T-34/85 dello Zro'a Ha-Yabasha , maggio 1957 da kit Italeri scala 1/35 cat.no 6545

t.34Forse non esiste un carro armato più noto al mondo del russo T-34 : costruito in decine di migliaia di esemplari durante la seconda guerra mondiale e in varie versioni, ha avuto una diffusione planetaria, venendo usato in tutti i conflitti che si sono succeduti dal 1945 sino agli anni novanta. Il T.34/85 anche nella variante riprodotta su licenza in Cecoslovacchia, venne distributo agli eserciti arabi negli anni cinquanta: già durante la guerra del 1956 molti di loro furono catturati e reimpiegati dagli israeliani, e con il recente kit Italeri in scala 1/35 , vediamo come riprodurre uno degli esemplari usati dallo Zro'a Ha-Yabasha

Modello, foto e testo di Gabriele Luciani

 
Dopo la vittoria nella seconda guerra mondiale, l'Unione sovietica entrò stabilmente nel ristretto novero delle potenze mondiali, estendendo i suoi interessi non solo a quella parte della Germania e ai territori dell'est europeo che aveva occupato militarmente durante il conflitto, ma anche all'Asia ed all'Africa. Questa volontà espansionistica si concretizzò maggiormente nei primi anni cinquanta quando militari ed armamenti di produzione russa furono inviati nelle diverse regioni dove erano presenti movimenti indipendentisti che lottavano contro il coloniasmo europeo ed erano orientati politicamente verso il socialismo. In questa attività di esportazione degli armamenti, l'U.R.S.S. venne supportata dalla Cecoslovacchia: l'apparato industriale di questo paese era già notevole fin dagli anni trenta e dopo l'occupazione nazista fu pesantemente impegnato nella produzione di carri armati, aerei ed elicotteri tedeschi. Addirittura verso la fine del conflitto venivano realizzate parti del Messerschmitt 262 e poichè le industrie cecoslovacche uscirono praticamente  indenni dalla guerra, poterono fornire alle loro forze armate non solo il citato velivolo a reazione ma anche una mediocre versione del Me.109 G.14 motorizzata con il propulsore dell'He.111 (l'Avia S-199). Dopo la presa del potere alla fine degli anni quaranta  da parte del partito comunista cecoslovacco, la produzione di armamenti chiaramente ben presto virò verso la realizzazione di sistemi d'arma sovietici, compreso il carro T 34 nella versione 85, ed anche le esportazioni di quanto prodotto in Cecoslovacchia come detto, seguirono gli intendimenti dei russi. Infatti le forniture militari sovietiche furono generosamente elargite non solo ai paesi satelliti dell'U,R.S.S. ma pure ad altri stati che non si volevano alleare con gli U.S.A,  come molti di quei paesi arabi che non accettarono la nascita di Israele, primi fra tutti la Sira e l'Egitto che  si ponevano come i  principali nemici dello stato ebraico. In particolare nel paese del Nilo, giunsero così elevati quantitativi di armi, velivoli, veicoli e naturalmente mezzi corazzati: da notare che solo pochi anni prima invece, proprio la Cecoslovacchia aveva contribuito congruamente alla nascita delle forze armate israeliane ad esempio con la consegna di molti velivoli (fra cui l'Avia S-199, il primo caccia della Heyl Ha'Avir ) ! Fra i carri armati inviati dai russi nel corso del 1956 c'erano  dei T34/85, nuovi di fabbrica, che rimasero poi l'asse portante dei reparti corazzati arabi  sino alla loro graduale sostituzione con i T54/t55 :  vennero così costituite dall'Egitto delle Brigate Corazzate dotate pure di caccia-carri SU-100, dislocate poi nel Sinai a ridosso del confine con Israele. Nel corso della campagna condotta il 26.10.1956 dagli israeliani (Operazione "Kadesh") tutte le unità egiziane vennero ben presto messe fuori combattimento da attacchi aerei della Heyl Ha'Avir ma soprattutto dalla maggiore mobilità inoltre ed intraprendenza dei reparti meccanizzati e corazzati dello Zro'a Ha Yabasha che in pochi giorni arrivarono ad occupare tutta la penisola del Sinai. Nel corso di questo conflitto, gli egiziani abbandonarono intatti molti mezzi che vennero recuperati dagli israeliani : naturalmente nel bottino figuravano anche una ventina di carri T34/85 che, come quelli poi catturati nel 1967 e nel 1982, non sono stati effettivamente usati in combattimento ma vennero impiegati per adestrare i carristi  di Israle, altri furono interrati ed usati come fortini a difersa dei kibbutz , alcuni sono stati infine conservati nei musei dello stato ebraico.
 
