Agusta Bell AB 212 ASW IN SCALA 1/35

Indiscutibilmente il lock down ha reso disponibili enormi quantità di tempo per modellare.  Il nostro Alberto Bravi in quel di milano ha deciso ci impegnarsi in un complesso lavoro di modifica ed autocostruzione realizzandosi un AB 212 ASW addirittura in scala 1/35 modificando il kit Dragon della versione utility. Vediamo come ha fatto.

Modello, Testo e foto di Alberto Bravi

Dopo tanti modelli di aerei, nel bel mezzo del primo lock-down, mi è venuto lo sghiribizzo di realizzare un elicottero e, dopo un po’ di ricerche sul web ho trovato un soggetto che ha calamitato la mia attenzione, l’AB 212 ASW.

In materia di kit, non essendo riuscito a trovarne uno specifico nella mia scala preferita, l’1:32 mi sono dovuto orientare verso il kit della Dragon in 1:35 che riguarda il più o meno contemporaneo Bell UH-1N “Twin Huey”.

Nessun riferimento a fatti o persone specifiche, per quanto di mia conoscenza, ma un soggetto molto interessante e soprattutto “nostro”.

E qui è cominciato il divertimento.

L’UH-1N è un trasporto truppe con panchine per alcuni soldati ed un paio di Minigun, che non sono presenti sull’ AB 212 ASW, per contro ci vogliono:

  • Due sedili per gli operatori di sistemi
  • Una serie di strumenti
  • Una campana per il sonar
  • Un radome per il radar,
  • Due galleggianti gonfiabili di emergenza con relative bombole di gas.
  • Un verricello
  • Ed altri dettagli minori

Ed inoltre:

  • Gli sportelli sono molto diversi e vanno rifatti da zero
  • Sulla pancia dell’ASW ci sono vari accessi non presenti sull’UH-1N
  • Il rotore di coda va spostato sul lato opposto.

COSTRUZIONE

Tutta la strumentazione interna, dedotta per forme e dimensioni da immagini trovate sul web, è stata disegnata con un programma cad e realizzata con plasticard tagliato con un plotter. Le pulsantiere varie sono state anch’esse disegnate col cad, stampate a colori ed incollate in posizione.

La campana del sonar è stata realizzata partendo da un master realizzato dopo tanti tentativi in plasticard per poi creare lo stampo in silicone e stamparla in resina. La foto la mostra già posizionata in sede.

I sedili sono stati ricavati tutti e quattro partendo da uno di quelli del kit a cui sono state tolte le brutte cinture incorporate, usato per realizzare uno stampo in silicone e stampati in resina. Le nuove cinture di sicurezza sono state ottenute da un foglio di stagno con fibbie recuperate dai pezzi di ricambio.

Il cruscotto e la consolle centrale sono fotoincisioni e provengono dal kit.

Sistemato l’interno, ho cominciato a pensare all’esterno.

Il radome sul tetto è stato realizzando sovrapponendo dischi di balsa spessa 10 mm tappati sopra e sotto con dischi di plasticard per avere la consistenza necessaria. Il tutto rivestito da abbondanti mani di stucco necessario per riempire i pori e le irregolarità superficiali e poi lisciato al tornio. Pezzetti di plastistrip e strisce alluminio hanno completato il lavoro.

Sempre con il tornio sono state realizzate le bombole gas dei galleggianti d’emergenza che, a loro volta, sono stati ottenuti da un pezzo di carta-forno imbevuta di vinavil ed arrotolata attorno ad una bacchetta di plastica.

Il verricello e il relativo alloggiamento sono stati realizzati manualmente cercando di copiare le forme dell’originale.

Modifiche ai portelli

Innanzitutto è stato necessario far ricorso alla chirurgia della plastica per rendere apribile almeno uno degli sportelli anteriori e sistemare le sedi per quelli posteriori.

Come detto sopra, gli sportelli posteriori sono molto diversi. Dopo vari tentativi di realizzarli manualmente, ho deciso di ricorrere ai servizi di una ditta che fa scansioni e stampe in 3D a cui ho spedito gli sportelli in 1/72 facenti parte di un kit, poi destinato al mio nipotino, che mi era servito per avere una percezione tridimensionale di alcuni dettagli.

Benché io mi fossi preoccupato di informare il fornitore di quale avrebbe dovuto essere l’altezza corretta degli sportelli, ho trascurato un particolare: uno sportello che in scala 1/72 è spesso 1,5 mm, rapportato alla scala 1/35 diventa spesso circa 3 mm, ovvero circa 10 cm in scala 1/1! Un disastro, non solo per l’estetica, ma specialmente perché sarebbero risultati troppo sporgenti rispetto alla fusoliera dell’elicottero. Ho dovuto armarmi di carta vetrata e pazienza per almeno dimezzare quello spessore. Il risultato non è stato poi tanto male.

Nella parte inferiore sono presenti numerose apparecchiature e pannelli apribili che ho cerato di replicare col plasticard, ma l’impresa più impegnativa è stata quella di realizzare l’apertura della Sonoboa.

Ecco una foto per mostrare questi dettagli.

Verniciatura

Sia per gli interni che per gli esterni ho cercato di replicare i colori dei mezzi reali, in particolare per l’esterno mi sono basato su di un FS 36375 leggermente scurito perché mi sembrava troppo chiaro.

Realizzazione delle decalcomanie

Le decalcomanie per un elicottero della Marina in scala 1/35 non esistono in commercio. Anche qui ho dovuto rimediare realizzandole con un programma di grafica e, dato che il nostro amico Davide Mariani non era disponibile in quei mesi, facendole stampare dalla ditta FIDES srl di Treviso, perché con le normali stampanti laser non si possono stampare il bianco e tutti i colori chiari.

A questo punto il modello è finito

E spero Vi piaccia

Crediti

Per le foto di riferimento sono disponibili sul sito al link http://www.modellismosalento.it/it/walkaround/walkaround-elicotteri/19-agusta-bell-ab-212-asw-marina-militare.html

Mi sento in dovere di ringraziare per i consigli ricevuti gli amici del Gruppo Facebook e Whatsapp Modellismosalento e quelli della pagina Facebook “Elicotteri” https://www.facebook.com/groups/196078767230665/?ref=bookmarks

che hanno cortesemente risposto alle mie numerose richieste di chiarimenti e mi hanno fatto notare alcuni errori che stavo commettendo.

Buon Modellismo

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