Italeri SM 81 Pipistrello
Kit in plastica scala 1/72 – cat. No. 1283
Si ringrazia la Italeri S.p.a per il kit gentilmente fornito in recensione
Il Savoia Marchetti SM.81 è unanimemente considerato il primo bombardiere moderno della Regia Aeronautica in precedenza aveva macchine dalle limitate possibilità operative. Questo velivolo monoplano trimotore, entrato in linea dall’aprile del 1935, consentì ai reparti italiani di prepararsi ai successivi tipi dotati di carrello retrattile e dalle caratteristiche più spinte e quindi più impegnativi come il F.I.AT. BR. 20, l’S.M. 79 ed il C.R.D.A. Cant. Z. 1007 Bis che durante la seconda guerra mondiale costituiranno le dotazioni tipiche degli stormi da bombardamento della R.A.. Già alla fine del 1935 gli S.81 motorizzati con i Piaggio P. IX e con i Piaggio P X, venivano impiegati contro obiettivi abissini, continuando ad operare dal fronte eritreo per tutta la campagna d’Etiopia, anche come ricognitori ed avio rifornitori, costituendo i velivoli più moderni impiegati nella conquista di quello che diverrà l’effimero Impero dell’Africa Orientale Italiana. All’inizio del 1936 gli S.81 con motori Alfa Romeo RC. 125 R.C. 35 iniziarono ad essere impiegati, con le insegne nazionaliste, nella guerra civile spagnola dove oltre a trovare il soprannome di “Pipistrello”, questi trimotori ebbero il loro maggiore impiego come bombardieri. Nel frattempo la produzione continuava (vennero prodotte in tutto 535 esemplari non solo dalla Savoia Marchetti ma anche dalla Piaggio, dai C.R.D.A, dalla Macchi) anche con altri tipi di motore come i 96 trimotori con i Gnome & Rhòme K.14. All’inizio della Seconda Guerra Mondiale i Pipistrelli ancora in servizio nella R. A. come bombardieri non erano più da considerarsi all’altezza del confronto con i caccia avversari e dopo le prime azioni, a partire dall’autunno del 1940 vennero sostituiti dai tipi più moderni. All’inizio del 1941 molti degli esemplari ancora in carico vennero spogliati delle attrezzature belliche e trasformati in aerei da trasporto ma addirittura nel 1942 l’S.81 venne rimesso in produzione con una specifica versione appunto per il trasporto con i motori Alfa Romeo R.C.126 R.C. 34. Dopo l’armistizio del 1943 i pochi esemplari della R.A. Cobelligerante finirono la loro vita operativa alla fine del 1944 mentre quelli della A.N.R. furono impiegati sul fronte russo nella 1 sq da trasporto “Terracciano” fino alla metà del 1944. L’S.M. 81 è stato quindi uno dei protagonisti della storia della aeronautica italiana e pertanto era quasi scontato trovarlo riprodotto in scala, anche in un periodo in cui non erano molto le attenzioni riservate dalle ditte modellistiche agli appassionati italianofili.
Il kit Supermodel dell'SM.81 uscito nel 1973
Erano i primi del 1973 quando comparve un kit che riproduceva in scala 1/72 l’SM.81, prodotto dalla Supermodel, ditta nata nei primi mesi del 1972 dopo la scissione di due dei quattro soci fondatori della allora Italaeri (nata a Bologna nel 1968 come Aliplast ma rinominata per evitare confusioni con la veneziana Artiplast già presente sul mercato dai primi anni 60): si trattava dell’Ing. Gurioli e di Giorgio Radicchi, quest’ultimo titolare di un negozio di giocattoli sempre a Bologna, che conservarono gli stampi e le cover box di alcuni dei primi kits prodotti in precedenza da Italaerei (ovvero il F.I.A.T. G. 55, il Re 2001 usciti entrambi nel 1969, il Re 2000 nel 1970 e il Re 2002 nel 1971, tutti in 1/72), rimettendoli sul mercato con il nuovo marchio