Blindo Centauro del Rgt. "Genova Cavalleria" (4°) – Kosovo dicembre 2000 - da kit Trumpeter scala 1/35 ITEM No.: 01564

centauro genovaPer l'arma di Cavalleria dell'E.I., la Centauro indubbiamente è stata ed è qualcosa di più di un semplice mezzo in dotazione: la Trumpeter rende un ulteriore omaggio a questa grossa blindo con una nuova confezione, ancora dedicata alla seconda serie, caratterizzata ora dall'aggiunta dei pezzi per le scudature laterali. Una ottima possibilità di riprodurre con questo buon kit cinese, un mezzo di Genova in missione di pace nei Balcani.

Testo e foto di Gabriele Luciani

centauro genova

Dopo la "riforma" del 1975, molti dei reparti della Cavalleria avevano perso alcune delle loro peculiarità operative tipiche dell'arma d'appartenenza, conservando sempre le loro tradizioni araldiche e uniformologiche, divenute spesso però dei meri "particolari", che li distinguevano, unicamente sul piano delle formalità, dagli altri reparti meccanizzati e corazzati dell'E.I. . Sempre nel 1975 quattro reggimenti erano  contratti a gruppo squadroni, solo con componenti meccanizzate o carriste : Genova (4°) perdeva la componente carri (erano i Krauss Maffei Leopard 1A1) con la quale venne costituito un nuovo reparto Treviso (28°) , divenendo gruppo squadroni meccanizzato, rimanendo con una dotazione di soli trasporto truppe M.113 (poi nel 1984 sostituiti dai V.C.C. 2) e con i porta mortai da 120 mm M 106. Stessa sorte per Piemonte (2°) i cui carri vennero usati per costituire Firenze (9°) ed anche Montebello (8°) perse i suoi M 47 per divenire meccanizzato dapprima sugli M113 e poi sui V.C.C.1 "Camillino"; Novara (5°) rimase sui Leopard fino al maggio del 1993 quando ricevette le prime Centauro. Gli altri reparti come Nizza (1°), Savoia (3°), Aosta (6°) Milano (7°), Saluzzo (12°) Lodi (15°), Le Guide (19°)  come armamento principale continuarono ad avere i sempre più obsoleti carri M.47 che venivano progressivamente sostituiti dai Leopard 1A2 di produzione OTO Melara a partire dalle Guide che li ricevette dal 1977 e per finire con Savoia che ebbe i Leopard addirittura nel 1990; anche Saluzzo (12°) nel 1986 perse i suoi Leopard mentre lo squadrone di Alessandria (14°) con i suoi M 113 sopravvisse solo sino 1979 e tutti i reparti dell'arma di Cavalleria, ad eccezione di un plotone esplorante di Lodi impiegato nella seconda missione di pace in Libano nel 1983 con due autoblindo AUBL 74 (6616 BM) e cinque trasporto truppe VBL 6614, conducevano una monotona vita di guarnigione tesa all'addestramento (spesso con scarsi risultati...) dei militari di leva per la difesa della fatidica "soglia di Gorizia"...Già all'inizio degli anni 80 però, si incominciò a percepire che le esigenze di difesa del territorio nazionale da una invasione delle truppe del Patto di Varsavia non potevano essere ancorate ad una difesa statica inchiodata nel solo Friuli ma si dovevano preventivare altri scenari come quelli di un contrasto a sbarchi aerei o navali in altre regioni italiane. Inoltre non si poteva pensare di utilizzare validamente i vetusti e numerosi carri M 47 (i primi esemplari di questi corazzati erano entrati in servizio in Italia ormai dall'ottobre 1952 !) che ancora erano in linea tanto che la loro sostituzione era oramai divenuta improrogabile, ed alcuni M.47 venivano radiati già nel 1986. Queste due esigenze (adozione di un mezzo altamente mobile e sostituzione degli M 47) portarono alla realizzazione della blindo Centauro che teneva conto anche di alcune esperienze operative straniere: il motore infatti posto sulla parte anteriore del mezzo non può non richiamare alla mente l'analoga dislocazione del carro istraeliano Merkava, studiata per una maggiore protezione dell'equipaggio del mezzo dal fuoco avversario. L'armamento principale della nuova blindo inoltre era di tutto rispetto trattandosi di un cannone da 105 mm (addirittura superiore a quello dell'M.47 ) analogo a quello dei Leopard e degli M 60 A 1 dell'E.I. e le dimensioni laterali erano veramente imponenti. Si prevedeva a fine anni 80 quindi di dotare con questo mezzo i vari reparti di Cavalleria per rivitalizzarli con il ritorno al ruolo esplorante e contro carri: la caduta del muro di Berlino nel 1989 però cambiò in parte questa previsione... Il primo reparto a ricevere le nuove blindo furono ufficialmente Le Guide (19°) il 24.6.1992 presto seguite da Firenze (9°) mentre  Milano (7°), Saluzzo (12°), Treviso (28°) non ricevettero le nuove blindo e cessarono di esistere fra il 1989 ed il 1991.  Genova (4°) di stanza a Palmanova (Palmatraz per chi come me c'è stato...)  nel 1993 fu trasferito dalla caserma napoleonica "Durli" alla Caserma Ederle e venne riconfigurato al livello di Reggimento ricevendo le Centauro; nello stesso anno Savoia (3°)  e Novara (5°) affiancarono ai loro Leopard le prime Centauro per poi rimanere solo sulle blindo, Montebello (8°) non solo ricevette le nuove blindo ma su subito impiegato come Firenze (9°) in Somalia . Nizza (1°) ricevette le Centauro nell'aprile del 1995 come Lodi (15°) che fece in tempo ad "assaggiare" le Centauro ma venne chiuso nell'ottobre nel 1995 con le sue blindo versate poi alle Guide (19°).  Due reparti di Cavalleria vennero dislocati finalmente nel meridione: Aosta addirittura si spostò a Palermo, le Guide a Persano in provincia di Salerno. Montebello restava nella sua sede storica di Roma e reparti di addestramento come l'R.S.T.A., le Scuola di Cesano e di Lecce, ricevevano anche loro le nuove blindo. Savoia (3°) a metà anni 90 in pratica, dopo essere stato per anni di stanza nel Trentino, venne chiuso e Firenze (9°) cambiò denominazione in Savoia (3°), rimanendo ancora oggi sempre nella sede di Grosseto.