t-34
 
Un  T34/85 ex egiziano di fabbricazione cecoslovacca, tirato a lucido, venne fotografato durante la parata militare del maggio 1957 a Tel Aviv : l'immagine è stata poi pubblicata sul libro "T 34/85 tank and the IDF : The untold story" primo volume della serie Captured Vehicles in IDF Service Series scritto da  Ma'or Levy e Michael Mass edito nel 2018 dalla AK Intercative, volume dal quale si traggono tutte le informazioni inerenti questo carro russo e il suo impiego contro e in Israele; dalla stessa foto, già inserita molti anni prima su diverse altre pubblicazioni,  si vede che il carro è stato ridipinto prima della parata (la vernice sembra quasi lucida...)  in un colore scuro che con ogni probabilità doveva essere il  verde usato sui carri israeliani sino al 1961. Quando tempo addietro la Italeri mi diede la possibilità di esaminare e costruire (come al solito noi di Modellismosalento.it i kits che riceviamo li assembliamo appunto per essere il più completi nel dare informazioni sugli stessi ...) il suo T34/85 in scala 1/35 con il numerodi catalogo 6545, ho pensato subito di riprodurre con questo kit l'esemplare fotografato in parata a Tel Aviv, anche se la torretta non era quella dell'esemplare visto a Telv Aviv mentre è uguale la configurazione delle ruote del treno di rotolamento.
 
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Nel modellismo il T.34 è stato sempre tenuto in considerazione sia dagli appassionati che dalle ditte produttrici e quindi quando si deve proporre un nuovo kit è indispensabile offrire un prodotto quanto meno all'altezza se non superiore a quelli già usciti. Pochi anni fa la Italeri ha dedicato la sua attenzione al carro sovietico con un kit dedicato alla versione prodotta dopo il 1943 ,con la torretta  più grande e di forme arrotondate, con armamento principale costituito da un cannone da 85 mm. Va subito evidenziato che il T.34/85 offerto da Italeri con numero di catalogo 6545 non ha nulla a che vedere con il modello della Zvezda reinscatolato dalla ditta bolognese nel 2015 nella serie World of Tanks: questo è uno stampo nuovo con diverse caratteristiche invero molto interessanti . Innanzitutto i pezzi sono veramente tanti, distribuiti in ben sei stampate, con i cingoli riprodotti in parte maglia per maglia in parte con tratti già uniti ma in particolare quello superiore con un realistico effetto peso, oltre che nel classico vinile; c'è anche una lastra  di fotoincisioni per la ottimale riproduzione della griglia del cofano motore, un foglio decals per quattro esemplari , tre russi negli ultimi mesi della seconda guerra mondiale  ed uno dell'esercito polacco appena dopo la fine del medesimo conflitto, tutti mezzi caratterizzati per avere sulla parte laterale anteriore della torretta o un grosso numero tattico o delle insegne di reparto; infine sono molto chiare come al solito le istruzioni.
 
t.34
 
Oltre alla bonmtà della riproduzione in scala delle forme e dimensioni del mezzo reale, una delle più belle peculiarità di questo kit è la dovizia di pezzi dedicati agli interni del carro : in pratica è un invito a lasciare in posizione aperta tutti gli sportelli dello scafo e della torretta...Comunque con quanto offerto da Italeri c'è una  ottima base di partenza per un ulteriore arricchimento tenuto conto che la documentazione sul T.34 certo non è affatto scarsa.
 
