Aer.Macchi C.202 da kit Italeri 1/72

C.202Salvatore Barresi ci spiega come ha affrontato un difficile tema per tutti gli appassionati di velivoli italiani: la riproduzione degli "anelli di fumo" del Folgore, addirittura in un suo modello in scala 1/72 ! 

Modello, testo e foto di Salvatore Barresi, Compagnia Modellisti Valdemone

http://modelvaldemone.blogspot.it/

Note modellistiche di Gabriele Luciani  

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Malgrado sia considerato uno dei velivoli italiani più conosciuti, l'Aer.Macchi C.202 "Folgore" solo da pochi anni è stato degnamente riprodotto in scala 1/72. Il primo fu un kit della ditta inglese Frog, contraltare per decenni della connazionale Airfix: uscito nel 1963, era un modello semplice e con le ali sottodimensionate ma per un decennio fu uno dei pochissimi kits in scala 1/72 presenti sul mercato inerenti velivoli italiani della seconda guerra mondiale. Con il fallimento del 1977 della stessa Frog e l'acquisizione di molti degli stampi di questa ditta da parte della Revell, questo vecchio C.202 è ancora oggi in giro con il marchio Matchbox (altro marchio inglese ora di proprietà della multinazionale tedesca).

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Nel 1975 fu la volta della italiana Supermodel: anche in questo caso però, il modello si rivelò zeppo di errori nella riproduzione delle forme e dimensioni del caccia italiano (questa volta le ali erano surdimensionate come spessore, mentre la fusoliera era sbagliata...) tanto da dover richiedere un congruo lavorio di correzione. Nel 1991 finalmente una valida riproduzione del C.202 venne offerta dalla Hasegawa: il kit era dedicato agli esemplari delle ultime serie (quelle caratterizzate dai timoni verticali con il becco di compensazione)  aveva ben pochi difetti ma una grave lacuna, incredibile per un modello degli anni 90, ovvero le gambe del carrello principale con metà forcella ! Tolto questo però si tratta di un buon modello anche se è stato molto svantaggiato dal costo d'acquisto come tutti i prodotti della ditta giapponese, per decenni importati in Italia da un distributore (fallito da alcuni anni...) che si è sempre caratterizzato per applicare un ricarico inusitato rispetto agli altri paesi europei sui vari kits Hasegawa...

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Nel 2001 finalmente Italeri ha ritenuto opportuno di offrire un suo modello del Folgore in scala 1/72, rivelatosi di qualità paragonabile al suo omologo giapponese; il migliore rapporto qualità-prezzo del kit italiano poi lo rende chiaramente più appetibile rispetto al C.202 Hasegawa . La scomposizione del kit Italeri, no. cat. 1222 , è studiata in modo tale da avere quante più parti in comune con il modello del C.205 (proposto da Italeri nel 2002) , fatto questo che comporta vantaggi per il produttore ma non tanti per il modellista...I due velivoli della Macchi infatti erano differenti per il motore (DB.601 per il Folgore, DB.605 per il Veltro con all'esterno una diversa configurazione dell'impianto di raffreddamento dell'olio), per l'armamento (il C.202 aveva "solo" due mitragliatrici da 12,7 mm in fusoliera, cui poi negli ultimi esemplari si aggiunse una predisposizione per due mitragliatrici alari da 7,7 mm; il C. 205 I serie oltre alle 12,7 mm aveva anche le 7,7 mm alari mentre nel 205 III serie le armi alari erano sostituite da due cannoni da 20 mm.), ed infine per il ruotino di coda (fisso nel Folgore, retrattile nel Veltro) .

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Se queste sono le differenze più note c'è da dire anche che ve ne sono altre meno conosciute ma abbastanza significative, prima fra tutte quella della diversa posizione e configurazione degli sportellini posti a metà fusoliera per l'accesso agli apparati radio; inoltre l'asta dell'antenna radio nei C.205 serie III era molto più spessa; ancora come detto va sempre considerato che nel Folgore, dalla serie XI in poi i timoni di profondità erano dotati di becchi di compensazione che poi rimarranno anche nel Veltro. Nel kit di Italeri dedicato al Folgore troviamo i timoni di profondità dei due tipi, i pannelli radio in fusoliera sono quelli giusti per il C.202 ma l'asta dell'antenna radio è quella del Veltro...Il modello è composto da una quarantina di pezzi in plastica abbastanza lavorabile, le pannellature sono incise in modo molto ragionevole per la scala, l'assemblaggio non richiede grandi quantità di stucco se non pochissimo nel punto di giunzione fra ali e fusoliera. Si può considerare una buona base di partenza per lavori di migliora e dettaglio a cominciare dall'abitacolo del pilota.

