Aermacchi C.205 MM 92166 - Scuola Volo, Aeronautica Militare , Torre Pinta, 1951 da kit Italeri 1/48

c.205Nel 1949 l'Aeronautica Militare ricevette dall'Aermacchi alcuni C.205 che, dopo esser stati in ditta per essere ricondizionati per l'Egitto, non vennero ritirati dal commitente. La configurazione di questi "Veltro" era diversa da quelli costruiti nel 1943 e nel 1944: con lo stampo Hasegawa oggi commercializzato da Italeri vediano come poter raffigurare in scala 1/48 uno di questi velivoli, in particolare quello ancora oggi conservato presso la casa costruttrice e che in pratica è l'unico "vero" C.205 oggi esistente. 

Modello, foto e testo di Gabriele Luciani

Dopo le immani distruzioni causate su tutto il territorio nazionale, nel 1945 anche la ricostruzione delle FF.AA. italiane si avviò con molta fatica, complice il fatto che appartenevano comunque ad una nazione uscita sconfitta e sottoposta a cogenti trattati di pace. Per un lungo periodo e sino all'adesione alla N.A.T.O. , l'imperativo principale fu in buona sostanza quello di sopravvivere alla meglio, cercando  di mantenere in servizio quanto più possibile i residuati bellici di produzione nazionale ed estera, integrato da quel poco che gli anglo-americani cedevano pur di non di riportare in patria materiale che ritenevano per i loro standards obsoleto o in surplus. Anche la  Aeronautica Militare, nata il 18.6.1946, aveva ereditato tali situazioni dalla Regia Aeronautica che già nel corso degli ultimi mesi del 1944 aveva iniziato a destinare  la gran parte dei velivoli di produzione italiana a compiti secondari; solo la trentina di Aermacchi C.205 venne usata dal 5° st. sino al marzo 1947 come caccia venendo sostituti dagli Spitifire IX dismessi da reparti inglesi che lasciavano l'Italia. I Veltro, anche quando vennero impiegati come caccia dall'A.M.I. rimasero sempre di base a Torre Pinta e quando il 5°st. si trasferì nella sua nuova sede di Orio al Serio , gli stessi Veltro continuarono a restare sulla base salentina, passando però all'addestramento e venendo presi in carico dalla locale Scuola Caccia. A Torre Pinta negli ultimi anni quaranta oltre ai C.205, venivano usati anche i Folgore, soprattutto i restanti di quei ventisette C.202 che nel 1944 avevano ricevuto il motore DB.605 ( C.202 con motore DB-605) .Per una serie di coincidenze, a questi residuati bellici, nel 1949 si aggiunsero altri venti velivoli della Aermacchi che già in carico all'A.M. e restitui alla ditta, ritornarono nuovamente a Torre Pinta...

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Nel giugno del 1948 i governanti dell'Egitto, nell'intento di rinforzare la propria aviazione militare contro quella israeliana si rivolsero alle fabbriche italiane ordinando dei caccia FIAT G.55 e Aermacchi. Fu così che la ditta varesina recuperò alcuni C.202 e C.205 dismessi dall'A.M. ed installando sui Folgore destinati alla Royal Egyptian Air Force  il  FIAT  RA 1050 RC58 (copia costruita su licenza del DB-605A) , il radiatore sdoppiato e l'elica Piaggio P2001 con la sua ogiva più bombata, lasciando per il resto inalterate le altre caratteristiche dei C.202 . Invece sui C.205 che dovevano essere forniti alla R.E.A.F. si rese fisso e carenato  il carrellino posteriore e sia sui C.202 che sui Veltro , oltre ai travetti subalari, vennero montate le radio statunitensi RT.AN.104/VHF-SCR.522 che erano poste subito dietro il seggiolino pilota in una posizione analoga a quella dei medesimi apparati di produzione italiana montati anni prima sui Folgore: per questo motivo vennero modificate le fusoliere dei Veltro con l'installazione degli sportelli di accesso alle radio della stessa foggia di quelli del C.202. Anche l'asta dell'antenna era diversa da quella usata dai C.202/205 prima serie ed anche da quella dei C.205 III/IV serie. Fra il settembre ed il novembre 1948, un primo gruppo di 15 velivoli arrivò in Egitto, spediti via mare in cassoni dove erano inseriti con le ali smontate: dalle foto dell'epoca  si nota che questi velivoli erano stati ridipinti con un primer scuro  usato nelle fabbriche (Aermacchi, Ambrosini e Breda) che si occupavano nel 1948 del ricondizionamento dei velivoli destinati al medesimo paese arabo: una volta arrivati nelle file della R.E.A.F. i caccia italiani (così come i G.55) venivano ridipinti con schemi e colori simili a quelli della R.AF. per teatri desertici. Fra il gennaio e l'aprile del 1949 altri nove Aermacchi  conclusero il primo lotto contrattuale costituito da sedici C.202 con il FIAT  RA 1050 RC58 e  otto C.205 (di questi tre erano della III° serie); alla fine del 1949 la R.E.AF. commissionò un secondo loto di altri 18 velivoli (sedici C.202 con il FIAT  RA 1050 RC58 e tre C.205, uno della I° serie e due della III° serie) ma nel frattempo incominciarono a sorgere dei contrasti fra il committente e la Aermacchi...I velivoli italiani affidati a piloti poco esperti come quellio egiziani non ebbero risultati operativi di rilievo ed anzi a seguito di alcuni gravi incidenti vennero persi ben dieci aerei...

