MAS 568 classe "500" serie 4°- Regia Marina 1942 - da kit Italeri scala 1/35 cat. no. 5608

mas 500Il modello del M.A.S. della classe "500" di Italeri, in scala 1/35,  è un bel kit che malgrado le generose dimensioni (la sua lunghezza una volta costruito è di ben 55 cm.) è abbastanza..."abbordabile" anche dagli appassionati meno esperti ! Recentemente riedito dalla ditta bolognese, riproproniamo anche noi un articolo pubblicato tempo addietro che lo riguarda ...

Testo, foto e modello di Gabriele Luciani

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Motoscafo armato silurante : era questa la denominazione di alcune fra le più gloriose unità della marina militare italiana,imbarcazioni relativamente piccole ma molto veloci, destinate appunto al siluramento del naviglio avversario. Durante la prima guerra mondiale, furono proprio i M.A.S. a lavare l’onta della disastrosa sconfitta di Lissa, subìta dalla giovane Regia Marina del Regno d’Italia ad opera della marina imperiale austriaca, durante la così detta 3° guerra di indipendenza italiana.

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Ben due corazzate austriache furono infatti colate a picco dai M.A.S. al comando di Luigi Rizzo e tanta fiducia riponevano i vertici della Regia Marina nei confronti di questi natanti che nel 1918 ne erano in servizio quasi 250…Nel primo dopoguerra, lo sviluppo dei M.A.S. proseguì arrivando a costruire le unità delle serie della classe “500”, con alcuni natanti capaci di raggiungere velocità di oltre 45 nodi all’ora. Nel corso della 2°g.m., nel Mar Mediterraneo, i M.A.S. non ottennero successi così eclatanti contro il naviglio inglese come quelli conseguiti dal comandante Rizzo ma riuscirono a provocare diversi affondamenti di navi mercantili .

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Nel 1942, alcuni M.A.S. delle serie “500”, furono rischierati contro la marina sovietica sia sulla zona nord del fronte orientale sul Lago Ladoga che sulla sud sul Mar Nero : le vittime delle siluranti italiane anche in questi teatri furono per lo più dei trasporti, ma pure un incrociatore russo venne danneggiato dal M.A.S. 568. Nella primavera del 1943 le unità superstiti vennero cedute rispettivamente alla marina finlandese ed a quella rumena. Nel secondo dopo guerra la Marina Militare continuò ad operare con i M.A.S. fino a quando la loro funzione venne ereditata dagli aliscafi che hanno sostituito i siluri con i missili antinave.

particolari MAS

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Il kit in scala 1/35 del M.A.S. classe “500” è un modellone lungo oltre 55 cm. : la casa bolognese non è nuova a prodotti di questo genere in quanto il modello del M.A.S. è stato preceduto   da quello della silurante statunitense ELCO 80 (lungo oltre 78 cm) e  di quella tedesca Schnellbott Typ S-100 (addirittura un metro di lunghezza!!!). 

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particolari MAS

cabina MAS

Il kit della silurante italiana come detto è stato recentemente riedito ma questa volta con i figurini dell’equipaggio che in precedenza  erano stati proposti con una confezione separata.

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La forma del foglio istruzioni è ad album con le varie vasi della costruzione spiegate con foto dei pezzi in modo molto esaustivo: le stesse istruzioni evidenziano che il tipo proposto dal kit è un M.A.S. della serie 4° della classe 500, e nel foglio decals si trova appunto il necessario per il M.A.S. 568; l’altro esemplare indicato dal foglio decals è però il M.A.S. 563 che è un serie 3° della classe 500 con alcune differenze   però non evidenziate dal foglio istruzioni.