centauro da sopra

Dopo l'arrivo della prima serie di Centauro (100 blindo) , il mutamento degli scenari internazionali e la sempre maggiore partecipazione dell'Italia a missioni di peace keeping, hanno visto protagonisti tutti i reparti dell'arma di Cavalleria, senza soluzione di continuità ed a rotazione, nei vari dispiegamenti all'estero, iniziando con il cruento impegno in Somalia protrattosi dal dicembre 1992 sino al marzo del 1994, una difficile missione dove fra gli altri trovò la morte un capo blindo di Montebello, il S.ten. cpl. Andrea Millevoi. In questo tipo di interventi, caratterizzati anche dalla necessità di effettuare lunghe missioni di scorta e pattugliamento, i reparti dell'arma di Cavalleria con la Centauro hanno trovato un proficuo impegno che ha evidenziato però la necessità di alcune migliorie della protezione dello scafo e della torretta della stessa blindo. Alcune macchine della prima serie (ad esempio alcune di Firenze in Somalia) ricevettero una corazzatura modulare reattiva Romor estesa sui fianchi e sulla torretta, oltre a delle protezioni laterali sulle ruote posteriori (3° e 4° asse) mentre gli esemplari del secondo lotto di produzione (blindo che vanno dal 101 al 250 esemplare) furono dotati di pannellature scudate in torretta. A delle blindo della seconda serie, sulle fiancate furono poi aggiunte delle ulteriori piastre analoghe ma non identiche alle precedenti ed estese anche al posteriore del mezzo. Centauro con questo tipo di protezione passiva furono assegnate a rgt. Genova che alla fine del 2000 venne inviato nuovamente fuori sede in Kosovo (operazione KFOR). Presso il 3° squadrone di Genova nello stesso periodo, prestava servizio l'allora capitano Paolo Fanin, un appassionato autore di libri di storia militare e di modellismo: nel numero 14 – Giugno 2001 del periodico Mezzi Corazzati, Paolo fece pubblicare diverse foto di mezzi ed uomini del suo reparto in Kosovo fra cui diverse viste di una Centauro seconda serie con le scudature sui fianchi e sul posteriore, oltre ad una tettoia realizzata artigianalmente dai Dragoni per ripararsi dalla pioggia quando il mezzo è fermo, nel corso degli estenuanti turni di guardia, ad esempio nei pressi di un posto di blocco. Queste foto e la recente uscita del kit Trumpeter in scala 1/35 della Centauro seconda serie sono stati per me due ottimi incentivi per realizzare un altro modello di un mezzo del mio reggimento.

