Il Mistel in scala 1/32 formato da FW 190 e JU 88

Matteo Buzzo è un amico, un modellista di grande qualità e sopratutto un modellista instancabile sia come costruttore di ottimi modelli sia come divulgatore del nostro hobby grazie agli suoi spazi da lui curati su Facebook ed un suo blog. La sua scala preferita è la 1/32 e proprio in questa scala, non facile da gestire, ci presenta il suo Mistel: l'aereo con l'altro aereo sopra.

Modello, testo e foto di Matteo Buzzo

Fin da piccolo, quando perdevo ore e ore sui libri dedicati ai profili aerei, rimanevo sempre affascinato alla vista di questo strano oggetto. Già non riuscivo a comprendere come un aereo potesse volare figuriamoci poi due attaccati. Il Mistel tedesco ("Vischio") era una strana combinazione fra un caccia (Bf109 o Fw190, aereo madre, praticamente l'aereo pilota che comandava l'intero sistema) e la bomba volante (uno Ju88 modificato, con una bomba ad alta penetrazione al posto della cabina).

Appartenente a quella schiera di armi che dovevano rivoluzionare il corso della guerra nelle sue fasi finali fu progettato principalmente per l'abbattimento di ponti, affondamento di navi e distruzione di strutture pesantemente corazzate (la testa di guerra dello Ju88 aveva un'immane potenza). Goffo e pericoloso nel volo, ottenne risultati militari limitati rimanendo però, per le sue strane fattezze, un appetibile soggetto da modellare. Costruito in più tipi (con relative versioni addestrative) fu prodotto in circa 250 esemplari di cui solo una decina documentati. Tutti i libri che approfondiscono l'argomento Mistel attestano che questi assetti erano dei veri e propri assemblati, costruiti riciclando aerei di provenienza diversa e spesso rattoppati (soprattutto gli 88, tanto dovevano essere distrutti). Quindi ci si trovava ad avere perfino aerei con mimetiche diverse disegnate sulla medesima fusoliera.

Io modello in scala 1/32 e pur dedicandomi ai soli jet era da anni che accarezzavo l'idea di riprodurre questo bestione nella mia scala preferita. Il problema era che, data la scala e la difficoltà, sul mercato non c'era una scatola definitiva dedicata. La soluzione la trovai a luglio 2013 quando incappai nel sito internet della AIMS Models, ditta inglese che produce conversioni (costose) in resina dedicate allo Ju88 e ai Mistel. Nel giro di una settimana, e spendendo circa 150 euro, mi sono accaparrato la conversione più uno Ju88A-1 della Revell in 32 (consigliato però l'A-4, nel proseguo spiegherò perchè) e un Hasegawa Fw190A-8 sempre in 32.


La conversione contiene tutti i pezzi per portare lo Ju88A allo standard G modificando quindi i motori, la deriva e i tip alari. Contiene poi la componentistica in metallo bianco per la costruzione della struttura d'aggancio con il 190 e le decal (con cui si possono allestire più versioni del sistema d'arma).

La conversione NON contiene il "traliccio" che sostiene la coda del 190 che è stato acquistato a parte (un semplice tondino da 1,5mm, leggermente fuori scala ma molto utile per sostenere il peso del 190). Consiglio, se affronterete la costruzione, di studiare a memoria le istruzioni della conversione (sono solo 2 paginette) perchè non sono assolutamente perfette e funzionali alla costruzione. Imparando le istruzioni a memoria vi permetterà di ragionare in corso d'opera e perfezionare/alleggerire la gravosità della costruzione saltando/correggendo alcuni passaggi. L'esemplare riprodotto sulle istruzioni è un Mistel 2 con colorazione corretta di fine guerra ma non enfatizza l'idea di "aereo assemblato". Ho deciso quindi di ragionare di realizzare un Mistel avente un 190 residuato bellico ricondizionato e quindi ampiamente usurato nei colori e uno Ju88G con un ala derivante da Nachtjager. La colorazione finale, quindi, avrebbe enfatizzato la caratteristica di aereo "Frankenstein".

