CAMIONETTA SPA VIBERTI A.S. 43
HISTORICA PRODUCTION – Kit in resina scala 1/35
Testo e foto di Gabriele Luciani
Si ringrazia la Historica Production per il modello gentilmente fornito in recensione


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Uno fra i migliori mezzi prodotti dalla industria italiana ed utilizzati dalle forze armate italiane nel corso della 2° guerra mondiale, fu certo il trattore TL 37 realizzato dalle Officine  SPA-Viberti. Durante le operazioni in Libia, alcuni reparti del Regio Esercito, usando l’autotelaio di vari TL.37, realizzarono sul campo alcune soluzioni per il trasporto di cannoni, obici o mitragliatrici pesanti, che potevano sparare direttamente  dai trattori sottoposti a tale modifiche. I risultati furono talmente lusinghieri che i vertici del Regio Esercito ritennero opportuno di commissionare alla ditta produttrice lo sviluppo di un veicolo destinato fin dall’origine all’impiego quale batteria leggera motorizzata. Fu però solo nell’estate del 1943 che le Officine Viberti riuscirono a produrre in serie il nuovo mezzo, sempre basato sull’autotelaio del TL 37 e denominato “camionetta A.S. 43”: sulla stessa potevano essere installati il cannoncino anticarro da 47/32 o la mitragliera Breda da 20 mm, oltre ad una Breda 37. Almeno ventitre esemplari furono distribuiti a reparti del Regio Esercito nel luglio e nell’agosto dello stesso anno (ovvero la 1° cp./1 ° rgt. Ftr. Carrista  e la 2° cp./ 4° Rgt. Ftr. Carrista entrambe a Roma, il 33° Rgt. Ftr. Carrista a Parma) ma non si hanno notizie certe sul loro impiego operativo. Dopo l’Armistizio del settembre 1943. anche l’A.S. 43 finì in mano dei tedeschi che ne riamarono alcuni esemplari con una mitragliera antiaerea Flak 30, mentre almeno una camionetta fu utilizzata dal reparto corazzato, il “Leonessa”, della Guardia Nazionale Repubblicana della R.S.I.: questa particolare A.S.43 fu riconfigurata con alcune scudature supplementari e sopravvisse al conflitto. Foto, trittici e storia sulla SPA/Viberti A.S.43 e del suo derivato, la blindo Carrozzeria Speciale A.S.43, si possono trovare sul secondo volume dell’Opera “Gli autoveicoli da combattimento dell’esercito italiano” (1940-1945) a firma di Nicola Pignato e Filippo Cappellano edita dallo Stato Maggiore dell’Esercito Italiano. Lo stesso Nicola Pignato aveva realizzato con l’aiuto  di Pierluigi Moncalvo , un articolo sulla A.S. 43 edito sul numero 4/1975 del ed uno analogo sulla blindo Carrozzeria Speciale A.S.43 sul numero 1/1975 dello Notiziario IPMS Italia. In entrambi i casi a corredo degli scritti c’erano dei trittici in scala 1/35 ed 1/72 del noto architetto torinese Enzo Maio. Da allora sono dovuti passare 30 anni per poter vedere un modello in scala di questa camionetta…


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L’unico modello in scala della A.S. 43 è quello della Historica Production, una ditta padovana la cui produzione, purtroppo, negli anni addietro si è caratterizzata da una certa discontinuità che ora si spera sia finalmente risolta. Il listino della stessa firma comprende diversi kit completi, conversioni e figurini, dedicati a mezzi italiani per lo più impiegati nel corso della 2° guerra mondiale. Sia alla A.S.43 che alla blindo su carrozzeria A.S.43 sono stati dedicati  rispettivamente due kits, con alcune parti comuni agli stessi. Questi due modelli hanno una filosofia comune, ovvero hanno un pezzo unico che riproduce il corpo macchina quasi completo cui vanno assemblati telaio, treno di rotolamento ed ulteriori dettagli. Infatti, in  buona sostanza, il modello della AS 43 è incentrato su un unico grosso pezzo che riproduce il complesso della carrozzeria del veicolo (cofano motore, pavimentazione, parafango e cassone).


