Semovente da 75/34 mod. 42 della S.A.P. della S.P.A - Torino, 6.5.1945 da kit Italeri scala 1/35 cat.no. 6584
Nelle convulse giornate fra il 25.4.1945 e i primi giorni del maggio successivo, diversi mezzi corazzati, alcuni appena completati dagli operai torinesi, furono impiegati dagli stessi lavoratori a difesa delle loro fabbriche. Spesso ricoperti da scritte ed emblemi vari, vennero fotografati in più occasioni: uno di questi era un semovente da 75/34 su scafo M.42 che si può riprodurre in scala 1/35 con il kit Italeri dedicato a questo blindato .
Modello , foto e testo di Gabriele Luciani
Durante la seconda guerra mondiale, i semoventi su scafo M furono fra i migliori armamenti a disposizione del Regio Esercito: dopo aver seguito l'evoluzione dei primi carri M (per la descrizione dei tipi su scafi 40 e 41 si rimanda al link http://www.modellismosalento.it/it/modelli/mezzi-militari/958-semovente-fiat-ansaldo-da-75-18-su-scafo-m-41-dell-e-i-da-kit-italeri-scala-1-35-cat-no-6214.html ),nel corso del 1942, anche per loro si passò allo scafo M 42 caratterizzato dal'adozione di un nuovo propulsore a benzina, che avrebbe fra l'altro portato ad un allungamento degli scafi e una diversa configurazione delle griglie del cofano motore. I semoventi mantenevano come armamento principale l'obice da 75/18 in attesa del cannone da 75/34 la cui adozione, che era stata già prevista per i modelli precedenti, ritardò sino all'ottobre 1942 per via del suo sviluppo. La casa produttrice, l'Ansaldo, consegnò quindi al Regio Esercito dal dicembre 1942 al luglio 1943, 190 esemplari di semoventi da 75/18 su scafo M 42 mentre la produzione di quelli da 75/34 sempre su scafo M 42, partì solo nel maggio 1943: di questi ultimi ne risultano consegnati al R.E., prima dell'8.9.1943, 60 esemplari sui 94 costruiti. Dopo l'armistizio, i tedeschi non solo si impossessarono di moltissimi di questi semoventi e di quelli su scafo M 43, usandoli spesso in combattimento come cacciacarri sul fronte italiano, ma ne commissionarono la produzione e per quelli su scafo M 42 vi fu una maggiore preferenza verso il 75/34; almeno un semovente da 75/34 ex R.E. fu recuperato nel corso del 1944 dal Gruppo Squadroni Corazzato “San Giusto” dell’Esercito Nazionale Repubblicano. A Torino, la notte fra il 25 e il 26.4.1945, molte fabbriche vennero occupate dagli operai che in molti casi completarono velocemente la costruzione di diversi dei mezzi corazzati ancora in produzione, usandoli immediatamente a difesa degli stessi impianti. Pure le maestranze della Società Piemontese Automobili , una fabbrica torinese già di proprietà della Ansaldo e divenuta come la ditta genovese una sussidiaria della F.I.A.T. , ebbero modo di impadronirsi di alcuni mezzi blindati che erano stati portati presso il loro opificio per essere riparati e riuscirono a completare , oltre ad alcuni carri M 14 ed M 15 anche un semovente da 75/34 su scafo M 42. Questi blindati vennero usati dagli operai (inquadrati nella Squadra d'Azione Partigiana della S.P.A. alle dipendenze del Comitato di Liberazione Nazionale) a difesa della propria fabbrica contro i tentativi tedeschi di applicare in occasione della loro ritirata la tattica della "terra bruciata" : all'esterno furono tutti ricoperti con vistose scritte inerenti le varie formazioni partigiane e con inequivocaboli simboli politici per evitare casi di "fuoco amico" . Terminato il conflitto , il giorno 6.5.1945 e sempre a Torino sia il semovente che molti blindati rimasti ancora nelle mani degli operai e degli altri insorti, sfilarono per le vie del capoluogo piemontese, confluendo alla fine in Piazza Vittorio Veneto: nel frattempo alcune delle scritte apposte in precedenza sugli stessi erano state cancellate , altre vennero aggiunte in momenti successivi, sorte subita anche dal 75/34 che era stato comunque finito all'esterno in un colore chiaro uniforme (con ogni probabilità l'usuale "kaki sahariano" usato dal maggio 1941 su molti corazzati del Regio Esercito). Questo semovente è stato fotografato in più occasioni fra il 26.4.1945 e il 6.5.1945 (si ignora la sorte successiva del mezzo in questione...comunque nessun semovente da 75/34 su scafo M 42 prestò servizio nel dopoguerra nell'E.I.) e quasi tutte queste immagini sono state da poco pubblicate da Paolo Crippa e Luigi Manes sulla loro monografia "Carri Armati Partigiani" edita nell'ambito della collana Witness to War (Zanica : Luca Cristini Editore,2022 ISBN 9788893278508) e sono tali da dare una visone a 360 gradi dello stesso , un ottimo spunto per riprodurlo in scala 1/35 con il kit proposto da Italeri .
