ALI D’ITALIA n. 22: Aer.Macchi C.202     
Si ringrazia la Bancarella Aeronautica di Torino (www.bancaero.it) per la copia gentilmente fornita in recensione


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La seconda monografia pubblicata nel 1995 dalla casa torinese La Bancarella, con la collaborazione di Giorgio Apostolo (editore della rivista Aerofan), nell’ambito della serie Ali d’Italia, dopo il F.I.A.T. CR. 42, fu doverosamente dedicata all’Aer.Macchi C.202 “Folgore”, il velivolo italiano che insieme al Re.2001 fu, più di ogni altro nostro aereo,  all’altezza dei compiti che doveva affrontare in tutti i teatri dove fu impiegato. In particolare, il C.202 fin dai suoi esordi operativi sui cieli di Malta ad ottobre 1941 e per tutto il 1942, fu un temibile avversario per i caccia alleati sino a tutto il 1942. Solo agli inizi del 1943, la sempre maggiore presenza nel teatro mediterraneo dei bombardieri USAAF, del P.51 e delle versioni più evolute dello Spitfire, fece  segnare il passo al Folgore, il cui armamento (le due 12,7 mm sul muso) stava rivelandosi sempre più inadeguato. Nei reparti della Regia Aeronautica, anche dopo l’arrivo dei caccia della cosiddetta serie “5” , stante il basso numero di esemplari costruiti di questi velivoli, il C.202 continuò la sua vita operativa; dopo l’armistizio, al sud i Folgore ebbero ancora impieghi di prima linea, mentre i pochi esemplari al Nord furono utilizzati come addestratori, un compito che ebbero anche quelli che finirono in mani tedesche ed i sopravvissuti al conflitto.
La monografia di Ali d’Italia che trattava questo protagonista assoluto della storia della nostra aviazione militare, già dopo pochi mesi ebbe una ristampa per il successo ottenuto; da tempo la stessa, insieme ad altri cinque titoli della collana è esaurita e gli editori hanno pensato bene di ristamparla ma rivisitandone in parte i contenuti con aggiunte e modifiche, a tal punto che è stato ritenuto opportuno darle una diversa numerazione.
La prima modifica più evidente è il cambio di copertina che nella prima edizione era affidata all’architetto torinese Enzo Maio, disegnatore famoso negli anni 80 (vedi le riviste Aerei ed Aerospaziomese) collaboratore della E.S.C.I. (box art ed istruzioni dei kits di velivoli). Questa volta è toccato al Professore Pietro Mazzardi, altro disegnatore noto agli appassionati che negli anni 70 si deliziavano con le sue tavole su Aerei. In entrambi i casi, è ritratto un Folgore, del 4° st. in Africa Settentrionale, in volo impegnato ad ingaggiare P.40 inglesi (è un tema ricorrente: vedi anche la box art del recente kit in 1/32 della PAC Models !) ma la tavola di Mazzardi dà una impressione di maggiore esattezza  nella riproduzione dello schema mimetico delle superfici superiori . E’ importante rilevare il cambio della copertina in quanto questo particolare appare decisamente come il segno delle tante e “discrete” migliorie che sono insite nella monografia 22 rispetto alla precedente.
Va subito però rilevato che i piani in scala a firma di Angelo Brioschi  sono rimasti inalterati, con disegni in scala 1/72 ed in 1/48: questo potrebbe sconsigliare l’acquisto della monografia a chi aveva già la precedente, se  cerca solo  la possibilità di correggere al meglio i modelli in scala e se ritiene   già sufficienti le foto edite  dalla monografia n.2 .
I profili a colori ritraggono gli stessi velivoli con alcune correzioni dovute alle successive indagini storiche (ad es. il velivolo del Maresciallo Tarantola, il 2 rosso della 151 sq. è ora raffigurato con il famoso soprannome “Dai Banana” in giallo) anche se il velivolo . Sono stati aggiunti quattro ulteriori profili, uno è un “what if” ovvero un C.202 dell’aviazione svizzera che stava per comprare questi caccia. E’ stato poi decisamente ridotto lo spazio per le note modellistiche con eliminazione di foto dei kits e di modelli montati del Folgore che hanno lasciato il posto a due dei profili e a due foto a colori diverse da quelle in precedenza pubblicate.


