Jaguar GR.1 A - No. 41  Squadron  (XZ107)
Esercitazione “Battle Griffin”
Bardufoss (Norvegia)    primavera 1996
Kit Hasegawa 1/72 con aftermarkets

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Testo, Modello e Foto Antonio Verardi
e-mail: ant.ver@hotmail.it

Prefazione di Silvio Pietropaolo

Il Jaguar è un aeroplano particolare ed affascinante il lavoro di Antonio che di seguito andremo a gustare è il classico esempio di un modello fatto con amore e passione proprio perché il soggetto riprodotto è un soggetto per intenditori. Asserviamo lo splendido passo passo che l’amico Antonio ci ha inviato con delle didascalie di poche parole condite con qualche mio commento che naturalmente non può essere che entusiastico data l’altissimo livello dl lavoro proposto fatto di uso sapiente dell’aftermarket insieme ad alto lavoro di superdettaglio autocostruito.


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Preparazione cockipit, modifica palpebra cruscotto, parte posteriore,cruscotto (uso di fotoincisioni P.P. aeroparts)

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Autocostruzione struttura tettuccio(uso di tondini di plasticard e lamierino)
Rifacimento gancio di arresto,struttura aerofreni (P.P.aeroparts)
Eliminazione cinture seggiolino (airwaves) mediante carteggiatura e rifatte in lamierino con aggiunta di vari dettagli (maniglie espulsione,tubo ossigeno)

 

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tettuccio e seggiolino ultimati e lumeggiati (assolutamente piccolissimi)
   

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Particolare del cockipit assemblato con vicino una moneta per apprezzare meglio le dimensioni. (Un vero lavoro da orologiaio)
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I carrelli sono realizzati utilizzando quello principale dal kit Italeri poichè quelli Hasegawa sono completamente errati. Modifica di quello anteriore ed aggiunta ammortizzatori alle gambe del carrello principale.
Portelli carrelli autiocostruiti in lamierino e plasticard.

 

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Carrelli verniciati ed ultimati con l’aggiunta dei tubi dei freni.

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Per i serbatoi subalari ho utilizzato quelli del kit Italeri accorciati di ben 8 mm.
Anche le alette sono completamente errate nella forma e quindi sono state sostituite con delle fotoincisioni.

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Vista d’insieme dei carichi esterni: serbatoi sub alari da 1200l., 2 bombe da 1000lb da esercitazione,
Phimat chaff dispenser in metallo bianco, Ecm pod ALQ 101 in resina, simulacro Sidewinder,
tutto sempre da set P.P.Aeroparts tranne serbatoi e simulacro sidewinder.

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Scaletta autocostruita in tondini di plastirods

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Vista d’insieme dei vari carichi degli aerofreni e della scaletta pronti per essere montati.

 

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Ho deciso di utilizzare le ali in resina della Airwaves, ciò ha comportato un notevole lavoro di adattamento con uso di stucco e spessori in plasticard e conseguente carteggiatura.

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In questa vista si può vedere come siano stati completamente ricostruiti i vani carrelli, dato che quelli del modello sono solo abbozzati, anche tutta la zona compresa tra i vani carrello e quelli degli aerofreni è stata ricostruita . Da notare come solitamente in quasi tutti i kits, i vani aerofreno hanno tutti la stessa impronta della parte mobile dell’aerofreno, cosa assolutamente errata dato che nella realtà la parte terminale dell’aerofreno è più grande del vano e chiude sulla fusoliera. E’ stato eliminato il gancio di arresto originario stampato insieme alle due semifusoliere e ricostruito interamente, anche il bordo delle gondole motori è stato ricostruito nel punto dove vanno inseriti gli scarichi utilizzando l’onnipresente plasticard.

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Ho usato l’impennaggio verticale del kit Italeri, più corretto nella forma, dettagliandolo con la cerniera timone e ricostruendo con del lamierino la zona alla sua base dove poi aggiungerò il tubo di scarico carburante. Da notare le minuscole prese d’aria sulla zona motore e nel punto di unione ala-fusoliera. Questo punto del modello ha richiesto particolare cura per far combaciare bene le parti


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Con dello stucco bicomponente ho realizzato i teloni di protezione, dopodichè ho ricostruito completamente tutta la zona dietro il seggiolino (cablaggi vari.aste di apertura tettuccio ecc.)
La presa d’aria condizionamento è quella del kit Italeri oppurtunamente modificata nella parte anteriore.

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Una passata di grigio per evidenziare eventuali difetti

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Dopo aver passato il bianco vengono mascherate le parti su cui dare il verde

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Ed ecco passato pure il verde

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Ecco terminata la colorazione dei teloni, con opportuno dry-brushing e degli altri particolari (volate cannono.luci, sensori ECM ecc.). In questa foto si nota tutto il dettaglio autocostruito della parete posteriore dell’abitacolo con le aste di apertura tettuccio ecc. anche qui il dry-brushing ci permette di esaltarne i particolari.

 

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A colorazione ultimata viene dato il lucido, una volta messe le decals si passa  un’altra mano di lucido. Dopodiché sono passato ad invecchiamento  e sporcature varie con uso di polvere di grafite e colori ad olio, ho montato il gancio di arresto, i flaps i carrelli, previa sporcatura delle ruote con la neve, dry-brushing di bianco. Ho dettagliato i vani aerofreni. Ho reso tutto uniforme con una spruzzata di opaco.

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Per finire si effettua il montaggio di carichi, portelli, aerofreni, ugelli di scarico, con del lamierino vengono realizzati i legacci dei teloni, autocostruzione, vengono colorate ed aggiunti i  coperchi  delle prese d’aria motori ed aggiunte  antenne varie.
Le remove before flight sono della P.P. Aeroparts. Il corretto montaggio ha richiesto una notevole dose di pazienza.

 

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Montaggio degli ultimi particolari, tettuccio, scaletta e simulacro missile sidewinder.
Di seguito varie viste del modello finito.

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La neve della basetta è stata realizzata con dello stucco da muro. Prima ho fatto la parte spazzata e ammucchiata di lato, dando prima la forma utilizzando altri materiali, poi ho ricoperto tutto con lo stucco e modellato a dovere. Ho creato i mucchietti in cima sempre con dello stucco parzialmente asciugato, una bella passata di vinavil per rendere il tutto uniforme, una volta essiccato sono passato al lato pista. Anche qui ho steso lo stucco abbastanza diluito, con un righello ho fatto i segni dello spazzaneve. Il tutto verniciato con più passate di bianco. Un pò di sporcature con il colore molto diluito, più accentuate nella parte centrale, il solito dry-brushing di bianco. Il risultato non è poi cosi male e senza utilizzare materiali sofisticati e costosi.

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Sia il RAF oxygen trolley set che il RAF ground power unit sono della FLIGHTPATH. Per la verniciatura dopo il verde ho alternato passate di lucido e opaco per poter dare il giusto grado di usura, terminando poi con una patina di nevischio visto che i mezzi stanno all’aperto, non dimentichiamoci che siamo in Norvegia.

Ed ecco alla fine varie viste modello finito ed ambientato. Spero vi piaccia.
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Buon Modellismo Antonio Verardi