Come detto all'esterno la differenza principale fra i semoventi su scafo M 40 e 41 e quelli su scafo M 42 che più si nota con immediatezza è la differente configurazione del cofano motore: nella foto quello su scafo M 41, uno degli ultimi prodotti caratterizzati dall'andamento longitudinale delle griglie .
Sullo scafo M 42 le griglie invece erano molto più grandi ed inoltre due ulteriori aperture erano state aggiunte ai due sportelli di accesso al motore; inoltre vennero modificati la cassetta posta immediatamente dietro alla destra del vano equipaggio, il carrello posteriore e il dispositivo tendi cincolgo; fu aggiunta alle marmitte una scudatura e nel corso della produzione degli scafi M 42, al posto del rullo di scorta di destre venne aggiunta una cassetta per il trasporto di fumogeni . Lo scafo rispetto ai precenti M.40 e M.41 fu allungato di 14,5 cm (in scala 1/35 sono quattro millimetri abbondanti) ; sui semoventi da 75/34 inoltre vennero allargate le due piastre oblique dietro la piastra frontale dela casamatta superiore: questo allargamento lo si nota da un piccolo particolare ovvero la presenza di tre bulloni di ritegno della stessa piastra sulle file superiori ed inferiori mentre sugli altri scafi con armamento da 75/18 ve ne erano solo due . Anche questo semovente ha attirato le attenzioni dei modellisti che si dedicano ai mezzi italiani della seconda guerra mondiale che per realizzare però un semovente su scafo M 42 dovevano ricorrere ad estesi lavori di modifica dei kits in plastica dedicati ai mezzi su scafo M 41 già presenti sul mercato (Italeri e Tamiya che si badi bene sono due stampi differenti) oppure acquistare kits o conversioni in resina: la padovana Historica Production uscì sul mercato negli anni 90 con due kits in 1/35 rispettivamente dedicati al semovente su scafo M 42 e al relativo carro comando, due buoni prodotti (completi anche nei vani equipaggio e motore) che con la cessazione delle attività della stessa ditta sono divenuti molto rari in breve tempo ; la Criel Model fino ai primi anni duemila offrì un M 15/42 mentre la MDS Trade una confersione per realizzare il semovente da 75/18, anche queste due realizzazioni oramai reperibili solo per miracolo... La torinese Brach Model ha ancora oggi in catalogo un semovente da 75/18 ed uno da 75/34 su scafo M 42, il carro comando e un M 15/42, tutti in 1/35 ma caratterizzati da una eccelsa qualità ma anche da un costo abbastanza elevato. Dal 2022 comunque, tutti queste realizzazioni in resina devono fare i conti con il kit in plastica iniettata realizzato da Italeri ed inerente al semovente da 75/18 cui è seguito in questo anno il semovente da 75/34 , nella confezione contrassegnata dal numero di catalogo 6584.
