MARTIN BALTIMORE Mk IV
Parte prima

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di Andrea Vignocchi
Kit Special Hobby 1: 72 

Accessori: Motori Aires, canne mitragliatrici Aires.

Breve storia: Il model 187 inizialmente fu ordinato alla Martin dalla Francia, come sostituto del Model 167 Maryland; l'occupazione della Francia nel 1940 rese impossibile la consegna dei velivoli, che furono cosi' testati e approvati dalla RAF con il nome di Baltimore.
Il Baltimore manteneva le ali e i piani di coda del suo predecessore, ma aveva una nuova fusoliera piu' larga e nuovi motori, i Wright Cyclone  GR- 2600 che gli consentivano una velocita' di circa 500 km/h . L'armamento di caduta era di circa 900 kg di bombe, mentre per la difesa l'aereo montava fino a 12 mitragliatrici, anche se le 4 fisse in caccia nella fusoliera posteriore erano smontate perche' inefficaci, i fori venivano solitamente chiusi con nastro adesivo rosso.
In totale la RAF ricevette piu' di 1500 aerei, impiegati solamente sul fronte mediterraneo (Africa, Italia, Grecia, Jugoslavia ecc.) . Gli inglesi equipaggiarono con quest'aereo squadron italiani, francesi, sudafricani, australiani, turchi e greci, inquadrati prima nella RAF, poi nelle varie piccole aviazioni nazionali che si formarono negli ultimi anni di guerra. Il Baltimore volo' per la prima volta nel 1941 e inizio' l'impiego operativo nel 1942. Anche se il velivolo non raggiunse mai la celebrita' del B-25 e dell'A-20, svolse onestamente il suo compito, costituendo l'ossatura dei reparti da attacco della RAF nel mediterraneo. In Italia l'aereo e' noto per essere l'ultimo bombardiere in servizio nella nostra aviazione, il Baltimore e' famoso anche per un motivo piu' triste: su quest'aeroplano trovo' la morte il celebre asso degli aerosiluranti magg. Buscaglia.

Il modello: aprendo la scatola ci troviamo di fronte ad un classico Short Run con fini pannellature incise, forme corrette, alcuni particolari in resina e ottimi trasparenti in plastica. Ora vediamo i lati negativi: tutti i piccoli particolari sono "impastati" e poco definiti, lo spessore dei bordi d'uscita
Alari e' eccessivo e gli incastri sono spesso imperfetti, ma sappiamo che questo deriva dai limiti
dello stampaggio Short Run.

Al lavoro: Prima di iniziare l'autocostruzione degli interni, bisogna assottigliare le pareti della fusoliera fino ad ottenere spessori realistici, in previsione di aprire tutti i portelli dell'abitacolo.
(foto 1 e 2 )

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Foto 1

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Foto 2

 

 

 

Interni: Tutti gli interni sono in scratch, esclusi i sedili in resina, tratti da un set Hawkeye Design dedicato ai sedili americani, con cuscini in stucco epossidico e cinture Eduard fotoincise come il seggiolino della torretta, anch'esso di recupero. (foto 3)
Dopo aver impostato il pavimento, (foto 4) si inizia la costruzione di tutti i particolari degli interni, realizzati con profili e fogli in plasticard di varie misure della ditta Evergreen. Per questi incollaggi  di precisione e' ottima la colla Tamiya tappo verde, a patto di usarla con attenzione, in quanto puo'  fondere facilmente i pezzi piu' sottili. Dopo aver terminato le centinature si aggiungono tubature e contenitori vari alle pareti, come al solito i cavi sono in stagno e le fascette di fissaggio degli accessori sono in alluminio adesivo. (foto 5)
Ora si completa il ponte centrale che comprende nell'ordine: posto puntatore/ copilota, pilota, navigatore/ marconista e mitragliere.  (foto 6)
Il cruscotto (foto 7) e il portello d'accesso inferiore del puntatore, (foto 8-9) sono realizzati anch'essi in scratch, cosi' come gli interni della torretta dorsale.  (foto 10)
Dopo le ultime prove a secco, (foto 11) si montano le fiancate trasparenti del muso; e' stato necessario tagliare in 3 parti il trasparente del kit per poter dettagliare le pareti con centinature, scatole e cablaggi. (foto 12)
Questo passaggio e' stato semplificato dal fatto che i 3 oblo' si trovano nella parte alta delle pareti, agevolando il lavoro di dettaglio, stuccatura e colorazione.

