Coccarde Tricolori - Speciale 5 - G.91R/PAN/T/Y

copertina

 Coccarde Tricolori - Speciale -Vol. 5 FIAT-Aeritalia G.91R/PAN/T/Y

R.N. Publishing S.a.s. -ISBN 97888950110509

Recensione di Gabriele Luciani

 

 Alla linea dell'annuario Coccarde Tricolori la RN Publishing abbina una collana monografica dedicata ai velivoli più importanti della Aeronautica Militare. Le prime quattro uscite sono inerenti altrettanti caccia a reazione, ovvero il Tornado ADV, l'F-104 S, l'EF-2000, gli F/TF/RF-104 G; la quinta monografia, da poco uscita, è dedicata alla famiglia dei caccia bombardieri monoposto leggeri FIAT-Aeritalia G.91 R ed Y, oltre all'addestratore biposto T. Come per gli annuari della RN Pubblishing , anche queste monografie sono dei prodotti di ottima qualità: in effetti vista la paternità di queste opere (la firma è sempre quella di Riccardo Niccoli) non poteva essere altrimenti !!! La veste grafica di questa pubblicazione e tutte le immagini della stessa, sono molto luminose, con i testi che assorbono l'attenzione del lettore, anche quella di uno smaliziato addetto ai lavori. La monografia è redatta in lingua italiana con alcuni capitoli, come quelli dedicati allo sviluppo, l'impiego in Italia ed all'estero, la descrizione tecnica , con a fronte la traduzione in lingua inglese. Le prime 83 pagine sono per lo più di testo e sono dedicate sino alla pagina 23 allo sviluppo del G.91 R, del T e dello Y: l'R, effimero vincitore di un concorso NATO, doveva essere adottato dalle aviazioni del medesimo Patto Atlantico ma in realtà, oltre all'A.M.I. fu solo la allora Germania Ovest, che avrebbe anche prodotto su licenza il G.91 R, a rispettare questo impegno mentre gli altri paesi alleati in un modo o nell'altro, riuscirono a non rispettare gli esiti del suddetto concorso. Comunque, le possibilità di vendita del G.91 R e peggio ancora quelle del suo "sviluppo" bimotore Y, furono bloccate dall'arrivo sul mercato dei velivoli statunitensi F-5A ed A-4 che presto divennero i dominatori del panorama dei caccia bombardieri leggeri per le aviazioni occidentali e dei paesi alleatri degli U.S.A....Partendo dall'analisi di queste vicende, Riccardo Niccoli passa poi a riferire della nascita del G.91 T, ovvero della variante biposto da addestramento avanzato, vero terrore di molti allievi piloti italiani che dovevano affrontarlo una volta arrivati ad Amendola, tanto da affibbiare allo stesso il nick name di "virus" ! Gli stessi però dovettero riconoscerne alla fine che il G.91 T aveva in realtà delle ottime doti come di addestratore...Conclude questa parte della monografia l'esame delle analoghe vicende del G.91Y "Yankee", uno dei più controversi prodotti della nostra industria aeronautica almeno sino all'arrivo dell'AM-X! Lo Yankee malgrado l'adozione degli stessi motori dell'F-5 era infatti penalizzato dall'unica presa d'aria delle due unità propulsive tanto che il reale aumento delle capacità operative rispetto al G.91 R era ben poca cosa mentre peggiorava l'efficienza generale...

