Una...Zanzara israeliana da ricognizione in scala 1/48...da kit Airfix cat. no. A07112

mosquito La "meraviglia di legno"  servì in diverse versioni anche nella H.H.A. e per quasi tutti gli anni '50: una di queste era la variante da fotoricognizione PR.XVI, riproducibile in scala 1/48 con un kit della Airfix .

Modello, testo e  foto di Gabriele Luciani 

mosquito Dopo averne acquisito uno nel 1948, nel 1951 Israele comprò dalla Francia una settantina di bimotori De Havilland Mosquito di ben quattro differenti versioni: erano per lo più caccia diurni FB-6 e notturni NF-30 ma c'erano anche alcuni addestratori T3 e diversi foto ricognitori PR.XVI. Molte di queste..."zanzare" (cui poi si aggiunsero altre e di ulteriori versioni) erano in precarie condizioni d'efficenza ma comunque i tecnici israeliani riuscirono a recuperarne diverse che furono inizialmente suddivise in due reparti , ovvero il 109° Tayeset "The Valley squadron"  e il 110 °Tayeset "The Knights of the North". I velivoli di questi due squadron si distinguevano per la diversa colorazione delle ogive delle eliche, rispettivamente rosse per il 109° e nere per il 110° ; gli FB.6 e i PR.XVI all'esterno erano in una uniforme colorazione alluminata, mentre gli NF-30 erano tutti in nero e gli addestratori in giallo.

Nel luglio del 1954 una specifica unità da ricognizione, il 115 Tayeset "The Flying Dragon Squadron", venne formata sulla base di Hatzor con 5 PR.XVI in precedenza in servizio con il 109° Tayeset e con alcuni bireattori Gloster Meteor T7 appena comprati e convertiti al ruolo di ricognizione; a questi velivoli nel 1956 si aggiunsero altri tre Mosquito, sempre del tipo PR.XVI: gli aerei del 115° Tayeset vennero impiegati in missioni fotografiche anche durante la guerra del 1956 e fino al 1960 quanto l'unità venne disciolta e i suoi Mosquito radiati.

Non si conoscono molti dei particolari delle missioni condotte da questi bimotori ad elica (se non qualcosa di quelle condotte in territorio egiziano) ma certamente questi velivoli si saranno spinti ben in profondità nei territori degli ostili stati arabi confinanti e, come in precedenza durante la 2° g.m. , i loro equipaggi contarono solo sulle doti di autonomia e sulla velocità dei loro Mossie per effettuare voli rimasti ancora oggi per lo più segreti ma certamente indispensabili per la sopravvivenza di Israele..

mosquito

Dalle immagini di questi velivoli si nota che i codici di linea dei PR.XVI erano costituti dalla lettera in carattere ebraico Tsa-di (per Tsi-lum,  fotografico) seguito da dei numeri (ad es. Tasadi 2150, Tasadi 49...), entrambi in colore nero e posti sulla zona posteriore della fusoliera in prossimità dei piani di coda; quando nel corso del 1956 anche questi Mosquito ricevettero la mimetica israeliana blu e marrone per le superifici superiori con quelle inferiori in grigio chiaro (mimetica rimasta in uso sino al 1970), in alcuni casi (ad es. i velivoli Tsadi 32 e 50) i colori della mimetica vennero spruzzati intorno alle lettere ed ai numeri, in un modo tale che alla fine traspariva ancora la precedente colorazione in alluminata vicino ai bordi dei codici di linea  e sotto gli stessi...