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In questa zona Italeri fornisce quello che oggi potrebbe essere ritenuto il "minimo sindacale" ovvero pavimento, seggiolino, closche, cruscotto (la riproduzione della strumentazione è affidata ad una decal), riproduzione delle strutture laterali dell'abitacolo.

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Con plasticard ed autocostruzioni varie, ma sempre usando una buona fonte documentale, si possono dettagliare notevolmente i vari lati dell'abitacolo considerando che se si lascia aperta la parte mobile del tettuccio, anche in questa scala, lo stesso vano è ben visibile...Il seggiolino come proposto dal kit è idoneo solo come base di partenza cui bisogna aggiungere i vari cuscini e le cinghie di ritegno del pilota vanno eliminate e rifatte ex novo, magari con piccoli pezzi di carta stagnola. Per la strumentazione del cruscotto si è usato la tecnica del sandwich, sovrapponendo sul pezzo originale un pezzetto di plasticard opportunamente sagomato e forato in corrispondenza dei vari "orologi". Il pavimento è stato dettagliato con due pedaliere più corrette, mentre le pareti laterali hanno ricevuto diversi particolari non riprodotti dal kit come ad esempio le due bombole presenti a destra del pilota.

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Terminata l'opera di miglioria e dettaglio si è verniciato tutto in verde anti corrosione e poi è stata passata una adeguata mano di lumeggiatura per simulare l'usura anchenell'abitacolo.

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Chiuse le due semi fusoliere ed assemblate queste con le ali, anche all'esterno sono stati aggiunti diversi piccoli ma importanti particolari, come piastre e piccole bugnette.

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Sempre con l'ausilio di pezzettini di plasticard molto sottile per poi passare alla fase più importante della costruzione di questo modello, ovvero la sua colorazione...

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non prima di aver passato su tutto il modello una mano di fondo grigio chiaro ed aver dipinto le zone in bianco del velivolo (ovvero la fascia di identificazione ottica in fusoliera e la croce di Savoia in coda) che poi sono state protette con nastro adesivo Tamiya.  

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Gli anelli di fumo, sono infatti la croce e la delizia di tutti gli appassionati di aerei della Regia Aeronautica come quasi tutti gli schemi mimetici che la Aer.Macchi e le sue ditte licenziataria, hanno applicato ai caccia della "serie 200".

Per documentarsi adeguatamente sulle diverse colorazioni dei Folgore, è indispensabile avere a disposizione il n. 76 Gen.Mar. 2001 del periodico Aerofan edito dalla Giorgio Apostolo Editore (www.apostoloeditore.com) sul quale è stato pubblicato un esauriente studio a firma di Giovanni Massimello che elenca e disamina i vari schemi mimetici dei C.202. Dall'articolo si evince che gli "anelli di fumo" furono nel tempo il sesto schema appilicato ai Folgore: si tratta di una mimetica costituita da un fondo Nocciola Chiaro 4 con anelli in Verde Oliva Scuro 2, applicata solo a macchine costruite dalla Aer.Macchi ed appartenenti alle serie VII (MM.9023-9122 rispettivamente n.c. 151-250) prodotta dai primi di maggio 1942, IX (MM.9389-9486, n.c. 251-348) da novembre 1942, XIII (MM.91953-91993, n.c. 349-389) da marzo 1943, per un totale di 238 velivoli. Questo schema quindi fu applicato a solo un quarto dei Folgore costruiti, anche se viene ritenuto come quello più rappresentativo...

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Tutti prima o poi si sono imbattuti nella necessità di riprodurle e specialmente a chi come me piace masticare solo con la scala 1/72, ci ha sempre spinti ad elaborare teorie circa la loro realizzazione con alchimie da fare invidia ad un mago medioevale.

