Coccarde Tricolori Speciale n. 10 Tornado IDS/ECR (1a parte -1968-1999) di R.Niccoli Ed. RN Publishing ISBN 9788895011165

tornado Presentiamo Coccarde Tricolori Speciale - Vol. 10 dedicato ai primi trenta anni di storia del Tornado nelle versioni IDS/ECR a firma di Riccardo Niccoli

  Recensione di Gabriele Luciani

Sono diversi i velivoli che si possono definire come "iconici" nella storia dell'aviazione militare italiana: fra questi un ruolo di primo piano spetta certamente al bireattore Panavia "Tornado" le cui origini vanno rinvenute nella metà degli anni sessanta, quando per le aeronautiche di diversi paesi aderenti alla N.A.T.O. quali Italia, Olanda , Belgio, Germania Ovest e Canada sorgeva l'esigenza di programmare la sostituzione del Lockheed F.104 G utilizzato non solo come intercettore ma anche come bombardiere tattico e ricognitore. A queste aeronautiche che avevano come capo fila quella tedesca occidentale , si aggiungeva anche la R.A.F. inglese ancora scossa dalla rinuncia dovuta a motivi economici e politici al futuristico (per l'epoca) BAC TRS.2. Si arrivava così nel marzo del 1968 al concepimento di un progetto di un velivolo multi ruolo che nelle iniziali intenzioni sarebbe dovuto entrare in linea nel 1975 (MRA-75 successivamente MRCA-75) . Nel corso degli anni solo Italia , Germania Ovest e Gran Bretagna continuavano a portare avanti studi e progetti che erano fra l'altro anche fortemente influenzati da una delle tendenze epocali che ciclicamente colpiscono i progettisti aeronautici , nella fattispecie quella dell'ala a gemetria variabile in volo che alla fine degli anni sessanta sia in occidente (F.111, F.14, Mirage G...) che in Russia (MiG.23, Su-17) stava facendo appunto diversi proseliti...Altro problema erano le diverse finalità e specifiche dei tre paesi coinvolti che non erano sempre coincidenti fra loro al 100%: ad esempio Germania ed Italia dovettero rinunciare alla configurazione monoposto del velivolo (e per l’A.M. sorgeva il problema della figura del “navigatore” che sarà riconosciuta solo molti anni dopo…) e alle possibilità di usare lo stesso anche come intercettatore. Nel corso dei primi anni settanta la versione definitiva dell’MRCA denominato PA-200 prese sempre più corpo trasformandosi così nel più impegnativo progetto aerospaziale europeo fino ad allora realizzato ripartito fra le varie industrie dei tre paesi coinvolti. Proprio per la complessità del progetto, fu anche stabilito di realizzare diversi prototipi (alla fine saranno ben dieci…) e sei esemplari di preserie per tutta una serie di sperimentazioni inerenti lo sviluppo di questa macchina: il 14.8.1974 decollò in Germania il prototipo P.01 dell’MRCA che un mese dopo venne battezzato “Tornado” , un termine che nelle tre lingue ha lo stesso significato . Una delle caratteristiche più appariscenti dei primi due prototipi era la colorazione delle superfici esterne degli stessi : i velivoli erano tutti in bianco lucido con varie zone (dorso della fusoliera, estremità delle ali , dei timoni di profondità e sommità della deriva) in rosso…La stampa specializzata dell’epoca era testimone di questa evoluzione che seguiva con entusiasmo quasi passo per passo, ed anche il mondo del modellismo statico non era indifferente a tutto questo : memorabile il primo kit che fu realizzato nel 1975 dall’Airfix (all’epoca la casa inglese era al culmine della sua storia) e che divenne subito un sogno per molti appassionati in particolare per la riproduzione nel foglio decals della particolarissima coccarda che riassumeva in tre settori i colori delle aeronautiche coinvolte nel progetto; naturalmente i “kittieri” italiani si dedicarono subito alla riproduzione del prototipo P.05 realizzato in Italia e che si differenziava dagli altri per alcune bande di colore rosso (in questo aiutati anche dal profilo apparso sul coevo volume di “Aviazione oggi” della F.lli Fabbri ) . Il complesso programma di valutazione dei prototipi e degli esemplari di preserie continuò sino alla fine degli anni settanta quando i primi Tornado entravano in linea con la RAF e la Luftwaffe. In Italia si dovette aspettare sino al 1982: ricordo ancora oggi le stucchevoli e rituali polemiche che come sempre sorgono ritualmente ad ogni acquisizione di un nuovo sistema d’arma da parte delle FF.AA. italiane, spesso portate avanti dai soliti tuttologi della stampa generalista nazionale la cui incompetenza in tutti i campi è oramai risaputa (oggi lo stesso teatrino si svolge con toni analoghi con l’F-35…) Allora si contestava il fatto che si stava introducendo un “bombardiere” e che per via del trattato di pace (comunque risalente però alla seconda guerra mondiale e purtroppo mai sino ad oggi impugnato o revisionato da nessun governo italiano…) l’A.M. non poteva avere questo tipo di velivoli…Sempre ai tempi si pensava che l’impiego dei PA-200 sarebbe stato quello di opporsi disperatamente all’avanzare delle numerose e nutrite colonne di carri armati del Patto di Varsavia lanciate nei territori dell’Europa occidentale (dopo la caduta del Muro di Berlino si venne a sapere che ai cecoslovacchi sarebbe toccata l’invasione dell’Italia…) e non si immaginava invece che il primo impiego operativo sarebbe stato nel Medio Oriente da parte di una coalizione internazionale alla quale avrebbe preso parte anche due distaccamenti dell’A.M. uno dei quali composto dai Tornado italiani…In questi quaranta anni di impiego il velivolo della Panavia è stato protagonista di fatti storici di non secondaria importanza divenendo anche oggetto di una bibliografia composta da centinaia di articoli e monografie: da poco, ai primi trenta anni di storia del Tornado , nelle sue varianti da interdizione (IDS) e a quella parallela da guerra elettronica (ECR) è stata dedicata dalla RN Publishing una ragguardevole monografia inserita con il numero 10 nella collana degli speciali della serie Coccarde Tricolori. In un panorama editoriale dove come detto questo velivolo è stato oggetto di molta attenzione, la pubblicazione della RN Publishing, così come le precedenti altre della stessa casa editrice, trova un suo indubbio spazio, non solo perché la stessa è una ennesima realizzazione di Riccardo Niccoli, uno fra i più preparati autori in campo aerospaziale, ma anche per i suoi contenuti che, bisogna dirlo, impegnano notevolmente il lettore.