 

Nel modellismo la Centauro, a differenza di tanti altri mezzi e velivoli di produzione italiana, ha ricevuto un...buon trattamento ! Il primo kit, in resina ed in scala 1/35, inerente uno dei primi 100 mezzi prodotti, fu prodotto da una firma artigianale, la Model System Trade di Lorenzo Zama, nel 1994: alla realizzazione del modello ebbi modo di contribuire anche io con delle foto che scattai qui a Lecce (alcuni esemplari della prima serie della blindo vennero infatti assegnati anche alla allora Scuola truppe corazzate di Lecce), foto poi passate a Gian Luca Cocchi che, insieme ad altre di Lorenzo Zama e di alcuni militari italiani in servizio in Somalia, le utilizzò nel 1993 sulla sua monografia sulla Centauro e sul kit della Model System Trade. La prima produzione di questo kit era caratterizzata dalla parte inferiore dello scafo in plastica vac-u-form; successivamente anche questa parte venne realizzata in resina. Il Notiziario del Gruppo Modellistico Trentino si interessò di questo modello e della Centauro con due articoli pubblicati sui numeri 2 (parte tecnico-storica) e 3 (costruzione del kit) del 1995 ( come pure il Notiziario IPMS nel numero 3/1995). La vita della Model System Trade non fu molto lunga e questo stampo, insieme agli altri della stessa firma, incominciò una serie di peregrinazioni: alcuni vennero ripresi inalterati, altri con modifiche, fatto sta che alla fine degli anni 90, comparve sul mercato italiano il secondo kit della Centauro, sempre per la prima serie, in resina ed in scala 1/35, ma ora anche con parti foto incise ed in rame, sotto il marchio "Corazzati" gestito da Gian Luca Cocchi. Nel 2000 fu la volta di Model Victoria con due pregevoli modelli in resina (sono ancora oggi in catalogo), in scala 1/35,  relativi però rispettivamente ad una blindo della seconda serie ed una della terza serie (ovvero le ultime 150 prodotte per l'E.I. caratterizzate principalmente dall'allungamento dello scafo nel posteriore). Per quanto impossibile possa sembrare, il carro Ariete e la Centauro sono stati oggetto delle attenzioni della ditta cinese Trumpeter che 2005 ha prodotto in 1/35 ed in plastica iniettata il kit del primo e negli anni successivi quelli delle varie versioni della Centauro: chiaramente questi modelli in plastica, peraltro di buona qualità, grazie al loro costo d'acquisto, hanno eliminato del tutto il mercato per i kits in resina... L'ultima uscita da parte della Trumpeter, nel corso dei primi mesi del 2012, è stato il modello contrassegnato dal numero di catalogo 01564, relativo ancora una volta alla seconda serie della Centauro ma con le scudature passive laterali sulle fiancate posteriori del mezzo  (da notare che la ditta cinese usa la dizione "B 1" per la blindo, denominazione che sembra ufficialmente desueta) . Per inciso, la documentazione disponibile sulla blindo italiana è molto buona: per il settore della carta stampata ritengo di dover segnalare fra le molte pubblicazioni, la Rivista di Cavalleria, periodico dell'Associazione Nazionale Arma di Cavalleria (sodalizio che riunisce i cavalieri non in servizio attivo ) che dal 1993 ad oggi ha pubblicato in diverse occasioni e su diverse uscite foto delle Centauro dei vari reparti e delle scuole. Molto buoni anche la monografia L'esercito oggi a firma di Paolo Valpolini e i due annuari Forze di terra, tutte pubblicazioni della RN Publishing.

