B 1 “Centauro” AFV Early Versione (2nd Series)
Trumpeter     cat. No. 00386 - Kit in plastica scala 1/35
Si ringrazia la ditta RIPA S.r.l. per il modello gentilmente fornito in recensione

LEAD Technologies Inc. V1.01

Modellismo Salento non poteva rimanere indifferente al kit che la Trumpeter ha dedicato alla Centauro, la imponente blindo prodotta dalla Oto Melara: chi scrive è stato Ufficiale dell’Arma di Cavalleria e questo mezzo ha rivitalizzato dal 1992 questa specialità dell’Esercito Italiano. Inoltre  la Centauro è divenuta salentina d’adozione essendo  da molti anni uno dei sistemi d’arma impiegati dalla Scuola di Cavalleria di Lecce. Al di là di tutto questo, la blindo è stata  la protagonista di tante missioni di Peace Keeping delle nostre FF.AA., a partire da quella tragica svoltasi in Somalia, cui si sono succediti i molti rischieramenti nei Balcani e da ultimo l’impegno in Libano, divenendo così molto nota anche all’estero, tanto da essere ordinata da altri eserciti come quello spagnolo e da essere  presa in leasing dall’U.S. Army.  Si è quindi creato un notevole interesse nei confronti della Centauro anche da parte dei modellisti:  i tempi insomma erano proprio quelli giusti per un modello in plastica iniettata, prodotto a livello industriale e “recepibile” in un congruo numero di scatole da parte del mercato. La Trumpeter, pure su indicazioni del suo importatore italiano, la RIPA S.r.l. di Milano, dopo il lusinghiero successo del suo modello in scala 1/35, dedicato al carro armato “Ariete” ( “bissato” nella stessa scala con un kit dedicato agli esemplari impiegati in Iraq con corazzature modulari suppletive e pantografato poi in scala 1/72) ha ritenuto opportuno produrre anche il kit della Centauro sempre in scala 1/35. Dapprima il modello di quella in uso all’esercito spagnolo e subito dopo quello della prima versione utilizzata dall’Esercito Italiano, con le corazzature supplementari in materiale composito in fibre aramidiche (denominate Mikrex e per lo più fissate in torretta) prodotta a partire dal 101 esemplare e dal febbraio 1993. Nel catalogo 2009/2010 inoltre è già previsto un terzo kit, probabilmente in uscita a fine anno, dedicato alla seconda versione più lunga della Centauro (la così detta Station Wagon).

LEAD Technologies Inc. V1.01

Aprendo la confezione del kit contrassegnato dal numero di catalogo 00386, dedicato alla versione corta in servizio nell’E.I. con corazzature Mikrex ,  si rimane colpiti subito  dall’elevato numero di pezzi (oltre 200 ) suddivisi in sette telai, con decals, fotoincisioni e otto ruote in vinile. In buona sostanza il modello verte principalmente sui due grossi pezzi in cui è scomposto il lungo scafo della blindo, uno relativo alla parte latero-superiore e l’altro a quello inferiore con gli alloggiamenti delle otto ruote. Colpisce pure il sottile spessore di questi due pezzi che ciò malgrado non presentano alcun tipo di svergolature e non sembrano denotare problemi nella loro unione.

01

Il pezzo superiore dello scafo riproduce anche la griglia d’aerazione superiore del motore, gli iposcopi del pilota oltre alle superfici antisdrucciolo del cofano motore,il tutto con un accettabile rilievo, così come  i diversi perni dei vari sportelli presenti sempre sul cofano.

LEAD Technologies Inc. V1.01

Molto meno “complicato” il pezzo che riproduce la parte inferiore dello scafo che presenta le pareti lisce come quelle del mezzo reale. In entrambi i pezzi inerenti lo scafo non si notano sbavature e i pochi segni degli estrattori sono al loro interno e a costruzione ultimata saranno invisibili.