mosquito

Nella storia dell'aviazione militare il De Haviland Mosquito  è uno di quei velivoli che occupa un posto certo non secondario...Pur non avendo raggiunto la notorietà di "mostri sacri" come Spitfire, Bf.109, P.51, fu un aereo veramente riuscito: potente, versatile (rivestì quasi tutti i ruoli previsti per un velivolo militare) con una costruzione lignea che però in qualche caso, come durante l'impiego in particolari climi torridi (ad esempio proprio in Israele) si rivelò uno dei pochi limiti di questo elegante bimotore. Con un pedigree di questo genere, era chiaro che l'interesse dei modellisti e di conseguenza dei produttori di kits, dovesse premiare con diverse riproduzioni e in quasi tutte le scale il velivolo inglese. In particolare la "madre" di intere generazioni di modellisti, l'Airfix, non poteva assolutamente esimersi dal prendere in considerazione un soggetto così "british" e già a partirte dal 1957  c'era nel suo catalogo una riproduzione in scala 1/72 del Mosquito nella versione FB.VI, a quei tempi venduta in bustina e poi negli anni 70 spostata nella serie 2,  riproduzione utilizzata sempre negli anni 70 unita ad un kit del Me.262 in una nelle famose confezioni Dogfight Doubles della ditta inglese. Nel 1972 nella serie 3 compare un kit più elaborato e dedicato alle versioni MK.II, F.B. VI e a quella antinave MK.XVIII, un kit ancora oggi in catalogo e sulla  cui base la ditta inglese ha sviluppato un'altra confezione dedicata alla variante NF XIX/30. Nel 2008 l'Airfix ritorna ad interessarsi con un modello monstre (poi effettivamente uscito nel 2009) e dedicato al Mosquito nelle varianti NFII/FBVI di una scala, la 1/24, promossa dallo stesso storico marchio dal 1970. Ma anche nella 1/48, scala in precedenza mai troppo amata dall'Airfix che invece era la regina della 1/72, il bimotore della de Havilland è stato oggetto di alcune riproduzioni:  nel 1976 infatti i responsabili dell'Airfix intuirono che i gusti del mercato incominciavano ad orientarsi sempre più verso la scala "quarto di pollice".

Nelle primissime pagine della 14° edizione del Catalogo Scatole di Costruzione dell'Airfix (una vera pubblicazione che con le descrizioni dei soggetti riprodotti era quasi una sorta di piccolo manuale di storia militare e di storia tecnica, ben diversa dagli asettici cataloghini moderni ...) veniva annunciata con enfasi la novità per il 1977 di ben tre nuovi kit in scala 1/48 fra cui anche il De Havilland Mosquito F.B. VI che in realtà uscì solo nel 1980. Nel 2003, sulla base di questo kit, con nuove stampate in aggiunta,  vengono estrapolate due nuove confezioni una con il numero di catalogo 07111 dedicata al caccia notturno NF.30 rimasta in catalogo sino al 2007 ed un altra con il numero di catalogo 07112 e dedicata anche alla versione da ricognizione PR.XVI, presente in catalogo sino al 2008 ed ancora riproposta con nuove decals e la più recente (ed accattivante) confezione nel 2014 nell'ambito della serie di kits dedicati dall'Airfix alla ricorrenza dello sbarco in Normandia. 

mosquito

All'apertura della scatola si rimane un pò perplessi in quanto sembra di avere a disposizione ben due modelli del Mosquito, fallace impressione che scompare in pochi minuti...purtroppo ! L'Airifix infatti ha usato integralmente il vecchio suo modello del De Havilland Mosquito F.B. VI uscito nel 1980 ed ha aggiunto tre diverse stampate e in effetti, a questo punto, sarebbero bastati pochi altri pezzi o per fare un modello completamente nuovo oppure per dare effettivamente due kits in un sola confezione...Ci sono quindi in tutto sei stampate da cui attingere i vari pezzi che, per fortuna, si integrano abbastanza bene fra di loro, seguendo però con molta attenzione il foglio istruzioni che è comunque molto chiaro...Dalle tre vecchie stampate del kit del F.B. VI non sono comunque molti i pezzi da utilizzare: la prima contiene le fusoliere del caccia bombaridere ed anche un completo set di razzi subalari, ma da questa stampata vanno presi pochi pezzi come i pianetti di raccordo fra gondole motore e fusoliere, la struttura del carello posteriore...

mosquito

La seconda stampata vecchia  è relativa alle ali (dove si nota la  tecnica modellistica in uso fino agli anni 80 con la riproduzione delle pannellature in rilievo...) ma anche da questa si dovranno utilizzare solo le parti che riproducono le superfici inferiori così come  i piani di coda, mentre i pezzi raffiguranti i piloti ed i pianetti direzionali dei razzi subalari possono andare ad arricchire la propria personale banca dei pezzi...                                                            mosquito

