FIAT G.59-4° della 56° TAF – A.M.I. – Vicenza anni 50 – Scala 1/32

g. 59Alberto Bravi è un valente modellista noto per le sue realizzazioni in scala 1/32 di velivoli italiani: questa volta  presenta un FIAT G.59 ricavato da una trasformazione del G.55 della PAC Models.

Modello, testo e foto di Alberto Bravi  

Il caccia FIAT G. 55 “Centauro” fu certo il migliore prodotto dell’industria aeronautica italiana degli anni 40 : al termine del conflitto, la ditta costruttrice ebbe buon gioco nel convincere i vertici della neonata Aeronautica Militare a far riprendere la linea di montaggio del suo velivolo, questa volta da impiegare come velivolo da addestramento, completando anche una precedente commessa del tempo di guerra di 18 esemplari. Alcuni G. 55 vengono prodotti in una versione biposto: tutti quelli comprati dall’A.M.I. venero avviati alle Scuole di Volo di Lecce, mentre nel 1948 altri Centauro vengono acquistati dalle aviazione argentine, egiziane e siriane. La FIAT però si rese conto che il motore di origine tedesca di cui era equipaggiato il suo velivolo, non poteva essere certo il massimo per quanto riguarda la reperibilità di ricambi mentre la larga diffusione di caccia e motori anglo-americani avrebbe consentito invece una maggiore tranquillità operativa. Alla cellula del G. 55 viene quindi applicato nel corso del 1948 un motore Rolls Royce “Merlin”, lo stesso dello Spitifire IXc e del P.51 D, ed i cui ingombri però erano così differenti tanto da dover riconfigurare tutta la parte anteriore del velivolo che venne così denominato G.59, con alcuni prodotti ex novo, altri trasformazioni dei G.55 A.M.I. tutti però destinati all’addestramento, compito per il quale si rivelarono più che idonei. Alle prime versioni mono e biposto, del tutto identiche ai precedenti analoghi G.55, ne seguirono altre caratterizzate dalle cappottine a goccia, anche loro mono e biposto, con la variante G-59-4 A che risultò essere la più “bella” di tutte. La maggior parte dei G. 59 venne conferita alle scuole di Elmas e di Galatina, enti  dove rimasero in servizio sino al 1957, anno in cui furono spostati tutti a quella di Elmas. Molti altri G. 59 furono assegnati alle squadriglie di collegamento di moltissimi altri reparti operativi, scuole, Zone e Regioni aeree, tanto che per tutti gli anni cinquanta, questi velivoli divennero una costante presenza in tutti gli aeroporti italiani, anche per via del congruo numero di esemplari costruiti. Da notare che malgrado l'ottima riuscita di questo velivolo, un solo G.59 venne venduto all’aviazione argentina. Testo fondamentale per conoscere al meglio questo velivolo è la monografia di Nicola Malizia “Il FIAT G.59 : storia di un addestratore” ; Roma: Edizioni dell’Ateneo , 1982.

set 

Forse per via della colorazione uniforme e del compito di seconda linea loro assegnato, nel modellismo il G. 59 ha sempre ricevuto  attenzioni solo da parte di ditte modellistiche artigianali che hanno proposto molti anni fa in 1/72 set di conversione,in vac-u-form o in resina, per il modello Supermodel in plastica iniettata dedicato al G.55, mentre in scala 1/48, apparsero nel corso degli anni 2000 dei kits completi in resina inerenti tutte le versioni.Il modellista Maurizio Di Terlizzi, titolare della firma artigianale Tail Boom, da pochi anni ha offerto un set in resina e completo di decals, per ottenere un Fiat G.59 2A o un 4 A in scala 1/32 partendo dal kit in plastica short run prodotto dalla Pacific Coast Model del G.55. Il set della Tail Boom è composto da una trentina di pezzi in resina con due parti in metallo bianco per le canne delle mitragliatrici alari, un tettuccio in plastica trasparente stampata a caldo, con le due componenti del canopy separate. Fra le parti ci sono anche i due serbatoi subalari da 125 litri ciascuno.

decals

Le decals sono inerenti rispettivamente ai seguenti esemplari :

a) G.59-2A codici di linea S3-134, MM. 53022 N.C. 14, della Scuola Volo di Galatina,

b) G.59-4A codici di linea ZR-12 , MM. 53509 N.C.107, della 2° Regione Aerea di Roma

c) G.59-4A codici di linea FT-28, MM. 53513 N.C. 111,    della 56° Tactical Air Force di Vicenza, caratterizzato da una vistosa bocca di squalo (tutta riprodotta dal foglio decals) ma senza armi alari ; affidato al tenente pilota Riccardo Peracchi fu protagonista di spettacolari esibizione acrobatiche.