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Foto 3
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Foto 6

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Foto 7
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Foto 8

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Foto 9
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Foto 10

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Foto 11

 

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Foto 12

Colorazione degli interni: Per prima cosa si mascherano gli oblo', poi si spruzza una mano di Interior Green USA Gunze H-58, leggermente schiarito (ricordo che il Baltimore e' un aereo americano).La prima schiaritura si realizza ad aerografo con il colore schiarito con del giallo. (foto 13) (foto 13 bis)
Ora si applica un lavaggio pesante su tutti gli interni con una miscela verde scurissimo ad olio, allungata con diluente Humbrol. Dopo qualche minuto d'attesa, con un pennello bagnato nel medesimo diluente, si asporta il lavaggio dal centro dei pannelli e dalle zone che dovranno essere evidenziate. (foto 14)
Un giorno d'attesa per far asciugare il lavaggio ad olio, e si stende ora una mano di trasparente opaco ad aerografo. (foto 15)
Ancora qualche ora d'attesa e si inizia il lavoro di lumeggiatura, fatto con colori Humbrol; si tratta di un lavoro di precisione, dove bisogna evidenziare tutti i rilievi evitando sbavature e ritoccando anche le zone in ombra per creare contorni netti. (foto 16)
Tutti i piccoli particolari sono dipinti con gli acrilici Valleyo, ottimi
per evidenziare i microscopici particolari della scala 1:72. (foto 17,18,19,20,21)

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Foto 13

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Foto 13 bis

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Foto 14

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Foto 15
                                     
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Foto 16

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Foto 17

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Foto 18

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Foto 19

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Foto 20

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Foto 21

Carrelli e vani: Come gia' detto in precedenza, le gambe del carrello sono poco definite e i collari di rinforzo sono stati rifatti con strisce di alluminio adesivo. Il fondo e le pareti dei vani sono dettagliati con profili in plasticard. (foto 22)
Tutti i pistoni di retrazione e i portelli sono stati affinati o ricostruiti.
Terminato il dettaglio, i vani sono colorati in Zinc Cromate Yellow Tamiya XF4, poi un lavaggio con Terra di Siena Bruciata e nero ed un drybrush con Humbrol Matt Yellow 154 completano i vani.
Le gambe del carrello e i cerchioni delle ruote sono in alluminio opaco, evidenziate con i soliti lavaggi e pennello asciutto. (foto 23, 24)

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Foto 22

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 Foto 23

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Foto 24

Motori: Quelli in resina forniti dal kit sono irreali, cosi' li ho sostituiti con gli ottimi Wrigth Cylone 2600 dell'Aires. Per prima cosa bisogna allargare con una punta del diametro adatto i fori sul corpo motore che ospiteranno i cilindri, per consentire un perfetto incastro e un corretto diametro della stella dei cilindri. La complessita' dei motori e' tale che ho dovuto dipingere i pezzi prima del montaggio. Il carter motore e' in grigio scuro, i cilindri nero opaco e le testate in alluminio, lavaggi e drybrush completeranno i pezzi. (foto 25)
Assemblati i due motori si aggiungono la corona di distribuzione dei fili delle candele, le aste delle punterie, ed alcuni cavetti in filo di rame. Nel motore che rimane a vista sono stati aggiunti inoltre i tubi di scarico e alimentazione di ogni cilindro, fatti in filo di stagno da 0,5 e le due corone di fissaggio dei portelloni delle nache motori, ottenute stirando a caldo un profilo in plasticard da 1 mm. (foto 26) Terminati i motori bisogna assottigliare dall'interno la naca di sinistra per inserire il motore. Il secondo motore andra' appoggiato sulla corona dei flabelli precedentemente separati. (foto 27)

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Foto 25

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Foto 26

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Foto 27

Ali e superfici mobili: Tutte le superfici mobili tranne gli alettoni sono stati separati con un seghetto a lama fine JLC. La parte mancante dei flap, del timone, le cerniere d'articolazione sono ricostruite in scratch. (foto 28)
Lo spessore dei bordi d'uscita alari e' eccessivo, quindi va assottigliato dall'interno. (foto29)
Bisogna anche preparare le nache motori, provando il loro assemblaggio a secco e aggiungendo i tubi di scarico che si intravedono sotto i flabelli. (foto 30)
Due grossi perni in plasticard sono fissati in ogni semiala per ottenere un solido fissaggio delle ali.