dietro centauro

Il modello è identico al precedente kit Trumpeter cat. no. 00386 dedicato alla Centauro seconda serie senza "normale" : la descrizione del nuovo modello è quindi analoga a quella da me già fatta in sede di recensione del kit cat. no 00386 (vedi recensione kit Trumpeter 00386) ed il nuovo kit cat.no. 01564 si caratterizza dall'aggiunta di una stampata (quella contrassegnata dalla lettera L) relativa alla riproduzione delle scudature e per un foglio decals diverso, per due blindo impiegate in due distinte missioni di pace nella ex-Jugoslavia , una delle Guide (per l'IFOR, ovvero il primo impiego in Bosnia) ed una di Genova (per KFOR). I due kit Trumpeter hanno in comune tutto il resto, ovvero i due grossi pezzi riproducenti la parte bassa dello scafo e quella superiore, le altre sette stampate (con un totale di centinaia di pezzi, molti non saranno utilizzati ed andranno ad arricchire la propria banca di ...ricambi), la lastra di fotoincisioni ed anche, purtroppo, la non eccelsa qualità e precisione del foglio decals e le otto ruote riprodotte in gomma vinilica...Questo materiale, per quanto possa essere precisa la riproduzione del battistrada (nel caso del mezzo che intendevo riprodurre i pneumatici in dotazione erano quelli usati precedentemente all'adozione dei Michelin più resistenti e con la tassellatura più marcata) non è del tutto idoneo per un modello in scala, tenuto conto che il colore delle gomme di un mezzo reale non è certo il nero semilucido del vinile medesimo e che inoltre, specie in un mezzo militare, l'usura fa assumere agli stessi pneumatici diversi gradi di colorazione ed inoltre è impossbile riprodurre l'effetto peso del mezzo reale...

ruote centauro

Tentare di conferire maggiore realismo a queste parti in gomma può essere "pericoloso" per le stesse parti in quanto le vernici che si dovrebbero adoperare per conferire alle stesse un maggiore realismo e/o i collanti per la loro fissazione ai cerchioni in plastica potrebbero interagire fra loro e con la gomma arrivando anche a lesionarla in superficie pure con spaccature molto profonde. Questa perniciosa eventualità è molto più frequente di quanto si possa credere, tenuto conto anche del numero e delle dimensioni dei pezzi in questione: meglio quindi risolvere il problema alla radice sostituendo le ruote del kit Trumpeter con uno dei sets in resina presenti sul mercato, molto più sicuri da maneggiare nel corso del montaggio e delle varie operazioni di colorazione ed invecchiamento. Per il mio kit ho usato l'ottimo set della Model Victoria cod. 0005 con ruote in resina che fra l'altro riproducono anche l'effetto peso del mezzo e ritengo che questa aggiunta sia l'unica veramente indispensabile per il modello Trumpeter. La costruzione del modello come prevista dal produttore dovrebbe procedere secondo due distinti sotto insiemi relativi rispettivamente alla parte bassa dello scafo ed alla sovrastruttura: si dovrebbe prima unire tutti gli assali, gli ammortizzatori ed i meccanismi delle ruote al grosso pezzo riproducente la parte bassa dello scafo, fare altrettanto con le componenti esterne della parte superiore della Centauro all'altra grosso pezzo riproducente appunto questa parte del mezzo ed una volta effettuate queste operazioni, unire questi due sotto insiemi in un corpo unico. Ritengo più opportuno invece procedere fin da subito ad unire i pezzi principali che compongono lo scafo senza aggiungere altro, in modo tale da poter essere più liberi nelle eventuali stuccature che potrebbero essere necessarie per eliminare i segni delle giunzioni dei vari pezzi. Nel caso di questo modello le operazioni di stuccatura fra scafo superiore e quello inferiore sono ancora più limitate perché gran parte della zona posteriore sarà coperta dalle scudature, mentre saranno proprio loro ad dover essere stuccate in alcuni punti di contatto... Inoltre è meglio posticipare l'unione delle ruote alle ultimissime fasi della costruzione per poter meglio colorare ed invecchiare gli incavi sullo scafo per le stesse ruote. Un altro aspetto da considerare, durante il distacco dai telai di stampa per evitare di romperli è lo spessore dei pezzi più piccoli, alcuni dei quali andranno pure ripuliti da sbavature come i pezzi A 13 ed A 12 inerenti la tiranteria delle ruote . Un altro sottoinsieme del kit è la grossa torretta: qui si deve porre attenzione in particolare ai minuti pezzettini che riproducono i sostegni delle scudature della torretta, a quelli inerenti le griglie delle ceste laterali e posteriore, nonché alla giunzione longitudinale dei due pezzi del cannone. Sulla volata dell'armamento principale andrà adoperato un pezzo forato della lastra foto incisa del kit che dovrà essere piegato e forzato un pochino per essere messo in sede. In buona sostanza, in generale questo kit si monta abbastanza rapidamente, senza particolari patemi d'animo, ed alla fine sembra proprio catturi molto bene forme e dimensioni della vera Centauro, specie se ci si aggiungono le ruote in resina.

