PANAVIA TORNADO GR. Mk1

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di Alessandro Gennari – Mediolanum Modelling Club

IL TORNADO NEL GOLFO

La guerra del Golfo che vide impegnata una colazione internazionale contro le forze Irachene di Saddam Hussein che avevano invaso il Kuwait, fu il teatro di prova del multiruolo trinazionale Tornado, che combatté sotto le insegne della RAF inglese, della nostra Aeronautica e della Reale Aviazione saudita, portando a termine numerose rischiose missioni con perdite relativamente scarse (1 esemplare italiano, 1 saudita e 7 britannici). E il mio esemplare riproduce proprio uno degli esemplari impiegati dalla RAF in quella guerra. I Gr1 britannici impiegati furono in totale una trentina, provenienti dagli Squadron basati in Inghilterra e in Germania. Essi effettuarono svariate missioni, ricognizione, soppressione delle difese avversarie con missili anti-radar ALARAM e soprattutto attacco al suolo, con bombe convenzionali, a guida laser, dispenser di sub-munizioni JP-223. Come detto, furono persi in azione 7 esemplari, anche se in totale la RAF (anche con Jaguar e Buccaneer) ha effettuato oltre 6.00 missioni, con un tasso di perdite dunque molto basso. Si può dire che il Tornado ha superato a pieni voti la prova del fuoco e si è dimostrato una macchina molto efficiente.

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MONTAGGIO

Il sogno di ogni modellista è quello di veder riprodotto il proprio soggetto preferito nella propria scala preferita. Io stravedo per il Tornado, soprattutto quello con le accattivanti livree della RAF, e la 1/32 è la mia scala preferita. La scatola dedicata agli esemplari RAF è purtroppo fuori produzione e molto rara, e così non appena la ho adocchiata su e-bay, non ci ho pensato due volte e l’ho fatta mia. All’interno della scatola troviamo 7 stampate in plastica grigia (stile Matchbox, una in grigio più chiaro, le altre in grigio scuro) più una stampata di trasparenti. In totale sono 280 pezzi da montare. Le stampate base sono quelle dell’IDS tedesco uscito prima, a cui è stata aggiunta una stampata con i pezzi tipici degli aerei RAF, in sostanza i carichi alari e il telemetro laser da mettere sotto il muso.
Anche per questo modello ho scelto il montaggio da scatola, con l’eccezione dei sedili eiettabili, splendidi pezzi Paragon Designs in resina, e la struttura interna del tettuccio, un intrico di cavi e tubi, che nel kit Revell non è per nulla presa in considerazione, forse l’unico grave neo del kit tedesco, per il resto davvero molto ben fatto. Oltretutto, soprattutto in scala 1/32, è un dettaglio non da poco; forse sarebbe stato meglio avere l’interno del tettuccio, piuttosto che la rappresentazione del radar aperto, che oltretutto deturpa la splendida linea del Tornado. Comunque ho recuperato il dettaglio del tettuccio da un set in resina CAM, che contiene anche i vani avionica, non usati per lo stesso motivo di prima riguardo al radar.

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Il montaggio comincia come al solito dall’abitacolo, composto da una dozzina di pezzi. Il colore di base è il grigio Lifecolor acrilico UA117, che ben riproduce il colore grigio azzurro tipico degli interni dei velivoli europei. Prima ho passato una mano di fondo di nero opaco sempre Lifecolor, per dare una sporta di preshading, dopodiché ho passato il grigio, in mani leggere e diluite. I seggiolini del kit sono molto validi, ma come detto, sono stati sostituiti da omologhi in resina Paragon, davvero spettacolari. Anche qui il colore è il grigio di base, i cuscini sono in Humbrol 159, le cinture in nocciola lifecolor, le fibbie in argento, il poggiatesta in nero semi-lucido Humbrol numero 85. Gli schermi radar sono stati completati con le apposite decals, i singoli strumenti invece ripresi all’interno con nero opaco e bianco per le varie lancette. Una goccia di trasparente lucido Humbrol simula perfettamente il vetrino. Seguendo poi l’abbondante documentazione in mio possesso, ho colorato i vari pulsanti in nero, bianco, giallo e rosso. Da ultimo, un lavaggio ad olio ed un drybrush in grigio RLM76 ha completato l’opera.