T. 34
 
Anche se si decide di procedere ad una costruzione come da scatola, prima di chiudere lo scafo e la torretta, è indispensabile procedere chiaramente non solo alla verniciatura degli interni ma anche al loro invecchiamento. I quattro grandi pezzi che raffigurano le pareti del vano equipaggio e dei quello del motore però, se lasciati come sono impediscono una corretta unione fra le due parti in cui è suddiviso longitudinalmente il corpo del carro armato: andranno quindi limate nella zona di contatto superiore fra loro e lo scafo superiore.
 
T. 34
 
Le istruzioni del kit indicano come prima importante fase della costruzione di occuparsi del gruppo motoree relativi organi di trasmissione che una volta assemblati ed inseriti nei loro rispettivi alloggiamenti danno un bel colpo d'occhio ...
 
T-34
 
Ho colorato tutto quanto sempre seguendo le istruzioni, dando chiaramente quella patina di sporco e untuosità tipica di tutti i motori dei mezzi militari, alla fine  ritengo di aver raggiunto in buona sostanza un risultato soddisfacente, considerando anche che alla fine non avrei realizzato il carro in una configurazione totalmente aperta ma solo con alcuni sportelli posti in posizione tale da lasciare intravedere parte dei medesimi interni.
 
T.34
 
Altro passaggio degli interni è quello della costruzione dei particolari inerenti la parte del vano destinati all'equipaggio, notoriamente abbastanza sacrificato non solo su questo mezzo ma in generale su quasi tutti i carri e i mezzi corazzati di produzione russa. Ho proceduto anche in questo caso ad un assemblaggio come da scatola, colorazione compresa sempre poi molto invecchiata.
 
t.34
 
Stesso procedimento anche per gli interni della torretta : anche per questa zona il kit Italeri fornisce molti dettagli del carro ivi compresa la riservetta delle munizioni dell'armamento principale del T.34. 
 
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Pure lasciando in posizione aperta i due sportelli d'accesso della torretta , quello che si vede dell'interno della stessa torretta dà l'impressione di un insieme abbastanza completo e tale da non richiedere ulteriori aggiunte.Chi però vuol prodecere ad un arricchimento degli interni non ha che l'imbarazzo della scelta per quanto riguarda la documentazione: ad esempio un testo è quello di Hans Halberstadt dal titolo " Inside the great tanks" ( Marlborough Wiltshire The Crowood Press Ltd Ramsbury, 1998) dove dalla pagg. 79 e segg. ci sono molte e particolareggiate immagini del vano combattimento di un T-34/85.
 
T.34
 
Poco da evidenziare per il resto della costruzione del kit se non il fatto di dover eliminare dalla parte del pezzo 4 A (che raffigura la piastra posteriore del carro) visibile all'esterno alcuni segni dell'estrattore della stampa che vanno doverosamente stuccati.
 
t.34
 
Sempre in questa zona altra incongruenza è la impossibilità di collegare la parte terminale dei tubi di scappamento a quelli che da inserire sul blocco motore senza dover incollare la piastra posteriore : una soluzione per lasciare in qualche modo visibile il vano motore è quella di lasciare anche qui in posizione aperta lo sportello circolare (pezzo 15 c) . 
 
T.34
 
Sempre per dare visibilità al motore si può lasciare in posizione aperta anche il pezzo 34 c che riproduce il pannelo centrale della parte alta del cofano. Da notare come sia abbastanza realistica la foto incisione che raffigura la rete di areazione del vano motore.
 
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Un pò di attenzione va posta nel distacco dal loro telaio di stampa dei pezzi 11b , ovvero i sostegni dei quattro serbatoi esterni, anche per la relativa pulizia dalle bavette superficiali. Ho poi usato lo stucco solo per meglio rifinire la giunzione allo scafo del T 34 del pezzo 1 c , ovvero la piastra di sostegno della torretta.
 
