Abbiamo rotto la scatola
Dell’XB 70 Valkyrie

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Kit Italeri N° 1282 scala 1/72

Si ringrazia la ditta MBL Modellismo per aver messo a disposizione il kit oggetto di questo articolo – articolo in vendita anche presso MBL Modellismo
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78,6 cm, 75 parti da montare. Due soli esemplari prodotti. L’XB 70 Valkyrie fu un aereo che divenne subito una leggenda ed il ritorno sugli scaffali di un modello che lo riproduce diventa un momento da tempo molto atteso da tanti appassionati di aeronautica e di modellismo. Il vecchio kit AMT, da cui questa scatola deriva, era ormai introvabile se non a prezzi proibitivi. La nuova uscita Italeri colma questa lacuna grazie a questa riedizione con pezzi a prova di svergolamento e decals fresche, di nuovo disegno sottili e ben stampate. Per cui, dopo avervi raccomandato di trovare un tavolo capiente dove poter iniziare il montaggio, possiamo dare inizio alla titanica impresa di costruirci il nostro XB 70 Valkyrie in scala 1/72. L’XB 70 nasce da una specifica dell’U.S.A.F. che richiedeva la realizzazione di un nuovo bombardiere strategico (per la sostituzione del B 52) con capacità intercontinentali ed in grado di trasportare un grosso carico di bombe sia convenzionali che nucleari a velocità paragonabili a quelle dell’SR 71 Blackbird (oltre mach 3) dalla competizione tra Boeing e North American ne uscì vincitrice quest’ultima nel 1957 con il progetto XB 70. Furono costruiti due prototipi individuabili dai codici 20001 e 20207 l’aereo era un esareattore (sei turboreattori general Electric J 93-GE 3) con formula delta canard e due derive verticali. Il triangolo più esterno dell’ala a delta poteva inclinarsi verso l’alto e verso in manovra e verso il basso nel volo supersonico (fino a 65°)per migliorare la stabiltà longitudinale. Anche le derive verticali nel ruotare si inclinavano rispetto alla verticale. Il programma sperimentale ebbe un serio ridimensionamento a causa del tragico incidente dell’8 giugno 1966 quando l’XB 70  sn.20207 precipitò insieme all’F 104 che volava alla sua destra. 


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Nel 1964 ci fu il primo volo e circa un anno dopo il programma di sviluppo  come bombardiere strategico fu cancellato ed i due velivoli furono passati alla N.A.S.A. dopo l'incidente il solo esemplare sn. 20001 fu utilizzato per ricerche sul volo supersonico fino al 1969. Ora l’unico esemplare superstite è conservato presso l'U.S. Air Force Museum nella Wright Patterson A.B.

 

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Il kit dell’Italeri permette di riprodurre entrambi gli XB 70 e nella fattispecie il sn. 20001 sia nel periodo sperimentale che durante il periodo in cui volò per la N.A.S.A. In effetti nelle istruzioni non è indicata la variante del periodo sperimentale ma è sufficiente non usare le decals con la fascia gialla Nasa e lo stemma circolare sul muso.

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L'imponente lunghezza del modello è scomposta in tre parti. Il muso è formato da due semifusoliere, a questa sezione vanno fissate le due valve dx e sx del tratto di fusoliera che verrà fissato sulla parte centrale del grande delta che forma le ali.

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Il montaggio comincia, come di consueto, dall’abitacolo che è formato dalla vasca, cloches e dai seggiolini-moduli di salvataggio in due valve. Poi stranamente nelle istruzioni si passa al  montaggio dei carrelli. Fondamentalmente corretti ma con pochi dettagli varie foto di queste parti sono reperibili sul sito:
http://www.primeportal.net/hangar/howard_mason3/xb-70_valkyrie/
http://www.primeportal.net/hangar/howard_mason3/xb70_valkyrie/index.php?Page=1
Una particolare attenzione va posta sulla verifica di una fase di montaggio. Nelle istruzioni non c’è alcun rifermento alla necessità di piombare il modello. In effetti date le grandi masse sospese sia avanti che dietro ai carrelli, potrebbe non essere necessario bilanciarlo. Una prova a secco va comunque fatta e comunque lo spazio non manca. Qualche problema può verificarsi nella giunzione delle valve inferiori e superiori delle due semiali è bene fare varie prove a secco.

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Come pure, date le dimensioni del modello, dopo aver fatto le neccessarie prove, prevedere l’aumento delle superfici di riscontro tra i pezzi. Una volta assemblata la fusoliera con le ali si potrà montare sotto la navicella ospitante prese d’aria, carrelli e scarichi dei motori. Attenzione al corretto allineamento delle ali.

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I pezzi sono esenti da svergolature pur essendo molto grandi e non ci sono ritiri nella plastica. Molti dettagli sono al minimo ma la base c’è tutta. Le pannellature sono in parte a rilievo mentre le linee delle parti aerodinamiche mobili sono incise. Le derive sono in pezzo unico, le alette canard sono anch’esse in pezzo unico per cui per abbassare i flaps bisogna tagliarli.

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Un’altra importante particolarità di questo velivolo era lo scudo che si alzava a protezione del parabrezza nel volo supersonico. Il kit correttamente fornisce le parti trasparenti con il parabrezza più verticale e con il parabrezza a filo del deflettore sul muso. Anche nel fissaggio delle gambe dei carrelli è bene prestare particolare cura soprattutto in funzione del fatto che il modello è molto grande e pesante. Potrebbe essere necessario inserire un’anima di acciaio armonico nelle gambe principali, che sono già scomposte in due valve, come pure nei mozzi delle ruote. Buona norma è comunque attendere il corretto tempo di asciugatura della colla (in questo caso è bene attendere alcuni giorni) prima di mettere il modello sulle sue ruote per evitare inconvenienti dovuti ad afflosciamento delle ruote rispetto ai mozzi o spostamento delle gambe carrello a causa del peso sostenuto. Da non dimenticare la particolarità del velivolo che aveva gli pneumatici color metallico, bene si presta per il colore il titanium del Tamyia o ancor meglio il titanio della Alcladd II dati a spruzzo.


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A questo punto non resta che dar mano a tronchesine, lime, colla, colori, pennelli e stucco per cominciare la costruzione di questo modellino - modellone di un aeroplano che oltre ad essere entrato nelle leggenda è diventato lui stesso leggenda, un esempio che ci ricorda ogni giorno che l’uomo è in grado di fare grandi cose,  cose più grandi di se stesso anche se qualche volta, come in questo caso, si è fatto il passo più lungo della gamba.
Buon montaggio Silvio Pietropaolo

 

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in questa foto il velivolo 20001 al ritorno da un test flyght, si notano le diffuse scrostature della vernice che saltava via durante i voli ad alta velocità. Questi velivoli vennero ridipinti di continuo.