mimetica centauro

Per la colorazione del modello si deve dire che la mimetica esterna delle Centauro, anche nelle operazioni al di fuori dei confini nazionali è sempre stata quella canonica in verde oliva chiaro, tipica dei mezzi italiani dal secondo dopo guerra ad oggi, con due sole eccezioni per queste blindo della Cavalleria ovvero una provvisoria ed uniforme tinta gialla sabbia per le esercitazioni in Egitto e una tinta bianca per la missione in Libano, in entrambi i casi su tutto il veicolo. La blindo delle foto di Paolo Fanin era appunto in verde oliva chiaro, tinta che da sempre è stata oggetto di varie interpretazioni da parte dei modellisti italianofili : io come più volte detto nel corso di precedenti elaborati editi su Modellismo Salento, non credo che dal 1945 ad oggi questa sia stata sempre la stessa ed inoltre ritengo necessario tener conto di tanti fattori come il costruttore del mezzo, se lo stesso è stato acquistato o meno presso il produttore da parte dell'E.I., lo stato di usura e il suo particolare impiego. Per le blindo di Genova durante la missione in Kosovo non credo proprio si sia pensato a tenerle pulite ma si sia badato unicamente alla loro efficienza operativa, ed anche se non sono state usate in cruenti fatti d'arme il loro aspetto, come d'altronde si può vedere dalle immagini, pur non presentando che delle rarissime scrostature, non è certo immacolato, anzi con la parte bassa dello scafo e le ruote abbastanza impolverate, si nota pure un certo effetto su detto sporco dovuto a piogge ed umidità.

