Messerschmitt Bf. 109 G-6 nelle aviazioni italiane - da kit Italeri 1/48 – Cat. No. 2719

 

Bf.109 G-6 R.A. La sottoversione G-6  nelle file della R.A. e dell'A.N.R. è stata quella più diffusa del Gustav. Con il kit Italeri in 1/48 si possono riprodurre anche alcuni dei velivoli personali di piloti e di "assi" di queste due aviazioni italiane...

Testo, modelli e foto di Gabriele Luciani

g-6 anr

Dopo aver preso in esame le sottoversioni G-2  (G-2 della 365 ° sq. ) e G-4 ( G-4 della 364 sq.  ) del caccia tedesco Messerschmitt Bf.109 usati, per lo più con compiti di addestramento, dalla Regia Aeronautica nell'estate del 1943, passo ora alla variante G-6, quella numericamente più importante, anche nell'impiego contro le formazioni alleate da parte della stessa R.A. ed utilizzata poi nel 1944 dalle tre squadriglie del 2° gr. ct. della Aviazione Nazionale Repubblicana. Per poter riprodurre in scala 1/48 questi aerei ho usato semrpe il buon kit proposto dalla Italeri, ovvero lo stampo Hobbycraft degli anni 90 e reinscatolato dalla ditta bolognese con un sontuoso foglio decals per sei diversi esemplari italiani. Per la descrizione del kit  rimando al link della mia recensione dello stesso ( Me.109 G-6 Italeri ) e per  l'analisi in dettaglio della sua costruzione ai due links già indicati delle sottoversioni G-2 e G-4. In questa sede va solo precisato che la sottoversione G-6, ulteriore evoluzione di quelle precedenti,  si distingueva immediatamente  per le due grosse ed antiestetiche bugne sul cofano motore (vennero applicate sui 

bugne g-6

Bf. 109 dalla versione G.5 in poi, in quanto le armi sul muso passarono dalla MG.17 da 7,9 mm alle MG.131 da 13 mm) conservando anche le altre due bugne semicircolari sulle ali  le ruote del carello che dalla versione G-3 in poi erano di diametro  più grande e con i cerchioni lisci.  Si dovrà quindi seguire le istruzioni   

alettoni g-6 r.a.

del kit che può essere così costruito come da scatola ma con la solita e doverosa correzione da farsi ovvero la separazione di alcune delle parti mobili delle ali e loro riposizionamento, in posizione abbassata i flaps, aperta i flabelli dei radiatori, in quanto a terra i 109 delle versioni G erano in questa condizione.

109 g-6

Per il resto, ho ritenuto di poter assemblare come al solito il kit senza ulteriori modifiche, aggiungendo solo le cinghie del seggiolino tratte da un apposito set della Eduard per i caccia tedeschi della 2° g.m.. Anche in base ai modelli da me già realizzati dei 109 della R.A. (tutti del 150 gr.) e di altri velivoli della A.N.R. , ho scelto di usare due di questi kits Italeri del 109 G.6 per realizzare rispettivamente un velivolo del 3° gr. ct. della R.A. ed uno della 6 sq. del 2 gr. ct dell'A.N.R.,entrambi indicati dalle istruzioni del kit come velivoli "personali" di altrettanti piloti italiani .

g-6 r.a.

Quello della R.A. è il Messerschmitt Bf. 109G-6/Trop., W.Nr. 18096 nero 4 della 154° sq. del 3° gr. ct. di base a Comiso nel luglio 1943: le istruzioni Italeri indicano che questo era il velivolo del Sottotenente Giuseppe Ruzzin, autore di cinque abbattimenti individuali e sei in collaborazione (tutte ottenute con il biplano FIAT CR. 42) ma ad oggi non c'è alcun elemento documentale che possa asseverare la circostanza che questo particolare velivolo effettivamente sia stato pilotato dal Sottotenente Giuseppe Ruzzin.  

me.109 g-6 r.a. La particolare mimetica dei fianchi della fusoliera di questo velivolo, secondo alcuni autori, lo fa identificare fra i 109 G-6 di produzione  MTT (Regensburg): le macchie dei due grigi RLM 74 e 75 sul 76 infatti sono poche e larghe ed è una colorazione che ho trovato molto interessante, tanto che mi è quasi dispiaciuto sovraspruzzarla per riprodurre le obliterazioni effettuate a suo tempo dagli avieri italiani al fine di  coprire tutte le insegne di nazionalità ed i codici di trasferimento in fusoliera tedeschi ma il modellismo statico per me è prima di tutto ricostruzione storica e quindi...

