V.B.M. FRECCIA Esercito Italiano da kit Royal Model in scala 1:35

Andrea Pellandra ogni volta ci delizia con riproduzioni di soggetti del nostro Esercito Italiano anche autocostruiti o da kits di serie limitata o difficile reperibilità. Questa volta ci propone il Freccia della Oto Melara attualmente in servizio nel nostro Esercito.

Modello, Testo e foto di Andrea Pellandra, foto di riferimento di pubblico reperimento sul Web ogni diritto degli autori riservato

Questo è un modello, che da circa un annetto tenevo in armadio, in attesa di avere immagini appropriate e un po’ di ispirazione per costruirlo.

Parto facendo una considerazione finale: Non è un modello semplice da montare, ci sono tante problematiche da risolvere, per cui bisogna perderci tanto tempo ed avere molta pazienza. Sono stato varie volte sconsigliato nell’acquisto, per via delle considerazioni di cui sopra e per il prezzo, non proprio economico. Per cui lo sconsiglio a chi vuole prenderlo per “ provare a farlo”.

Io, personalmente, mi sono molto divertito nel realizzarlo, nonostante ci abbia passato notti insonni, credo che alla fine ne sia uscito qualcosa di carino.

Il modello viene venduto in una scatola molto resistente, con una bellissima immagine stampata, che rende il tutto molto accattivante. All’interno i pezzi sono contenuti in vari sacchetti, divisi per sezione. Ogni sezione corrisponde ad un foglio ( per un totale di 4 fogli), in cui sono visualizzati i pezzi numerati.

Scordatevi di trovare i numeri stampati sulle varie sprue, per cui tutti i pezzi devono essere cercati visivamente.

Poi vi è una busta contenete le fotoincisioni, che sono veramente tante e ben fatte ( tranne un paio di cui dirò più avanti), un foglio decals ed un bel libretto, contenente le istruzioni per il montaggio, un planing per la colorazione, varie foto del mezzo reale nelle sue parti principali ed una parte finale dove sono elencate le caratteristiche del mezzo.

Tutti i pezzi sono in resina.

Il mezzo in questione è una delle prime versioni create, non differiscono in molto dall’attuale, se non per la distribuzione delle antenne, soprattutto per quelli delle nuove forze NEK, e dallo spostamento della lama trancia cavi, dalla parte superiore della torretta alla piastra inclinata anteriore sinistra della torretta. Questo perché a lama rialzata, interferisce con il brandeggio della MG da 7,62.

Il libretto istruzioni è formato da varie pagine, in cui sono presenti le immagini, numerate, delle fasi di montaggio. Troverete quindi la parte di modello nel riquadro, con i numeri dei pezzi corrispondenti, li cercherete sul foglio relativo al sacchetto, ed una volta trovato lo utilizzerete. Io consiglio di avere un tavolo abbastanza spazioso, in cui mettere in ordine i pezzi, divisi per foglio di riferimento e da li ogni volta prelevarli, visto che andranno cercati a vista (in quanto le sprue non sono numerate ed i pochi numeri presenti, non corrispondono a quelli dei pezzi dei fogli, quindi cercarli ogni volta in mezzo al mucchio, richiederebbe troppo tempo). Inoltre le istruzioni, non sono così intuitive e conviene prima studiarle bene, per capire quale pezzo montare prima e non fare confusione poi.

ASSEMBLAGGIO

Le istruzioni partono con il mezzo a scafo già montato, per cui inizieremo senza un aiuto.

Le prime parti dell' assemblaggio, mostrano subito qualche difficoltà. La parte sopra e sotto non combaciano (quella sopra risulta leggermente bombata e di poco più larga dell’inferiore), questo comporta un bordo eccessivo, che andrà carteggiato, per portarlo il più possibile a livello.

Nel punto d’unione delle due parti, andrà poi incollata una lunga listella in fotoincisione. Consiglio anche di stuccare le mancanze di resina lungo il bordo, in quanto imperfetto, in modo di avere una buona base per la fotoincisione.


Successivamente dovremo incollare il supporto per il portellone posteriore del mezzo. Il pezzo non è fatto male, ma il suo alloggiamento si. Tutto deve essere fresato, per consentirne l’inserimento.

Una volta fatto questo, dovremo, lavorare sul bordo superiore (del supporto del portellone) e sul bordo della parte superiore del mezzo. La parte orizzontale superiore, infatti risulta concava e i due bordi non combaceranno. Lasciando una luce di circa mezzo cm.

Per risolvere questo grosso handicap, ho incollato le due parti (superiore ed inferiore dello scafo), con quanta più colla potevo (limare tutti i bordi cercando di ottenere la maggior superficie di contatto possibile), poi una volta ottenuta l’unione, ho inserito, spingendoli all’interno, dei tappi di protezione degli aghi da siringa da 2,5 ml, tagliandoli in misura tale da spingere il tetto dello scafo verso l’alto e portarlo a livello del bordo della paratia posteriore.

