Messerschmitt Bf. 109 F-4 – 363° Sq. 150° Gr. Aut. Ct. Regia Aeronautica – Sciacca , Luglio 1943, da kit Arifix scala 1/48 cat. no. 04101-4
Dall'aprile del 1943 la Regia Aeronautica ricevette i caccia Messerschmitt Bf-109: il primo reparto che li prese in carico fu il 150° gr. che ne usò la versione F-4 per l'addestramento operativo dei propri piloti . Con il kit Airfix, malgrado sia nato oltre 35 anni fa, si può realizzare un buon modello di uno di questi velivoli...
Modello, testo e foto di Gabriele Luciani
Nei primi mesi del 1943 la situazione delle industrie aeronautiche italiane era oramai diventata critica: la produzione di nuovi aerei infatti non poteva più reintegrare le perdite di velivoli subite in tre anni di guerra dalla Regia Aeronautica ed in particolare per la caccia si prevedeva che la produzione dei più moderni tipi, ovvero FIAT G. 55, Aer.Macchi C.205 e Reggiane Re.2005, solo nel 1944 avrebbe raggiunto dei livelli adeguati (da notare per inciso che ancora in quei frangenti i vertici della Regia Aeronautica non riuscivano a scegliere e/o ad imporre alle industrie la standardizzazione della produzione su un solo modello di caccia...). Fu quindi necessario porre da parte finalmente ogni remora e nel febbraio 1943 si chiese al reticente alleato tedesco la fornitura di ingenti quantitativi di diversi aerei per le varie specialità: due mesi dopo vennero avviati ai reparti italiani ben 122 caccia Messerschmitt Bf- 109, fra cui 15 della versione F-4. Questi ultimi erano stati già usati da almeno due anni dalla Luftwaffe ed erano oramai tecnicamente sorpassati dai velivoli nemici ma erano ritenuti comunque idonei al completamento dell'addestramento operativo dei piloti italiani sul caccia tedesco. Nel maggio 1943 tre Bf.-109 F-4 vennero consegnati al 150° Gr. Aut. Ct. dislocato sull'aeroporto siciliano di Sciacca ed in particolare uno di questi, assegnato alla 363°sq. è stato fotografato poco prima e durante un decollo dal medesimo sedime, pilotato dal S.Ten. Antonio Camaioni: le foto sono diverse e sono pure a colori, alcune nei primi anni 70 furono (come al solito all'epoca) pubblicate frammentate su diverse pubblicazioni monografiche italiane; nel 1987 parte della sequenza venne pubblicata su The Messerschmitt 109 in Italian service 1943-1945 di Ferdinando D'Amico e Gabriele Valentini, con le foto a colori che attestano la particolare livrea operativa del medesimo Me.109 F-4.
Alla tipica mimetica tedesca per i teatri caldi, ovvero superfici superiori in Sandgelb RLM 79 e superfici laterali ed inferiori in Himmelblau RLM 78, venne applicato in reparto e sopra le zone in RLM 79, un reticolo di macchie di Grigio Azzurro Chiaro 1 di produzione italiana. Questo Me.109 F-4 della 363 sq. inoltre aveva solo il codice di linea relativa alla squadriglia d'appartenenza, senza quello individuale in fusoliera e il simbolo di reparto, e le uniche insegne di nazionalità erano le croci di Savoia in coda e gli usuali distintivi ottici dei velivoli dell'Asse operanti nel teatro mediterraneo dal 1941 al 1944 (terminali alari, ogiva dell'elica e fascia in fusoliera tutti di colore bianco, cofano inferiore del motore in giallo). Le precedenti insegne tedesche erano usualmente obliterate con sovra pitturazioni di vernice e sempre presso i reparti italiani: nel caso di questo F-4, tracce della cancellazione delle croci tedesche si notano sotto le ali mentre non ve ne è traccia su quelle superiori, sia per l'applicazione del reticolo di macchie in grigio sia perchè il Sandgelb RLM 79 era molto simile al Nocciola Chiaro 4 in uso nella R.A. dal 1942 e molto probabilmente sarà stato usato dagli avieri italiani per eliminare le insegne di nazionalità tedesche, confondendosi così con l'RLM 79...