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Quasi 250 pagine che prendono in esame le vicende iniziali della progettazione del Tornano e la sua storia sino al 1999 (ovvero l'anno in cui si decise l'aggiornamento di "mezza vita" del sistema d'arma)  con una prefazione affidata (come al solito le pubblicazioni della R.N. Publishing sono sempre corredate da un intervento di una figura apicale delle FF.AA.) al Generale Pasquale Preziosa , Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare dal 2013 al 2016 e in precedenza pilota proprio del velivolo trinazionale durante i primi cinque anni di utilizzazione da parte del 156° gr. di cui il gen. Preziosa è stato anche il comandante. La prima parte della monografia è dedicata allo sviluppo del Tornado che come detto è stato una pietra miliare per le industrie dei tre paesi produttori con delle indubbie ricadute tecnologiche, trattandosi di un velivolo caratterizzato pure dall'ala a geometria variabile. Fa una certa impressione vedere come le foto scattate all'epoca, grazie all'attuale qualità della stampa, siano molto più godibili adesso che non quando era pubblicate sulle testate giornalistiche specializzate dei primi anni settanta...Molte immagini sono inerenti i due prototipi italiani (P.05 e P.09) e l'unico esemplare di preserie (PS.14) assemblato dell'Aeritalia. Vengono poi prese in esame le due versioni IDS (da bombardamento tattico ) ed ECR (destinata principalmente all'attacco dei sistemi radar nemici ed inizialmente sviluppata per le esigenze tedesche ma ben presto presa in esame anche dall'A.M.) .

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La parte centrale e più consistente della monografia (oltre cento pagine...) è dedicata all'impiego del bireattore Panavia in Italia, partendo dalla progessiva introduzione dello stesso velivolo nell'A.M. che non fu affatto scontata anzi: Riccardo Niccoli evidenzia come a metà anni settanta , per via delle solite indecisioni delle forze politiche nazionali, ci fu una sorta di messa in mora dell'Italia da parte di Germania ed Inghilterra che arrivarono a minacciare il pagamento delle penali in caso di abbandono del programma MRCA da parte della stessa Italia...Solo con molto ritardo fu infatti completato l'iter legislativo per il reperimento dei fondi per il medesimo programma tanto che nessun velivolo del primo lotto di produzione venne consegnato all'A.M. che solo nel 1981 (ovvero due anni dopo la R.A.F. e la Luftwaffe...) ricevette ufficialmente un Tornado assegnato al Reparto Sperimentale Volo. La descrizione di tutti gli eventi che si sono succeduti sino al 1999 sul territorio nazionale e quello estero ( a partire dalla esercitazione Red Flag 1989) è veramente analitica e supportata da un ottimo corredo iconografico, spesso proveniente dall'archivio dell'autore stesso . Chiaramente un velivolo così complesso non solo ha fatto fare un salto di qualità operativo ma ha anche elevato gli standards inerenti il relativo supporto logistico: Riccardo Niccoli prende quindi in esame nel dettaglio anche questo aspetto in uno specifico capitolo dedicato al 1° R.M.V. e da modellista non posso tralasciare l'inedita foto a pag. 69 di un Tornado sottoposto all'applicazione del colore giallo in previsione dell'impiego di questo esemplare durante la prima guerra del Golfo...Come già si sapeva nel 1990 (e lo scrissi pure io sul notiziario IPMS Italia 2/1991 all'epoca infatti fui coinvolto insieme ad altri soci nella disamina modellistica dei "gialloni" che si dilungo per diversi anni salvo poi cadere nel dimenticatoio...) , il colore veniva sovrapruzzato sulla mimetica delle superfici superiori ma ora ne abbiamo pure una prova fotografica grazie alla monografia di Coccarde Tricolori, ed anzi sono convinto che la vis modellistica di Riccardo Niccoli lo abbia spinto a pubblicare tale immagine !

