Messerschmitt Bf. 109 G-4/R6 – 364° Sq. 150° Gr. Aut. Ct. Regia Aeronautica – Sciacca , Luglio 1943, da kit Italeri scala 1/48 cat. no. 2719

109 g. 4 Nella copiosa fornitura alla Regia Aeronautica di caccia Messerschmitt Bf-109 della primavera del 1943 c’erano anche 10 velivoli della sottoversione G.4 : vediamo come con il kit Italeri si può realizzare un buon modello di uno di questi velivoli...

Modello, testo e foto di Gabriele Luciani

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Dopo la sottoversione G-2, la Messerschmitt continuò l’evoluzione tecnica del suo 109 con la G. 4, variante non pressurizzata della G.3 e dotata anche essa di ruote del carello principale più grandi rispetto alla G.2, fatto questo che

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richiese l’applicazione di due rigonfiamenti semicircolari sulle ali ed in corrispondenza del soffitto del vano carello.

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Quando nel corso della primavera del 1943, la Regia Aeronautica ricevette la fornitura di caccia Messerschmitt Bf- 109, 10 di questi velivoli erano della versione G-4 ed alcuni di loro, quelli cioè dotati dei cannoni MG 151 da 20 mm posti nelle gondole subalari, vennero usati anche in combattimento: due furono assegnati alla 364 ed uno di questi velivoli, il W.N.r. 19426, codici di linea 364-5 aveva codici di linea, insegne di reparto e di nazionalità italiani.

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Una sua immagine fu pubblicata a pag. 27 di The Messerschmitt 109 in Italian service 1943-1945 di Ferdinando D’Amico e Gabriele Valentini, ed. Monogram 1987 ed anche su Ali Straniere in Italia vol.1 , monografia pubblicata nel 2002 dalla La Bancarella Aeronautica sui Bf.109 usati dall’aeronautica italiana a firma dello storico Gregory Alegi , docente presso l’Accademia Aeronautica, ci sono due foto di un G.4 con i cannoni subalari della 364 sq. che con ogni probabilità è il W.N.r. 19426. Da queste immagini si può evincere che il velivolo in questione aveva anche la fascia bianca in fusoliera e gli altri usuali distintivi ottici di identificazione dei caccia dell’Asse operativi nel teatro meditteraneo (terminali alari e ogiva dell’elica di colore bianco, non però il cofano inferiore del motore in giallo). Per riprodurlo in scala ho usato sempre il kit recentemente proposto dall’Italeri relativo al Messerschmitt Bf-109 G-6 Italian Aces cat. no. 2719 che come è noto è uno stampo prodotto nella metà degli anni 90 dalla canadese Hobbycarft ma che è abbastanza valido anche oggi. Per la descrizione del kit rimando comunque alla mia recensione dello stesso (109 Italeri in 1/48 ) mentre per un G. 4 vanno omesse nel corso della costruzione alcune parti presenti nel kit Italeri: si tratta dei pezzi che riproducono i due grossi rigonfiamenti sul cofano motore (applicate sui Bf. 109 dalla versione G.5 in poi, in quanto le armi sul muso passarono dalla MG.17 da 7,9 mm alle MG.131 da 13 mm) ma per l’esemplare che ho riprodotto vanno

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usate le ruote con cerchi a raggi, presenti nel kit nella stampata C relativa alle ali (pezzi C.4 ) .

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Per il resto, ho ritenuto di poter assemblare come al solito il modello senza ulteriori modifiche o aggiungendo solo le cinghie del seggiolino pilota tratte da un apposito set della Eduard per i caccia tedeschi della 2° g.m.. Le fasi della costruzione sono infatti del tutto analgohe a quella del 109 G. 2 da me realizzato  (109 g-2 R.A.  ) mentre altre peculiarità di questo di questo G.4 sono la mancanza del il filtro antisabbia sulla presa d’aria del motore, la presenza come detto dei cannoni subalari MG 151,

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il ruotino di coda senza la protezione in gomma e con in evidenza il riforzo posteriore.