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Foto 28

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Foto 29

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Foto 30

Fusoliera: Il problema principale e' dovuto all'inserto centrale con la sede della torretta, la scatola prevede i diversi tipi di torretta montati secondo le versioni, il guaio e' che questi inserti non combaciano assolutamente!
Un lungo lavoro con lime, plasticard e colla cianoacrilica risolvera' il problema, inutile dire che gran parte delle pannellature della fusoliera centrale scompariranno. (foto 31,32)
Ora e' il momento di chiudere le due semifusoliere, ma prima bisogna fare i fori per i perni delle ali e incollare alcune strisce di plasticard all'interno delle zone di giunzione delle semifusoliere per facilitare l'incollaggio e l'allineamento delle parti.
La reincisione e' stata anche l'occasione per aggiungere alcune pannellature e toglierne altre, specialmente sulle cofanature motore, su queste parti la Special Hobby ha seguito i piani in scala di Warpaint, sicuramente errati in molte linee di pannellature; basta osservare qualche foto con attenzione per notare che le nache sono divise solo in 3 grandi portelloni e che molte linee sono assenti sul modello. Gli Short Run hanno generalmente una plastica morbida e per reincidere penso che una punta metallica o un ago lavori meglio del classico incisore Tamiya, che tende a saltare.
(foto 33) Dopo avere inciso si puo' passare un velo di colla Tamiya tappo verde all'interno delle linee per sciogliere le bave della plastica.(foto 34) (34 bis)
Terminato il montaggio e la reincisione della fusoliera, con una micropunta da 0,2 si aggiungono alcune linee di rivetti, ma senza esagerare, anche se oggi sembra molto di moda rivettare tutte le linee dei pannelli; io penso che specialmente nella scala 1:72, sia sufficiente rivettare i pannelli che sono smontabili e quelli delle giunzioni piu' importanti dell'aereo. (foto 35)

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Foto 31

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Foto 32

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Foto 33

 

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Foto 34

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Foto 34 bis

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Foto 35

Trasparenti: Per aprire i numerosi portelli del modello ho dovuto termoformarne la capottina del pilota e tutto il muso. Il tettuccio del pilota e' stato diviso in 3 parti: portello superiore, portello laterale e parte fissa. Prima del montaggio della parte fissa, con un pezzo di stagnola per alimenti ho simulato il telo di protezione del cruscotto. Tutti i portelli apribili sono stati dettagliati con le loro strutture interne in plasticard e con le tendine parasole sempre in pellicola d'alluminio. (foto 36)
Il trasparente del muso e' stato tagliato in 5 parti e montarlo per bene non e' stato per niente facile.
Prima di tutto si monta sulle fiancate la parte fissa tra la bolla e il portello apribile, poi s'incolla la bolla anteriore, rifinita all'interno con scatole e cavetti. (foto 37)
Il montaggio dei trasparenti e' fatto con colla cianoacrilica, che permette un fissaggio solido, con un po' d'attenzione non ci sono problemi, dato che le varie parti del muso sono termoformate.
Per prima cosa si infiltra con un pennellino del colore Humbrol 159 (interior green) nelle giunzioni dei vari pezzi per evitare che il colore dello stucco traspaia dall'interno; quando il colore e' asciutto con un pennello si colmano le fessure con stucco Mo-Lak diluito con la nitro. (foto 38)
In seguito si mascherano i trasparenti e si carteggia delicatamente, (foto 39) una successiva mano di colore Humbrol permettera' di scoprire ed eliminare gli ultimi difetti. (foto 40)

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Foto 39

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Foto 40

Montaggio finale: Ora e' il momento di montare ali e piani di coda, la giunzione delle ali e' pessima e bisogna inserire spessori di plastica per colmare le fessure e avere un corretto allineamento delle ali. (foto 41)
Gli spessori sono stati letteralmente "affogati" nella colla cianoacrilica e poi carteggiati, la solita reincisione completa il montaggio delle ali. Ora si montano piani di coda, timone e flap e su tutto il modello sono stati aggiunti piccoli dettagli mancanti, come gli scalini per l'accesso del mitragliere in torretta, un vero acrobata!! Altri dettagli sono il supporto del radiogoniometro, alcuni sfoghi sulle gondole motori e due spessori tra le prese d’aria e le loro carenature sulle gondole, necessari per dare alle prese d’aria la giusta lunghezza. (foto 42)
Dopo avere mascherato tutti i trasparenti, i vani dell'abitacolo e i carrelli, si spruzza un'ultima mano di interior green Gunze per evitare che il grigio di fondo possa trasparire dalle giunzioni delle parti vetrate.  (foto43)
Nella  seconda parte dell'articolo tratteremo le varie fasi della colorazione e dell'ambientazione.

 

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Fine prima Parte - Buon Modellismo da Andrea Vignocchi