Quelli del Cavalli Rampante
Antonio Duma – Edizioni Rivista Aeronautica na set. 2
Si ringrazia lo Stato Maggiore dell’A.M.I. per le monografie fornite in recensione

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E’ indubbio che i reparti dell’aviazione militare italiana i cui velivoli sono fregiati con il simbolo del “Cavallino Rampante”, sono fra i più prestigiosi di questa forza armata, sin dalle sue oramai lontane origini. Come è noto anche a chi non è addentro alla storia militare, questo mitico simbolo comparve per la prima volta sulle fiancate di un Nieuport N.17 del più famoso asso italiano della  prima guerra mondiale, il Maggiore Cav. M.O.V.M. Francesco Baracca che, non dimentico affatto, come molti altri assi del periodo, della sua provenienza dall’arma di Cavalleria, in particolare dal Regg.to “Piemonte Cavalleria” (2°), ritenne giustamente opportuno di inalberare sui velivoli da lui pilotati (dopo il Ni.17 seguirono gli SPAD VII e XIII) questo simbolo. E lo stesso Regg.to “Piemonte Cavalleria” (2°), per lo meno dagli anni 50, riporta sui suoi mezzi questo simbolo che oggi sulle sue Centauro  è di colore rosso, forse come era anche sui velivoli di Francesco Baracca  e come ebbe ad evidenziare anni fa il noto esperto di araldica aeronautica Pierlugi Moncalvo sul Flash IPMS Italy. Fatto sta che nell’immaginario collettivo il Cavallino Rampante è solo ed unicamente di colore nero perché dal1923 con tale colore e  con lo scudo di colore giallo (colore della città di Modena) è sulle fiancate del più universalmente noto simbolo di italianità nel mondo insieme al 313° Gr. A.A. del 2°St. dell’A.M.I.…Tornando al…settore aeronautico della storia italiana, va ricordato che nel maggio del 1933 il simbolo del Cavallino Rampante diviene lo stemma del 4° stormo della Regia Aeronautica: a questa unità apparteneva anche la 91° sq. reparto di cui fece parte Francesco Baracca e che dopo la morte dell’Asso fu a Lui intitolato. Da quel momento in poi i due gruppi volo del 4° stormo, che li ebbe fino al 1963, hanno sempre inalberato il Cavallino Rampante: il 9° ebbe il cavallino bianco su fondo nero mentre il 10 cavallino nero su fondo bianco. Gli anni 30 sono quelli delle pattuglie acrobatiche ma anche dell’impegno nella guerra civile spagnola di personale del reparto,per arrivare ala conquista dell’Albania che introduce lo stormo all’impiego nella 2° guerra mondiale e il suo dispiegamento in Libia. Le operazioni in Africa settentrionale si alternano ai ridislocamenti in Sicilia sino all’abbandono della Tunisia: il 4° stormo è quindi chiamato alla difesa del territorio nazionale operando in Calabria e poi in Puglia sulla base di Gioia del Colle quando è colto dall’armistizio dell’8.9.1943.

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Alle appena su citate vicende di questo prestigioso reparto, uno dei suoi comandanti, il gen. Antonio Duma già nel 1981 aveva dedicato una monografia allora edita dalle Edizioni dell’Ateneo, appunto con il titolo “Quelli del Cavallino Rampante”  sottotitolo “Storia del 4° Stormo Caccia” che copriva il periodo che va dalle origini fino all’armistizio con l’evidente intento di prendere in esame con una seconda monografia il resto della storia fino al 1963; tale progetto si è concretizzato del tutto solo oggi e grazie all’Ufficio Storico dell’A.M.I.  tramite le Edizioni della Rivista Aeronautica (http://rivista.aeronautica.difesa.it/ )Va subito evidenziato che l’opera del Gen. Duma, appunto ora in due volumi (non vendibili separatamente ma solo in un cofanetto che le contiene entrambe) e sempre intitolata “Quelli del cavallino Rampante”,  è dedicata per lo più ai cultori di storia aeronautica italiana in quanto lo spazio del testo (credo che l’autore abbia potuto attingere a piene mani dal diario storico del 4° stormo) e le foto del personale navigante e tecnico, sono preponderanti rispetto alle immagini dei velivoli del reparto, spesso pubblicate in uno spazio un po’ troppo ristretto, addirittura in qualche caso in un modo più “contenuto” rispetto all’edizione del 1981. In effetti la storia di un reparto di una  qualsiasi arma, è la storia degli uomini che lo hanno composto e che lo compongono: proprio in questa ottica devono essere visti i volumi in questione e l’eventuale acquisizione degli stessi da parte di chi è principalmente interessato al modellismo statico, anche se chi pratica questo hobby è anche il più delle volte un appassionato storico...

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ll primo volume è sempre dedicato al periodo che va dalle origini del quarto stormo sino all’armistizio, mentre il secondo  copre il periodo successivo sino al 1963 quando cioè i gruppi del reparto vennero divisi con il 10° gr. che rimaneva con il 4° st. sull’aeroporto di Grosseto, mentre gli altri due costituivano il 9° gr. il 9° St. sulla base di Grazzanise ed il 12° gr., insieme al 156° gr.,  il 36° St. sulla base di Gioia del Colle. E’ una scelta quanto meno un po’ inconsueta in quanto comunque il 4° stormo è oggi ancora in vita ed anzi è uno dei reparti di punta dell’A.M.I. con l’EF-2000 e gli anni non presi in considerazione dal Gen. Duma sono quelli dell’impiego del 104 S e del TF-104 G da parte del 20° gr. reparto inserito nell’ambito del 4° st. , anche se in effetti potrebbero sembrare anni trascorsi in un modo abbastanza…monotono, comunque certo non come quelli dal settembre 1943 fino al 1963…In questo periodo il 4° st. è stato uno dei protagonisti della partecipazione alla cobelligeranza con gli alleati con le loro forniture di P.39 di seconda mano tenuti per alcuni anni del dopoguerra, della costituzione dell’A.M.I. con gli arrivi succedutisi nel tempo di velivoli stranieri come il P.38, l’F. 51 D, il DH. 100, l’ F.86E, l’F.86 K e l’ F.104 G con alcuni di questi aerei che quasi continuano ad essere valutati e sperimentati anche presso il 4° st. per conto di tutta l’A.M.I.. 

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Tornando comunque sulle immagini dei immagini dei velivoli c’è da rilevare che alcune delle stesse sono state già pubblicate e più volte in passato ma alcune che mi sembrano inedite  sono veramente interessanti: si tratta delle foto relative ai C.205 III° serie del 4° st. in servizio nell’estate del 1943 scattate dal s.ten. Galbusera (una di queste era stata pubblicata nel volumetto inserito nella scatola del C.205 in 1/72 della Delta, prima edizione del 1973). C’è anche una rara immagine di un 205 III° serie cobelligerante del 10° gr. che purtroppo non fa vedere i codici di reparto di questo velivolo…

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In conclusione si tratta ripeto di volumi dedicati per lo più ai cultori di storia militare aeronautica che non credo proprio possano mai disinteressarsi delle vicende del 4° st. e che forse riterrano opportuno procurarsi queste monografie che potrebbero sia pure di riflesso interessare molto anche il modellista italianofilo…
Gabriele Luciani