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Unicamente per questi motivi , un terzo lotto di venti esemplari (dieci C.202 con il FIAT  RA 1050 RC58 e dieci C.205, quattro della I° serie e sei della III° serie) pur commissionato in data 12.5.1949, non venne alla fine ritirato dagli egiziani e questi aerei vennero quindi ripresi dall'A.M. e, ridipinti in alluminio con un lungo pannello antiriflesso in nero che partiva dal parabrezza ed arrivava sino all'ogica dell'elica, vennero nuovamente  assegnati alle proprie Scuole di Volo dove rimasero in linea per alcuni anni. Per anni sulla pubblicistica aerospaziale italiana si è evidenziato che la rinuncia egiziana al terzo lotto era dovuta ad un attentato perpetrato da agenti segreti israeliani contro la Aeramcchi, un'altra delle tante fantasie ed inesattezze che per anni hanno contraddistinto la ricostruzione di fatti storici inerenti la nostra aviazione e le fabbriche...In realtà il 18.9.1948 scoppiò in effetti un incendio lungo la linea di volo dell'Aermacchi che danneggiò però il C.205 MM 9351  dell'A.M. che era lì per delle revisioni, nessuno dei velivoli della prima commessa egiziana fu coinvolto e come si vede dalle date riportate , la fornitura alla R.E.A.F. andò avanti regolarmente anche dopo questo episodio: su tali vicende si può fare riferimento alle pagg. 244 e segg. del volume di Nicola Maliza "Aermacchi : Bagliori di guerra (Macchi MC.200-MC.202-MC.205) edito nel 2006 a Roma dalla IBN Editore (ISBN 9788875650308) dove sono riportati fra gli altri tutti i numeri di costruzione dei velivoli ricondizionati per la R.E.A.F. ...

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Comunque uno dei velivoli della terza commessa egiziana poi non ritirata, ovvero la M.M. 92166 un C.205 serie III°, è scampato per sua fortuna alle distruzioni (molti residuati bellici vennero usati come bersagli al poligono di Furbara o per l'addestramento delle squadre anti incendio dell'A.M.) e/o alle demolizioni dei tanti velivoli,  seguite alla loro radiazione : questo Veltro, oggi conservato presso la Aermacchi, è l'unico vero C.205 oggi esistente in Italia (gli altri due sono C.202 con motore FIAT  RA 1050 RC58) anche se essendo passato dalla revisione per le commesse egiziane e la conseguente installazione della radio statunitense RT.AN.104/VHF-SCR.522 e avendo il carrelIino posteriore fisso e carenato  non è nella configurazione che avevano i C.205 nel 1943, presentando in fusolieria gli sportellini d'accesso alla radio della stessa forma di quelli del C.202. La M.M.92166 venne consegnata il 15.7.1943 alla 378 sq. del 155 gr. della Regia Aeronautica di base a Monserrato in Sardegna; rimasto in carico anche dopo l'armistizio e il trasferimento del reparto a Galatina, subito dopo la guerra questo velivolo era stato già assegnato una prima volta alla Scuola caccia di Galatina prima di essere usato per la commessa egiziana.