LEAD Technologies Inc. V1.01

Nella confezione si trova una piccola stampata di pezzi trasparenti (contrassegnata nel foglio istruzioni dalla lettera H) che riproducono i vetri degli iposcopi del pilota e del capo carro. Vi sono poi due grandi stampate uguali (contrassegnate  dalla lettera A) inerenti per lo più i cerchi delle grandi ruote della Centauro e gli apparati di sospensioni e di trasmissione. Nei pezzi filiformi si notano delle microscopiche sbavature  che in fin dei conti è sempre conveniente eliminare per evitare che la colorazione di tali parti le possa mettere in evidenza. Il distacco delle medesime parti dal telaio non sembra essere un impresa difficile, se non nel caso delle piccole maniglie dove un minimo di accortezza sarà necessario. Non credo invece sia indispensabile procedere a sostituire le medesime  maniglie con del filo di rame: lo spessore di questi pezzi è infatti abbastanza realistico. I cerchioni sono poi divisi longitudinalmente in due pezzi ciascuno per permettere di inserire al loro interno un cilindretto di gomma onde poter consentire alle ruote di poter girare, soluzione che certo i modellisti più…”ortodossi” tralasceranno certamente !

LEAD Technologies Inc. V1.01

La stampata B è relativa alla riproduzione per lo più della parte inferiore della torretta, del cannone, delle corazzature passive supplementari. Su questi pezzi c’è da dire che l’unione dei due che riproducono il cannone dovrà essere fatta bene per evitare che si noti il segno di giunzione degli stessi, cosa non molto semplice stante la configurazione dello stesso cannone con i vari manicotti e costolature in rilievo….


LEAD Technologies Inc. V1.01

Analogamente allo scafo, anche la torretta è suddivisa in due parti con quella relativa alla parte superiore riprodotta in un unico pezzo: l’unione delle due parti non sembra evidenziare problemi di sorta.


LEAD Technologies Inc. V1.01

Completano il modello tre ulteriori stampate tutte inerenti particolari esterni dello scafo con alcuni pezzi che completano anche il “canestro” posteriore della torretta. La  C comprende gli attrezzi da zappatore, le protezioni dello scarico motore.

LEAD Technologies Inc. V1.01

La D la piastra posteriore che “chiude” lo scafo e le modanature laterali con le luci di ingombro. Da notare che la Trumpeter ha fornito come pezzo separato il portellone che consente l’accesso alla blindo dalla parte posteriore. Questo fatto unito all’interno del kit che è del tutto scevro da particolari riproducenti il vano equipaggio potrebbe spingere qualche produttore artigianale ad immettere sul mercato  qualche sets di dettaglio: bisognerà tener conto però che il dettaglio ulteriore è valido fino a quando si può vedere, un elemento da non trascurare nello scegliere se procurarsi questi  eventuali sets o procedere autonomamente a riprodurre l’interno della Centauro. L’ultimo telaio è quello con la lettera E con pochi pezzi: i telai dei canestri laterali, i supporti per i lancia fumogeni “Galix”, le due corazzature supplementari per le parti latero-anteriori dello scafo, il periscopio del capo carro diviso in due pezzi, soluzione questa non molto “simpatica” per il successivo lavorio per eliminare i segni di giunzione degli stessi pezzi.


LEAD Technologies Inc. V1.01

 

Alle stampate in plastica si aggiunge una lastra di pezzi foto incisi per alcuni particolari dello scafo come la protezione dei fari anteriori, i supporti dei braccetti degli specchi retro visori. Lo spessore delle foto incisioni è adeguato: non è eccessivo e comunque è tale da conferire una buona duttilità .

02

Le otto ruote della blindo sono riprodotte in vinile, soluzione obbligata per gli stampisti di una ditta che produce modelli a livello industriale, se vogliono riprodurre con una certa precisione il battistrada dei pneumatici del mezzo raffigurato dal kit. Quanto offerto dalla Trumpeter per questo suo modello della Centauro si può considerare più che sufficiente, anche se andrebbe abbassato un po’ il rilievo dei rinforzi presenti sulle superfici laterali dei grossi copertoni.   

