Messerschmitt Bf. 109 G-2 Trop- W.Nr.10825 – 365° Sq. 150° Gr. Aut. Ct. Regia Aeronautica – Sciacca , Luglio 1943, da kit Italeri scala 1/48 cat. no. 2719

g.2 Fra i caccia Messerschmitt Bf-109 ricevuti dalla Regia Aeronautica nella primavera del 1943 c'erano anche 6 velivoli della versione G-2: uno di questi, assegnato alla 364° sq. , è l'unico Gustav italiano, ad oggi documentato,  con la colorazione desertica. Con il kit Italeri dedicato al Me.109 G.6 è possibile riprodurlo in scala 1/48 .

Modello, testo e foto di Gabriele Luciani

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A metà del 1942 la Messerchmitt iniziò a produrre la versione G del suo caccia Me. 109: rispetto al predente modello F, la differenza tecnica più importante era l'adozione di un nuovo motore DB605A (anche se le prime sottoversioni come la G-2 ebbero il DB-605A-1 senza il sistema di superpotenza GM-1) mentre all'esterno il vano carrelli principale diveniva squadrato, il tettuccio perdeva i due vetri triangolari alla sua base anteriore ed il blindo vetro anteriore era messo all'interno, cambiava l'elica (nella G era quella a pale larghe VDM) e c'erano anche alcune piccole differenze come ad esempio piccole prese d'aria sui due lati del muso per un maggiore raffreddamento dell'olio motore. Quando nel corso della primavera del 1943, la Regia Aeronautica ricevette la fornitura di caccia Messerschmitt Bf- 109, sei  erano della versione G-2 . Forse per via del basso numeri di esemplari di questa sotto versione, non esistono immagini di questi velivoli, se si esclude una foto a colori che ritrae l'esemplare W. Nr. 10825, un Me-109 G-2/R-6/ Trop. bianco 8 della 365 sq. del 150 Gr. Aut. Ct., fra i muretti paraschegge della base di Sciacca in Sicilia.

g. 2 muretti

Questo velivolo rimase in servizio dal 23.5.1943 al 1.7.1943, venendo usato per compiti addestrativi,  e finì intatto in mano anglo-americana dopo la perdita dell'aeroporto di Sciacca. La foto del 365-8 era già nota negli anni 70: su Aerei 5-1979 se ne parla a corredo di una tavola a colori riportante alcuni profili di vari 109 della serie G fra cui il 365-8; questa immagine venne poi pubblicata ma in bianco e nero a pag. 31 di The Messerschmitt 109 in Italian service 1943-1945 di Ferdinando D'Amico e Gabriele Valentini, ed. Monogram 1987: in questa opera c'è anche un profilo satinato di questo velivolo che però viene identificato come un G-4 con l'insegna di reparto e con la mimetica con le superfici superiori e laterali della fusoliera in Sandgelb RLM 79 e solo quelle inferiori in Himmelblau RLM 78. Finalmente su Ali Straniere in Italia vol.1 , monografia pubblicata nel 2002 dalla La Bancarella Aeronautica sui Bf.109 usati dall'aeronautica italiana a firma dello storico Gregory Alegi , docente presso l'Accademia Aeronautica, la foto del 365-8 è stata pubblicata a colori e si può evincere dalla stessa che il velivolo non aveva insegne di reparto in fusoliera e di nazionalità sulle ali ma solo la croce di Savoia in coda, la fascia bianca in fusoliera era più larga, c'erano gli altri usuali distintivi ottici di identificazione dei caccia dell'Asse operativi nel teatro meditteraneo (terminali alari e ogiva dell'elica di colore bianco, cofano inferiore del motore in giallo) e soprattutto il Sandgelb RLM 79 si fermava alla mezzeria longitudinale della fusoliera. Le obliterazioni delle precedenti insegne tedesche solitamente effettuate in aeroporto dal personale della R.A., non si notano in foto su questo Me.109 G. 2 se non per quelle delle superifici inferiori: evidentemente per le superfici superiori sarà stato utilizzato il Nocciola Chiaro 4 quasi identico al Sandgelb 79...

 

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Inoltre, raffrontando le tabelle dei numeri di costruzione dei 109 consegnati all'aeronautica italiana dal 1943 al 1945 con i reports anglo-americani redatti dopo la perdita dell'aeroporto di Sciacca da parte italiana sui velivoli dell'asse abbandonati inefficienti sullo stesso sedime, documentazione pubblicata su Ali Straniere in Italia vol.1, si evince che il Me-109 365-8 era il W. Nr. 10825, un G-2/R-6/Trop. (ovvero un velivolo con cannoni in gondole subalari e filtro antisabbia alla presa d'aria del motore): l'insieme di questi dati che identificano con certezza le caratteristiche tecniche e la mimetica di questo velivolo, ha indotto quindi Marco Gueli, noto disegnatore romano , a realizzarne un profilo molto corretto pubblicato sempre su Ali Straniere in Italia vol.1 e lo scrivente a riprodurlo in scala, usando il kit recentemente proposto dall'Italeri relativo al Messerschmitt Bf-109 ovvero il  "G-6 Italian Aces" cat. no. 2719.