Pure questo secondo kit su scafo M 42 mantiene una delle stampate dello storico modello del semovente su scafo M 41 realizzato alla fine del 1973 dalla allora Italaerei (la ragione sociale cambiò nei primi anni ottanta per la difficoltà degli anglofoni di pronunciarla...) ovvero quella contrassegnata dalla lettera A , relativa ai rulli e delle ruote motrici e di rinvio del treno di rotolamento ( a sua volta, comune a quella del modello del carro M 14/41 sempre di Italeri); le altre stampate sono differenti e non poteva essere altrimenti in quanto come detto la parte posteriore dei mezzi su scafo M 42 era ben diversa. Mentre nella confezione dedicata al semovente da 75/18 su scafo M42 erano rimasta anche un'altra stampata del vecchio kit relativo all'M 41 ovvero quella la C inerente il corpo del semovente in quella del semovente da 75/34 la Italeri ha cambiato ulteriormente i pezzi a causa della diversa configurazione della le due piastre oblique dietro la piastra frontale. Vengono poi riproposti due dei telai della confezione del semovente da 75/18 su scafo M42, ovvero quelli relativi per lo più alla parte bassa e al posteriore dello scafo dei semoventi su scafo M 42. La canna del cannone da 75/34 è riprodotta in metallo, ottima soluzione che però obbliga ad incollare quindi bloccare nel modello la stessa arma altrimenti la stessa, se lasciata libera, per il peso si appoggerebbe sulla parte anteriore dello scafo. Purtroppo ci sono sempre i cingoli in vinile che per un maggiore realismo finale, vanno sostituiti con quelli ottimi maglia per maglia in resina della Model Victoria (set. n. 4034, da poco aggiornato in modo da contenere un numero sufficiente di maglie anche per i modelli di carri e semoventi su scafo M 42 ) : quando il mezzo era fermo, la parte superiore dei cingoli tendeva ad arcuarsi verso il basso per via del peso, un aspetto che solo con i cingoli maglia per maglia è possibile riprodurre realisticamente...Il foglio decals offre ben sei opzioni: quattro sono per altrettanti carri usati dai tedeschi, tre nel 1944 sul fronte italiano ed uno che le istruzioni indicano essere come del R.E. ma in realtà in carico ad un reparto addestrativo germanico costituito per far familiarizzare il personale all'uso di materiale italiano; uno è del Regio Esercito nell'estate del 1943, l'ultimo è quello del Gruppo Squadroni Corazzato “San Giusto” dell’Esercito Nazionale Repubblicano ancora con la livrea uniforme in kaki sahariano mentre tutti gli altri hanno la mimetica a chiazze di verde medio e marrone rossiccio sul kaki. Nel kit c'è anche una piccola lastra di foto incisioni con la riproduzione della piastrina metallica con il simbolo del R.E. (sino al 26.7.1943 era posta sul frontale dei mezzi blindati) e delle tre targhe posteriori del R.E. portate da tre degli esemplari proposti dalle decals (le targhe posteriori vere avevano lettere e numeri in rilievo mentre quelle anteriori venivano dipinte sui mezzi).
Le griglie di aerazione sul cofano motore andrebbero sostituite con quelle dedicate agli scafi M 42 presenti nel set in foto incisione di Italian Kits per i carri e semoventi su scafo M : nel novembre del 2022 la ditta milanese però ha cessato le attività e se non si ha disposizione il citato set di foto incisioni , si può migliorare il realismo del modello procedendo con attenzione e delicatezza ad aprire le suddette griglie usando una lama per modellismo di spessore adeguato chiaramente prima di unire i due pezzi che riproducono il cofano al resto dello scafo.
La costruzione del modello inizia dagli interni del semovente: Italeri, venendo incontro a chi vuol optare per lasciare in posizione aperta i due grandi portelloni di accesso agli stessi, ha inserito diversi particolari come le postazioni per il conducente e capocarro puntatore, il gruppo cambio differenziale, la paratia divisoria fra vano equipaggio e il motore, la riservetta porta munizioni. Prima di unire i quattro pezzi che compongono la parte passa dello scafo si devono elimiminare dalla parte interna dei due pezzi laterali alcune escrescenze che sono il residuo della stampa , operazione peraltro indicata dal foglio istruzioni: è opportuno inoltre livellare con stucco anche due delle rientranze che corrispondono alla piastra dei due carrelli anteriori dei cingoli in quanto le stesse rientranze sono visibili dall'esterno anche una volta finito il modello. Alcuni dei pezzi che vanno inseriti all'interno del vano equipaggio e che trovano posto sul soffitto dei parafanghi, una volta montati , rendono un pò difficile la chiusura del medesimo vano con i pezzi che raffigurano la struttura superiore del semovente...questi pezzi quindi vanno spostati leggeremente oppure limati quel tanto che basta affinchè non diano più alcun problema.