mimetica centauro

Quindi, dopo aver steso su tutto il modello l'usuale mano di smalto grigio chiaro Testor's 1728 per evidenziare eventuali problemi delle stuccature e per dare maggior presa alla successive vernici, ho passato come pre-ombreggiatura del nero opaco sullo scarico motore, sulla grossa griglia e sulla zona anti sdrucciolo presenti sull'anteriore dello scafo, nonchè sulla parte esterna delle scudature in torretta (nella realtà, specie su quelle sul soffitto della torretta dove c'è il calpestio dell'equipaggio, la vernice verde oliva lascia trasparire il colore nero delle scudature) . Come tinta modellistica per riprodurre il verde oliva ho utilizzato l'Humbrol 108 steso in mani leggere e volutamente non uniformi lasciando trasparire parte del colore nero precedentemente steso, dapprima con il colore inalterato e poi schiarito per le zone centrali di alcune pannellature, al fine di ottenere quell'effetto di tridimensionalità che per molti modellisti è divenuto il maggiore imperativo nella costruzione dei kits in scala, però senza ricorrere poi ad ulteriori e tediose stesure di "filtri"... Uniche note di colore sono i fanali anteriori e posteriori, due piccoli anelli di colore rosso (li ho preferiti auto costruire con filo di rame sottilissimo) su un visore in torretta e il telino di copertura dello scudo del cannone , da me riprodotto in un verdino chiaro. A questo punto sono passato alla riproduzione delle insegne del mezzo come le tre scritte KFOR sui tre lati del mezzo (quelle offerte del kit sono solo due e il loro carattere nonè analogo a quelle del mezzo che stavo riproducendo) , i due "Chevron" sui lati delle scudature, il distintivo reggimentale di Genova sui due lati della scudatura del cannone, la targa anteriore (E.I. 118436) , le bandierine rosse sulle piastre anteriori laterali ho usato delle decals tratte da fogli di una ditta artigianale i cui prodotti sembrano oramai essere irreperibili; il disco ponte e le due bandierine tricolori sono decals prese dal foglio decals di uno dei kits della Centauro. Su queste blindo usate in Kosovo erano stati tolti da poco gli stanags e la traccia della presenza di questi adesivi era ancora visibile: sul modello ho quindi applicato delle mascherine con i bordi sfrangiati che ho poi tolto dopo la fase di invecchiamento della mimetica che è stato condotto per lo più con polveri Tamiya e delle economicissime terre di colorificio (nere, marroni e gialle, sono reperibili a chili per pochi Euro nelle ferramenta) per lumeggiare gli spigoli del mezzo, la parte superiore del cannone (che è quella che subisce le maggiori alterazioni sia per gli agenti atmosferici che per lo sbalzo di calore dovuto allo sparo), impolverare le parti passo dello scafo e con i Tensocrom Lifecolor nero e sabbia stesi in modo verticale sulle scudature (scritte KFOR comprese) per simulare le striature sullo sporco. Anche le ruote hanno avuto un trattamento analogo: il copertone è stato dipinto in grigio scuro con lumeggiature del battistrada in grigio chiaro; anche qui gessetti Tamiya e Tensocrom Lifecolor, terre di colorificio, passati in modo da diversificare lo stato di usura degli otto pneumatici.

lamiera

Solo a colorazione ultimata ho aggiunto le ruote e sono passato alla riproduzione della tettoia artigianale che questo mezzo aveva sulla torretta: il telaietto di sostegno è stato realizzato con filo di rame mentre l'elemento ondulato è tratto dall'ottimo set in alluminio cod. 4046 di Model Victoria celermente inviatomi da Paolo Marcuzzi. I sacchetti di sabbia che nella realtà sono impiegati per tenere ferma sulla torretta la tettoia, sono sempre della Model Victoria (sono quelli di uno dei sets di miglioria e dettaglio per il kit Italeri dell'L-6/40). La Centauro E.I. 118436 aveva sulla piastra anteriore un grosso e spesso anello fatto di filo spinato: mi ero messo ad auto costruirlo con filo di rame sottile ma dopo pochi minuti mi sono reso conto che avrei messo molte più ore di lavoro per fare questo anello che non tutto il kit della blindo ed ho preferito così lasciar perdere sperando di trovare prima o poi questo filo spinato già realizzato in scala ma non con delle piatte ed irrealistiche foto incisioni, concludendo così l'assemblaggio di questo bel kit...

sacchetti

In conclusione il modello Trumpeter, pur essendo ad oggi l'unica riproduzione in plastica iniettata della Centauro, è una concreta ed idonea realizzazione delle aspirazioni dei modellisti che dedicano le loro attenzioni alla riproduzione dei mezzi ora in dotazione all'E.I., pure quelli che come in questo caso differiscono non poco dalle "normali" versioni, un prodotto al tempo stesso accessibile dagli appassionati meno esperti ma anche ottima base di partenza per realizzazioni da primo premio . Altamente consigliato !!!

 

 

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