F-15C Fresno Repo 194th Fighter Squadron, 144th fighter wing, Fresno ANG Base (CA) da kit Tamiya scala 1/32

Il nostro amico Salvatore Grassi ci presenta ogg un soggetto con fascino da vendere il mitico F-15C in una delle più accattivanti colorazioni Aggressor  così come poi andato in carico al 194th Fighter Squadron,  144th fighter wing, Fresno ANG Base CA. Per i nostri lettori Salvatore ci racconta la sua realizzazione.
Modello, Testo e foto di Salvatore Grassi


Oggi vi racconto la storia di questo fantastico soggetto, un F-15C Fresno Repo di stanza, come si evince dal nome alla Fresno ANG Base in California, attraverso la stesura di un articolo, su proposta del nostro amico Silvio, che non finirò mai di ringraziare.


E’ il mio primo articolo in assoluto, per cui potrei essere prolisso o addirittura sintetico, ma.. veniamo al dunque: il soggetto di partenza è un F15 J che tramuterò in un F15C, le cui modifiche non sono tante e semplici; il kit di partenza si presenta con un’ottima e ricca stampa sebbene abbia i suoi anni.


“Mi sono preso il lusso” di comprare parecchi aftermarket non tanto perchè il modello ne avesse bisogno, ma soprattutto perchè ci tenevo in modo particolare e lo volevo rendere il più dettagliato possibile.


Tra i pezzi che ho preso,  ritroviamo: gli scarichi del KA models, fatti veramente bene e semplicissimi da montare ossia meno cervellotici da comporre rispetto alle altre marche, le prese d’aria corrette in resina e il cannoncino in metallo tornito che sostituisce quello in plastica (fatto veramente male).

Mi sono concesso anche il cockpit in resina dell'Avionix,  ma giusto per bellezza,  senza nulla togliere a quello fornito dal kit che, nonostante, sia fatto bene non arriva sicuramente ai livelli dell’Avionix.


È ora di passare alla pratica: dopo aver eliminato la plastica nelle due semifusoliere anteriori  e aver ridotto all’osso la resina in eccesso nel vano cockpit, mi sono dedicato alla colorazione dello stesso rispettando la corretta colorazione dei vani dell’avionica usando il bianco (colore utilizzato a partire da metà anni 90 rispetto al verde utilizzato in precedenza).


Altra modifica è stata fatta in riferimento al parabrezza, in quanto unendo il pezzo alla fusoliera, si poteva notare uno scalino con relativo spazio colmato con un pezzo di plasticard.


Successivamente mi sono dedicato al tettuccio, anche se non proprio corrispondente a quello reale, infatti ho dovuto eliminare tutte le componenti e rifarlo da zero, per quanto riguarda la parte inferiore, modificando il tutto con plasticard e filo in rame.


In riferimento ai miglioramenti alla fusoliera, mi soffermerei su qualche linea di pannellatura assente come l’assenza di qualche rivetto.


Tornando alla realizzazione, dopo aver inciso qualche linea assente ed inserito i rivetti laddove mancanti,  mi sono dedicato ai condotti delle prese d’aria, nota dolente del kit, in quanto, quelle fornite dal modello sembrerebbero errate nella parte di attacco anteriore e nella parte finale di congiunzione con il motore,  per cui ho utilizzato un set in resina correttivo.
Opportunamente carteggiato e colorato, è stato montato con la vite di supporto fornita dal kit e della ciano per stabilizzare il tutto.
Il colore che ho utilizzato per la parte interna anteriore è AK rc239 Air superiority blue FS 35450 e, dopo un pò di “olio di gomito” e, tante belle parole,  sono riuscito a innestarlo e ad incollare/avvitare le due semifusoliere
Altra piccola modifica,  prima di chiudere le due semifusoliere,  riguarda lo scarico fumi che,  nel kit è presente, ma non realistico, (in quanto chiuso da plastica piena a forma di rete) .
Cosi, non potendolo lasciar lì, ho cannibalizzato un pezzo cilindrico da una matita e dopo una serie di prove sono riuscito a far combaciare il tutto
A questo punto, il grosso è stato fatto! Cockpit e prese d’aria a posto! Per questo, mi son dilettato con un puro e semplice assemblaggio  delle parti in plastica.


Passiamo adesso, per così dire,  al pezzo forte:  il cannoncino che nel kit è composto da  due semiparti che si uniscono sufficientemente bene ma non  essendo proprio realistico, come già detto,  ho usato un set di canne tornite. Ho impiegato una giornata, ma alla fine  ho ottenuto questo risultato!
Queste sono solo piccole chicche, che migliorano un modello. Naturalmente se volessimo perdere la testa per ogni set di miglioria, uno stipendio intero non basterebbe e,  il tutto verrebbe a costare molto di più rispetto al modello stesso.
A metà dell’opera, di solito, faccio una piccola analisi di quanto  fatto e di quello ancora da fare. Comè già sottolineato,  il kit si monta discretamente bene e non presenta errori irreparabili rispetto al passato, tempo in cui  aprivo la scatola,  montavo e verniciavo. Mentre oggi, armato di pazienza,  ho imparato a documentarmi, prima di iniziare un lavoro, ed è  questo che consente il passaggio del  modellista da un livello base ad uno avanzato.
“Bando alle chiacchiere” e continuiamo a darci da fare,  dato che  purtroppo l’emergenza ci impone di stare ancora a casa,  e, a parte il lavoro e la famiglia,  il tempo da dedicare ai modelli è aumentato.
Il grosso del lavoro di taglio e cucito è ormai fatto e allora mi son dedicato al semplice montaggio delle componenti pre-assemblate in precedenza, nonché delle parti delle ali e slat reincise. Le pannellature sono state  evidenziate di nero con pannel liner, per avere al primo colpo d’occhio su cosa dovevo aggiungere in termini di linee e rivetti