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L'aerografo sarebbe la soluzione corretta per riprodurre gli anelli di fumo, anche in scala 1/72. Premessa indispensabile però è possederne uno di buona qualità che unito ed una mano eccezionale oltre a buone conoscenze in materia di diluizione in rapporto alla pressione di esercizio permetterà risultati eccezionali. Roba da far volare dalla finestra il nostro povero macchino.

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Ultimamente, per ovviare ai problemi appena enunciati, alcune ditte quali la nazionale Tauromodel o la Canadese Mike Grant hanno dedicato diversi fogli decal nelle scale principali ( 1/72 e 1/48 ).

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In occasione dell'acquisto di un foglio dedicato agli strumenti e targhette per i cruscotti degli aerei in 1/72 restai incuriosito appunto dall'offerta degli anelli di fumo da parte della Mike Grant fatto più per curiosità (e raggiungere anche il minimo d'ordine) che altro.

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Poi qualche mese fa, per onorare un impegno precedentemente preso, venne fuori la necessità di costruire un C202 con livrea ad anelli di fumo mi spinse a tirare fuori dal cassetto quel foglietto tanto bizzarro.

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Nel mio caso per il Nocciola di fondo ho preferito fare una mistura al 50% di due referenze Lifecolor, Nocciola UA 526 e Nocciola chiaro UA 529 . Dopo aver fatto asciugare per due giorni una mano di Future trasparente ha permesso di effettuare un lavaggio con colori ad olio Bruno Van Dyck e Seppia.

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Il lavaggio con colori ad olio ed acqua ragia è stato fatto prima in quanto le decal sono molto sottili e stampate con il metodo alps quindi delicatissime ed anche se protette da strati di Future o vernici trasparenti non avrebbero resistito alla forza dell'acquaragia oltre che allo sfregamento del pannetto usato per rimuovere l'eccesso di colore a olio.

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Dopo un giorno di riposo due mani di cera Future hanno preparato il modello a ricevere gli anelli di fumo. Gli anelli vanno singolarmente tagliati e rifiniti solo esternamente. Il distacco della pellicola dal supporto è piuttosto rapido e consiglio di appoggiare la decal con tutto il supporto ritagliato sul modello e farla scivolare con l'aiuto di un pennello bagnato. Per evitare di fare danni involontari ho proceduto all'applicazioni per aeree aspettando l'asciugatura sia della decal che dell'ammorbidente.L' ammorbidente, in questo caso ho usato il Mr. Mark Softer come consigliato dal produttore, si è dimostrato eccezionale ed ha permesso di "dipingere" gli anelli di fumo sul modello. Doti confermate quando sono arrivato sulla fusoliera, che ha letteralmente "piegato" secondo la mia volontà le povere decal.

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Finita la posa degli "smoke ring" una volta perfettamente asciutte, ho dato una mano di cera trasparente e proseguito con le decal della scatola, in questo caso modificate per rappresentare un C 202 del 21° Gruppo Caccia di base a Chinisia (TP). Il Gruppo autonomo era rientrato in Italia nella primavera del 1943, dopo aver partecipato alla campagnia italiana in Russia;  dopo essere stato riequipaggiato con C.202  di nuova produzione, fra cui l'esemplare costruito in AerMacchi e con i codici di linea 356-8 da me scelto, nel mese di maggio 1943, fu inviato in Sicilia per ritrovarsi poi coinvolto negli eventi connessi allo sbarco alleato sulla stessa isola.

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Dopo aver completato quest'ultima fase, un mano di trasparente opaco, in questo caso l'H20 Flat Clear della MR Hobby sigillerà completamente la posa delle decal. L'ultima patina di invecchiamento è stata data con la polvere ricavata dai pastelli per artisti ed applicata con sfumini e pennelli a pelo corto. Ora, per ..."par condicio", mi toccherà provare anche i fogli decal della italianaTauromodel che  offre oltre che gli anelli di fumo anche altre varianti delle mimetiche italiche della seconda guerra mondiale...

Salvatore Barresi

 

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