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Lo stesso pezzo è molto particolareggiato: il masterista che ha realizzato il suo stampo sembra aver seguito  pedissequamente il trittico in scala del citato numero del Notiziario IPMS Italia, anche se con il raffronto con lo stesso si nota che il kit perde un millimetro abbondante in larghezza e due-tre mm “sparsi” sul corso della sua lunghezza. Sono discordanze che si possono tralasciare tenuto conto anche del fatto che in effetti non si tratta di un modello di un Panzer IV !!! Da notare altresì che la resina è di buona qualità senza ritiri o eccessive sbavature; nel kit non ci sono decals e sarà quindi opportuno procurarsi ad esempio il foglio decals della RCR dedicato alle insegne del Regio Esercito e delle formazioni corazzate della R.S.I..  Nella confezione troviamo un foglio istruzioni realizzato dal modellista pavese Claudio Canton che collabora da tempo con la Historica Production, anche per la realizzazione dei fogli decals inseriti negli altri kits della ditta padovana. E’ indispensabile studiare con cura questo foglio istruzioni in quanto il resto del modello è composto da diverse decine di pezzi, la cui collocazione non è proprio del tutto intuitiva… La costruzione inizia eliminando dalle parti i residui della colata di stampa e ricordo di proteggersi sempre le vie respiratorie e le mani quando si lavorano   parti in resina: molto spesso infatti si genera della polvere che certo non è del tutto salutare…Inoltre l’assemblaggio delle stesse prevede l’uso di collante ciano-acrilico: vanno seguite sempre con scrupolo le istruzioni del fabbricante di questo tipo di collante.


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I pezzi che riproducono lo chassis del mezzo, le ruote, i dischi posteriori, e gli assali delle ruote, l’ammortizzatore a balestra, il gruppo motore, sono comuni oltre che al kit della  blindo su carrozzeria A.S.43, anche ad altri due kits (il TL 37 e la camionetta A.S. 43 modificata) ora prodotti dalla Historica che li aveva rilevati dalla Italsedi, una ditta romana attiva negli anni 90 (produceva anche la Sahariana). Su questi pezzi c’è da dire che sono  relativamente facili da assemblare e che è solo un po’ impegnativo liberare dai residui di stampa i dischi posteriori delle ruote mentre le sbavature presenti sullo chassis si tolgono in pochi secondi con un cutter affilato Gli innesti delle varie parti erano stati ben studiati ed  alla fine il complesso telaio-ruote risulterà un complesso solido su cui poter poggiare il resto del modello, senza particolari patemi anche per l’equilibratura e la convergenza delle quattro gomme. Il battistrada di queste riproduce il tipo cd. “Artiglio” : dalle foto dei mezzi reali, incluse quelle inserite nel foglio istruzioni della Historica, risulta che anche questo particolare tipo di pneumatico fu installato quanto meno a due degli esemplari di AS 43 appena usciti di fabbrica. I tasselli del battistrada sono comunque troppo marcati ed vanno un pò limati, maggiormente quelli più vicini al dorso delle ruote. Da rilevare ancora che i coprimozzi dei cerchioni riportano anche il marchio di fabbrica (SPA)  


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Il resto dei pezzi completa la AS 43 e fornisce due complete opzioni di armamento, dando  la possibilità di scegliere fra la mitragliera Breda da 20 mm o il cannone da 47/32 (con due differenti tipi di canna); nel kit c’è anche la piastra d’appoggio per la Flak 30 che va prelevata da un kit Tamiya. Tutte queste parti vanno liberate dai residui di stampa, una operazione che richiederà un po’ di tempo, di più se si decide di utilizzare anche i pezzi riproducenti l’armamento. Le istruzioni in ordine alla Breda da 20 mm sono un po’ carenti in quanto ci sono due foto che la illustrano montata sul kit ma non ne identificano le componenti e la relativa posizione come fanno per il resto dei pezzi . Non avendo nella mia documentazione rinvenuto una immagine di una AS 43 con l’armamento ho deciso di finire il modello senza lo stesso armamento, così come erano gli esemplari fotografati sul piazzale della fabbrica.