Fatto questo, andrà carteggiato il bordo per correggere eventuali imperfezioni.

Tutta la parte delle sospensioni e della trasmissione si assemblerà senza troppe difficoltà una volta capito l’ordine ed il verso in cui inserire i pezzi. Sugli ammortizzatori, noterete delle imperfezioni, come bordi eccessivi e fori (bolle d’aria nella resina) che andranno corretti, ma roba da poco conto rispetto ai lavori precedenti.

Gli alloggi per le sospensioni, andranno o rettificati o rifatti di sana pianta, in quanto inesistenti ( foto 8, 8a ). Ho cercato di prestare la massima attenzione, perchè questo rischia di compromettere l’adesione a terra delle ruote.

Credevo di aver infatti commesso qualche piccolo errore, anche di frazioni di millimetro, invece una volta ultimato il modello e montate le ruote, con mio grande stupore, tutte battevano perfettamente a terra.

Si comincia quindi con l’inserimento dei vari pezzi di dettaglio in fotoincisione e dei vari pezzi dello scafo in resina.

Tutto bene e tranquillo, fin che non si arriva a montare le griglie sul profilo superiore destro della parte anteriore del mezzo, profilo che corre anche sulla griglia laterale del vano motore dove ci sono gli scarichi dei fumi.

La griglia, lunga e stretta è però troppo larga, e va a sovrapporsi ai vari rivetti sulla corazza. Tagliarli e spostarli più in basso è un operazione rischiosa per cui ho optato per usare il DREMEL, fresare tutta la lunghezza del bordo, e poi con una fresa a punta sferica, creare degli scassi in corrispondenza dei rivetti in modo da preservare il tutto. Facendo questa operazione ci si accorgerà ( almeno nel mio caso) che la griglia degli scarichi, si sfalda a guardarla. Le lamelle che la compongono infatti, per la maggior parte non sono attaccate allo scafo e tenderanno a sbriciolarsi sempre di più ( già ne mancava una parte appena tolta dall’imballaggio). Più avanti mostrerò come ho risolto il problema.

Successivamente, si dovrà lavorare sulle protezioni ai fari anteriori.

Sono costituiti da fotoincisioni, che vanno piegate con apposita dima, presente nei pezzi in resina. Per trovare la “quadra “ ho impiegato tre giorni. Questa Parte è composta da due pezzi, uno grande, tipo una scatola, ed un pezzo più piccolo, che va sagomato e posto sul bordo anteriore di quello grande. Il problema è che quest’ultimo pezzo risulta più corto di quel che dovrebbe essere. 

Alla fine ho limato il bordo di appoggio del pezzo posteriore, quello più grande, per ridurne l’altezza, poi risagomandolo usando la dima apposita e adattando la sottile striscia che va posta anteriormente sono riuscito a completarlo, dandogli una forma ed una verticalizzazione accettabile.

I successivi passaggi per il montaggio delle fotoincisioni non creano grossi problemi. I vari rivetti usati per completare quelli mancanti sono stati ricostruiti con del plasticard ottagonale. Non ho usato quelli forniti in resina perché avrei impiegato molto più tempo.

Nella parte anteriore del mezzo, sulla prua, dopo aver inserito la piastra in fotoincisione ed aver completato i fari anteriori, deve essere posto l'anti sdrucciolo. Per farlo ho usato dello stucco in pasta della Tamiya e l'ho picchiettato finemente con un pennello piatto, rovinato, a setole dure.

La scala per la salita e discesa dal mezzo è stata preparata a parte perché ancora dovevo decidere se fare un mezzo fermo o un mezzo dinamico. Il montaggio non è chiarissimo e mi sono dovuto avvalere di foto trovate in rete per capirne il verso corretto.

Ora passiamo al pezzo che mi ha fatto più lavorare in assoluto. La griglia dello scarico motore.

Come detto in precedenza le sottili traverse si stavano rompendo tutte.

In un primo momento le ho tolte fresandole, poi ho cercato di ricostruirle con del plasticard piatto, sottilissimo.

Il risultato però non mi soddisfaceva. Ho chiesto quindi consiglio ad un collega modellista, che mi ha fornito il contatto di una persona che aveva lavorato sul master. Una volta contattato e spiegatogli il problema, (ho trovato una persona gentilissima che i ha fornito dei consigli preziosissimi), mi ha fornito una griglia in fotoincisione per ricreare quella mancante.

Una volta arrivatomi il pezzo, ho completamente scavato l'alloggiamento di un millimetro buono e risagomato i bordi.

