M 110 dello Zro'a Ha-Yabasha , 1973, da kit Italeri scala 1/35 cat.no 65742
Il cannone semovente statunitense M110 è nato nel corso degli anni sessanta venendo largamente usato durante la guerra del Vietnam; lo stesso mezzo d'artiglieria è stato adottato pure dalle forze armate israeliane che hanno avuto anche le primissime versioni di questo pezzo d'artiglieria. Con il kit Italeri uscito nel 2020 è semplice realizzare un modello in scala 1/35 di un M110 in dotazione allo Zro'a Ha -Yabasha .
Modello , foto e testo di Gabriele Luciani
Alla fine degli anni sessanta gli U.S.A. subentrarono alla Francia nel ruolo di principale alleato di Israele divenendo così il principale fornitore delle forze armate dello stato ebraico costretto per la propria sopravvivenza ad un continuo aggiornamento delle proprie difese: in quegli anni una esigenza prioritaria era il rinnovo del parco artiglierie dello Zro'a Ha -Yabasha. Il problema venne quindi affrontato ordinando nel 1969 ventiquattro semoventi M.109 con cannone da 155 mm , seguiti nel 1971 dall'ordinazione di quarantotto semoventi da M 107 con un cannone da 175 mm. Per via della bassa duttilità operativa (principalmente per via della scarsa durata della lunga canna del pezzo da 175 mm) contemporaneamente all'acquisto dell'M.107 vennero anche ordinati degli esemplari del suo predecessore ovvero l'M110 A dotato dell'obice da 203 mm, arma che aveva fra i suoi vantaggi il grosso calibro cui faceva da contro altare una bassa cadenza di tiro come già avevano avuto modo di constare gli statunitensi nel corso delle operazioni in Vietnam. Comunque già nell'ottobre del 1973 tutti i vari semoventi forniti dagli U.S.A. all'esercito israeliano presero parte sia sul fronte del Sinai che sulle alture del Golan alle azioni di contrasto delle avanzate arabe e successivamente hanno subito diversi aggiornamenti, alcuni di quali attuati per consentire l'uso di proiettili con una sempre maggiore gittata. Negli U.S.A. per l'M.110 in particolare si sviluppò la versione intermedia A 1 (stesso calibro ma canna più lunga) e poi quella definitiva A 2 con un diverso freno di bocca all'obice, un tipo di armamento che venne installato anche sugli scafi delle versioni precedenti. Nella mia documentazione avevo da anni delle pubblicazioni che riportavano foto di alcuni M110 A nella loro originale configurazione ed in servizio nello Zro'a Ha-Yabasha e quando la Italeri ha rilasciato il kit proprio di questa variante in scala 1/35, ne ho approfittato per aggiungere in breve tempo un altro modello alla mia collezione di riproduzioni in scala di corazzati israeliani.
Dopo aver realizzato nel lontano 1988 un kit dell'M.107, la ditta bolognese l'anno dopo, cambiando i soli pezzi inerenti l'armamento del semovente, aveva offerto il kit in scala 1/35 dell'M.110 A1 cui seguì molto tempo dopo una riedizione dedicata alla versione A 2 pure con decals per un esemplare italiano. Sempre la riedizione della versione A 2 è stata riproposta dieci anni fa in una nuova confezione (anche questa volta con decals per un soggetto italiano) che purtroppo oggi non è disponibile così come il kit dell'M107. Modificando ancora una volta i pezzi inerenti l'armamento, la Italeri ha realizzato l'M110 A nella versione iniziale (numero di catalogo 6574) : i due telai contrassegnati dalle lettere A (parte superiore ed inferiore dello scafo) B (treno di rotolamento e vomere posteriore) e i cingoli sono sempre gli stessi in tutta la famiglia dei kit Italeri dell'M107ed M110; solo la stampata con la lettera C cambia di poco e fra M110 A1-A2 e l'attuale kit dell'M110A per due soli pezzi inerenti la riproduzione della parte finale della canna dell'obice . Nella confezione con il numero di catalogo 6574 inoltre, le decals sono inerenti a quattro semoventi, tuitti dipinti all'esterno in un uniforme vedere oliva ed usati dall'U.S. Army nel Sud Vietnam fra il 1968 ed il 1970, con caratteristici emblemi di reparto; da notare che per uno dei soggetti proposti dal foglio decals viene indicato di autocostruirsi due pannelli laterali che nel mezzo reale erano posti a difesa dei serventi del pezzo (in effetti solo il pilota era alloggiato all'interno del mezzo...) .
Per realizzare un mezzo israeliano non è necessario apportare modifiche al kit Italeri che puo essere dunque costruito come da scatola: volendo fare qualche aggiunta si potrebbe pensare di sostituire le griglie dello scarico motore con altre fotoincise anche se con una buona colorazione ed invecchiamento della medesima si possono raggiungere risultati soddisfacenti. L'assemblaggio non è affatto impegnativo e di stucco se ne usa veramente pochissimo.