MAS particolari

poppa MAS

Per quanto possa sembrare strano, l’assemblaggio del MAS classe “500” Italeri, malgrado le sue generose dimensioni, non è poi così impegnativo: addirittura si può fare a meno di usare lo stucco. A questo contribuisce anche la scomposizione del kit: lo scafo del M.A.S. è riprodotto da un unico grosso pezzo che ne raffigura la parte inferiore e le due pareti laterali con solo la parete posteriore come pezzo a parte; analogamente la coperta del natante è un unico pezzo con alcuni scassi ed il pozzetto della cabina di guida. Questi pezzi, malgrado le dimensioni, non hanno ritiri o svergolature, non vanno incollati ma uniti con sette piccole viti; la coperta ha i bordi sagomati in modo tale che le zone di unione di questo pezzo con quelle dello scafo non sono visibili (per cui niente stucco per eliminare i segni delle giunzioni) e il loro assemblaggio è così molto semplice e rapido.

poppa MAS

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Oltre che da questi due grandi pezzi, il kit è composto dalla parete posteriore dello scafo, da un pezzo che raffigura quasi tutta la sovrastruttura della cabina di pilotaggio, da quattro altre stampate (due contraddistinte dalla lettera F sono identiche fra loro) inerenti tutte i particolari presenti sulla coperta (siluri compresi) e sulle pareti dello scafo, a dei pezzi inerenti una struttura d’appoggio per il modello finito. Oltre al set di fotoincisioni ed alle decals per i due esemplari citati, c’è un foglio adesivo trasparente con la sagoma delle parti vetrate della cabina piloti e degli oblò della coperta: inizialmente non mi avevano molto impressionato ma mi sono dovuto ricredere usandoli tutti sul modello.

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canina MAS

Ci sono anche dei fili: uno va usato per riprodurre i cavi che dalla cabina piloti andavano al timone; uno altrettanto idoneo per riprodurre la corda di fissaggio dell’ancora mentre un altro andrebbe usato per i fili presenti sulle sovrastrutture dello scafo ma è preferibile sostituirlo con dello sprue filato o del filo di nylon da pesca di dimensioni adeguate. Non ci sono particolari per l’interno dello scafo e ciò rende vana l’opzione suggerita delle istruzioni di poter montare in posizione aperta le botole presenti sulla coperta in prossimità della prua; la cabina di pilotaggio è invece dettagliata al suo interno e questo è un bene, considerata l’ampiezza delle superfici delle sue finestrature.

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Per costruire questo kit ho preferito non seguire le fasi indicate dal foglio istruzioni ma procedere ad un completo e prodromico assemblaggio del solo scafo e della coperta del M.A.S., dei particolari presenti sui lati e sulla prua del natante (in questo ultimo caso una grossa foto incisione) senza aggiungere però nessuno degli elementi presenti sulla coperta, ad eccezione del filo riproducente i cavi che dalla cabina piloti andavano al timone e che deve essere infilato sotto due canaletti forati già stampati sulla coperta e che sarebbe stato molto difficile inserire a costruzione ultimata. Sempre la coperta ha decine di piccoli orifizi coperti da una velo di plastica che andrà forato per consentire poi l’innesto di tutti i pezzi filiformi che riproducono ad esempio le passamanerie, i sostegni dei siluri, eccetera.

pareti MAS

Fatte tutte queste operazioni, ho colorato lo scafo e la coperta seguendo pedissequamente le indicazioni del foglio istruzioni, sempre usando colori a smalto Model Master’s, stesi a spruzzo. Dapprima ho dato una mano di nero su tutto lo scafo del M.A.S.; dopo che si è asciugato il nero, ho coperto con nastro da carrozziere la parte immersa dello stesso scafo; sulle pareti laterali ho quindi steso, in modo volutamente irregolare e senza coprire del tutto il nero lasciato scoperto, il grigio chiaro 1728, in modo da iniziare con una specie di pre-shading, a riprodurre l’usura altrettanto irregolare della vernice medesima e quella più evidente in corrispondenza degli scarichi dell’acqua sui due fianchi del M.A.S.; ho quindi usato il grigio scuro 1723 per la sola coperta. Quando anche questa tinta si è definitivamente asciugata ho passato su tutte le superfici una mano di trasparente lucido acrilico Model Master’s ed ho applicato, dopo averle rifilate dal rispettivo film di sostegno, le decals riproducenti i numeri 568 sulle pareti laterali dello scafo e la scritta MAS 568 su quella posteriore.