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Per la descrizione del kit rimando alla mia recensione pubblicata al link  recensione Me 109 Italeri 1/48 ; questo kit Italeri è una riedizione dello stampo realizzato negli anni 90 dalla ditta canadese Hobbycraft in Corea, stampi poi ripresi alcuni annia fa dalla Academy. A suo tempo la Hobbycraft aveva realizzato espressamente una scatola per la versione G. 2 (era la HC1538 "African Front" 109 ) che in pratica altro non era che lo stesso stampo ripreso oggi da Italeri ma con decals diverse. Per un G. 2 vanno quindi omesse nella costruzione alcune parti ancora oggi presenti nel kit Italeri: si tratta dei pezzi che riproducono i due grossi rigonfiamenti sul cofano motore (dalla versione G.5 in poi le armi sul muso passarono dalla MG.17 da 7,9 mm alle MG.131 da 13 mm e i tecnici tedeschi dovettero modificare la bella fusoliera dei primi G...) e quelli relativi ai due rigonfiamenti sulle ali in quanto il G. 2 aveva ancora le ruote da 650 mm per 150 mm con cerchi a raggi. Le ruote del G.2 sono presenti nel kit nella stampata C inernete le ali: sono i pezzi C.4 che servono appunto per i G. 2 . Il  365-8  era uno delle ultime macchine prodotte di questa sottoversione ed il suo ruotino di coda è fisso. Per il resto, ho ritenuto di poter assemblare il modello senza ulteriori modifiche o aggiunte se non le cinghie del seggiolino pilota tratte da un apposito set della Eduard per i caccia tedeschi della 2° g.m. (reperito da MBL Modellismo di Trento) .

g. 2 wip

La costruzione, parte come solito dall'abitacolo del pilota per il quale i pezzi forniti ed i particolari stampati all'interno delle pareti delle due semi fusoliere costituiscono una base di partenza per una eventuale opera di aggiunta di diversi dettagli, anche se il colore grigio molto scuro degli interni (era l'RLM 66 ovvero F.S. 36081) non favorisce molto la visione di tutto quanto è contenuto nel pozzetto dell'abitacolo. Particolari da aggiungere senza alcun dubbio sono lo schienale del seggiolino che andrà auto costruito ed appunto la riproduzione delle cinghie di sicurezza. Il pezzo del kit che riproduce il cruscotto non è però di facile adattabilità alle pareti interne delle semi fusoliere una volta che queste sono assemblate e bisognerà ricorre allo stucco; nessun problema per il pezzo che riproduce il pavimento e la paratia posteriore dell'abitacolo.

g. 2 wip 2

Le due semi fusoliere non creano difficoltà nella loro unione (preceduta dall'inserimento delle riproduzioni dei due scarichi del motore) e non richiedono quasi lo stucco per mascherare le varie zone di giunzione delle parti. Al contrario il pezzo E 8 che riproduce la parte superiore del cofano motore, con le scanalature delle due mitragliatrici da 13 mm, deve essere inserito con attenzione nel suo alloggiamento proprio per evitare qualsiasi stuccatura. Fanno forati i fori di sollevamento del velivolo in prossimità dei timoni di coda. Una volta assemblata la fusoliera, è meglio posporre, a dopo la fase della colorazione, l'aggiunta della riproduzione delle volate delle mitragliatrici; è opportuno fare lo stesso con la riproduzione della presa d'aria del compressore e relativo filtro antisabbia per essere più liberi nella eventuale fase di stuccatura della radice alare sinistra.

g. 2 ali

Si passa quindi alle ali che hanno purtroppo i flaps e le paratie dei radiatori in posizione fissa, mentre nella realtà, tutti i Bf. 109 quando erano a terra avevano appunto flpas abbassati e le paratie aperte...Con un seghetto da traforo per orefice si staccano queste parti mobili dalle ali del kit, meglio prima di assemblare i tre grandi pezzi che le raffigurano. I flaps devono essere poi riattaccati fra loro e stuccati ai loro lati e nella parte di attacco alle ali mentre le paratie dei radiatori devono solo essere smussate adeguatamente prima di essere riunite alle ali in quanto si aprivano a ventaglio ed in modo indipendente dai flaps.