LEAD Technologies Inc. V1.01

Le decals consentono di riprodurre due Centauro con la loro araldica e le scritte di servizio (lo stencilling usatissimo in campo aeronautico) : la E.I. 118454 in servizio nel 2002 in uno degli squadroni del reggimento “Savoia Cavalleria” (3°) e la E.I. 118465 in servizio, sempre nel 2002 in uno degli squadroni del mio reggimento ovvero il “Genova Cavalleria” (4°). Entrambi i mezzi non presentavano più lo “stanag” ovvero il simbolo distintivo con lo scudetto della brigata di appartenenza e il numero a quattro cifre identificativo del reparto del mezzo, simbolo che era portato sulla parte destra (frontale e posteriore) di tutti i mezzi cingolati e ruotati dell’E.I. . Il mezzo di “Savoia” porta sullo scudo del cannone lo scudetto rosso con il cavallino rampante bianco (che è sempre rivolto a destra di chi lo guarda e come la blindo di “Genova”, si tratta di due Centauro della 2° serie con corazzature Mikrex in torretta e senza la piastra corazzata imbullonata sullo scafo laterale anteriore del mezzo, particolare da tenere bene in evidenza se si decide di riprodurre una di queste blindo.  Una carenza di questo bel modello è proprio nel foglio istruzioni che non specifica questa circostanza. Nel kit è compreso anche uno schema con profili a colori  dei due mezzi proposti dalle decals, con i riferimenti a smalti modellistici delle maggiori ditte produttrici, le indicazioni del posizionamento delle stesse decals.
La documentazione sulla Centauro non è abbondantissima ma è abbastanza valida: ad esempio c’è il TankMaster Special n.02 di Mezzi Corazzati che prende in esame l’evoluzione di questa blindo con diversi walk around con decine e decine di foto, oltre a vari piani in scala 1/48 (si possono portare alla scala 1/35 fotocopiandoli al 137%); nel giugno del 1995 uno degli autori di questa monografia, Gianluca Cocchi, aveva realizzato , in forma  più artigianale, e commercializzato un suo special sulla Centauro, incentrato per la parte modellistica sul primo modello uscito in scala 1/35, il kit della Model System Trade. Uscito nel 1994, questo prodotto riproduceva gli esemplari della prima serie prodotti della Centauro (i primi 100 senza alcun tipo di corazzature suppletive) ed aveva la parte inferiore dello scafo in plastica vac-u-form e tutto il resto in resina. Anche il Notiziario G.M.T. (numeri 2 e 3 del 1996) prese in esame la Centauro in due articoli, il primo relativo agli aspetti tecnico-storico del mezzo, il secondo  sempre sul kit della Model System Trade. Pure il Notiziario IPMS si interessò del kit Model System Trade con un articolo uscito sul numero  3/1995: da tutti questi scritti emergevano le difficoltà intrinseche di questo modello che abbisognava di molte aggiunte. Altri modelli della Centauro sia nella versione corta che in quella lunga, ed in scala 1/35 furono prodotti, sempre in resina da Italian Kits, ma sia questi ultimi che quello della Model System Trade furono soppiantati dagli ottimi modelli in resina (anche in questo caso sia nella versione corta che in quella lunga ed entrambi con un foglio decals !) prodotti da Model Victoria nella prima metà degli anni 2000, con un set suppletivo a parte per le corazzature Mikrex. Il modello della Centauro lunga fu preso in esame sul numero 20, agosto 2005, di Steel Art la cui casa editrice ha edito un apposito Photo File (il n.2 ) sul prodotto della OTO Melara. Malgrado la loro buona qualità però, i due kits della Model Victoria non sono certo paragonabili sia come commerciabilità che come facilità di costruzione, al recente modello in plastica iniettata della Trumpeter che sicuramente, anche se realizzato come da scatola, non mancherà certo di dare soddisfazione a chi si accingerà a costruirlo, tenuto conto pure della positiva riduzione in scala delle forme e delle dimensioni della vera Centauro: ponendo infatti il kit cinese, ad esempio sui piani in scala del citato TankMaster Special n.02 di Mezzi Corazzati si potrà notare che gli scarti sono minimi.  
Gabriele Luciani