Altre foto (una a colori peraltro molto nitida) sono edite anche su Ali Straniere in Italia vol.1 , monografia pubblicata nel 2002 dalla La Bancarella Aeronautica sui Bf.109 usati dall'aeronautica italiana, ma il profilo a colori di questa monografia dedicato a questo velivolo stranamente riporta la sovra pitturazione con il grigio italiano solo sulla linea di demarcazione in fusoliera fra i due colori tedeschi, pur specificando invece correttamente alcuni elementi costruttivi di questo Me.109 F-4 come il blindo vetro anteriore esterno, le staffe di irrobustimento del terminale di coda tutti particolari che ho riscontrato essere riprodotti anche da un kit che da anni giaceva nel mio magazzino (e non esagero definendolo tale...) di modelli da montare, ovvero un vecchio modello Airfix in scala 1/48 che ho deciso finalmente di assemblare per riprodurre questo Me.109 F-4 italiano .
Airifix ! Un nome che ancora oggi suscita forti emozioni e ricordi, in tantissimi modellisti "nati" e cresciuti con i kits della famosa marca inglese, da molti definita anche con sincero affetto "mamma Aifrix" !!! Questo produttore è stato per quasi quaranta anni il protagonista principale del modellismo statico in tutto il mondo tanto che forse non c'è stato in quei tempi un appassionato che non avesse mai montato almeno una volta un kit dell'Airifix. Descrivere sia pure per sommi capi la storia di questa ditta non è affatto semplice e per vedere che importanza ha avuto fino agli anni 80 è consigliabile fare una ricerca ad es. su Wikipedia (storia dell'Airfix ). La produzione era vastissima e copriva tutti i settori del modellismo statico, con il punto di forza nelle riproduzioni in scala 1/72 di velivoli militari e civili ma nel 1976 i responsabili dell'Airfix intuirono che i gusti del mercato incominciavano ad orientarsi sempre più verso la scala 1/48 . Nelle primissime pagine della 14 edizione del Catalogo Scatole di Costruzione dell'Airfix (una vera pubblicazione che con le descrizioni dei soggetti riprodotti era quasi una sorta di piccolo manuale di storia militare e di storia tecnica, ben diversa dagli asettici cataloghini moderni ...) veniva annunciata con enfasi la novità per il 1977 di ben tre nuovi kit in scala 1/48: il De Havilland Mosquito F.B. VI, il Supermarine Spitifire V B (grazie alla presenza fra i pezzi del filtro tropicale questo modello divenne subito molto richiesto in Italia per la riproduzione degli Spit cobelligeranti) e il Messerschmitt 109 F-4. Questo ultimo vide la luce nel 1978, arrivando in Italia l'anno dopo quando venne annunciato anche l'Hawker Hurricane: a questi quattro modelli in 1/48 non ne seguirono altri sia perché sempre nel 1978-1979 irrompeva in forze sul mercato ed in questa scala anche un produttore italiano (la Ente Scambi Coloniali Internazionali ) che presto sarebbe stato uno dei dominatori della stessa scala insieme alla allora Italaerei ed alla Monogram, sia per la crisi economica che alla fine del 1981 travolse l'Airfix portandola al fallimento. Dopo alcune traversie lo storico marchio ha ripreso da alcuni anni un certo vigore, riproponendo alcuni dei suoi kits più anziani , ma anche stampi del tutto nuovi.
Il kit del Me.109 F-4 è stato riproposto inalterato dall'Airfix per lo meno fino al 2001 mentre la mia confezione è risalente alla prima produzione del 1978 : la stessa mi fu regalata oltre venti anni da un amico modellista, purtroppo deceduto ed alla cui cara memoria dedico questo mio articolo. Il modello inglese oggi non è certo chiaramente paragonabile alle più recenti riproduzioni dello stesso caccia, ma con lo stesso ci si può ugualmente divertire passando qualche ora di modellismo senza troppi pensieri, ed alla fine con un minimo impegno qualcosa di buono si riesce a tirare fuori, anche con una costruzione come da scatola...