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L'unione delle ali alla fusoliera è uno dei punti cruciali dell'assemblaggio di questo modello per imbroccare il corretto diedro alare del Bf. 109 che nelle tarde versioni aveva le estremità alari che erano più alte delle rispettivi radici : è quindi opportuno avere un buon trittico in scala da tenere sotto mano come riferimento per lavorare al meglio e trattandosi di un soggetto come il Bf. 109 non sarà per nulla difficile trovare della documentazione...Comunque sia per la giunzione ala-fusoliera sarà necessario l'uso dello stucco, sia pure in quantità non eccessive per raccordare al meglio il tutto. Un pochino di stucco va usato anche per migliorare la giunzione delle gondole dei cannoni subalari alle ali; da evidenziare che il Me.109 G-2 in questione, almeno quando fu fotografato, non aveva le canne delle MG.151 (le armi erano state tolte molto probabilmente per rendere più stabile il caccia e consentire così un migliore addestramento dei piloti italiani) ed ho quindi opportuno ritenuto di eliminarle.

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Il kit offre il parabrezza separato dal resto del canopy : il primo pezzo si innesta sulla fusoliera abbastanza bene mentre la parte mobile invece è più corta dello scasso in fusoliera fatto questo che obbliga a montarla solo in posizione aperta...naturalmente a colorazione ultimata...

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Ho impiegato quindi poche ore per completare la costruzione generale del kit per poi passare alla sua colorazione, dando la prima mano di grigio chiaro per vedere eventuali imperfezioni dell'assemblaggio delle varie parti. La seconda operazione è il pre-shading con il nero opaco steso grossolanamente sulle varie incisioni delle pannellature. Per i colori della mimetica ho usato degli smalti Humbrol  di annata ovvero l'HG- 13 (RLM 78) e HG-12 (RLM 79), due smalti della serie Authentic colour "pescati" da MBL Modellismo di Trento; tutti i segni distintivi ottici li ho riprodotti con mascherature : sia questi colori che quelli della mimetica sono stati stesi in modo non uniforme e senza coprire al 100% il pre-shading in modo tale da raffigurare fin da subito l'usura della mimetica, mentre le pale dell'elica sono in verde RLM 70 (Humbrol 91) . 

g. 2 ali sotto

Sotto le ali ho dato una passata di grigio chiaro Humbrol 141 per riprodurre l'obliterazione delle croci tedesche effettuata con il grigio azzurro chiaro 1.   Ho passato su tutto una mano di trasparente lucido acrilico come base per le decals: dallo stupendo foglio decals del kit Italeri ho quindi prelevato le varie scritte di servizio, e croci in coda e parte dei codici di linea (i numeri 3 e 6), mentre con il foglio decals Sky Models 48-011 dedicato ai Me.109 italiani . Le decals Italeri sono ormai un accessorio splendido dei prodotti della ditta bolognese: posizionate con il liquido emolliente della Gunzee Sangyo hanno aderito perfettamente alle superfici del modello ed il loro film di sostegno alla fine è risultato invisibile. Ben diverso il discorso con le decals Sky Models che si contraddistinguono (almeno quelle del mio foglio...) oltre che lo spessore anche per una bassissima adesività tanto che sono dovuto ricorrere al Vinavil diluito in acqua per farle aderire finalmente al modello. Terminata la posa delle decals ho steso una mano di cera Future e per la patina di invecchiamento generale ho passato su tutte le superfici del modello un colore nero a tempera diluito con un po' d'acqua e qualche goccia di fiele di bue.

g. 2 ali sup.

Appena asciugatosi il colore a tempera, con uno straccetto morbido imbevuto con poca acqua, ho tolto la maggior parte del colore facendolo rimanere solo negli interstizi e nelle incisioni del modello.   Con il Tensocrom Lifecolor giallo sabbia ho invecchiato il battistrada dei tre penumatici e i relativi cerchi, ho riprodotto lo sporco alla base delle radici alari (calpestio del pilota e dei meccanici) e vani carrelli principali (detriti e polvere dalle gomme una volta in volo).  Ultimi passaggi della colorazione sono stati la riproduzione dei fumi di scarico del motore ( le unità propulsive di questi caccia erano molto "fumose") e  delle luci alle estremità delle ali, ed infine la stesura di un trasparente opaco sempre acrilico per suggellare il tutto .

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L'aggiunta dei vari particolari temporaneamente omessi per avere maggiore libertà durante la colorazione (come il gruppo elica, i carrelli, l'antenna radio, il tubo di Pitot ) e l'aggiunta dell'aereo dell'antenna radio (un filo di nylon poi dipinto di nero) ha concluso la costruzione di questo Me 109 G.2 . Questo kit di Italeri, ex stampo Hobbycraft, mi piace molto tanto che ho deciso con altre confezioni dello stesso di riprodurre in scala tutte le versioni dalla G.4 alla G.6 usate dalla Regia Aeronautica e le G.6 della A.N.R. , passerò quindi quanto prima dal Sandgelb RLM 79 ai meno caldi ma sempre interessanti grigi 74-75-76...

g. 2 finale

Il kit oggetto di questo articolo è disponibile anche da Modelairkit (109 Italeri 1/48 )

 

 

  

 

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