Un minimo di accortezza è richiesta solo per i quattro pezzi che raffigurano il cannone per eliminare i segni della loro giuzione .
Per il resto nulla da evidenziare...Ho usato i cingoli in vinile del kit sia pure con alcuni accorgimenti, prima fra tutti quelli inerenti la loro colorazione (i vari passaggi sono stati fatti sempre ad aerografo e con colori acrilici) per farli apparire ancora più realistici: preliminarmente ho passato sugli stessi una mano di grigio chiaro acrilico. Lasciato asciugare per giorni il grigio, ho passato un colore grigio scuro per le parti in gomma e del bronzo sui rostri esterni; asciugatosi anche questi colore, ho lumeggiato con dell’alluminio i rilievi presenti sulla parte esterna dei cingoli; come ulteriore invecchiamento ho quindi usato i pigmenti dell'apposito set Lifecolor per i cingoli ed ho comunque posposto l’aggiunta dei cingoli al modello al termine della costruzione. Per la colorazione del modello ho iniziato con la stesura di un grigio chiaro opaco passando alla pre ombreggiatura con nero opaco su alcune zone del carro come quelle limitrofe al vano motore. Sono passato alla riproduzione del colore in uso sui carri israeliani all’inizio degli anni 70, una specie di giallo sabbia verdastro e molto smorto, riproducibile ad esempio con l’Humbrol 72 sreso in modo non uniforme sia per lasciare trasparire l’effetto della pre-ombreggiatura sia al contrario per ottenere delle zone più chiare grazie al grigio sottostande, ottenendo così in modo abbastanza efficace e subitaneo la riproduzione dell’invecchiamento del mezzo, senza ricorrere ai tanto decantati molteplici ed ulteriori passaggi di “filtri e filtraggi” tanto in voga da alcuni anni…
L'esemplare che ho me di riprodurre scelto aveva la parte terminale dell'obice dipinta di nero, le targhe sulla piastra anteriore del semovente e dietro alla sinistra del gancio di traino le ho ricavate da decals stampate artigianalmente; c'era anche come simbolo tattico il numero 28 su un "bollo" di colore più scuro sul parafango destro del cingolo: anche in questo caso ho usato decals che ho rintracciato fra i residui di altri fogli usati in precedenza. Per completare l'invecchiamento ho usato anche vari Tensocrom Lifecolor (per lo più il sabbia chiaro sugli interstizi e le parti centrali di alcune piastre delle superfici superiori) e delle polveri di colorificio di colore ocra e nelle parti più basse del carro .
A questo punto ho aggiunto le maglie dei cingoli: le istruzioni consigliano di unire ad anello le due strisce dei cingoli saldandoli con il collante ciano acrilico ; per evitare che tendendo gli anelli questi si possano staccare repentinamente, per me invece è preferibile usare una semplice cucitrice (quella per spillare i fogli…) con due punti per cingolo, posti in modo tale che siano il meno visibile possibile ed il problema si risolve… Questi semoventi erano caratterizzati anche dall’assenza di ruote di sostegno sopra quelle portanti, per cui questi cingoli, nel tratto superiore fra ruota motrice e ruota di rinvio tendono a curvarsi verso il basso per il loro peso, in modo molto evidente se il mezzo è fermo. Per riprodurre questo effetto peso sono ricorso ad un altro vecchio trucco visto su un manuale di modellismo per carri edito a metà anni 70 dalla F.lli Fabbri: ho conficcato cioè degli spilli nella parte passa dello scafo del carro in posizioni tali da forzare le curvature verso il basso delle porzioni interessate dei cingoli…Metodo rustico ma con tutta evidenza alla fine molto efficace ed anche economico !!! Anche sui cingoli ho passato un pò di terre di coloroficio di colore ocra e nero.
La lama del vomere posteriore che nella realtà operativa viene interrata per meglio ammortizzare il contraccolpo dello sparo dell'obice, nel modello va maggiormente invecchiata rispetto al resto del mezzo. Oltre all'usura, le altre note di colore che spezzano l'uniformità della mimetica , sono in effetti le parti rosse dei fanalini di coda, l'estintore, i cuscini dei due serventi al pezzo, le parti mobili degli elvatori dell'armamento e del vomere posteriore...
Ho lumeggiato infine pochi punti di attrito con del colore alluminio : una volta terminato tutto il lavorìo della raffigurazione dell'usura del mezzo credo come al solito di aver raggiunto con tecniche semplici ed economiche un buon risultato cercando, come sempre di assemblare un modello senza troppi e particolari patemi d’animo, pensando solo a passare alcune ore di puro svago.
Gabriele Luciani