E' meglio assemblare la parti della casamatta tutte insieme, compreso anche il complesso del cannone da 75/34 (per il quale è doveroso usare il pezzo in metallo bianco fornito dal kit e che ha un realismo maggiore) e poi porle successivamente sullo scafo inferiore; in questo modo sarà anche più semplice controllare l'unione dei vari pezzi e cercare di ridurre al minimo le stuccature vista anche la presenza dei tanti bulloni che una eventuale fase di carteggiatura delle stuccature invariabilmente farebbe saltare. Una fase delicata sono anche le giunzioni fra il pezzo numero 3B che raffigura la piastra grande frontale dello scafo con quello numero 6c inerente la piastra più piccola che funge da raccordo con la piastra anteriore della casamatta del vano equipaggio e quella fra la stessa piastra numero 6 c e la casamatta...Prima di chiudere il vano equipaggio si deve procedere all'unione dei parafanghi in quanto una parte superiore degli stessi era la base d'appoggio per strumentazioni e accessori del carro e quindi vanno vernicia come il resto degli interni:qui il colore predominante è il bianco; avendo deciso di riprodurre un mezzo di nuova produzione e impegnato per pochi giorni, è difficile ritenere che il suo interno sia stato molto usurato e quindi le sporcature sul modello vanno ridotte al minimo come anche per il suo esterno...
Questo kit di Italeri è una buona base di partenza e con delle opportune correzioni (come alcune di quelle suggerite da Andrea ed Antonio Talillo sul loro articolo sul semovente da 75/18 su scafo M 41 apparso sui numeri 2/06 e 3/06 del Notiziario Modellistico del G.M.T. ) può essere ulteriormente migliorato, soprattutto con la già richiamata sostituzione dei cingoli in vinile con quelli in resina e maglia per maglia della Model Victoria che si assemblano senza dover ricorrere alla colla e che si adattano perfettamente ai pezzi Italeri che riproducono il treno di rotolamento.
Ultimato l'assemblaggio di gran parte del kit (è meglio posticipare l'unione del cingoli ad un momento successivo) è sempre opportuno dare una mano di grigio come fondo per evidenziare eventuali problemi nelle stuccature; altro passaggio necessario è quello di stendere in alcuni punti come ad esempio sulle griglie del vano motore del nero opaco. Per riprodurre il kaki sahariano si può usare l'Humbrol 103 steso ad aerografo e in modo da non coprire del tutto le zone dipinte di nero questo per evitare che l'aspetto esteriore del modello una volta finito risulti troppo uniforme ma senza esagerare in questo; le parti gommate delle ruote dei cingoli si possono riprodurre con del grigio scuro da lumeggiare poi leggermente con del grigio chiaro e le maglie sempre dei cingoli vanno in alluminio .
Un mezzo come questo, di nuova costruzione, usato per pochi giorni e in un contesto urbano certamente non poteva usurarsi se non molto leggermente ma si caratterizzò invece per le tante scritte e i simboli dipinti all'esterno che si possono riprodurre con un pennarello acrilico a punta fine da 0,5 mm reperibile nei negozi di belle arti ; con ogni probabilità vista anche la matrice politica di alcuni emblemi sulle fiancate, il loro colore era rosso e comunque erano stati tutti realizzati con pennellate non certo molto fini...
Come precisato , le foto del mezzo sono tali che fanno vedere il semovente da ogni angolazione ma si evince anche che le stesse immagini sono state scattate fra il 26.4.1945 e il 6.5.1945: durante questo periodo alcune scritte (che comunque non sono decifrabili ) sono state cancellate e sostituite con altre mentre quelle dipinte sul cannone sono state eliminate del tutto: la configurazione del semovente durante la parata del 6.5.1945 è dunque preferibile perchè più certa ed inoltre la riproduzione delle scritte poste sul cannone è veramente molto più difficile .
Una foto inquadra anche il posteriore del semovente e si può vedere che questo esemplare aveva sulla piastra un solo rullo di cingolo di riserva e la cassetta porta fumogeni ;una delle scritte che si vedono in questa zona del blindato forse è l'inizio della parola DIVISIONE MA nel dubbio meglio mettere solo quanto si vede (ovvero le lettere DIV) in attesa di alte foto ancora inedite e più chiare di questo mezzo che forse un domani posso uscire da qualche cassetto...
Malgrado il semovente usato dalla S.A.P. della S.P.A. fosse stato costruito nel 1945, non ha la ruota motrice con la modifica dell'aggiunta dei quattro rostri tipica della produzione post armistiziale su commissione tedesca dei semoventi italiani. Con l'unione dei cingoli e l'aggiunta dell'asta dell'antenna radio (si può realizzare con filo di rame) la costruzione del modello termina, anche perchè il mezzo in questione non aveva altro armamento oltre al cannone da 75/34.
Gabriele Luciani
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