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Scherzi a parte, la missione Locusta, primo impegno bellico ufficiale del secondo dopoguerra per l'A.M.,  è stata così importante nella storia dell'aeronautica italiana che viene analizzata in modo dettagliato dalla monografia prima di tutto sotto gli aspetti tecnici con ad esempio l'elenco dei velivoli predisposti per la stessa missione , alcuni dei quali non rischierati ad Al Dhafra: viene riportata la tabella già pubblicata sul Notiziario IPMS Italia 1-1995 in un articolo a firma dell'allora capitano navigatore, oggi generale di B.A. , Tommaso Collorafi , lo stesso che riporta le sue memorie della sua partecipazione alla prima guerra del Golfo in un suo intervento sulla monografia, insieme a quelle di altri Ufficiali dell'Aeronautica Militare che sotto diversi aspetti hanno avuto momenti molto impegnativi della loro vita professionale collegati alla macchina trinazionale. Le parole degli stessi ufficiali, oltre a far trasparire la loro rispettiva umanità, illustrano "dal di dentro" molti elementi tecnici e storici di questi trenta anni di vita del Tornado.

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Chiaramente i resonconti delle missioni operative si leggono tutte d'un fiato anche se un inciso dell'intervento del  Gen. Collorafi anche a distanza di trenta anni dai fatti, fa fremere di rabbia, in quanto si capisce che la perdita, nella notte tra il 17 e il 18 gennaio 1991, della MM. 7074 fu dovuta forse anche alle solite indecisioni dei politicanti italiani che ancora non avevano autorizzato l'uso bellico dei Tornado dell'A.M. di base ad Al Dhafra. Ricordo che nell'aprile del 1991, nell'ambito di una visita al 36° st. effettuata con altri colleghi ufficiali dell'E.I., ebbi modo di apprendere da un capitano pilota del 156° gr.,  che il velivolo abbattuto, nella notte tra il 17 e il 18 gennaio 1991, era appunto la MM. 7074, particolare che riportai sul mio articolo per il Notiziario IPMS Italia, pubblicato sul numero 2/1991, dato mai smentito e che oramai è ritenuto come certo anche dalla bibliografia successiva: ulteriore conferma la dà Riccardo Niccoli quando in un ulteriore capitolo della monografia parla dell'uso in combattimendo del Tornado, non solo nel Golfo e da parte italiana ma anche da parte di altre forze aeree in Medio Oriente e sui Balcani dove per la prima volta dal termine della seconda guerra mondiale , la Luftwaffe effettuò azioni belliche sia pure inquadrate in missioni di peace keeping.

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Una consistente parte della monografia, è occupata da oltre quaranta pagine dedicate a centinaia di immagini fotografiche inerenti i vari reparti dell'A.M. che hanno avuto in dotazione il Tornado IDS ed ECR sino al 1999: foto che è inutile descrive ma che si dovrebbero esaminare ad una ad una, materiale preziosissimo non solo per i cultori di storia aerospaziale italiane ma  per tutti i modellisti che vogliano riprodurre il "classico" IDS o un ECR con le coccarde tricolori ma anche per raffigurare colorazioni o araldiche più particolari del solito ...

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Anche se la maggior parte del testo è inerente l'esperienza italiana, è stato ritenuto inserire un congruo intervento su quelle delle altre quattro aeronautiche (quelle tedesche erano due, ed anzi quella della marina tedesca ricevette prima della Luftwaffe gli IDS...) che hanno avuto in dotazione il Tornando, anche in questo caso il testo è supportato da decine di immagini.

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La parte finale della monografia è costituita dai profili di Richard J. Caruana preceduti da una spiegazione dei vari Federal Standard usati (da notare che inizialmente  e per alcuni anni , sui velivoli venivano usate vernici che facevano riferimento ai RAL tedesco, anche per gli esemplari dell'A.M.) ; manca sempre un trittico in scala ma almeno in questo caso non è difficile reperirlo ad esempio su qualche vecchio numero di Aerei Modellismo. Seguono altre immagini ravvicinate di vari particolari dei Tornado e dell'armamento di lancio, la lista di produzione e l'elenco dei velivoli consegnati all'A.M.  dal 1975 al 1999 con le relative date di consegna, eventuali incidenti che li hanno portati alla radiazione,note come le modifiche effettuate (Locusta o ECR). In conclusione come per altre pubblicazioni della R.N. Publishing si può asserire che veramente anche questa è da acquisire senza indugio. Ulteriori informazioni sullo stesso e sugli altri prodotti editoriali della RN Publishing sul suo sito  http://www.rnpublishing.com/ 

Gabriele Luciani 

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