Il secondo capitolo della monografia è dedicato all'impiego del G. 91 e dei suoi derivati nei reparti italiani, con un esame cronologico che parte dall'assegnazione dei primi G.91 al Reparto Sperimentale nel 1958 per finire con la radiazione dei G. 91 Y e dei T : un addestratore del 32° stormo fu infatti l'ultimo a volare il 15.9.1995. In questi trenta anni di utilizzazione non solo l'Aeronautica Militare è cambiata ma anche il paese e gli scenari internazionali: i G.91 non sono mai stati impiegati in azioni belliche (si vociferava anni fa di un involontario sconfinamento di uno Yankee forse del 32° St. nelle acque territoriali albanesi  con un tentativo di intercettazione da parte di due MiG che presero a cannonate l''aero italiano, poi tornarto indenne alla propria base...) ma solo in rischieramenti per esercitazioni NATO o sulla base di Pantelleria per le ricorrenti crisi diplomatiche con il regime libico da poco caduto. Toccò al il G.91 PAN la sorte di diventare il velivolo "simbolo" dell'A.M.I. in Italia ed all'estero, in quanto dal 1963 al 1982 è stato l'aero in dotazione al 313° G.A.A. e di conseguenza è stato uno degli aerei italiani più noti . Il terzo capitolo prende in esame gli aspetti tecnico-logistici del servizio dei G.91,  anche questi molto importanti in quanto proprio per il ruolo inizialmente previsto per il G.91 R (ovvero poter operare anche in piste improvvisate a ridosso della linea d'operazioni) il supporto degli specialisti era a dir poco indispensabile ed il velivolo della FIAT ha contribuito non poco all'addestramento del personale di terra dell'A.M.I.

Come detto il G. 91 risultato vincitore di un concorso NATO sembrava dovesse avere una strepitosa diffusione all'estero ma queste prospettive invece non si concretizzarono se non in modo esiguo...Progressivamente quasi tutte le nazioni aderenti al Patto Atlantico si defilarono e solo per pochissimi giorni un G. 91 R portò le coccarde greche, un altro quelle USAF per delle sperimentazioni...La Germania Ovest fu l'unica ad adottare il G. 91 dapprima nella versione R.3 e poi nella R. 4, con un armamento che venne presto modificato con due cannoni da 30 mm al posto delle orignarie quattro mitragliatrici da 12,7 mm : la dotazione di G.91 fu abbastanza consistente, suddivisa in esemplari forniti dalla FIAT ed in quelli prodotti dall'industria tedesca (furono appunto le compensazioni industriali alla base della scelta tedesca di adottattare il velivolo italiano), arrivando ad oltre 340 esemplari monoposto e 66 biposto. Dal 1960 fino al 1993 i G.91 con le insegne tedesche hanno svolto una intensa attività di volo, non vennendo impiegati bellicamente a differenza di quelli ceduti al Portogallo...Quale canone per l'uso di una propria base aerea ceduta alla Luftwaffe, il paese lusitano, che negli anni 60 era sottoposto ad un embargo ONU sull'acquisto di armamenti, ottenne nel 1965 dalla Germania una discreta fornitura di G.91 R/4 e di G. 91 T: alla fine del 1968 i monoposto vennero trasferiti in Mozambico ed in Guinea, allora colonie portoghesi in Africa, per essere impiegati contro le guerriglie indipendentiste, con una utilizazione che diveniva di anno in anno sempre più impegnativa, anche con perdite dovute ai missili terra-aria spalleggiabili di produzione sovietica. La presenza in Africa dei G.91 portoghesi durò fino al 1975 quando il Portogallo concesse l'indipendenza alle sue colonie; tornati in patria i G.91 superstiti vennero affianchiati da altri velivoli dello stesso tipo nuovamente ceduti dai tedeschi,  venendo infine radiati solo nel 1993. A questi due utilizzatori stranieri del G. 91 è dedicato il quarto capitolo della monografia di Riccardo Niccoli, capitolo che si caratterizza anche per le interessanti foto sull'evoluzione nel tempo della mimetica dei G. 91 lusitani.

Dopo la storia dei vari G.91, si passa alle testimonianze di alcuni piloti dell'A.M.I. che hanno operato per molti anni su questi velivoli: non si tratta di aneddotica spicciola ma di interessanti resoconti molto ben particolareggiati sulla vita operativa dei vari reparti vista dal di dentro.