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Le modifiche più rilevanti sono nel testo (da 56 pagine ora si è passati a 64) e nel numero delle foto in bianco e nero (ora 146 rispetto alle precedenti 98), nonché nella qualità dei contenuti. Alla precedente firma di Giorgio Apostolo si sono ora aggiunte quelle di due altri conosciuti ricercatori storici come Gianni Cattaneo e Giovanni Massimello: le vicende storiche del C.202 e conseguentemente dei reparti che lo hanno utilizzato, sono ora esaminate in modo più analitico con una maggiore dovizia di particolari, anche tecnici. Alcune delle foto erano state già pubblicate sulla originaria monografia ma a queste si sono aggiunte tante altre che sono il frutto di ricerche concretizzatesi in  pubblicazioni che si sono succedute dal 1995 ad oggi: fra le tante ho riconosciuto immagini viste su Aerofan (fra cui quella che finalmente ritrae un C.202 con le insegne complete della A.N.R.), sul Notiziario CMPR, su opere come Coccarde Tricolori o Pantere – La storia del 155° gruppo.
In buona sostanza, chi non ha fatto in tempo a procurarsi la prima uscita, se vuol avere un agile strumento per iniziare a conoscere abbastanza bene il C.202  può acquisire con piena fiducia la nuova uscita.
Chi invece ha già la monografia numero 2 potrebbe legittimamente porsi il dubbio se è opportuno affiancarle la numero 22: la scriminante è come detto nel tipo di uso che si vuol fare di questa pubblicazione.
In entrambi i casi, il modellista italianofilo non credo non  possa affiancare a queste pubblicazioni le altre due monografie edite dalla Bancarella  sul C.202, ovvero i numeri 4 e 5 di Ali e Colori, nonché l’articolo, sempre a firma di Giovanni  Massimello sulle colorazioni del Folgore apparso su Aerofan n.76 , Gennaio-marzo 2001.
Spero comunque che sia riedita   anche la monografia dedicata al CR.42 , ovvero la prima uscita, pure questa da tempo esaurita : a distanza di tanti anni credo che le ulteriori ricerche realizzate sul biplano della F.I.A.T. consentano di realizzare un prodotto più aggiornato. 
In conclusione alcuni accenni sulla riduzione in scala del Folgore. Nelle note modellistiche delle due monografie sul C.202, come sempre  a cura del noto modellista milanese Enrico Leproni, si definisce il kit Hasegawa in scala 1/72 come un “ottimo modello”: effettivamente lo stesso è comunque di gran lunga migliore rispetto ai pre-esistenti Frog (ora re-inscatolato sotto il marchio Matchbox)  e Supermodel, ma  i carrelli principali del prodotto giapponese hanno solo uno dei due compassi della loro gamba di forza (e questa è veramente una lacuna grave non essendo un difetto di qualche millimetro o di forma, ma proprio mancando del tutto…). Il kit Italeri in pari scala, pur riproducendo completamente i carrelli, è quasi analogo al modello giapponese ed entrambi hanno peculiari pregi e difetti tanto che c’è gia stato chi come Edoardo Rosso ha pensato di mixare tra loro le parti migliori dei due kits (vedi Notiziario IPMS Italy n. 2/2002) .
In scala 1/48 il “principe” è sempre il kit Hasegawa “coniugato” in diverse scatole con decals differenti (attenti a quelle di produzione giapponese: sono a dir poco mediocri) e con il problema dell’ala che è quella del  C.205 III serie. Sul Notiziario IPMS Italy n.1/2003, Marco Ceseri ha sezionato al millimetro il kit rilevando che, come il 99% dei modelli prodotti, anche questo kit ha dei margini di miglioramento nella riproduzione di forme e dimensioni del velivolo reale. Il quasi artigianale modello Tauromodel ancora oggi ha comunque degli estimatori mentre oggi quasi nessuno conosce il “preistorico” kit della Artiplast di Chirignago (Ve) , realizzato in una scala vicina all’1/50.


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Ritengo opportuno far vedere  che cosa era questo ultimo modello anche per far notare quanta strada ha fatto il modellismo dagli anni 60 ad oggi. Il kit della ditta veneziana infatti sembrava ripreso da una tavola a colori pubblicata sulla copertine della Domenica del Corriere edita durante la 2° guerra mondiale.  Tanto mediocre era ritenuto questo prodotto che già negli anni 70 se persero le tracce e comunque nel 1982 , dopo la morte di Giorgio Benvegnu titolare della ditta,  quando la sua vedova vendette gli stampi alla cecoslovacca SMER (allora industria di stato) , quello del C.202 si perse del tutto…


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Infine, rispetto a quanto scritto dall’avvocato Leproni devo aggiungere che in 1/32, oltre al PAC Models si possono inciare due se non  tre kits in questa scala: il Craftworks in resina dei primi anni 90 (sinceramente non se sia “uscito” o meno), un modello in metallo e già montato e colorato, un altro ancora  in resina e di provenienza statunitense della 21st Century Toys (reperibile ad esempio dalla IBN Editore di Roma) . Alcune voci però parlano di una prossima novità  in plastica iniettata di produzione industriale…Staremo a vedere e per il momento, per esaminare come il kit della Pac Models ha riprodotto forme e dimensioni del Folgore si possono fotocopiare  i piani in scala della monografie di Ali d’Italia  se in 1/48 al 150% e se in 1/72 al 225%.


Buon modellismo Gabriele Luciani