Poi le lamelle della griglia sono state spessorate con del plasticard piatto da 0,25 mm in modo da dargli volume. Fatto ciò, il pezzo è stato inserito nello scasso precedentemente lavorato e pareggiato. Devo dire che il pezzo in fotoincisione spessorato, rende la parte veramente interessante rispetto alla precedente griglia, le cui lamelle erano secondo me troppo sottili e delicate.

Passiamo ora alla torretta:

I problemi di assemblaggio dei due pezzi principali che la compongono non ci sono, tutto fila liscio, basta solo stuccare e carteggiare. Anche la posa delle decine di fotoincisioni, procede più o meno velocemente avendo come riferimento le istruzioni ed immagini più dettagliate del mezzo vero. Ho però avuto 4 inconvenienti su cui sono dovuto intervenire, dei quali, uno, non dipendeva da me. Partiamo da quest'ultimo, mancava il pezzo relativo agli iposcopi del puntatore.

Per cui ho contattato la Royal Model e gentilissimi in un paio di giorni me ne hanno fatto recapitare uno nuovo.

In ordine: i canestri posteriori. Sono composti da tubi in resina, che scorrono tutto attorno alla torretta nella parte posteriore completati da pezzi in fotoincisione. Provando a secco il posizionamento, ho notato che la parte che doveva arrivare in appoggio alla torretta e quella che si doveva inserire sul supporto in fotoincisione, non terminavano nei punti giusti, inoltre i fori di inserimento sulla torretta risultavano sottodimensionati e obliterati. Per l'assemblaggio ho dovuto, forare ed allargare i fori, eseguire uno scasso nell'angolo della torretta in cui inserire la lamina di fotoincisione del supporto ed incollare prima questa.

Poi inserire la prima porzione dei tubi e una volta solidificata la colla, li si forza, piegandoli, per poi inserirli nei relativi fori del supporto. Questa operazione deve essere eseguita da entrambi i lati, poi si inserisce la parte centrale limando un pelo le due estremità, perché risulta leggermente sovradimensionata. Successivamente andranno montate le griglie dei canestri nella parte inferire e le varie piastre sui bordi che si alloggeranno così alla perfezione.

Poi, le botole della torretta, nelle istruzioni vengono montate in posizione verticale, quindi aperte. Non avendo figurini da inserire, avrei avuto due buchi vuoti, poco belli da vedere, quindi ho deciso di metterle in chiusura.

Ma, sono troppo grandi, sovradimensionate e non entrano nello spazio a semiluna creato dagli iposcopi e tutte le protezioni che gli stanno attorno (una lamina di fotoincisione che le contorna per tutta la circonferenza).

Ho risolto il problema fresandone la circonferenza esterna (delle botole), fino al segno della guarnizione. Così facendo le botole vanno ad incastrarsi perfettamente ed esteticamente fanno la loro bella figura.

Ultimo problema, la canna. Nella scatola vengono fornite due canne per la 25 mm. Tutte e due sono piegate e una delle due fornite, pure con dei difetti di stampa

Scartata la seconda mi sono concentrato sulla prima, per risolvere quella fastidiosa curvatura. Ho chiesto consiglio ad un collega modellista per lavorare la resina. Le alternative erano due, scaldarla con acqua calda od un asciuga capelli. Ho provato con acqua calda, bollente, ma non ho ottenuto nessun risultato. L'asciuga capelli non ce l'ho, perché mi manca la materia prima per poterlo usare (i capelli). Modellando nel tempo libero in un ambulatorio veterinario, in quel momento, avevo una tartaruga che tenevo sotto lampada ad UV. Ho sfruttato quest'ultima perché scalda veramente tanto. Scaldando la canna dopo averla legata ad un supporto metallico retto ho così ottenuto dei buoni miglioramenti nel suo assetto. Il Problema è che dopo 48 ore la canna si è ripiegata. Per ottenere dei miglioramenti significativi e stabili, ho dovuto ripetere il procedimento per tre volte. Il risultato non è perfetto, ma più di così non sono riuscito a fare, il difetto si nota solo guardando il mezzo da molto vicino.

Per quanto riguarda tutte le altre parti della torretta, non ci sono problemi particolari, basta solo dettagliarle con qualche filo di rame, aggiungere i cavetti dei lancia fumogeni ed usare i tubini forniti per i collegamenti alle antenne.

Negli pneumatici l' unico intervento fatto è stato l'approfondimento del foro per l'inserimento sulla sospensione, perché è poco profondo e la ruota una volta inserita ( ho fatto prima delle prove a secco) esce dal mezzo di quasi due millimetri.