Il modello è una tipica realizzazione dell'Airfix degli anni 70, con le pannellature esterne in rilievo ed una palstica abbastanza facile da lavorare: è composto da 56 pezzi, inclusa la riproduzione del pilota con gli arti separati, una costante per i kit della ditta inglese che aggiungeva anche un sopporto trasparente per una eventuale assemblaggio dell'aereo in volo, supporto che in questo modello non fu messo (era anche questo un segno del cambiamento dei gusti del mercato che non avrebbe più gradito il supporto e sempre meno poi anche la presenza del pilotino...) . Le parti trasparenti erano solo due ovvero la riproduzione del collimatore ed il tettuccio del vano pilota, realizzato in un solo pezzo e con la presenza come detto del blindo vetro anteriore esterno. Alcune parti erano opzionali per riprodurre il carrello retratto e come carichi esterni c'è un serbatoio supplementare ventrale da 300 litri, con le incisioni un po' troppo profonde. Le varie fasi della costruzione del modello sono perfettamente descritte dal foglio istruzioni allegato: l'assemblaggio come da scatola consente una discreta riproduzione del Me.109 F-4 considerato anche che vengono ben rispettate le forme e le dimensioni del velivolo reale. Le decals fornite sono per due esemplari tedeschi, entrambi in servizio nel 1942, un F-4 con base in Finlandia ed un Trop. con base a Marthuba. Per ottenere un maggiore realismo, la prima operazione da me effettuata è stata la reincisione delle pannellature sulle superfici esterne per la quale mi è bastato seguire con un taglierino per modellismo l'andamento dei rilievi originali : la plastica dei pezzi è abbastanza morbida ed in pochi minuti il lavoro è fatto. Altro intervento da fare sempre prima di unire qualsiasi pezzo, è la separazione dal resto delle ali delle parti mobili dei radiatori alari e dei flaps, elementi che quando i Me. 109 erano a terra, si posizionavano verso il basso . Il distacco dei pezzi dagli alberi di stampa va fatto con un minimo di accortezza specie per le parti più piccole e la costruzione del modello inizia dall'abitacolo che vista la scala, l'Aifirx non poteva non particolareggiare con cruscotto, sedile, pavimento con pedaliera, paratie anteriore e posteriore, piastra protettiva della testa del pilota, closche, carenatura interna del cannone nell'asse motore e la riproduzione della strumentazione sulle pareti laterali. Con la colorazione in RLM 66 e l'abitacolo chiuso con il tettuccio ad un solo pezzo, ho finito questa zona senza ulteriori aggiunte se non la solita riproduzione delle cinture del pilota. Da notare la soluzione adottata dall'Airfix per consentire il movimento dell'elica che per fortuna non è ostativa all'unione della fusoliera e che può essere omessa per non essere d'intralcio durante le fasi della colorazione. La fusoliera si chiude così senza problemi anche se ho dovuto operare qualche stuccatura nella parte inferiore; la stessa fusoliera ha i due cofani motore superiori separati ma non c'è nulla per l'interno...Questo F-4 non aveva il filtro anti sabbia che ho quindi escluso dalla costruzione ed ho "chiuso" la fusoliera anche con qualche stuccatura per poi passare all'unione delle ali alla fusoliera. Le ali hanno una impostazione che mi ha rammentato quella dell'analogo kit Airfix del Me109 E in scala 1/72: entrambe sono cioè tagliate alla base della radice alare e ho dovuto stare attento nella loro unione alla fusoliera per riprodurre in modo idoneo il particolare diedro alare dei Me.109, usando lo stucco per riempire la zona inferiore della stessa giunzione ali-fusoliere.