Come per i G.4 la colorazione dei 109 G.6 della Regia Aeronautica, di base, è sempre quella con i grigi RLM 74/74/76  cui vennero sovrapposte diverse ed anche estese chiazzature con colori di origini italiane per obliterare tutte le insegne di nazionalità ed i codici di trasferimento in fusoliera tedeschi. Nel caso del 154-4 in fusoliera  fu apposta una estesa mano di grigio , probabilmente il grigio azzurro chiaro 1 della R.A. passato pure sulla parte fissa del timone per obliterare la svastica. Anche sotto le ali fu utilizzato lo stesso colore per la cancellazione della croce tedesca, così come si faceva, nello stesso periodo, per i Gustav del 150 gr. aut. ed anche per i 109 della 70 sq. del 3° gr. ct. (due velivoli di questo ultimo reparto, quelli con i codici di linea 4 e 5, di cui si ha evidenza fotografica, erano anche loro di produzione MTT come il 154-4). Le immagini in generale dei 109 in uso alla R.A. per lo più fanno vedere obliterazioni molto sfumate e in genere poco contrastranti con i colori della mimetica, tanto che in qualche caso è lecito ritenere l'uso, in particolare per cancellare le croci tedesche sulle ali, anche e solo di solvente; per non esporre ulteriormente i propri velivoli all'offesa aerea nemica, è da ritenere poi che gli avieri della R.A. non fossero poi così propensi a creare chiazze di colore molto chiaro sulle ali già mimetizzate con grigi R.L.M. invece molto scuri...A differenza di quanto indicato dalle istruzioni, dalle foto del velivolo in questione, pubblicate su "The Messerschmitt Bf.109 in Italian service " di Ferdinando D'Amico e Gabriele Valentini Ed. Momogram 1987, si evince che il 154-4 non aveva insegne italiane sopra e sotto le ali; erano presenti invece altri distintivi ottici italiani di riconoscimento come l'ogiva dell'elica bianca, una fascia in fusoliera sempre di colore bianco e più piccola rispetto a quellla di altri 109 italiani; l'unico distintivo di nazionalità era la croce di Savoia in coda .

Le pale dell'elica le ho dipinti in RLM 70 (Humbrol 91) , mentre le gambe dei carrelli, i cerchioni delle ruote, l'abitacolo pilota  vanno in grigio scuro RLM 66 (F.S. 36081).

Ho usato quindi l' Humbrol 141 per le obliterazioni effettuate in Grigio Azzurro Chiaro 1, nella zona centrale della fusoliera e sulla coda oltre che per quelle sotto le ali; per quelle sulle ali ho usato un mix di grigi RLM 74 e 75 steso in modo molto irregolare sui punti dove c'erano in precedenza le croci tedesche in modo tale da fare vedere che, comunque, un intervento su queste zone c'era stato...Ho realizzato i dinstintivi ottici bianchi dipingendoli ad esclusione della croce di coda.

Dopo aver dato una mano di trasparente acrilico lucido ho usato le decals presenti sul foglio del kit Italeri  per lo stemma di reparto sul muso, i codici di linea in fusoliera e la croce in coda nonchè per le scritte di servizio: come al solito le stesse decals del foglio Italeri hanno reagito benissimo con i liquidi emollienti che sono solito usare ed hanno aderito perfettamente alle superfici del modello.

109 g-6 r.a.

Terimanta la posa delle decals,dopo aver steso una mano di cera acrilica Future, ho dato la patina di invecchiamento con il metodo dei colori a tempera stesi su tutto il modello previa la loro diluizione con il fiele di bue e rimossi pochi minuti dopo la loro stesura con una straccio morbido ed imbevuto d’acqua. 

