STUART RECCE, 31° Rgt Carri, Divisione Corazzata Centauro 1953 scala 1/35

Andrea Pellandra ormai con cadenza regolare ci racconta la storia completa dei mezzi di truppa meccanizzata dell'Esercito Italiano attraverso splendidi modelli spesso pezzi unici ricavati per modifica o autocostruzione parziale. Scopriamo questa volta lo Stuart da ricognizione

Modello, testo e foto di Andrea Pellandra

CENNI STORICI

Lo Stuart RECCE, deriva dal carro leggero M3 americano, ribattezzato General Stuart . I primi esemplari furono prodotti nel 1941, la quale produzione, continuo' fino al 1943. Lo Stuart aveva il compito di ricognizione, in quanto come carro da battaglia era scarsamente armato rispetto alla controparte tedesca. Successivamente il carro M3, per il suo compito da ricognitore, vista anche la notevole velocita' (50km/h), fu privato della torretta e l' armamento era costituito da una o due mitragliatrici, inizialmente delle Browning 1919 A4.

Nell' Esercito italiano venne distribuito ai plotoni esploranti dei battaglioni carri delle brigate corazzate a partire dagli anni 50, in numero di 5 per plotone, ma venne utilizzato anche negli squadroni di cavalleria blindata e nei reggimento bersaglieri. L' equipaggio era costituito da 6 uomini, di cui uno pilota e un altro secondo pilota mitragliere che trovava posto a destra del pilota. I RECCE rimasero in servizio, gradatamente a scomparire, fino alla fine degli anni 50, vista la loro inutilità pratica già manifesta nei primi anni della costituzione del nostro nuovo esercito.

COSTRUZIONE

Per la realizzazione di questo mezzo particolare, ai più sconosciuto, visto l'esiguo numero di mezzi in dotazione ed alla scarsità di immagini presenti, ho utilizzato i seguenti materiali:

-Scatola relativa allo M3A3 Stuart 1:35 della AFV.

-Cingoli Friulmodel ATL 98 (T16 type).

-Conversione per RECCE, della Accurate Armor, codice A077, per AFV M3A3 kit.

-Fotoincisioni Eduard per M3A3 Stuart.

-Decals, realizzate su richiesta, elaborate da me a partire da immagini reperite su vari libri.

Per quanto riguarda la scatola della AFV, non posso dire che bene, tutti i pezzi sono ottimamente stampati, molto belli i dettagli, anche quelli più fini. All' interno sono presenti anche i cingoli in vinile, che non utilizzerò anche se ben fatti ( se posso, metto sempre i cingoli in metallo, garanzia di lunga durata, e dettaglio più accurato). Naturalmente sono presenti anche i pezzi relativi alla torretta dell' M3A3, compresa la canna in metallo che non andranno utilizzate per questa realizzazione.

Per quanto riguarda la conversione in resina della Accurate Armor, devo dire che il dettaglio in vari pezzi lascia a desiderare, poi, non so se per difetti di produzione o per una conservazione errata in ambiente troppo caldo, molti pezzi risultano deformati, soprattutto la scatola base per gli interni, con paratie laterali e fondo, molto piegati.

In sede di studio, ho poi notato vari particolari da modificare o aggiungere, che spiegherò più avanti.

Per prima cosa vanno montati gli interni, seguendo le istruzioni, a cui ho aggiunto alcune piccole variazioni nella disposizione dei pezzi, notate nelle immagini relative al RECCE, in particolare le varie dotazioni di bordo e la radio. Piccoli dettagli sono stati poi aggiunti nell' interno, come vari cavi elettrici per il collegamento degli interfoni, un supporto per l'antenna che va fissato sulla circonferenza interna sul lato dx, sotto la quale e' posizionata la radio, due estintori e qualche cassetta porta munizioni sotto la panca di destra.

Sempre sulla circonferenza della botola, sede della torretta omessa, dopo aver posizionato la paratia di protezione, ho eliminato la parte verticale anteriore perché da immagine non è presente. Al suo posto, ho inserito una staffa di supporto, realizzata con fotoinciso ed una staffa in resina, il supporto per la 12,7. La stessa cosa ho fatto nella parte posteriore, ma senza togliere la piastra di protezione, qui andra' inserita la Browning 1919. Quest'ultima la inserirò più a scopo dimostrativo, in quanto nelle foto non e' mai presente, ma nelle descrizioni tecniche e' contemplata una seconda arma.

Terminata questa fase, ho provveduto a stuccare le fessure sul bordo della piastre fissate sulla circonferenza e quelle tra i parafanghi anteriori e la scudaura frontale. A questo punto ho assemblato il treno di rotolamento e le sospensioni, senza però montarle sul modello ed i portelli di chiusura dell’esercizio botole. Successivamente ho aggiunto i dettagli in fotoincisione forniti dal kit della Eduard ed altri creati con tondino i rame o pezzi di fotoincisione ricavati da scarti di altri modelli. Sulle fiancate laterali ho ricreato le asoline con filo i rame molto sottile e i supporti per le paratie laterali ( che in questo modello non vanno inserite), con dei rettangoli di fotoincisione forati con una punta da 0,05 mm.

Gli altri pezzi preparati prima di partire con la colorazione sono relativi al cavo di traino, anche questo realizzato con 4 fili di rame arrotolati tra loro E gli attrezzi da inserire a lavoro quasi finito.

Prima di aerografare la finta di base, ho aerografato tutte le sporgenze, angoli, bordi molle, treno di rotolamento, con Dark Iron al quale ho aggiunto successivamente del Red Brown ( entrambi Tamiya). I colori usati per la mimetica verde provengono invece dal set di colori per verde NATO della Life Color, che offre una gamma di verdi dal più scuro al più chiaro. Terminata questa fase ho applicato le decals e chiuso tutto con trasparente opaco in un paio di passaggi leggeri. A questo punto ho inserito le due mitragliatrici i portelli delle botole ed i vari attrezzi sul cofano posteriore per eseguire i successivi passaggi con tutto il mezzo completo.

L'invecchiamento del mezzo non e’ stato eccessivo, seppur sapendo che gli Stuart, furono prodotti agli inizi degli anni 40, e pur avendo fatto tutto il secondo conflitto mondiale, quelli recuperati e ceduti al neonato esercito italiano erano comunque mantenuti in buone condizioni.

Poche quindi le parti con effetto ruggine, piuttosto ho enfatizzato con pigmenti metallici gli spigoli, i bordi e le parti più esposte, il resto del lavoro lo fa la modulazione del verde che da un effetto di vernice levigata dalle intemperie ma non scrostata. Questo si nota molto se il soggetto e posto alla luce del sole che ne enfatizza maggiormente le caratteristiche ma non ne appesantisce la visione. Stessa cosa per i cingoli, a parte i classici lavaggi l'unica applicazione in più è stata l' aggiunta di pigmenti naturali con terre di vario colore.

Stessa cosa ho fatto su tutta la superficie del mezzo, per dargli quel caratteristico velo di polvere presente su tutti i mezzi dopo un piccolo tragitto su sterrato.

spero Vi piaccia e Buon Modellismo

 

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