Supermodel. Nell’estate del 1972 venne immesso sul mercato il C.R.D.A. Cant. Z. 1007 bis monoderiva (già annunciato in precedenza come prodotto Italaerei al Salone del Giocattolo del 1972 nello stand della Zeni, allora distributore della ditta, anche le copertine delle scatole erano ex-Italaeri) seguito a Natale del 1972 dalla versione bideriva del 1007 e poi ai primi del 1973 dal F.I.A.T. G. 55 S (primo progetto “autonomo” dell’Ing. Gurioli e di Giorgio Radicchi con la cover box del modello realizzata dal famoso disegnatore maltese Richard J. Caruana che curò quelle dei kits Supermodel successivi), ed appunto dall’SM.81. Curiosamente la copertina della scatola raffigurava due velivoli con motori Alfa Romeo che però non erano riprodotti dal foglio decals del kit ma nell’ambito della produzione Supermodel questo modello era certo il migliore… All’epoca, come quasi tutti i kits Supermodel al momento della loro rispettiva uscita, il modello suscitò degli entusiastici commenti (vedi ad es. il Notiziario IPMS Italy 2-1973) anche perché corrispondeva ai profili pubblicati dai coevi giornali ma ad una disanima più approfondita fatta anni dopo (vedi il Notiziario C.M.P.R. 3/95) rivelò alcune pecche per fortuna non così gravi come quelle presenti in generale in tutti gli altri kit Supermodel la cui produzione continuava a fine 1973 con il biplano F.I.AT. CR. 32 e poi a fine 1974 con il C.205 e poi con il C.202 e venendo distribuita negli U.S.A. dalla Squadron. La ditta bolognese non uscì con altri nuovi modelli fino al 1978 quando inaspettatamente venne realizzato quello del grosso idro tedesco BV.138; seguirono anni in cui i modellisti italianofili, basandosi su una documentazione via via più esatta, “sezionavano” i kits della Supermodel rilevando che in qualche caso avevano il solo pregio di essere gli unici kits al momento disponibili per il soggetto che riproducevano. Gli stessi modelli fecero negli anni 90 la fortuna di diverse industrie artigianali italiane che proponevano per migliorarli diversi sets di correzione in resina. La Supermodel era infatti una ditta “amatoriale”, quasi a conduzione familiare con gli stampi dei modelli e relativo foglio decals che all’inizio venivano imbustati manualmente… caratteristiche queste che spiegano anche perché si dovette aspettare fino al 1986 per vedere un altro suo nuovo kit, ovvero il C.R.D.A. Cant. Z. 506 (copertina del kit in questo caso opera dello statunitense Don Greer). A metà degli anni 90 un’altra eccezione nella produzione Supermodel (rimasta sempre fedele alla scala 1/72) con l’uscita degli ultimi kits: gli addestratori MB. 326 e MB 339 e le relative versioni monoposto ed il 339 P.A.N. con le cover box delle loro scatole costituite da foto del velivolo reale . Giorgio Radicchi muore nei primi anni 2000 ed i suoi eredi hanno ritenuto opportuno chiudere l’attività cedendo tutti gli stampi alla Italeri (la ragione sociale della ditta cambio nel 1981 per favorire la pronuncia dagli anglofoni). Alcuni modelli come il C.R. 32 e il Bv.138 vengono riproposti del tutto inalterati (malgrado il biplano sia difficile da assemblare e con incisioni troppo profonde) e sempre con il marchio Supermodel, marchio che viene utilizzato anche per la blindo AB 41 in 1/48 venduta insieme al CR. 42 nella stessa scala. Per altri due si è deciso di intervenire con alcune modifiche e di riproporli con il marchio Italeri: ad inizio 2009 viene riproposto il Re 2000 con qualche piccola variazione e nuove decals, nell’agosto 2009 è il turno dell’SM.81.