I fumi provenienti dagli scarichi motori dei 109 lasciavano molto sporche le pareti esterne della fusoliera limitrofe agli stessi scarichi e quindi ho dato ad aerografo due belle strisce di colore nero in fusoliera.

Al termine di tutte le operazioni di invecchiamento ho passato una mano finale di trasparente acrilico opaco per sigillare il "modello", dando poi gli ultimi dettagli come le due luci di posizione sui terminali alari e dell'antenna radio riprodotto con un sottile filo di nylon per pesca, verniciato di nero.

BF-109 G.6 R.A.

In poco tempo ho quindi finito il mio quarto Bf.109 della R.A. costruito in..."contemporanea" con un altro 109 sempre di una aeronautica italiana...

 109 g-6 anr

Come detto il 109 G-6 ha avuto un esteso impiego anche nell'A.N.R. : il 2° gr. c.t. dal 29.5.1944 incominciò a passare i suoi FIAT G.55 al 1° gr. c.t.,  riequipaggiandosi con il Bf. 109 G.6 . I Gustav forniti nella tarda primavera del 1944 ricevevano regolamentari insegne e simboli di reparti italiani, combattendo intensamente i bombardieri alleati che  attacavano le città del settentrione d'Italia, fino all'agosto sempre del 1944, quando, a seguito del maldestro e non riuscito tentativo tedesco di incorporare l'A.N.R. nella Luftwaffe, furono bloccate tutte le attività della stessa A.N.R. , costretta anche a rirtornare indietro i superstiti suoi  Bf. 109.

Tale situazione di stallo durò sino all'ottobre del 1944 quando i tedeschi si convinsero a rifornire nuovamente l'AN.R. con altri Bf.109 G-6, ceduti sempre al 2° gr. ct. che tornò al combattimento sia pure in una situazione sempre più drammatica, vista la supremazia aerea alleata ed anche il deterioramento dell'apparato statale della R.S.I. .

Per la riproduzione in scala del Bf.109 G-6 della A.N.R. con il kit Italeri vale tutto quanto qui appena detto per gli analoghi velivoli della R.A.; nel secondo ciclo di impiego però, l'applicazione delle insegne italiane su questi caccia, proprio per via dell'aggravarsi della situazione, incominciò ad essere meno completa.

Sotto le ali, per evitare tragici fraintendimenti con la temibilissima contraerea italo-tedesca (gli italiani ad esempio avevano in dotazione il formidabile cannone a.a. da 90/53 utilizzato in batterie coordinate con centrali radar), in particolare quella di prossimità  a difesa degli aeroporti,  si preferiva lasciare le orginarie insegne tedesche  che essendo  in bianco e nero e molto estense, erano più visibili da terra rispetto ai fasci della A.N.R..

Ancora nell'ottobre del 1944, gli avieri italiani avevano tempo e modo di applicare sulle superfici superiori delle ali dei Bf. 109 del 2° gr. i fasci della A.N.R. che venivano applicati dipingendoli a spruzzo ed usando delle sagome di metallo con i contorni del quadrato e dei due fasci (Dio e Patria) al loro interno, insegne che certo non mettevano a rischio di visibilità dall'alto i velivoli una volta a terra: nel mio modello ho quindi riprodotto le olbiterazioni delle croci tedesche effettuate sulle ali , sempre con un mix di grigi RLM 74/75 ed ho usato per i fasci le ottime decals del kit Italeri.

In fusoliera venne mantenuta la croce tedesca, molto probabilmente solo per le stesse ragioni per le quali vennero mantenute quelle sotto le ali: a maggior fondamento di questa tesi va evidenziato che la svastica in coda  veniva invece sempre eliminata;  per rimarcare la italianità dei velivoli, venivano applicate le regolamentari  insegne di fusoliera della A.N.R.. I codici di linea dei velivoli delle tre squadriglie del 2° c.t.,fin dalla loro costituzione nei primi mesi del 1944, erano solo quelli del numero individuale del velivolo, sui 109 erano di colore nero con bordini bianchi per la 1° sq., giallo per la 2° sq., bianco per la 3°.