La terza stampata del vecchio kit completava il resto del velivolo: anche in questo caso alcune parti come gambe dei carrelli, ruote, eliche e ogive delle stesse saranno da utilizzare per il PRXVI, altre invece,  come le gondole dei motori e dei vani carrelli, anche loro con le pannellature in rilievo, finiranno nella appena citata banca dei pezzi...

mosquito

Le stampate introdotte nel 2003 sono caratterizzate da una "freschezza" più tangibile...Anche loro sono caratterizzate da parti che non vanno utilizzate per il PR.XVI; nella prima stampata troviamo la semifusoliera destra del bimotore con riprodotte le poche pannellature del velivolo con delle incisioni; c'è anche la chiusura del vano di carico sotto la fusoliera: nelle istruzioni è segnalata la possibilità di poterlo separare in due pezzi per montarlo aperto ma trattandosi di un velivolo da ricognizione è bene "tappare" il tutto...c'è inoltre la copertura del vano prevista per la variante PR.XIV con sei oblò per altrettante macchine fotografiche.

mosquito La seconda delle nuove stampate oltre alla semi fusoliera sinistra, da delle parti per la strumentazione e il pavimento del vano equipaggio, invero abbastanza definite, e da alcune parti per la grossa bomba della versione da bombardamento BXVI che si potrebbe riprodurre con questo kit. 

mosquito

La terza ed ultima nuova stampata è quella relativa fra gli altri pezzi alla parte superiore delle semi ali ed alle gondole dei motori (diverse da quelle dell'FB.VI in quanto ospitavano i nuovi motori Merlin serie 70) e dei vani carrelli, ai raccordi superiori fra le stesse gondole e le ali, a due serbatoi supplementari esterni (di tipo piccolo) che venivano installati a metà fra le estremità alari e le gondole motori.

mosquito

Le differenze di qualità fra le vecchie stampate e quelle nuove appaiono evidenti con il semplice raffronto fra le parti che le stesse contengono, non tanto fra le due fusoliere ...

mosquito

quanto fra i pezzi che riproducono la parte superiore delle semi ali, con quelle più recenti che hanno una ottimale raffigurazione delle pannellature esterne che sono incise in modo ottimale.

mosquito

Completano il kit le parti trasparenti: anche in questo caso abbiamo il canopy della precedente confezione che è stato ugualmente inserito perchè nel suo albero di stampa erano presenti le riproduzioni delle luci di estremità alare e di due oblò che dovrebbero essere utilizzati anche per  il PRXVI...

mosquito

La qualità dei nuovi trasparenti è molto buona: sono veramente limpidi e si adattano abbastanza facilmente agli scassi previsti in fusoliera per il loro alloggiamento.

mosquito

Le decals, peraltro di buona fattura e con colori saturi e a registro, sono inerenti due velivoli della RAF appartenenti ad due squadroni operativi in tempi e luoghi differenti ma anche del tutto diversi come insegne di nazionalità e livrea operativa: si tratta di un PR.XVI del 544°Squadron, interamente in PRU Blue e con le Invasion Stripes dello sbarco in Normandia del giugno 1944,; il secondo è del 684 Squadron, tutto in alluminata ed operativo in India nel 1945, con le insegne inglesi del teatro asiatico senza il rosso all'interno (furono adottate sui velivoli della RAF  per evitare di essere scambiati per aerei giapponesi).

Di questo bel foglio decals, avendo deciso di riprodurre un esemplare israeliano mimetico, non ho usato nulla dovendo invece ricorrere a quanto contenuto nel foglio IsraDecals IAF-72 dedicato a tutte le varianti in servizio con la H.H.A.: il prodotto IsraDecals che inizialmente appare di ottima qualità non si rivelerà all'atto pratico di facile utilizzazione per via dello scarso potere adesivo dei soggetti più grandi (le insegne di nazionalità) e per la eccessiva loro fragilità ...Le istruzioni del foglio IsraDecals sono fortunamente complete con foto e profili a colori, con interessanti note tecnico storiche a corredo.                                                                   mosquito