La seconda metà della monografia dalla pag. 84 alla pag. 127 è una stupenda carrellata di immagini operative dei G.91 R, Y e T dei vari reparti A.M.I. che li hanno avuti in dotazione, foto pubblicate secondo il criterio della numerazione del gruppo (si parte dal 13° per arrivare al 313°) e con quello cronologico. Come già nella prima metà della monografia ci sono diverse immagini inedite o scarsamente viste o edite su pubblicazioni oramai irreperibili: è un panorama veramente molto completo e notevole pure per la qualità grafica delle foto quasi tutte a colori. Segnalo fra le tante quella del G.91 R del 2° st. con lo stemma della vespa affisso sotto il parabrezza del velivolo adottato temporaneamente per una esercitazione NATO nel 1970 (vidi questa immangine in bianco e nero su un numero del periodico Aerei del 1974 ma non si capiva...), quella di un R assegnato al 313° gr. ma con la mimetica operativa...Mancano solo quelle dei G. 91Y con l'insegna delle Truppe Cammellate del 32° st. (sulle derive degli Yankee del reparto comparve tale araldica, appunto  un cammello stilizzato, ricevuta nel corso del loro trasferimento a Brindisi; una foto di questi velivoli apparve su un numero di Aerei nei primi anni '70) ed il panorama fotografico sarebbe completo al 100 %. Le decine di foto sono accompagnate da esaustive didascalie (in italiano ed in inglese) ma debbo segnalare che quella inerente gli Yankee del 32° st. con la numerazione a bassa visibilità erra nel collocare nel tempo l'adozione della nuova codifica: non venne adottata "verso il 1989-1990" ma prima del marzo 1988 e di ciò ne sono stato diretto testimone avendo visitato in quel mese il reparto a Brindisi per conto di JP-4 Aeronautica che pubblicò un mio articolo nel numero di luglio 1988 con appunto una mia foto dell'esemplare 32-04 con i codici a bassa visibilità. A queste pagine immagini di viste generali si aggiungono altre sei pagine di particolari del G.91 R e G. 91Y.

profili g.91 r

Tutto bene quindi ? per i modellisti (che in effetti saranno numericamente i maggiori acquirenti...) c'è purtroppo una spigolatura un pò negativa in questa monografia...Si tratta del capitolo dedicato ai profili (corredato anche dalle tabelle sui reparti di volo AM su G.91 e sui dati di produzione degli stessi) dove non ci sono dei piani in scala come quelli ad esempio pubblicati sulle monografie della serie Ali d'Italia. Inoltre ci sono diversi profili sono a colori molto belli e forniti di didascalie in lingua italiana ed in lingua inglese, ma con scale che non sono quelle usuali (1/72 ed 1/48) e che purtroppo sono difficilmente riconducibili alle stesse. Oltretutto i vari profili non sono coordinati fra loro...Ad esempio le viste in pianta alare del G.91 R delle pagg.130 e 131 è in una scala diversa da quella dei due profili laterali dello stesso soggetto e sempre pubblicati alla pagg. 130 e 131, con le prime viste che sembrerebbero essere in scala 1/51 mentre le seconde sembrano in 1/60 come i tanti altri profili laterali pubblicati dei G.91 R nelle altre pagine; i profili laterali dei T e degli Yankee poi sono ancora più piccoli ma non arrivano comunque alla 1/72 anzi...Forse a questa incongruenza ha contribuito la scelta di voler contenere nel formato della monografia i profili ma almento un trittico in 1/72 si sarebbe potuto pubblicare lo stesso...Da precisare poi che tutti i profili sono inerenti velivoli italiani e che a conclusione della pubblicazione troviamo una tabella inerente la produzione e la radiazione dei vari G.91 dell'A.M.I. .  Il giudizio su questa monografia (così come le altre della stessa collana) è veramente più che lusinghiero tanto da poter arrivare a dire che ben difficilmente si potrebbe far meglio, anche se è da augurarsi che le prossime uscite (AM-X, AV-8B, C 27 J, EH-101, F-16, F-104 S/ASA/ASA-M) contengano anche dei trittici e/o dei profili nelle usuali scale modellistiche. Comunque, è certo che il modellista potrà sempre servirsene con un ottimo profitto vista la mole e la qualità di informazioni sui vari soggetti che queste pubblicazioni offrono.

Si ringrazia la RN Publishing S.a.s. (www.rnpublishing.com) per la copia della monografia gentilmente fornita in recensione .

     

 

 

 

 

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