Aerofono Galileo O.G.34 -20° Legione - M.A.C.A.- M.V.S.N. - Casamassima (Bari) 1941 da kit GB Modelli cat.no 72071 scala 1/72

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Un soggetto storicamente molto interessante, l’Aerofono O.G. 34 della Galileo riprodotto in scala 1/72 con un kit in resina della GB Modelli

Foto, modello e testo di Gabriele Luciani

 Prima dell’invenzione dei radio localizzatori, la scoperta di aerei in avvicinamento era affidata alla vista ed all’udito, di chi era preposto appunto a tale compito e tali sensi venivano aumentati con opportune strumentazioni. Oltre ai cannocchiali, ed in particolare quando le condizioni di visibilità erano scarse, si cercava di sentire il più presto possibile il rumore di un motore di velivolo in volo: per incrementare quindi le capacità uditive vennero realizzati dei particolari apparati, ovvero degli “ascoltatori” costituiti da delle grosse “trombe” che con dei condotti portavano i rumori agli orecchi dei loro operatori che in alcuni casi erano seduti su dei seggiolini installati sugli stessi apparati.

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Potrebbe sembrare un metodo rudimentale ma era abbastanza efficace tanto che in Italia, durante gli anni trenta, a fianco dello sviluppo e della successiva adozione di sistemi di radio localizzatori anche di produzione italiana, vennero realizzati molti di questi strumenti acustici, affidati alla branca della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale cui era demandata la difesa antiaerea nonché alla MILMART collegata alla Regia Marina. In pratica esisteva in Italia a fine anni trenta, una ragnatela di centinaia di posizioni di avvistamento, collegate fra loro da vari Centri Raccolta Notizie ed ubicate a volte anche a 100 chilometri dall’obiettivo che si intendeva proteggere, postazioni presso le quali i tipi più elaborati dei vari apparati ascoltatori potevano avere una portata sino a quindici chilometri di distanza. Gli addetti agli aerofoni poi erano spesso dei volontari ipovedenti o ciechi che così davano un prezioso contributo alla difesa venendo inquadrati nelle strutture territoriali gestite dalla Milizia Artiglieria Contro Aerea .

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Ed è grazie  a questi volontari minorati della vista se oggi siamo in grado di conoscere qualcosa di questi strumenti acustici che furono prodotti ed usati in migliaia di esemplari già nel maggio del 1939 mentre ancora nel 1942 la Regia Marina ne aveva in dotazione ben 545 esemplari piazzati: infatti Giorgio Cobolli, uno di questi operatori ha redatto e pubblicato il volume “Gli aerofonisti ciechi durante la seconda guerra mondiale” (Roma : Unione Italiana Ciechi, 1993) che si affianca al manuale “Istruzioni sul materiale aerofonico e norme per la formazione e l'addestramento degli aerofonisti” edito nel 1942 a Roma dal Comando Milizia Artiglieria marittima della M.V.S.M.. .

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Una curiosità: nel film del 1982 “Ciao nemico”, ambientato nella Sicilia nel luglio 1943, appare uno di questi apparati posto in prossimità di un aeroporto militare italiano. Sul n. 1/98 del Notiziario di Plastimodellismo del Club Modellismo Plastico Ravenna infine è apparso un articolo su questi apparati e sulla autocostruzione di uno fra quelli più diffusi ovvero l’O.G. 34 prodotto dalla Galileo dalla metà degli anni trenta.

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Questo articolo e in particolare del foto del volume di Giorgio Cobolli credo siano stati alla base della scelta di Giorgio Brigà di realizzare nell’ambito della sua produzione di kit in resina ed in scala 1/72, il modello delll’aerofono della Galileo. Infatti sulla piccola scatola che contiene i pezzi, è stato apposta una foto che ritrae una postazione ubicata in provincia di Bari della 20° Legione della M.A.C.A..che aveva appunto sede del capoluogo pugliese durante la 2° g.m..

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Anche se la produzione di Giorgio Brigà è dichiaratamente artigianale, è da rilevare come il confezionamento dei suoi kits sia veramente ottimale: non solo la scatola è in cartoncino doppio ma i vari pezzi sono ben tenuti in una sacchettina di plastica . Le ridotte dimensioni dei 29 pezzi dell’Aerofono in 1/72 sono tali che purtroppo la loro stampa è accompagnata da delle velature di resina che si eliminano con un coltellino da modellismo in poco tempo. Vi sono pure dei ritiri della resina che con puntine di stucco Tamiya si chiudono e comunque il distacco dei pezzi dalle materozze di stampa è agevole. Come sempre, quando si lavora con modelli in resina come in questo caso, ribadisco l'avvertenza di usare un paio di guanti di lattice ed una mascherina per le vie respiratorie, per la protezione rispettivamente della pelle e delle vie respiratorie; si deve sempre operare in ambienti ben ventilati quando si usano carte abrasive sulle parti in resina. Inoltre vanno seguite scrupolosamente le indicazioni fornite dai produttori di colla ciano acrilica che si dovrà usare nella costruzione di questo tipo di kits.

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Oltre all’aerofono, la GB Modelli ha riprodotto tre operatori due dei quali vanno inseriti , dotati delle cuffie per le loro orecchie, sui seggiolini che erano posti sul tronco principale dello strumento d’ascolto ed uno che invece raccoglie i dati comunicati su un tavolino: non essendo un figurinista non li ho utlizzati anche se mi sono sembrati ben fatti e, dopo aver pulito gli altri pezzi dalle citate sbavature, ho costruito in poco tempo l’Aerofono.

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Il pezzo principale del kit raffigura la struttura portante dell’aerofono al quale vanno incollate le quattro trombe con i loro condotti.

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L’assemblaggio delle altre componenti del sistema è semplicissimo, bisogna solo porre un po’ di attenzione a dare la giusta simmetria al tutto, e l’unica aggiunta alla costruzione è quella dei tre tiranti dei condotti delle trombe che si possono realizzare con filo di rame sottile; andrebbero aggiunte anche le catenelle di ritegno dei seggiolini dei due operatori ma in questa scala è veramente una impresa riprodurle...

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Data una prima mano di grigia chiaro e una leggerissima pre ombreggiatura in nero opaco, ho scelto quindi un generico grigio verde chiaro per la vernice finale dell’aerofono. La fedeltà del kit all’Aerofono Galileo O.G. 34 è nel complesso buona (si può raffrontare con il trittico in 1/35 pubblicato sul n. 1/98 del Notiziario di Plastimodellismo del Club Modellismo Plastico Ravenna) anche se andrebbero rifiniti meglio i contorni delle trombe d’ascolto.

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Effettivamente le piccole dimensioni non lo fanno certo spiccare ma al tempo stesso possono facilitare il suo inserimento in un diorama , anche uno che riproduce un angolo di un campo d’aviazione italiano con modello pari scala di un velivolo della Regia Aeronautica, dando anche uno spunto di ulteriore interesse e curiosità. Anche se le riproduzioni in scala 1/72 di mezzi terrestri stanno avendo in questo periodo un lusinghiero successo, personalmente auspico tale soggetto sia riprodotto pure in 1/48 proprio dalla GB Modelli (il cui sito internet è al link http://gbmodelli.blogspot.com/ ) …

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E’ certo un piccolo omaggio a quei volontari che pur minorati della vista ritennero di poter dare usando questi apparati , un loro contributo allo sforzo bellico della propria nazione durante i primi anni della seconda guerra mondiale.

Gabriele Luciani

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