Le stesse squadriglie, come quelle del 1° gr. c.t,  avevano inalberato sul muso dei rispettivi velivoli, le proprie insegne di reparto: "Gigi tre osei" per la 1° sq, "Diavolo Rosso" per la 2° sq., "Gamba di ferro" per la 3°, insegna questa ultima raramente utilizzata tanto che dall'ottobre 1944 i Bf. 109 della 3° sq. del 2° gr.  la sostituirono definitivamente con la riproposizione del numero individuale del velivolo, in formato analogo e più piccolo di quelli in fusoliera. Avendo scelto di riprodurre un velivolo della 3° sq. ho optato quindi per il bianco 12 suggerito dalle istruzioni del kit Italeri, soprattutto per una sua peculiarità araldica.

Si tratta di un vevivolo un pò particolare per un elemento unico (almeno per quanto documentato fotograficamente sino ad oggi) fra i velivoli della A.N.R. , ovvero una insegna personale,  non costituita, come in altri casi, dalla apposizione di un nome di un pilota o della compagna dello stesso. E' un G-6 di base a Verona Villafranca nel novembre 1944 (probabilmente il W.Nr. 166303) pilotato dal ten. Ermete Ferraro, con codice di linea 12 e con la nota insegna del Gatto Nero del 51° st. della R.A. sul cofano motore destro, la cui esistenza è testimoniata da una foto notissima della parte anteriore di questo velivolo, pubblicata già nel 1945 sul numero unico di "Rivista dell'Ala Repubblicana" dello stesso anno e che si spiega con la pregressa appartenza al medesimo 51° st. prima dell'8.9.1943 del ten. Ferraro . L'immagine venne poi più volte ripresa dalla pubblicistica successiva  e qualche autore ha addirittura ritenuto che l'insegna in questione il nuovo elmbema di reparto della 3° sq. del 2° ct. dell'A.N.R., circostanza questa però non certificata da  riscontri documentali, mentre gli altri velivoli della stessa squadriglia avevano sempre e solo il numero bianco apposto sul davanti di entrambi i lati del cofano motore.

Su Camouflage and markings of A.N.R. di Ferdiando D'amico e Gabriele Valentini è stata poi pubblicata un'altra foto del bianco 12, questa volta si tratta della zona limitrofa all'abitacolo e vista da sinistra: si notano il tricolore italiano della A.N.R. proprio sotto l'abitacolo con il numero di linea del velivolo e l'insegna tedesca, a conferma che questi velivolo, al di là della particolarità dell'insegna del Gatto Nero, era del tutto analogo agli altri in servizio nello stesso periodo con l'A.N.R. e a quelli in dotazione l'anno prima alla R.A. .

La colorazione di base è quindi l'usuale schema in tre grigi RL.M 74/75/76 con macchie di 74 e 75 sui fianchi della fusoliera in 76 . Per tutte le decals, comprese le scritte di servizio che stante la mancanza quasi totale di obliterazioni in fusoliera, rimasero inalterate,  si può fare ricorso anche in questo caso all'ottimo foglio del kit Italeri.

Anche la spirale bianca sull'ogiva nera (distintivo ottico di riconoscimento) è tratta dal foglio decals Italeri ed evita il ricorso a complesse mascherature con nastro...Pure su questo velivolo le pale dell'elica erano in RLM 70 .

In mancanza allo stato di ulteriori riscontri fotografici, non ho ritenuto di aggiungere sul confano sinistro ( tanto viene suggerito dalle istruzioni del kit Italeri) l'insegna del 51° st. . Come per il G.6 della R.A., non ho impegnato molto tempo per questa riproduzione che anzi si è rivelata una piacevole fonte di attività modellistica e di approfondimento  sulle insegne in generale della A.N.R. e del bianco 12 in particolare,  

grazie soprattutto alla citata opera di Ferdinando D'Amico  e Gabriele Valentini ed in parte  a Colorazioni e insegne della Regia Aeronautica (unità da) Caccia – Assalto - Terza Parte (1943-1945) A cura di Paolo Waldis e Marino De Bortoli con disegni a colori di Angelo Brioschi .

Gabriele Luciani  

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