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Dopo la sua radiazione il C.205 M.M. 92166 è stato esibito ( e fotografato) privo di insegne alla MAF56 a Fiumicino, venendo poi ceduto nel 1973 al Museo Nazionale della Scienza e Tecnica di Milano dove era conservato con la sua livrea in alluminio e con ancora i travetti subalari. In rete ci sono alcune foto di questo C.205 quando era a Milano: alcune mostrano chiaramente in posizione aperta uno degli sportelli presenti sul dorso delle ali per l'ispezione al cannone da 20 mm e la forma è ovale, ovvero proprio la caratteristica peculiare delle ali dei Veltro delle serie III e IV, un dao questo che conferma che effettivamente la M.M. 92166 aveva conservato le sue ali originarie essendo come detto fin dall'origine un serie III°. Dopo lo scambio fra il Museo e il C.202 con il FIAT  RA 1050 RC58 MM.91818 (anche questo un esemplare della terza commessa egiziana non ritirata, per anni  conservato all'ITIS "Malignani di Udine e poi reucperato dalla Aermacchi) , oggi questo Veltro, dopo un restauro che lo ha rimesso in condizioni di volo, è a Venegono presso le strutture della ditta costruttrice, purtroppo con una livrea bellica e araldica della R.A. precedente al 27.7.1943, in contrasto con il fatto che le modifiche per le commesse egiziane sono rimaste inalterate quando invece sarebbe stato stroicamente più corretto ridipingerlo con la sua livrea alluminata da velivolo scuola dell'A.M....

La riproduzione in scala 1/48 di un C.205 con le caratteristiche tecniche peculiari della commessa egiziana e quindi diversa dagli altri Veltro che ho realizzato in precedenza mi ha sempre attratto, pure perchè quando si  ha a che fare con un buon kit come lo stampo Hasegawa oggi commercializzato da Italeri, è forte il desiderio di assemblarne quanti più è possibile. Anche in questo caso i difetti di commistione presenti in questo kit del C.205 dei vari particolari che distinguevano i Folgore dai Veltro, sono un vantaggio nella riproduzione del Veltro M.M.92166 in quanto , come precisato, la fusoliera di questo esemplare ha gli sportelli d'accesso alla radio del Folgore ed in realtà la Hasegawa ha riprodotto appunto questa configurazione anche nei suoi kits del C.205: non ho modificato il modello

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su questi particolari mentre va invece eliminata la piccola escrescenza presente sulla carenatura dorsale che raffigura un attacco della antenna radio che era presente anche sui Veltro prima serie; inoltre l’asta dell’antenna radio dei velivoli forniti all'Egitto era del tutto diversa da quelle usate in precedenza e per quella del  Veltro M.M.92166 ho proceduto ad una autocostruzione ; per il carrello fisso posteriore   ho proceduto con stuccature modificando il pozzetto del kit del C.205 e usando pezzi riproducenti carenature di C.202 prelevati dai kit Hasegawa del Folgore che hanno diversi tipi di queste carenature.

c.205Va sempre poi corretta la fusoliera fra il retro della struttura anti cappottata e la radice della deriva verticale, in quanto la stessa fusoliera in scala essere più corta di un millimetro e mezzo abbondante rispetto a quando dovrebbe essere sia per i C.202 che per i C.205.

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Le ali dei kits Hasegawa oggi commercializzato da Italeri riproducono la configurazione dei Veltro della prima serie; invece il C.205 M.M. 92166 è un velivolo della terza serie , quindi sulle superifici superiore delle ali, si deve modificare la configurazione dei quattro piccoli sportelli di ispezione delle armi alari come riprodotta dal kit in quella visibile nella foto. Questi infatti avevano la forma ovale e la differenza è notevole, anche in scala 1/48 e quindi vanno debitamente corretti per l'esatto abbinamento con i cannoni da 20 mm. Le incisioni originali si possono stuccare con collante cianoacrilico e rifare con la punto di un coltellino da modellismo tipo X-Acto. Una volta unite le ali alla fusoliera sia sopra che sotto, vanno riprodotte le quattro piastre di rinforzo che nel kit sono rappresentate solo da incisioni: basandosi per la forme e dimensioni sulle stesse incisioni, si possono riprodurre queste piastre con dei pezzettini di carta stagnola incollate poi sulle suddette incisioni.