Assemblate quindi le parti, il colpo d’occhio iniziale mi sembra abbastanza buono. Successivamente, ho dato una mano di primer per verificare eventuali imperfezioni che ahimè ci son sempre.
Nel complesso, credo sia  un buon lavoro, pur essendo consapevole che la perfezione non si raggiunge mai, ma come direbbe ogni buon modellista,  l’importante è che si avvicini quanto più possibile alla realtà. Posso ritenermi soddisfatto!


In attesa che si asciugasse, mi son dedicato ai carrelli, aggiungendo qualche fotoincisione e qualche cavetto. Questo è il risultato finale…
Una precisazione sui carrelli va fatta: sebbene siano discretamente realistici, hanno le loro “pecche”.
Mi spiego meglio,  seguendo le istruzioni, il carrello anteriore va avvitato prima di chiudere le due semifusoliere del cockpit, infatti all’estremità superiore, vi è un foro dove far passare la vite, da avvitare successivamente e, quindi si procede alla chiusura del cockpit. Quest’ultimo,  in fase di montaggio del resto del modello, a lungo andare, risulta essere fastidioso,  oltrechè problematico, in quanto, va prima verniciato e poi nastrato per non farlo sporcare.
Per i più audaci, il problema si può risolver, tagliando quel forellino a mezza luna e, facendo delle prove a secco; il tutto si incastra perfettamente nel cilindro della vite, che abbiamo  provveduto a inserire in precedenza, quindi una volta effettuate le prove, il carrello anteriore si può riporre.
Cosa dire sulle ruote invece? Quelle fornite dal kit in gomma sono un pò troppo larghe rispetto alla realtà, ma purtroppo, in mancanza di un set in resina, ho dovuto accontentarmi.


Passiamo adesso alla colorazione: su questo modello ho voluto sperimentare i colori AK quelli in boccetta, tipo gunze. Per esattezza ho utilizzato questi:
AK Air Superiority Blue fs 35450   codice rc239
AK Aggressor Blue fs35109 codice rc234
AK Dark grey fs 36176 codice rc246
AK Aggressor grey fs36251 codice rc248
È la prima volta che utilizzo questi colori e, a dir la verità, sono spettacolari!!! Anche perché coprono bene la superfice.  
Come si suol dire, “ ci son andato con i piedi di piombo”, perché dovevo capire la corretta diluizione e la corretta pressione e, a dire il vero, sono stato fortunato, in quanto utilizzando 70% di diluente e 30% di  colore ho ottenuto questo risultato.
Passaggio successivo: mano di lucido con attesa di almeno un paio di giorni, perchè asciugasse. Applicazione delle decal di reparto, come già menzionato, Fresno repo base in California, altra mano di lucido e successivamente sporcature con lavaggio grigio italeri parte superiore e un seppia marroncino per la  parte inferiore.
Sinceramente circa le sporcature e desaturazione dei colori, mi sono preso qualche giorno per rifletterci su. So che bisogna ricreare un modello quanto più veritiero possibile e, allo stesso tempo divertirsi, infatti è stato proprio questo che mi ha  fatto pensare.  Ho cercato di vedere quante più foto possibili per osservare ogni singolo dettaglio e non mi sembra di averli visti molto sporchi, ma allo stesso tempo mi sono detto che bisogna cercare di evidenziare un pochino le pannellature per evitare che il modello risulti “ troppo giocattoloso”. A questo punto, ho cercato di ricreare un buon compromesso, anche se le scuole di pensiero sono sempre discordanti, ma come sempre.. mi chiedo  a me piace? Risulta essere sufficientemente veritiero? Mi son divertito? La risposta è si! E allora lo lascio cosi.


Dopo questa fase, mi sono dedicato agli scarichi, con la componente terminale dei motori, ossia la parte in metallo finale, cercando di ricreare il classico effetto di cottura dovuta al calore.
Per ricreare le diverse tonalità di metallo, ho utilizzato una base di alclad nero primer e successivamente burnt metal schirito con duralluminium e white alluminiun, ottenendo questo risultato.


Alla fine gli incastri sono andati alla grande e quindi inserito il tutto, l’effetto si presentava discretamente bene.
Penultimo step: ho assemblato l’ACMI pod per l’addestramento alla guerra elettronica e il pod ECM ELTA 8222 per la protezione ed ingaggio attivo di elementi ostili.


Per terminare il tutto, ho assemblato due sidewinder con fascia blu a carica non attiva e il risultato finale è stato questo.
In conclusione, posso dire e, non finirò mai di ripeterlo, che il kit è uno dei migliori che abbia mai montato e secondo me, la livrea che ho scelto, valorizza molto l’F15 rispetto alle solite livree grigie, che si vedono in giro. Mi sto appassionando parecchio agli aggressor e, quindi, credo proprio che questo, non sarà l’ultimo che farò.

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