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Le uniche aggiunte che ho fatto al kit sono state la riproduzione delle strutture tubolari presenti sui parafanghi posteriori e sul radiatore. La costruzione del modello termina in poco tempo e dopo una mano di un grigio chiaro, un colore a smalto della Testor’s , per evidenziare eventuali ritiri della resina e dare un migliore appiglio alle vernici della mimetica, sono passato alla riproduzione di questa ultima.


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Nel corso del 1943 le superfici esterne dei mezzi prodotti per il Regio Esercito venivano quasi sempre dipinte anche in fabbrica con una mimetica costituita da un fondo giallo sabbia su cui erano dipinte delle chiazze irregolari rispettivamente di colore verde medio e bruno rossiccio, una finitura molto simile a quelle dei coevi mezzi tedeschi e molto accattivante . Le AS 43 ricevettero questa mimetica (da notare che dalle foto delle stesse sul piazzale della Viberti si rileva come la mimetica si estenda anche alle cinghie di ritegno delle taniche poste sui parafanghi dei mezzi e alle zone “interne” dei mezzi. Per riprodurre questi colori ho utilizzato smalti Humbrol, ovvero il 93 (giallo) 149 (verde) e 107 (bruno); per riprodurre il colore degli  pneumatici ho utilizzato un grigio medio Testor’s ed ho passato sul battistrada degli stessi un grigio chiaro sempre Testor’s  per simulare la loro usura. Ho verniciato i sedili sono stati verniciati in grigio scuro mentre per il telone che copriva il vano equipaggio e che nel kit è riprodotto arrotolato con un pezzo abbastanza realistico, ho utilizzato  un Humbrol 102, le sue cinghie le ho dipinte con il verde Humbrol 149.  Volante, quadranti della strumentazione, leveraggi del cambio e del freno, pedali sono tutti in nero opaco. I tre fanalini posteriori (forse erano solo dei meri catarifrangenti…) li ho verniciati con un rosso opaco


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Per la numerazione delle targhe del mezzo mi sono rifatto all’elenco pubblicato sulla su citata opera di Nicola Pignato e Filippo Cappellano scegliendo l’esemplare R.E. 1133 B che il 4.8.1943 fu assegnato al 4° Rgt. Ftr. Carrista di stanza a Roma. Le decals che riproducono le due targhe sono state prelevate dal foglio decals RCR dedicato ai mezzi del R.E. e delle formazioni corazzate della R.S.I. .


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La targa anteriore, nei mezzi della famiglia TL 37 e relativi derivati, era posta non sul paraurti anteriore ma su una struttura sottostante allo stesso paraurti: la stessa era forata in corrispondenza di un orifizio che credo molto probabilmente doveva servire per l’innesto della manovella per la messa in moto manuale. Ho poi riprodotto i fari della AS 43 dipingendo l’interno con un colore argento e realizzando i vetri dello stesso con il liquido della ditta Toffano per riprodurre le parti vetrate. Lo stesso liquido ho utilizzato per il vetro della scudatura anteriore. 


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Poichè si tratta di un mezzo nuovo di fabbrica, comunque utilizzato per soli 30 giorni da un reparto italiano, ho ritenuto opportuno applicare solo una leggera sporcatura solo sui due sedili del pilota e capo equipaggio oltre che sulle relative zone di calpestio, nonché  all’interno dei parafanghi, realizzata con un veloce passaggio di un pennello piatto intinto nel grigio chiaro.


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In conclusione è un “bel” kit questo della Historica Production, interessante come il mezzo che riproduce anche per via della sua mimetica a tre toni: stante poi la sua relativa semplicità potrebbe essere consigliato anche a chi non ha mai montato modelli in resina e vorrebbe tentare di farlo, una via in effetti ancora obbligata per chi voglia completare una collezione di mezzi italiani della 2° guerra mondiale e non si voglia fermare agli ancora pochi kit in plastica oggi esistenti  …
Gabriele Luciani 


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