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Anche sotto le ali si dovrà intervenire in quanto il kit riproduce anche qui sempre la configurazione del C.202 e dei C.205 armati con le mitragliatrici da  7,7 mm  mentre con i cannoni da 20 mm. avevano uno scarico dei bossoli più grande ed affiancato da un'altra apertura più piccola a lato e due piccole carenature; per i travetti subalari  sono ricorso a quelli presenti nel set di miglioria e dettaglia del CR.42 della Classic Airframes prodotto a metà anni novanta dalla Italian Classic.

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Molti modellisti che raffigurano caccia Aermacchi con i motori tedeschi si dannano l'anima per riprodurre la parte degli stessi propulsori che secondo loro sarebbe visibile dagli alloggiamenti dei carrelli principali...Anche questa è una errata interpretazione della realtà storica dovuta allo stato di conservazione dei C.202 e C.205 ad oggi sopravvisuti...Già a partire dalla III° serie costruttiva dei C.202, tutti i Folgore prodotti dalla Aermacchi, Breda e SAI Ambrosini avevano le installazioni antisabbia che, oltre alla modifica della presa d'aria del motore sull'esterno della sinistra della fusoliera, erano caratterizzate all'interno dei velivoli anche da delle apposite paratie per chiudere la parte centrale dei pozzetti dei carrelli. Le installazioni antisabbia vennero poi mantenute anche nella successiva produzione del Veltro e sono, le stesse che sono visibili nella Tav. 26 del Manuale di "Istruzioni e Norme per il montaggio, la regolazione e la manutenzione del velivolo Aer.Macchi C.205V" . Queste paratie venivano smontate durante la manutenzione del velivolo ma durante l'impiego erano mantenute al loro posto:  con ogni probabilità, i velivoli oggi conservati le hanno perse, ragione per la quale molti modellisti sono indotti a lanciarsi in una pesante opera di ricostruzione del motore che invece ci si può tranquillamente evitare, sempre se non si voglia raffigurare una velivolo sottoposto ad una complessa fase di manutenzione o con il cofano motore non montato... Sulla radice alare sinistra va poi praticato un foro circolare che nella realtà era presente sui velivoli come presa d’aria ma che nel kit non è riportato.

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La costruzione del kit è abbastanza rapida e sono passato alla colorazione del modello partendo al solito sono partito con una mano di grigio chiaro seguita da una pre-ombreggiatura in nero sulle varie pannellature.La colorazione del velivolo quando venne ripreso in carico dall'A.M. era quella in alluiminata per tutte le superfici esterne, che io ho riprodotto con un mix di smalti metallici Testor's Model Master, stesi ad aerografo in modo irregolare per evitare di dare al modello un aspetto ...mono blocco!

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L'unica nota di colore che spezzava la tinta monocromatica era il pannello nero che si estendeva come detto dal parabrezza sino all'ogiva dell'elica ; anche le pale dell'elica erano in nero nelle superfici rivolte verso il pilota. Basandomi sulle foto di altri C.202 e C.205 in servizio come velivolo scuola presso l'A.M. ho inserito sul modello delle coccarde tricolori prese da vari fogli Tauromodel della precedente produzione non a film unico e che come al solito sono a dir poco fantastiche come saturazione dei colori ed adesività.

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Questi Aermacchi non portavano codici di repartoi e quindi, finita la posa delle decals ho riprodotto i fumi di scarico del motore ed ho completato la costruzione con l’aggiunta di quei particolari che solitamente assemblo dopo la colorazione per evitare di romperli  come i carrelli , l’elica , la riproduzione del filo dell’antenna radio (realizzata con filo di nylon da pesca e dipinto di nero).

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Molti appassionati (e purtroppo anche chi nel tentativo di raffigurare un C.205 in realtà ha realizzato la replica in vetroresina del C.202 con il motore FIAT RA 1050 RC58 conservato a Vigna di Valle...) , purtroppo non conoscono pienamente le varie differenze teniche delle fusoliere e delle ali fra quelle del C.202, del C.202 con il motore DB605A/FIAT RA 1050 RC58  e quelle del C.205 l° serie, C.205 III° serie e IV° serie...

Mi auguro che con questo mio elaborato ora abbiano le idee un pò più chiare...

Modello, testo e foto di Gabriele Luciani

 

 

 

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