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La colorazione dei 109 della Regia Aeronautica è sempre particolarmente interessante, in quanto alla originale mimetica con i grigi RLM 74-74-76 , vennero sovrapposte diverse ed anche estese chiazzature con colori di origini italiane per obliterare tutte le insegne di nazionalità ed i codici di trasferimento in fusoliera tedeschi. Nel caso del 364-5 in fusoliera, dalla perpendicolare dell’abitacolo fino alla fascia bianca, fu apposta una mano di grigio chiaro, probabilmente il grigio azzurro chiaro 1, motteggiato con delle macchie più piccole di un colore più scuro, forse il verde oliva scuro 2. Anche sulla parte fissa del timone per obliterare la svastica fu passata una mano di grigio chiaro e ritengo che anche sotto le ali fu utilizzato lo stesso colore per la cancellazione della croce tedesca, prima di apporvi l’insegna alare italiana con i tre fasci.

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Per la stessa operazione sul dorso delle ali non credo sia stato utilizzato un colore chiaro sui due grigi RLM 74/75 e dalla poche immagini di 109 italiani dalle quali si possa vedere anche il dorso delle ali di questi caccia non mi è sembrato di intravverdere un forte contrastro fra i vari colori, tanto che ritengo che gli avieri della R.A. dovrebbero aver usato un grigio un po’ più scurito, magari ottenuto forse miscelando il grigio azzurro chiaro 1 con qualche parte di verde oliva scuro 2! Tornando al modello, dopo l’usuale mano di grigio chiaro Testor 1728 per il controllo dell’efficacia delle stuccature, ho dato una mano di nero sulle pannellature per la pre ombreggiatura per poi passare alla riproduzione dei vari grigi RLM. Per questo uso vecchi ma validi smalti Humbrol come il 175 per l’RLM 76 (F.S. 35622), l’HG-11 per l’RLM 75 (F.S. 36118) e l‘HM-5 per l’RLM 74 (F.S. 36081), tutti passati senza coprire completamentre la pre ombreggiatura ottenendo così un primo effetto di invecchiamento della mimetica del velivolo. Ho di nuovo usato l’Humbrol 141 per le obliterazioni effettuate in grigio azzurro chiaro 1, su quelle presenti nella zona centrale della fusoliera ho poi riprodotto le macchie in verde oliva scuro con l’Humbrol 91;

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le obliterazioni sul dorso delle ali le ho fatte seguento dapprima l’andamento delle croci tedesche con l’Humbrol 141 “puro” poi all’interno dell’obliterazione ho sovradipinto del grigio mixato con del nero ottenendo così un effetto abbastanza realistico…Riprodotte le varie zone in bianco, ho poi passato il trasparente lucido acrilico Testor per applicare le decals.

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Le scritte di servizio, lo stemma di reparto e le insegne di nazionalità italiane le ho prese dal foglio decals del kit Italeri, mentre i codici di linea ho preferito ricavarli da foglio Tauromodel 48-523 in quanto più fedeli a quelli reali almeno per questo esemplare; da notare che lo stemma del 150 gr. aut. della R.A. come proposto da Italeri è molto più veritero in quanto la ditta ha preso come riferimento la recente pubblicazione del Gruppo Modellistico Trentino (Araldica della Regia Aeronautica/Pierlugi Moncalvo e Giovanni Massimello).

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Finita la posa delle decals (invero tutte di ottima qualità e praticolarmente reattive con i liquidi emollienti Revell e Gunzee Sangyo tanto che alla fine il film di sostegno dei vari soggetti è letteralmente scomparso...) ho passato una mano di cera acrilica Future e la patina di invecchiamento con il metodo dei colori a tempera stesi su tutto il modello previa la loro diluizione con il fiele di bue e rimossi pochi minuti dopo la loro stesura con una straccio morbido ed imbevuto d’acqua).

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La patina è stata molto meno accentuata sulle zone obliterate e su quelle in bianco, in quanto nella realtà furono messe in un momento posteriore della vita operativa di questo velivolo. Passata una mano di trasparente opaco acrilico Testor, ho riprodotto le luci di estremità alari,

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le copiose traccie di fumo lasciate sui fianchi della fusoliera dagli scarichi del motore e, come ultimo tocco d’invecchiamento, con una leggera passata di gessetto sabbia chiaro Tamiya ho riprodotto le traccie del calpestìo degli specialisti sulle radici alari.

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Con un filo di nylon da pesca di adeguato spessore ho riprodotto l’aereo dell’antenna radio completando così la costruzione del modello che ha raggiunto in vetrina gli altri 109 da me realizzati in passato (F-4 e G-2 della R.A., G-6/R3, G.10 e G.14 A.S. della A.N.R.) e cui presto se ne aggiungeranno da tanti altri ancora , naturalmente sempre inerenti alle aeronautiche italiane !!!

Gabriele Luciani

 

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