T.34
 
Ho rimandato l'assemblaggio del treno di rotolamento dei cingoli a colorazione ultimata: naturalmente ho optato per l'uso dei cingoli "maglia per maglia" tenuto conto anche del fatto che il tratto superiore degli stessi cingoli del T.34 non aveva alcun sostegno ed in particolare con il varro ferro, tendeva quasi ad appoggiarsi sulle ruote. Le istruzioni del kit sono molto preziose per l'essato posizionamento dei vari elementi.
 
t.34
 
Sono poi intervenuto sulla parte frontale della torretta al fine di modificare la stessa dalla configurazione di produzione russa dei T-34/85 in quella cecoslovacca: nella seconda infatti la linea di demarcazione che si nota all'esterno della torretta, ha un andamento differente dalla prima . Dopo aver stuccato del tutto la parte frontale della linea di separazione fra i due grandi pezzi in cui è suddivisa longitudinalmente nel kit la torretta, ho reinciso la stessa per raffigurare la versione del carro che stavo riproducendo; ho poi ripristinato la rugorosità delle parti esterna coinvolte dal mio lavorio di stuccatura e relativa carteggiatura con la pasta  prodotta della Ferrario "malta effetto".
 
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Sempre per  quanto riguarda l'esemplare che intendevo riprodurre con questo kit, ovvero il T-34 ex egiziano di produzione cecoslovacca, arrivato integro in mano israeliana dopo la guerra del 1956 e visto alla parata del maggio 1957,  la foto di riferimento illustra un carro con una uniforme livrea scura , addirittura lucida.  Quindi è altamente probabile, se non proprio certo,  che questo T-34 in precedenza dipinto all'esterno in un colore giallo sabbia chiaro (così come gli altri carri egiziani), una volta rimesso in funzione dagli israeliani, sia stato anche riverniciato con lo stesso colore dei mezzi dello Zro'a Ha-Yabasha, allora ancora in un uniforme verde oliva scuro.
 
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Data una mano di fondo grigio chiaro e delle ombreggiature in nero opaco, ho usato la tinta n. 66 della gamma di smalti Humbrol per il verde degli esterni, dato sempre in modo tale da non coprire le precedenti ombreggiature per evitare di dare al modello un aspetto troppo mono blocco...
 
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Non ho comunque esagerato con la patina di invecchiamento limitandomi ad dare un aspetto un pò più vissuto al tredo di rotolamento dei cingoli (usando in questo caso i Tensocrom del set specifico per l'usura dei cingoli della Lifecolor) e poche lumeggiature in alluminio su qualche spigolo del T.34. Non mi sono spinto al punto di passare del trasparente lucido considerando che comunque dopo la parata del maggio 1957 anche questo mezzo fu trasferito alle scuole d'addestramento dei carristi israeliani e quindi nel corso del suo impiego il lucido certamente sarà sparito...
 
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Gli unici distintivi sul carro sono dei numeri bianchi inseriti in un circolo di colore forse sempre verde ma ancora più scuro presente sul parafango anteriore destro che ho ritenuto essere il 32 che ho ricavato da decals.
 
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Anche se non vi sono evidenza fotografiche al riguardo, ho ritenuto chi stessi numeri erano presenti in posizione asimmetrica sul retro del carro ed ho ritenuto di inserirli. Non si nota comunque la presenza di targhe o altri elementi distintivi su questo carro.
 
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Terminta la costruzione di questo bel  kit ,nella mia collezione di modelli di carri israeliani questo T-35/85 è andato ad affiancare il TI-67, altro mezzo russo catturato e reimpiegato dalla Zro'a Ha-Yabasha e che avevo assemblato con lo stesso spirito di questo, pensando cioè che il modellismo statico dovrebbe essere un passatempo, definibile anche come attività culturale, ma pur sempre un passatempo, una caratteristica questa che spesso viene sacrificata sugli altari della ricerca esasperata della perfezione e di tecniche di colorazione sempre più elaborate... Invece è tanto bello costruire un modello anche senza preoccuparsi troppo che lo stesso sia esatto al millimetro ma cercando di divertirsi il più possibile.
 
Gabriele Luciani

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