La costruzione può essere completata anche come da scatola non avendo il kit Airfix rilevanti problemi nella riproduzione delle forme e dimensioni del vero Mosquito: partendo dall'abitacolo il kit offre diverse componenti che "riempono" in modo abbastanza sufficiente il vano occupato dal pilota e dal navigatore. In queste zone interne il colore predominante era un verde medio che si può riprodurre bene con lo smalto Humbrol 78.

mosquito

Il resto dei particolari va in marrone per i vari cuscini, nero per la strumentazione riprodotta in rilievo dall'Airfix... sul cruscotto qualche cornice della strumentazione medesima si può fare con l'alluminio per dare un tocco di invecchiamento...

mosquito

mosquito

Una volta chiuse le semi fusoliere, si può notare che sarà sufficiente aggiungere (con striscette di nastro da carrozziere ad esempio)  le cinghie di ritegno di pilota e navigatore per avere infine  un abitacolo abbastanza realistico senza ricorrere a costosi sets di dettaglio...

mosquito

Assemblati i vari pezzi dell'abitacolo e del vano ventrale, una volta chiuse le semifusoliere, si deve aggiungere alle stesse la copertura del medesimo vano ventrale: tale unione va raccordata con un filo di stucco sui contorni della copertura. 

mosquito

L'assemblaggio della fusoliera non dà ulteriori particolari problemi di stuccature: basterà usare collante cianoacrilico e un pò di carta abrasiva per eliminare i segni della giunzione delle due  semifusoliere. Discorso diverso per l'unione delle gondole subalari dei motori e dei vano carrello alle ali , dove è necessario usare dello stucco così come per l'unione della copertura del vano motore alla radice alare dello stesso... 

mosquito

 

Un altro pochino di stucco per l'unione delle ali alla fusoliera, fase dove è più importante riuscire a cogliere il diedro alare del Mosquito...L'assemblaggio termina in poco tempo: come al solito non ho unito quelle parti che avrebbero potuto crearmi qualche difficoltà durante la fase della colorazione che ho realizzato con l'aerografo, iniziandoo stendendo su tutte le superficie del modello una mano di grigio chiaro a smalto, con poco preshading sulle pannellature . 

mosquito

L'esemplare che ho scelto di riprodurre basandomi sulle foto delle istruzioni del foglio IsraDecal è Tsadi 32, un ricognitore in servizio con il 115 Tayeset che, dopo essere stato utilizzato nella sua originaria tinta uniforme in alluminata, venne mimetizzato, con ogni probabilità in reparto, con lo schema a bande irregolari di blu e marrone per le superifici superiori e grigio chiaro per quelle inferiori, introdotto nel 1955 per i velivoli con ruoli diversi dalla difesa aera di Israele. Le fonti israeliane identificato questi colori con il RAL 5008 per il blu, il F.S. 30215 per il marrone ed il RAL7044 come le corrispondenze più simili a questi colori che, basandomi sull'esame delle foto a colori e dei disegni degli stessi velivoli,  ho interpretato con smalti Humbol 64 il grigio chiaro delle superfici inferiori e con gli smalti Humbrol 104 il blu e 186 il marrone chiaro .

Prima di stedere i colori della mimetica, avendo notato quanto evidenziato dalla IsraDecals sul Tsadi32 e sul Tasdi 50, ho dato un pò di vernice alluminio in prossimità dei piani di coda e mascherando alcuni punti con il nastro Tamiya che ho tolto dopo la stesura della mimetica per lasciare delle zone in allumio sotto le decals Tsadi 32 . Questo perchè gli avieri del 115 Tayeset, prima di mimetizzare i loro Mosquito, avevano malamente coperto i codici di linea degli stessi ed alla fine tracce del presistente colore alluminio si vedevano trasparire da sotto gli stessi codici ed in prossimità degli stessi ...

Ho steso quindi una mano di trasparente lucido acrilico Model Master's per passare alle decalcomanie. Il foglio IsraDecals però, come già anticipato, non è stato all'altezza del suo costo...Se i soggetti più piccoli come quelli che riproducono le scritte di servizio e i codici di linea hanno dato pochi problemi per la loro utilizzazione, non così le insegne di nazionalità, rivelatesi troppo delicate e scarsamente adesive...