Il retro della confezione del kit Italeri dell'SM.81
Come detto sopra il kit dell’SM.81 prodotto dalla Supermodel era uno dei migliori stampi della stessa ditta ed il socio milanese del C.M.P.R. Ellerminio Fiorillo nel Notiziario di Plastimodellismo N. 3/95 lo analizzò a fondo rilevando i difetti che per fortuna non erano insormontabili. Ebbi modo di contattare diversi anni fa Ellerminio che spesso si segnalava per articoli ed elaborati di notevole qualità, spesso del tutto auto costruiti: era una persona disponibilissima e frequentemente ho potuto apprezzare la sua preparazione modellistica . Purtroppo un male incurabile ha portato via ad inizio del 2009 Ellerminio che da pochi anni era divenuto uno dei collaboratori esterni della Italeri ed evidentemente quanto da lui scritto sull’S.M. 81 sul citato numero del Notiziario C.M.P.R. è stato tenuto in considerazione dai tecnici felsinei in quanto l’originario stampo Supermodel è stato alquanto rivisitato mentre il foglio decals è completamente cambiato . Non è fuor di luogo rilevare che già dall’esame dell’esterno della confezione del kit Italeri si possono notare le novità apportate allo stampo in quanto sul retro della scatola ci sono le singole foto delle varie stampate del kit e i profili a colori dei diversi SM.81 che si possono riprodurre con il copioso foglio decals. Non ricordo se altre ditte modellistiche in passato hanno fatto questo ma credo che la possibilità di esaminare quanto contenuto nella scatola del modello senza doverlo prima acquistare o aprire la confezione sia una cosa molto importante non solo per la tutela dell’acquirente del prodotto in questione che è il suo “consumatore” ma anche per le scelte del modellista che finalmente può stabilire personalmente e fin da subito quale mezzo può riprodurre con il kit senza dover aprire la confezione dello stesso, cosa che molto spesso non è fattibile senza incappare nelle ire del negoziante …
La stampata “A” del kit Italeri
Le quattro stampate del kit Italeri conservano in generale la disposizione di quelle del precedente Supermodel ovvero dedicata rispettivamente per lo più alla fusoliera, alle ali, ai motori e piani di coda, alle parti trasparenti. La prima stampata del kit Italeri contrassegnata dalla lettera A è inerente ai piani di coda, alle carenature del carrello principale, eliche e cofani motori che in questo kit sono gli Alfa Romeo RC. 125 R.C. 35
Le diverse motorizzazioni dei kit Supermodel (in giallo) e Italeri (in grigio)
(presenti già nello stampo Supermodel ) e i Gnome & Rhòme K.14 al posto dei Piaggio P X. Le “stelle” e le eliche dei motori sono sempre le stesse (la Supermodel le usava per tutti i suoi kits di trimotori italiani…): le pale delle eliche dei vari motori erano in realtà di dimensioni differenti (quelle degli Alfa Romeo erano di dieci centimetri più lunghe di quelle del K.14 e dei P.X) con quelle del kit che sembrerebbero più idonee per quelle degli Alfa Romeo. Le carene dei motori Alfa Romeo sono rimaste identiche e quella centrale va allungata di un mm.
La stampata "A" del kit Supermodel
Altre modifiche importanti in questa stampata sono l’eliminazione dei pilotini (erano molto usati nei primi anni 70), la sostituzione delle ruote, degli scarichi motore e dei seggiolini piloti, con pezzi più particolareggiate (sono le modifiche evidenziate da Ellerminio Fiorillo),
Alcuni dei pezzi modificati della stampata “A”: kit Supermodel in giallo e Italeri in grigio
Maggiore dettaglio anche dei pianali dei vani piloti, carico e bombe, fatto questo che ora consente di lasciare aperti quasi tutti i vari portelli laterali della fusoliera con una maggiore “tranquillità”. Ho detto quasi tutti perché il pianale del vano bombe non era proprio così come quello riprodotto dal kit in quanto, quando l’SM.81 era in configurazione da bombardamento, le bombe o le spezzoniere erano trasportate in due file verticali addossate alle pareti della fusoliera, con un corridoio centrale per il passaggio del personale ed una struttura tubolare dove l’armamento era appeso: è una configurazione ripresa poi dall’SM. 79. Sono rimasti inalterati i piani di coda orizzontali che andrebbero invece assottigliati.
La stampata "B" del Kit Italeri
Passando alla stampata B relativa alla fusoliera si notano ulteriori modifiche alla precedente analoga del modello Supermodel per adeguarlo maggiormente agli attuali standards modellistici, seguendo anche qui alcuni dei rilievi fatti da Ellerminio Fiorillo ul Notiziario C.M.P.R. 3/1995 .
La stampata "B" del kit Supermodel
Innanzitutto è stato eliminato il siluro (in effetti l’impiego sull’SM.81 non andò oltre lo stadio sperimentale) e gli altri due figurini che rappresentavano un mitragliere ed un puntatore.
