nocciola chiaro 4 ed affermano che alla casa torinese fu consetito di farlo sulla base di una eccezione concessa alla FIAT di cui però manca del tutto alcun riscontro documentale... Tutto questo contrasta non solo con quanto precisato da Ferdinando D’amico e Gabriele Valentini (ovvero che lo schema in questione era con il verde oliva scuro 2 ed il nocciola chiaro 4 sia sui G.55 che sui C.205) ma non non spiega come mai in reparto la mimetica dei C.205 a bande trasversali venne quasi del tutto ritoccata con grigi RLM per uniformarla a quella degli altri velivoli del 1° gr. ct. della A.N.R. che già in precedenza erano stati ridipinti con colori e schemi simii a quelli tedeschi : quale doveva essere la necessità di tale variazione se già i velivoli fossero stati dipinti in origine in fabbrica dalla Aer.Macchi con colori tedeschi ? e perchè lasciare solo il muso con le bande originali se non per approfittare dei colori nocciola e verde per meglio mimetizzare con il terreno circostante questi Veltro in parcheggio ? ma ancora , alle fabbriche italiane coninvolte nella produzione di questi ultimissimi caccia, i tedeschi avrebero potuto fornire delle loro vernici ? per non aver trovato valide risposte a tutte queste domande ho deciso per l'uso di colori italiani per il mio modello.
Dopo aver realizzato lo schema a bande, sia pure un pò a malincuore, sono passato alla stesura sullo stesso dei due grigi simili ai colori RLM. 74 e 75 (rispettivamente due vecchi Humbrol della serie Autentics di cui ho ancora una preziosa scorta, l’HG-11 per l’RLM 75 -F.S. 36118 e l‘HM-5 per l’RLM 74 -F.S. 36081), stesi in modo tale da non ricoprire totalmente sulle ali lo schema diagonale e passato l'RL.M. 75 in modo assolutamente irregolare sulla parte centrale e posteriore della fusoliera, seguendo i profili di velivoli analoghi e le foto pubblicate su “Camouflage and Markings of the Aviazione Nazionale Repubblicana 1943-1945” di Ferdinando D'Amico e Gabriele Valentini.
Ho cercato insomma di riprodurre una mimetica realizzata in reparto e che certo non aveva la "pulizia" della stesura regolare tipica invece di un lavoro fatto in fabbrica, ed alla fine credo che il risultato sia abbastanza apprezzabile...
Dopo la canonica lucidatura di tutte le superfici con il trasparente acrilico lucido Model Master's, sono quindi passato alla riproduzione delle insegne di nazionalità e della spirale nera dell'elica, per le quali sono ricorso all'ottimo foglio decals del kit Italeri; il problema sono invece i codici di nazionalità che ho fatto realizzare come decals dalla Fides di Verona, ottima ditta che mi ha stampato in modo ottimale queste ed altre decals, tramite il solito e bravissimo amico cui spesso mi rivolgo per soggetti inediti e/o insoliti...
Dalle foto si nota che il numero individuale 8 ( che essendo inerente ad un velivolo della 2° sq. era di colore giallo) è più piccolo di quello del gruppo (che era di colore bianco). Al modello ho messo poche delle già non abbondanti in origine scritte di servizio presenti sui caccia Aermacchi...
Un particolare molto interressante che si nota dalle foto è l'assenza dello stemma di reparto sul muso (era "La vespa arrabbiata" per i caccia della 2° sq. del 1° gr.° ct. della A.N.R. mentre per quelli della 3° sq. era L'arciere) , ma c'è invece ancora il guidoncino tricolore sulle coperture delle gambe dei carrelli (i velivoli della altre due squadriglie del 1° gr. avevano il numero 1 o 2, a seconda della rispettiva appartenenza, che poteva essere nero o bianco a seconda dello schema mimetico); anche questo guidoncino è stato preso dal foglio decals del kit Italeri.
Dopo aver applicate le decals sopra indicate, ho sigillato il tutto con la cera acrilica Future ed ho dato solo una leggera patina di invecchiamento con il solito metodo della tempera nera stesa a pennello grosso sul modello con il fiele di bue e tolta quasi tutta con uno straccio imbevuto d’acqua, solo per enfatizzare un poco le vaire pannellature...
Passato l’ottimo trasparente opaco acrilico della K Color, ho riprodotto i fumi dello scarico del motore, finendo il modello con l'aggiunta dei carrelli, del filo dell'antenna radio, la riproduzione delle luci sulle ali. Il risultato finale mi ha soddisfato non poco ed ho aggiunto così un altro pezzo alla mia collezione di velivolo italiani post armistizio che spero si arriccherà presto di altri due velivoli con lo schema a bande trasfersali, uno come detto sopra un G.55, l'altro...della R.A. ...
Gabriele Luciani