Per quella a destra della fusoliera (dove c'è una struttura tubolare che attraversa l'insegna) ho dovuto lavorare molto con i liquidi emollienti per farla aderire e poi usare con il pennellino della vernice bianca per i vari punti dove la decals fatalmente si era screpolata...alla fine, sfruttando anche la successiva fase dell'invecchiamento generale, ho potuto ottenere un risultato soddisfacente...

Discorso quasi analogo  per quelle sotto le ali anche se in queste zone, i "rilievi" in superficie erano meno pronunciati e quindi più facilmente abordabili dalle decals raffiguranti le insegne di nazionalità della H.H.A.  ...

Terminata la posa delle decals e passata una mano di cera acrilica Future su tutto il modello, ho voluto dare una patina di invecchiamento con il metodo del colore nero a tempera diluito con il Fiele di Bue, passato con un pennello di misura 4 su tutte le superfici del modello; dopo una ventina di minuti ho tolto il colore con un panno morbido bagnato d'acqua. Con questo semplicissimo metodo ho stonalizzato i vari colori in modo differente nelle varie zone, mentre negli interstizi rimane un velo di colore che li mette in risalto dando tridimensionalità così al tutto...

L'effetto è maggiormente visibile nelle zone inferiori e comunque i risultati ottenuti confermano ancora una volta che economicità ed essenzialità dei metodi usati nel modellismo statico sono quelli maggiormente premianti  e che non spaventano i neofiti...

Come ulteriore segno di usare è opportuno realizzare i fumi degli scarichi dei due motori con un passaggio di nero mixato al grigio scuro in prossimità degli stessi scarichi motore

 

Essendo il Mosquito un velivolo di costruzione lignea ed essendo stato  quello da me riprodotto usato nel contesto di un clima certo non europeo, non si può pensare che la colorazione esterna dello stesso velivolo era dannatamente opaca senza alcun riflesso translucido...E' quindi necessario in questo caso dare sul modello un trasparente opaco che sia veramente tale ed in tanti anni, tutti quelli che ho provato non hanno mai raggiunto completamente tale esito, anche il Model Master's acrilico che uso sempre mi ha lasciato una velatura un pò semilucida che specie alla luce solare si nota...Ho voluto testare in questa occasione un trasparente acrilico opaco propostomi da Christian Bertolini, titolare della Kcolors e devo ammettere che i risultati questa volta sono stati dannatamente soddisfacenti !!!

Il trasparente opaco della Kcolors, oltre ad essere di una facilissima utilizzazione (basta versarlo direttamente nella coppetta dell'aerografo e si  spruzza senza alcun problema), sottilissimo anche se si danno diverse mani e di rapida essicazione una volta steso sul modello , è veramente OPACO !!! Se questi sono i risultati che si possono ottenere con i colori della ditta partenopea, mi sa che una volta esaurite le mie scorte di altri colori, non tornerò più indietro...

A questo punto ho assemblato le varie componenti del velivolo che avevo messo da parte come ad esempio le due eliche le cui ogive erano di un bel colore rosso, unico segno di appartenenza al reparto di questo Mossie, come detto il 115° Tayeset "The Flying Dragon Squadron"  che non aveva all'epoca alcuna altra insegna sui propri velivoli .

Ho poi aggiunto le parti vetrate, mentre per i vari oblò in fusoliera ho usato il Synthaglass della Toffano, sempre un buon prodotto per queste esigenze...Alle ruote del kit ho poi limato la parte in contatto con il terreno per simulare l'effetto peso del velivolo a terra.

L'ultima "fatica" è stato l'inserimento dell'asta dell'antenna radio presente sul dorso della fusoliera e la Zanzara a questo punto poteva dirsi completata...

Il kit Airfix del Mosquito in scala 1/48 riesce a trasmettere  una volta completato l'eleganza del velivolo reale e la sua costruzione è stata così piacevole che spero che venga reimmessa sul mercato anche la confezione che la ditta inglese ha dedicato alla variante NF.30 per poter realizzare quanto prima un'altra Zanzara israeliana ma questa volta ...all balck !

Gabriele Luciani

Stampa