  fiancata vano

 

fiancata abitacolo

Ed ecco alcune fasi dell’assemblaggio del cockpit in cui entrano parti del kit PCM, parti del modello PAC Models e parti auto costruite: in questa scala il dettaglio è d’obbligo! cruscotto

 

seggiolino

 

abitacolo

Chiaramente il dettaglio dell'abitacolo è come sempre un punto di forza di qualsiasi riproduzione in  scala di un velivolo...

g.59

Una volta asportate le parti di fusoliera non necessarie, il primo assemblaggio a secco ha mostrato che l’accoppiamento fra le componenti in  resina del set e quelle in plastica del kit é stato ben studiato e richiede solo un minimo appporto di stucco

primer

Prima di passare alla colorazione "definitiva" ho ritenuto opportuno di stendere una mano di fondo per uniformare le superfici del modello, considerata la diversa natura del materiale delle componenti .

primer due

Per la riproduzione della colorazione delle superfici esterne del velviolo,  sono partito dal principio che i G.59 non erano in metallo naturale, ma verniciati con un colore alluminio, con l'eccezione di alcune ristrette zone come il panello antiriflesso del cofano e le walkway alle radici alari che erano in nero opaco.

g.59  

Quindi ho spruzzato il tutto con l’acrilico Silver H8 della Aqueous Hobby Color. Per uniformarlo e togliere quel minimo di granulosità presente, l’ho lisciato con diverse passate di tela abrasiva con grana da 4000 a 12000. Ho così ottenuto una superficie quasi perfettamente liscia e lucente, il che non rappresentava un problema perché, per poter applicare le decals, avrei comunque dovuto dare una mano di lucido sempre della Aqueous Hobby Color.

g.59

Per arrivare al colore alluminio “verniciato”, dopo aver applicato le decals, ho dato prima un’altra mano lucido e poi un paio di mani di satinato.

ali g.59

L’invecchiamento é stato fatto mediante postshading con un prodotto color grigio scuro della ProModeller che si applica a pennello sulle pannellature ed altre aree interessate e, quando asciutto, si asporta l’eccesso con un pezzo di scottex appena inumidito.

g.59 fumi

L’effetto degli scarichi motore é stato realizzato a spruzzo con tempera molto diluita Brunt Umber più un pizzico di nero.

ala g.59 

Qualche ulteriore effetto “sporco” é stato ottenuto con i pigmenti in pasta della Tamiya mentre per i residui di fumo delle mitragliatrici, ho usato il pigmento nero in polvere della Mig. Lo stesso tipo di pigmento, sempre della MIg ma colore “Europe Dust, l’ho usato per gli pneumatici.

g.59

 A questo punto mi sono chiesto, va bene fare un G.59 ma quale? Come detto le decals contenute nel sets suggeriscono anche una versione abbastanza “colorata” con appariscenti falci di squalo Io però ho preferito replicare questo stesso aereo , ovvero quello con i codici di linea FT-28 di uno dei pochi stormi operativi, la 56° Tactical Air Force di Vicenza ma caratterizzato però dal “solo” stemma del Leone di San Marco, emblema dell’Alleanza Atlantico.

stemma g.59

Per coccarde e codici di linea ho usato quindi quanto offerto come decals dal set ma ho ricavato lo stemma presente sotto il muso del velivolo dal foglio Tauromodel 32-519.

armi g.59

In questa configurazione il velivolo era ancora armato . 

 scritte g.59

Da notare le particolari scritte di servizio presenti anche loro nel foglio decals del set.

OGIVA G.59

Altra interessante caratteristica di questo velivolo era poi l'ogiva dell'elica colorata in rosso tipica di molti G. 59 dell'A.M.I.  

g.59 finito

Alla fine il modello cattura in pieno le forme e le dimensioni del vero G.59 che anche con un motore un pò più corposo mantiene una finezza di linee aerodinamiche invidiabile.

g.59 ali

Visto in pianata ben difficilmente il G. 59 è subito distinguibile dal precedente G. 55...

G.59

Anche se derivato dal migliore velivolo da caccia italiano prodotto durante la seconda guerra mondiale, i G. 59 con il suo ridotto armamento (due sole mitragliatrici alari da 12,7 mm.) però, era chiaramente oramai "solo" un addestratore e per fortuna non è stato mai impiegato in azioni belliche (il suo periodo di impiego coincise con le fortissime tensioni con la Jugoslavia) .

Alberto Bravi

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