Particolare della fusoliera del kit Italeri
Le modifiche più importanti sono però quelle relative alla fusoliera: l’alloggiamento in fusoliera dei finestrini è stati giustamente portati a 3 mm di diametro ed è stato aggiunto a tutti il bordino (da evidenziare che alcuni velivoli avevano tre finestrini sul dorso della fusoliera e/o sulla porta d’uscita in emergenza potevano esserci uno o due o nessun oblò); è stato corretto il contorno della porta d’accesso e delle postazioni delle mitragliatrici laterali; tutte le mitragliatrici sono state sostituite con riproduzioni più realistiche ed ora ci sono anche le riproduzioni della stazione radio e del seggiolino del relativo operatore, dei filtri dei motori K.14, delle aperture e dei portelli del vano bombe. Le pannellature prima in rilievo ora sono incise ed è stato riprodotto l’intelato dei fianchi all’esterno della fusoliera e le strutture tubolari all’interno della stessa fusoliera, particolari questi del tutto assenti nel precedente kit Supermodel. Migliorato anche il ruotino di coda. Il kit Italeri abbisogna sempre di alcune correzioni: si deve ridurre la larghezza della fusoliera (asportando un mm da ogni semi fusoliera), accorciare la carenatura del ruotino di coda, arretrare l’alloggiamento della torretta inferiore.
Stampata "C" del kit Italeri
La terza stampata è quella delle ali, pure essa modificata : le pannellature sono ora incise ed è di gran lunga migliore ora la riproduzione dei radiatori sub-alari in relazione alle parti mobili delle stesse ali.
Le differenti semi ali destre del kit Supermodel (giallo) e del kit Italeri (grigio)
La modifica più importante è quella relativa alle parti mobili degli alettoni che sono state accorciate e sono stati riprodotti come pezzi separati i flaps. L’apertura alare, sempre a quanto scriveva Ellerminio Fiorillo dovrebbe essere aumentata di quattro millimetri, aggiungendo quindi due millimetri alla radice di ogni semi ala.
Le parti vetrate del kit Italeri
Completa il modello il telaio delle parti vetrate, pure esso modificato rispetto a quelle del modello Supermodel: non c’è più il supporto per il kit finito (dopo gli anni 70 questo “accessorio” non fu più inserito nelle confezioni dei modelli) e la riproduzione dei finestrini della fusoliera, che ora si possono ricavare da una lastrina di acetato trasparente su cui sono impressi. I singoli pezzi ora hanno l’intelaiatura in rilievo, molto più realistica di quella solamente incisa.
Il foglio decals del kit Italeri
Il foglio decals del kit Italeri è senza paragoni con l’analogo foglio del kit Supermodel, con ben sei esemplari di Pipistrelli che potrebbero essere riprodotti; i suggerimenti del kit in ordine alla riproduzione dei colori mimetici usati sugli SM.81 non sono affatto corretti per almeno quattro dei velivoli proposti in quanto vengono indicati il Nocciola Chiaro 4 ed il Grigio Azzurro Chiaro 1, ovvero colori utilizzati solo dopo il 1942 su velivoli di nuova produzione. Nelle decals ci sono la riproduzione della strumentazione del pannello dei piloti, i loghi dell’Alfa Romeo per le pale dell’elica, diversi tipi di insegni di nazionalità per ali e fusoliera. Non è molto particolareggiato il simbolo di stato presente sul timone verticale che sarebbe meglio prelevare da un foglio decals Tauromodel. Bisogna poi fare attenzione alla configurazione dei fasci delle insegne alari del velivolo che si intende riprodurre: ad esempio nel foglio decals dell’S.M.81 Italeri non credo sia corretta quella delle insegne con il fondo bianco e quelle con il fondo nero per gli esemplari proposti in quanto dovrebbero essere identiche a quelle a fondo trasparente dello stesso foglio Italeri. Andrebbero quindi sostituita con quelle presenti nei fogli Tauro 72-510 e 72-554 . I vari esemplari proposti sono:
Oltre alla documentazione in precedenza indicata, sull’S.M. 81 ci sono anche i numeri 4/1974 (articolo sull’impegno della R.A. in Iraq con foto di un S.M.81 con insegne irachene ripreso da Aerofan 96 gennaio-marzo 2006) 6, 7/8, 9 anno 1978 di Aerei, i numeri D 2, D 3 e D. 4 (anno 1980) di Storia Modellismo, la monografia n. 4 della serie Dimensione Cielo.
Come accessori specifici per il kit Supermodel utilizzabili anche per il kit Italeri, non c’è molto…Spero che Alitricolori (ovvero Luciano Bonardi) proponga presto qualche sets di super dettaglio ed anche la fusoliera in resina per realizzare la versione civile dell’S.M. 81 ovvero l’S.73.
Gabriele Luciani