Ho impiegato quindi poche ore per completare la costruzione generale del kit per poi passare alla sua colorazione, dando la prima mano di grigio chiaro per vedere eventuali imperfezioni dell'assemblaggio delle varie parti. La seconda operazione è il pre-shading con il nero opaco steso grossolanamente sulle varie incisioni delle pannellature. Per i colori della mimetica ho usato degli Humbrol altrettanto di annata come il kit ovvero l'HG- 13 (RLM 78) e HG-12 (RLM 79), due smalti della serie Authentic colour "pescati" da MBL Modellismo di Trento; tutti i segni distintivi ottici li ho riprodotti con mascherature : sia questi colori che quelli della mimetica sono stati stesi in modo non uniforme e senza coprire al 100% il pre-shading in modo tale da raffigurare fin da subito l'usura della mimetica, mentre le pale dell'elica sono in verde RLM 70 (Humbrol 91) .
Sotto le ali ho realizzato con il Grigio Azzurro Chiaro 1 (Humbrol 141 ) le obliterazioni delle precedenti insegne tedesche. Sulle parti in RLM 79 ho quindi riprodotto il reticolo di macchie di Grigio Azzurro Chiaro 1 per poi passare su tutto una mano di trasparente lucido acrilico Model Master's.
Ho quindi usato i fogli decals Tauromodel 48-521 e 48-501 rispettivamente per la riproduzione deii codici di squadriglia e delle croci in cod. Come al solito, le decals della ditta piemontese, posizionate con il liquido emolliente della Gunzee Sangyo hanno aderito perfettamente alle superfici del modello ed il loro film di sostegno alla fine è risultato invisibile. Terminata la posa delle decals ho steso una mano di cera Future e sempre per rimanere in tema con l'età del kit ho adoperato per la patina di invecchiamento una semplice ma efficacissima tecnica in voga negli anni 70 (oggi stranamente desueta...) , ovvero passare su tutte le superfici del modello un colore nero a tempera diluito con un po' d'acqua e qualche goccia di fiele di bue, un prodotto reperibile nei negozi di belle arti e che serve per dare maggiore adesività ai colori a tempera (in alternativa i manuali di
plastimodellismo dell'epoca consigliavano il latte) . Appena asciugatosi il colore a tempera, con uno straccetto morbido imbevuto con poca acqua, si toglie la maggior parte del colore che rimarrà invece per lo più nelle incisioni del modello: se l'effetto finale non è soddisfacente, la tempera si può sempre togliere del tutto con un maggiore sfregamento dello straccio ed il bello è che i colori già stesi in precedenza non hanno corso alcun rischio sia perché erano smalti sia perché la cera Future una volta asciugatasi non è intaccabile dall'acqua o dalla tempera anche se diluita con fiele di bue...
In alcuni punti ho usato il Tensocrom giallo della Lifecolor per simulare il calpestio degli specialisti alla base della radice alare,l'usura del battistrada delle ruote del carello e lo sporco lasciato vicino ai vani del carello principale dalle ruote. Usando il preshading, la stesura non omogenea dei colori della mimetica e il nero a tempera, ho riprodotto in un modo che ritengo del tutto soddisfacente l'usura degli esterni del velivolo, senza impazzire con decine di passaggi di filtri e filtraggi vari, anche con poca spesa per il materiale da usare...Comunque, senza false modestie, credo che le foto del modello parlano da sole...Ultimi passaggi della colorazione sono stati la riproduzione dei fumi di scarico del motore ( le unità propulsive di questi caccia erano molto "fumose"), la stesura di un trasparente opaco sempre acrilico per suggellare il tutto .
L'aggiunta dei vari particolari temporaneamente omessi per avere maggiore libertà durante la colorazione (come il gruppo elica, i carrelli, l'antenna radio, il tubo di Pitot ) e l'aggiunta dell'aereo dell'antenna radio (un filo di nylon poi dipinto di nero) ha concluso la costruzione di questo vecchio ma "simpatico" kit dell'Airfix che ha avuto il pregio non solo di farmi aggiungere un altro "pezzo" alla mia collezione di modello di velivoli italiani ma anche di farmi andare indietro nel tempo di ben 40 anni , quando anche io diventavo un figlio di mamma Airifix !!!
Dedico questo mio modello alla cara Memoria dell'amico Prof. Oronzo Barba, valentissimo modellista leccese, troppo presto prematuramente scomparso nell'ormai lontano 1991.