Scritta 568 MAS

Per inciso, le decals del kit, grazie anche all’uso del liquido emolliente Revell, hanno aderito perfettamente sulle superfici del modello. Stesa un’altra mano di trasparente lucido ho dato il via ad un ulteriore invecchiamento ed usura della colorazione del M.A.S., usando colori ad olio nero e marrone, oltre ad alcuni tensioattivi Lifecolor, sia sui fianchi dello scafo che sulla coperta; su questa ultima ho anche utilizzato polvere di gessetto color nero nei punti di maggior calpestio da parte dell’equipaggio, schiarendone altri con leggerissime passate di grigio chiaro a spruzzo, potendomi “muovere” su tutto il kit senza aver impedimenti di sorta non avendo appunto montato alcun particolare esterno della coperta del M.A.S.. Oltre a questo la mancanza delle sovrastrutture dello scafo consente comunque di colorare lo scafo senza troppi patemi, anche perché molti dei pezzi che andranno montati sulla coperta, hanno un colore diverso da quello della stessa coperta e andrebbero mascherati con un ulteriore allungamento dei tempi di realizzazione del modello. Passando infine all’assemblaggio delle parti temporaneamente omesse, ho notato che quelle filiformi andavano staccate con cura dagli alberi di stampa e ripulite da alcune sbavature superficiali, operando sempre con delicatezza per evitare di romperle.

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Il resto della costruzione è proseguito senza particolari intoppi, solo un minimo di attenzione per le piegature delle foto incisioni che raffigurano i sostegni delle cassette limitrofe alla mitragliera posteriore, così come per l’assemblaggio della slitta delle bombe di profondità. Altre foto incisioni riproducenti i sostegni dei salvagente a ciambella, vanno piegate utilizzando una apposito strumentino in plastica presenti nelle stampate del kit.

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Anche le sovrastrutture andranno debitamente invecchiate mentre i trasparenti vanno applicati alle rispettivi cornici usando con moltissima attenzione il collante ciano acrilico per evitare che i vapori di questo adesivo opacizzino i medesimi trasparenti. Alcune note di colore in tanto grigio chiaro e scuro, sono i salvagente che ho realizzato in bianco con le modanature in rosso, il telone arrotolato (credo in realtà fosse un canotto di salvataggio) dietro la cabina di pilotaggio, dipinto in verde scuro, e le eliche in giallo oro, tutti particolari anche loro poi da riprodurre con un po’ di sporco ed usura. I due grossi siluri non vanno invece molto invecchiati essendo ordigni che nella realtà venivano tenuti abbastanza lubrificati anche con del grasso. Nelle decals si trova anche la riproduzione di un tricolore italiano con i simboli delle quattro repubbliche marinare: si può utilizzare e raffigura degnamente in scala 1/35 la bandiera nazionale. Pure costruito come da scatola senza ulteriori aggiunte il modello è una ottima riproduzione del MAS 568 che come indicato dalle istruzioni e come si vede dalle foto del manuale a corredo del kit, non aveva (per fortuna, vista la non facile riproducibilità modellistica !) le tipiche bande trasversali rosse e bianche presenti sulla parte prodiera di molte imbarcazioni della Regia Marina durante la 2° guerra mondiale (queste erano usate per il riconoscimento aereo da parte dei velivoli della Regia Aeronautica in quanto durante i primi mesi di guerra non furono pochi i casi di erronei bombardamenti da parte di aerei italiani contro navi connazionali…).

mitragliera MAS

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Come già detto, l’assemblaggio di questo kit non è così impegnativo a dispetto delle sue dimensioni e dei tanti pezzi che lo compongono: il “difficile” sta tutto nel come realizzare la colorazione ed il successivo invecchiamento, anche in considerazione del grado di usura che si vuol rappresentare. La lunghezza del kit è invece un oggettivo problema una volta che lo stesso è costruito per la sua conservazione non potendosi pensare a lasciarlo scoperto ad es. posto come un soprammobile, per via della polvere che subito lo aggredirebbe…

MAS in vetrina

In vetrina, il M.A.S. 568, di spazio ne occupa parecchio anche per via dell’altezza che con il sostegno fornito dallo stesso kit arriva ad oltre una decina di centimetri: una soluzione, anche per poterlo poi esporre alle mostre, è quella di far realizzare una teca apposita oppure trovarne una della stessa Italeri per poter quindi tesorizzare degnamente questo bel modello !!!

Si ringrazia la Italeri S.p.a. per il modello gentilmente fornito in recensione.

Di seguito viste genearli del modello costruito

 

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