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Finalmente si possono chiudere le fusoliere, non prima però di aver dipinto il pozzetto anteriore di bianco lucido e di averlo collocato nel suo alloggiamento. Come detto ho deciso di non rappresentare il radar aperto, e quindi ho unito e stuccato il radome alla fusoliera e il lavoro sul davanti per ora finisce qui. Attenzione ad appesantire a dovere il modello, salvo brutte sorprese; io sono riuscito a rimediare a montaggio finito occultando un po’ di pesi nello spazio fra il cockpit anteriore e quello posteriore, coperti poi dalla palpebra dei computer del navigatore. Passando alla fusoliera posteriore, ho eliminato gli occhielli che permettono ai piani di coda di ruotare contemporaneamente, un sistema troppo fragile e inutile, lasciando solo i perni; fisserò i piani solo dopo la verniciatura. Ho lasciato per il momento libertà alle ali di muoversi, le fisserò a verniciatura finita e ho dovuto omettere il pezzo che simula la parte terminale delle ventole, dal momento che osteggiava alla perfetta chiusa delle fusoliere. Ho fatto una piccola modifica a i piani di coda, in modo da poterli inserire a montaggio ultimato. Le ali non sono state fissate, per comodità di verniciatura, anche se a modello finito assumeranno la posizione a freccia minima (insomma…la configurazione che occupa più spazio!!). Una volta uniti  i due tronconi di fusoliera e stuccate le fessure che si formano, si può passare alle prese d’aria, il cui interno è dipinto in un grigio chiarissimo, per il quale ho utilizzato il colore X-147 della Xtracolor; in alternativa si può usare l’Humbrol 196. Sistemate anche le prese d’aria, il montaggio è praticamente terminato e si possono sistemare tutti i dettagli minuti prima della verniciatura.
Si montano i carrelli che vanno dipinti in bianco così come i cerchioni, mentre le gomme sono dipinte nel classico Tire Black H-77 Gunze.

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PITTURA

La pittura è molto semplice, in quanto si tratta di stendere il solo colore Desert Pink, perfettamente catturato dalla referenza Lifecolor UA089; non ho fatto alcun preshading, ma ho steso molte mano molto diluite. Prima di stendere il desert pink, tuttavia, ho realizzato con il grigio Humbrol 127 le zone delle ali da lasciare in questo colore. Per spezzare un po’ la monotonia del rosa ho poi scelto di realizzare un esemplare al ritorno dalla guerra del golfo. Dalle foto in mio possesso si vede proprio il mio esemplare che presenta l’intelaiatura del parabrezza in grigio scuro (Gunze H-331), così come la sonda di rifornimento in volo. Un serbatoio è stato dipinto in Humbrol 166 mentre l’altro è nella livrea desertica, e il pod Skyshadow è dipinto in verde mimetico (Gunze H-330). Le quattro bombe a caduta libera sono state dipinte col verde scuro Tamiya XF-27 e completate con le decals.
Il cono del radar è in nero semilucido Humbrol 85. Terminata la verniciatura, una mano di trasparente lucido ha preparato il modello alla posa delle decals. L’esemplare riprodotto è uno dei più famosi Tornado inglesi dell’operazione Granby (nome inglese dell’operazione desert storm). Si tratta dell’esemplare matricola ZA447 (curiosamente da un lato c’è un punto di domanda giallo al posto della seconda cifra), soprannominato “Mig Eater”. Questo aereo ha la fama di aver distrutto al suolo un MiG-29 Iracheno durante un attacco a basa quota condotto con dispenser di sub-munizioni. Il muso è ornato da un’aggressiva shark-mouth e da una simpatica nose-art con uno squalo intento a mangiarsi il suo succulento MiG-29 che gli arriva direttamente in bocca standosene comodamente seduto in panciolle… altra curiosità è la sagoma del Mig-29 fra i mission mark dell’aereo, proprio a testimonianza della distruzione del Fulcrum iracheno.

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L’invecchiamento è stato effettuato seguendo le foto con pastelli e un pennino ad inchiostro sottile per le pannellature, poi ripassate col desert pink molto diluito per attenuarne l’effetto dato che quel nero sparava troppo. Il colore di base è stato schiarito col grigio e col giallo e ho effettuato passaggi con colori chiari tipo l’X-55 Tamiya e un giallo israeliano Gunze

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MONTAGGIO FINALE

Ultimata la colorazione, non resta che il montaggio finale: carrelli, portelli dei carrelli, attuatori vari, aerofreni e le varie antennine che costellano l’aereo; da ultimo ho provveduto a montare i piani di coda, gli aerofreni aperti (l’interno, i vani e gli attuatori sono in bianco) e il tettuccio dettagliato come detto con i pezzi i resina, davvero di ottima qualità. Il tubo di pitot anteriore è in argento. La collocazione e la pittura in blu e in rosso delle varie luci di navigazione, ha terminato la mia lunga opera.
Ora non mi resta che collocare il mio Tornadone assieme agli altri aerei e ammirarlo. Ecco i capostipite della mia collezione di aerei britannici dal dopoguerra a oggi!

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Buon modellismo!
Alessandro Gennari