Centauro sotto i ferri …
Testo e foto di Gabriele Luciani

Le foto del F.I.A.T. G.55 in restauro furono da me scattate nell’ottobre del 1991, nell’aeroporto di Galatina, sede dell’allora Scuola Volo Basico Iniziale in quello che fu l’hangar del 10 R.M.V.  e poi del 3° R.T.A. Il primo reparto fu destinato da metà anni 70, al restauro dei velivoli storici, conservati dall’Aeronautica Mlitare e destinati al museo di Vigna di Valle, con risultati a volte mediocri, tanto vero che anche in anni recenti si sono fatti diversi interventi sugli stessi aerei, per fortuna sentendo anche i validi consigli correttivi del Gruppo Amici Velivoli Storici. Agli inizi degli anni 90, questa attività era quasi giunta al termine e fra i pochi velivoli  da restaurare c’era ancora il F.I.A.T. G.59-2A (IV Serie) M.M. 53265, 74° velivolo costruito, e il primo con tettuccio a goccia, di questo addestratore avanzato. Radiato dall’A.M.I. e dopo essere stato esposto in un parco privato, rimase per anni accantonato a Vigna di Valle. Ne fu decisa la trasformazione in un G.55 che , molto stranamente (viste certe ottuse convinzioni che tendono a negare o ignorare la storia e che sono ancora oggi dure a morire), doveva rappresentare un aereo dell’Aviazione Nazionale Repubblicana.

Al momento in cui ebbi l’immenso piacere di avvicinarmi a quello che considero il più bello aereo mai costruito, i lavori erano giunti all’unione del motore Daimler Benz DB.605 alla fusoliera e si stava dando un primer di colore verde.

Il castello motore del propulsore tedesco Daimler Benz DB.605 A era stato realizzato con la collaborazione dell’Alenia, erede della F.I.A.T. Aviazione e dell’Aeritalia, che stava aiutando l’A.M.I. in questa opera di restauro/trasformazione: il G.59 infatti montava un motore ben diverso… 

L’Alenia fornì anche altre parti diverse fra i due velivoli come una riproduzione in fibra di vetro dell’ogiva .

Anche la parte mobile del tettuccio era stata fornita dalla ditta torinese e la nuova struttura anti cappottata era già stata riprodotta .

Il tronco di coda era ancora un pezzo separato dal resto della fusoliera.

Il seggiolino originale non versava in buone condizioni tanto che alla fine fu sostituito con un simulacro.

Il carrello non era ancora stato installato era adagiato poco più in là : l’inusuale situazione mi consentì di fotografarlo in una maniera un po’ più particolareggiata… 
Due di queste mie foto vennero pubblicate nel n. 23 di Ali Antiche, organo di stampa del G.A.V.S. , dove ci si chiedeva quale livrea doveva essere scelta, tenendo conto della originaria configurazione dell’aletta di compensazione del timone di questo G.59. Fu scelta quella forse più sicura, ovvero il G. 55 serie 1, 5 giallo, MM.91097 della Sq. Montefusco-Bonet nell’aprile 1944, stante la buona documentazione che asseverava le caratteristiche tecniche ed araldiche del medesimo velivolo. Portato nel 1992 all’Aeritalia di Torino, dopo un lavoro durato molti anni, sotto la supervisione del GAVS Piemonte (vedi il relativo sito internet www.gavs.it), oggi questo Centauro ricorda degnamente anche quei piloti italiani che fecero una scelta che solo con il senno di poi si rivelò storicamente errata ma spesso dettata da motivazioni a volte di tutto rispetto…
  

Gabriele Luciani