A 7E Corsair II Desert Storm

Alla fine della Desert Storm un velivolo del VA 72 "Skippers", quello del comandante del reparto, ricevette una inconsueta livrea per celebrare l'ultima missione di quel conflitto. Scopriamo assieme come ricavare il modello di quel velivolo.

Modello, Testo e Foto di Silvio Pietropaolo

Lo hanno soprannominato in tanti modi, il suo appontaggio era violento e sgraziato. Il Corsair II ha operato dal Vietnam alla Desert Storm in modo efficace e da grande incassatore di colpi. Un velivolo che a molti fa storcere il muso, non è filante come un Tomcat o efficiente come un Super Hornet, ma ha semore fatto il suo dovere portando quasi sempre a casa il suo pilota, pur volando nell'ambiente bellico e nelle situazioni più rischiose degli ultimi tempi. In questo articolo parliamo di un Corsair II di quelli che c'è n'è soltanto uno ed esattamente il 400 del VA 72 "Desert Storm Last Mission" sn 160552 operativo dalla JFK a fine missione nel Golfo Persico.

Senza scervellarsi e sopratutto dissanguarsi in acquisti faraonici e fedeli alla nostra linea, secondo la quale per fare un buon modello non serve necessariamente prosciugare il nostro conto in banca, per realizzare il nostro A 7E Desert Storm abbiamo utilizzato la vecchia scatola Italeri (stampo ESCI) dell'A 7E Corsair II n° 1224 in scala 1/72 (circa 10 - 12 euro)

che da tempo giaceva sul nostro scaffale ed il foglio Microscale 72-626 "Desert Storm Corsairs - A 7E Last mission VA 72 e VA 46".

Il foglio permette di riprodurre anche un esemplare del VA 72 per così dire con colorazione normale (anche se high visibiliti markings), che poi sarebbe il primo della formazione sotto mentre il nostro velivolo è l'ultimo, oltre ad un esemplare in TPS puro del VA 46.

Il kit Italeri sicuramente non sarà al livello di qualche modernissimo ed iperdettagliatissimo kit cinese dell'ultima generazione, ma ha pochi pezzi, si monta facile, ha un buon assortimento di carichi alari ed è fondamentalmente corretto. L'abitacolo è di base con pannelli riprodotti dalle decalcomanie ma ha un buon seggiolino e se vogliamo lasciare il canopy chiuso fa la sua onesta figura.

A parte alcuni dettagli aggiunti in autocostruzione, il kit è montato da scatola. I flaps sono stati tagliati per posizionarli abbassati, i Pitot del kit sono stati sostituiti da due autocostruiti. Il più grosso handicap di questo kit è la presa d'aria che non ha profondità e finisce con un fondo nero dopo soli 7-8mm, per questo il kit fornisce un pezzo che riproduce il telo che viene posto a chiusura della stessa. il pezzo non è granchè ma proprio per farvi vedere come rende ho lasciato il pezzo originale senza rifare il telo con della stagnola (ottima quella dei Baci Perugina perchè già zigrinata). Anche i due sensori ai lati della bocca sono stati autocostruiti come pure lo sfiato dei fumi di sparo del cannone. Ho provveduto a sostituire i sidewinder della scatola (prime versioni) con alcuni più simili agli Aim 9L utilizzati dalla Navy negli anni 90'.

Avendo il montaggio occupato poco tempo, maggior attenzione ho potuto dedicare alla particolare colorazione di questo velivolo. Questo Corsair fu dipinto per l'occasione con una mimetica fuori ordinanza per l'epoca a chiazze di marrone rossiccio (Red Brown) su una base Sabbia Rosata (indicata come Desert Yellow) con codici tutti in nero. All'epoca ilriferimento FS dei colori era sconosciuto fino al 2000 quando Nelle tabelle dei camoufages Don Color sul sito www.jpsmodell.de apparve la tabella esplicativa riportata sotto con un chiaro riferimento del FS dei colori utilizzati.

Per dipingere il mio modello ha usato gli smalti Humbroll sintetici mischiando varie tonalità di desert sand, desert yellow e brick red (una punta) e bianco per il sabbia, mentre ho usato il leather, brick red ed il tan per il marrone rossiccio prendendo a riferimento alcune foto che mi sono sembrate cromaticamente meglio bilanciate di altre prese dal web.

Proprio da questo riferimento mi sono basato per la riproduzione dei colori che ho fatto in proprio.

Per la colorazione ho proceduto come di solito dando prima un nero opaco lungo le pannellature e sul canopy. Poi ho iniziato a dare il sabbia sempre con aeropenna 0,2 senza coprire completamente il nero sottostante e solo nelle aree coperte dal sabbia. nele altre zone ho dato a mano libera sempre con penna 0,2 il marrone rossiccio realizzando le aree di mimetica.

Spruzzare con la penna 0,2 non è semplice, dato che l'intasatura della Duse è sempre in agguato. Il lavoro è più laborioso ma si ottiene un bell'effetto di irregolarità del colore che riproduce automaticamente la stonalizzazione delle verniciature tipica dei velivoli reali operativi ed in particolare degli imbarcati.

A questo punto una abbondante mano di cera Future ha preparato il modello per la posa delle decalcomanie tratte dal foglio Microscale 72 - 626. Va detto che tale foglio è carennte di due scritte "Desert Storm" da posare sui sebatoi subalari, come pure non sono presenti le frecce nere con scritta Rescue bianca tipicamente posizionate alle spalle del canopy sugli A 7. Ho trovato dette frecce sul foglio del CH 53 E sempre Italeri.

Posate le decals, un'altra mano di Future ha sigillato il tutto per poi effettuare il lavaggio ad con Bruno Van Dick mischiato a Nero ad olio e diluito con white spirit.

A questo punto ho completato il montaggio dei carichi formati dai due serbatoi ausiliari, due TER con tre MK 82 Snakeye ognuno e due missili antiradiazioni AGM 45 Shrike, in fusoliera due Aim 9L Sidewinder per poter infine dare il trasparente opaco acrilico Lifecolor su tutto il modello.

Questo trasparente spegne quanto basta i toni ed amalgama il lavaggio e le ombre dando un aspetto più bilanciato e credibile al modello. Infine togliamo le lascherature dal canopy e dipingiamo con clear red e blue tamiya le luci di navigazione e con il clear orange le paraboline sulla punta dei Sidewinder.

Il nostro piccolo Corsair Desert Storm è pronto magari da posizionare su una basetta. Realizzato con un kit economico e soltanto un foglio decals in aftermarket abbiamo ricavato un modello realistico e d'effetto con poco lavoro ed un pò di pazienza senza strafare i acquisti antieconomici e materiali particolarmente esotici.

di seguito la galleria delle foto della realizzazione, presto affiancheremo allo Sluff Navale uno terrestre con la sua mimetica SEA.

Buon Modellismo Silvio Pietropaolo.

 

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