COLORAZIONE

Ho usato i tre colori NATO della TAMYIA, come base ed il verde oliva, il nero opaco ed il marroncino, a seconda della posizione. Il verde oliva ed il nero ( che sono più scuri), li ho usati nella parte bassa dello scafo, sopra ho usato il verde NATO ed il nero NATO, progressivamente schiariti nelle parti alte del mezzo. Per il marrone, ho usato quello NATO della Tamiya e successivamente l’ho schiarito con il marroncino e del bianco ad olio.

La modulazione è stata eseguita schiarendo i vari colori o utilizzando altri colori analoghi ma più chiari o del bianco.

Gli pneumatici invece sono stati colorati con nero NATO e nero opaco sul cerchione, poi lavorato schiarendo i relativi colori con grigio di varie tonalità.

INVECCHIAMENTO e SPORCATURA

A parte il dettaglio di qualche piccola parte e la marcatura dei bordi con una matita morbida non ho eseguito invecchiamento, i mezzi in uso e quelli visionati nelle immagini, non mostrano grossi segni d'usura, per cui mi sono concentrato sulla sporcatura. Il mezzo in se non è brutto, ma vederlo colorato e solamente modulato appare un po’ monotono. Ho preso come esempio una manciata di immagini del mezzo in addestramento a Monte Romano ed ho mixato un po’ le cose. Mi piaceva il contrasto della polvere e terra secca con il fango fresco ed ho così iniziato a lavorarci sopra. Ho iniziato con l' evidenziare la pannellatura e tutti i rivetti con i soliti lavaggi poi ad impolverare il mezzo partendo dagli strati più leggeri con dei pigmenti a smalto ed in polvere, usando diversi toni di polvere molto chiara, fino a marroni molto scuri, per differenziare le zone secche da quelle più umide. Sui lati dello scafo, inizialmenteho utilizzato dei colori acrilici lavabili, sabbia chiaro e marrone terra, per differenziare l’umidità e poi per amalgamare il tutto li ho mescolati. Questi sono stati distribuiti ad aerografo e poi lavorati con un pennello a setole dure bagnato con acqua. Ho così creato graffi, aree di colore parzialmente lavato e un leggero effetto a scaglie di tartaruga. Nella parte posteriore e sopra la torretta ho utilizzato sempre gli stessi colori lavabili, ma diluiti moltissimo ed ho marcato ed opacizzato soprattutto la parte inclinata anteriore dello scafo e la parte alta della torretta.

Ho cercato di evidenziare anche le colature di polvere su tutte le parti verticali e inclinate.

Per enfatizzare l'effetto polvere ho successivamente marcato con dei pigmenti ( con tonalità differenti) alcune aree.

L'effetto fango e schizzi sono stati creati con i prodotti MIG ed AK mescolati con polveri, per aumentarne la consistenza e dare l'aspetto dei grumi di fango che successivamente si attaccano alla carrozzeria, in particolare sulla parte bassa del mezzo. Per creare i grumi e renderli saldi, durante la mescola degli smalti e delle polveri ho aggiunto un po’ di vinavil. Anche in questo caso sono state utilizzate diverse tonalità di marrone, modulate poi con altri toni in polvere. Per distribuire il tutto ho utilizzato un vecchio spazzolino ed un pennello a setole rigide vecchio. Poi a piccoli tocchi o spruzzandolo facendo scorrere il dito sulle setole li ho applicato in più passaggi per differenziare lo spessore nelle varie zone. Per creare grumi più consistenti, ho semplicemente messo più polvere , la pasta ottenuta l'ho poi applicata con una spatolina minuscola o con un pennello tondo rovinato.

In fine, ho utilizzato il prodotto “ effetto umido”, per bagnare le zone di fango più scuro creando un effetto bagnato più realistico, soprattutto nella parte destra che sulla basetta risulterà inclinata dentro la carrata creata nel fango dal peso del mezzo.

Il modello ultimato è stato poi sistemato su un taglierino per salumi, comprato all’Ikea. Dopo aver disegnato a matita una base, dove andrà applicata la terra e disegnato i limiti del mezzo, ho scavato sul lato destro un solco profondo 1,5 cm. Con della terra macinata fine, acqua e vinavil ho creato un impasto che ho poi steso sul taglierino, seguendo i contorni disegnati. La base ottenuta è stata poi colorata con aerografo, in vari toni di colore sabbia e marroni, poi come per il mezzo, ho usato i pigmenti e smalti MIG ed AK per creare l'effetto fango umido e bagnato.

Finalmente ho finito il mio FRECCIA, e ne sono veramente soddisfatto. Ci sarebbe da migliorare alcuni dettagli, magari con una canna in metallo per rendere il tutto veramente perfetto.

Spero di aver tolto, a chi aveva intenzione di combattere con questo modello, diversi dubbi. Ma il miglior consiglio e’ senz’altro…… “ abbiate molta pazienza”!

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