Iniziamo la costruzione. Una volta staccato le resine dalle matarozze e pulito il tutto il primo grande problema è la costruzione dei motori. Costruita l'ala bisogna tagliare dalla plastica gli alloggiamenti dei motori Jumo, assemblare i BMW (3 enormi pezzi di resina ciascuno) e dopo una serie infinita di allineamenti e prove a secco incollare il tutto alla plastica (CONSIGLIO VIVAMENTE DI UTILIZZARE COLLE BICOMPONENTE A MEDIA ESSICAZIONE CHE VI PERMETTONO IL CORRETTO POSIZIONAMENTO DELLA RESINA SULLA PLASTICA). Montati i motori si continua con i prolungamenti delle ali, relativi alettoni e sistemazione degli impennaggi di coda.

Sistemate le ali la costruzione della bomba volante procede abbastanza spedita. Si monta la testata e la deriva.

E si giunge quindi al secondo problema: il dorso. La conversione ha un orribile pezzo in vacuuform su cui deve essere alloggiata l'antenna girevole caratteristica delle versioni dall'A-4 in poi (quindi anche i G). Ecco perchè quindi è consigliato comprare un Revell A-4 e non A-1, perchè contiene già il dorso modificato e la relativa antenna. Io invece, partendo da uno Ju88A-1 dovevo lavorare il vacuuform o ingegnarmi qualcos'altro. Come già detto il vacuu era orribile e allora ho modificato il dorso in plastica dell'A-1. Ho stuccato la pannellatura quadrata presente al centro del dorso, ho inciso col cutter a compasso una pannellatura rotonda che fungesse da alloggiamento ed infine, con nero lucido e decal rubata da una scatola di He219 ho riprodotto l'antenna rotativa.

Terzo problema: costruzione del traliccio anteriore e sostegno posteriore. Anche qui, previa pulitura delle sbavature del metallo bianco e infiniti allineamenti si montano prima i sostegni principali laterali ed infine, con il mock del 190, si allinea il tutto aggiungendo i montanti centrali.

Qui ci vuole estrema pazienza e tanto tempo (ci ho messo 3 ore per concludere il tutto) e molto importante è l'utilizzo continuo del mock del 190 per allineare il tutto alla precisione. Stessa cosa vale per il sostegno posteriore. Bisogna forare la fusoliera dell'88 in perfetta corrispondenza alla coda del 190, forare la coda del 190 e tagliare il tondino alla lunghezza corretta per dare l'elevazione corretta al gruppo 88-190 (utilissimi i profili laterali che si possono facilmente ritrovare in internet). Il tondino deve essere lavorato preventivamente perchè nella realtà il sostegno ha una sezione rettangolare alla base (e di diverso colore) e sul suo corpo scorrono i cablaggi elettrici che comandano lo sgancio (riprodotti con filo da pesca poi pitturato). Sempre sul tondino, in posizione adeguata in base al profilo, deve essere riprodotta (mediante lima a coda di castoro) una scanalatura che va a replicare la cerniera di chiusura del supporto (in fase di sgancio il supporto posteriore si piegava per facilitare l'uscita del 190).


Risolto questi 3 problemi avete praticamente finito quasi tutte le difficoltà di questa costruzione e la strada poi è in discesa. Si monta il 190, si primerizza, preshading e colorazione.

I colori usati sono i classici RLM 74-75-76 per il 190, 76 con macchie e punti in 75 per l'88 e 70-71-65 per la testa di guerra.

Come dicevo prima l'88 ha ricevuto un ala riciclata da uno Nachtjager quindi con mimetica diversa e fondo nero mentre la testata l'ho intesa come "factory fresh", con i colori dei primi 88.


Infine la parte più divertente, decal ed invecchiamento. L'invecchiamento, così come la colorazione, sono stati un punto centrale del progetto. Le camo diverse dell'88 e la pesante usura del 190 hanno sottolineato l'insolito carattere di questo Mistel e la sua provenienza da aereo "riciclato". L'invecchiamento del 190 è stato effettuato chippando con alluminio e grigio l'intera struttura, insistendo sul bordo delle pannellature. Con una spugnetta e color argento poi ho "lavorato" le ali tramutando il 190 in un vero e proprio rottame. Il tutto è stato infine sigillato con i vari passaggi di trasparente, olii e sfumature col nero dato ad aerografo.

Che dire, un progetto corposo che ha comportato 6 mesi di lavoro, qualche idea giusta al momento giusto ed enorme pazienza nella lavorazione delle resine. Una conversione assolutamente non adatta ai neofiti.

 

Buon modellismo a tutti da Matteo Buzzo

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