M.P.C.V. BUFFALO Esercito Italiano, Afganistan da kit Bronco scala 1/35

Durante la missione in Afghanistan il nostro Esercito ha ricevuto mezzi americani sicuramente più prestanti e protetti per l'utilizzo in teatro operativo ostile tra cui il possente Buffalo, mezzo da trasporto truppe imponente che assicura maggiore protezione ai nostri soldati in missione all'estero. Vediamo come l'amico Andrea Pellandra lo ha realizzato dal kit Bronco in scala 1/35.

Modello, testo e foto Andrea Pellandra, nell'articolo sono inserite a scopo di documentazione, discussione fotografie reperite sul web ogni diritto degli autori resta riservato.

Storia del mezzo:

IL Buffalo fa parte dei mezzi ruotati, pesantemente blindati, ideati per la protezione anti mine (MRAP) ed è prodotto dalla Force Protection Inc. divisione della General Dynamic. Il Buffalo si presenta come un mezzo molto voluminoso ed alto, ed ideato basandosi sull’esperienza dei mezzi anti mine Sud Africani. Questa versione del Buffalo (2009) non è armata, ma ha la caratteristica di avere un lungo braccio meccanico munito di forchetta ed artiglio, utilizzato per rimuovere ordigni esplosivi improvvisati, rimanendo ad una distanza di sicurezza. Questo braccio è comandato dall’interno del mezzo, a ¾ della sua lunghezza è posta una telecamera e dei sensori che consentono all’operatore di vedere e sapere a che distanza si trova la mina o lo IED da rimuovere.

Lo scafo è costruito con una notevole resistenza balistica e resistenza agli scoppi, unita ad una sofisticata tecnologia per scoprire ordigni esplosivi. E costruito inoltre con la caratteristica forma a V, il cui scopo è quello di deviare l’onda d’urto ai lati della cabina e quindi di salvaguardare la vita degli occupanti, il mezzo è progettato per resistere allo scoppio di mine di categoria III.

La prima comparsa di questo mezzo risulta essere del 2003, dotando il personale del Genio dell’U.S.Army. Al suo interno possono alloggiare sei militari, inclusi il pilota e co-pilota. Oltre a fornire supporto allo U.S.Army, e all’U.S.M.C. il mezzo è stato ordinato da altri paesi esteri, compresa l’Italia che nel 2009 ne ha acquistato un primo lotto di 4 esemplari. Altre versioni del mezzo sono dotate di protezioni aggiuntive allo scafo.

Scatola di montaggio:

La scatola è della ditta BRONCO, si presenta di notevoli dimensioni. All’interno imbustate singolarmente ci sono le Sprue contenenti i pezzi, le sei ruote in plastica, un foglio di fotoincisioni ed un accurato manuale d’istruzione per il montaggio. Prima di iniziare l’assemblaggio ho letto alcune volte il manuale per rendermi conto delle difficoltà che avrei incontrato nel lavoro e per rendermi conto delle eventuali migliorie da apportare, consultando materiale fotografico visionato in rete. Ho inoltre visionato un foglio di fotoincisioni dedicato (non contenuto nella scatola), ma per il mezzo che io avrei realizzato, nulla di quello presente sulla lastra mi sarebbe servito, per cui posso dire che vista la mole di pezzi a disposizione e la loro accuratezza per fare un buon modellino non è necessario altro se non la consultazione di materiale fotografico per la realizzazione di pezzi extra per la miglioria.

 

Nelle istruzioni è contemplata la possibilità di fare diverse versioni, che riguardano fondamentalmente l’assemblaggio di antenne in diverse posizioni e l’utilizzo o meno delle ruote di scorta ai lati del mezzo.

Montaggio:

Il primo step è stato quello di assemblare la parte inferiore dello scafo, relativa a trasmissione e sospensioni.

Si monta tutto discretamente bene e rapidamente anche se alcuni fori vanno modificati perché di misura errata e le istruzioni non siano proprio semplicissime ad un primo sguardo.

A me hanno dato un po' di problemi l'asse anteriore (non si capisce bene come vada fissato perché la staffa sembra sfalsata rispetto ai supporti delle balestre) e nella parte posteriore le scatole con i bilancieri. Ho trovato inutili alcuni pezzi infinitesimali che secondo le istruzioni non dovrebbero essere incollati, ma che secondo me a modello finito lo renderebbero troppo debole. Per cui tutto quello che riguarda il collegamento bracci di sterzo, collegamenti ai mozzi delle ruote e' stato tutto incollato e reso fisso. A questo punto ho solo migliorato lo scafo togliendo i tubi stampati e ricostruendoli con filo di rame spesso.

Sono poi passato agli interni. Ho deciso di fare " da scatola " senza ulteriori miglioramenti. A differenza del precedente modello da me costruito il Maxxpro, c'è solo uno portellone che può essere aperto, che e' quello posteriore. Sul cielo ci sono delle piccole botole che possono anche essere tenute aperte, ma non vale la pena arricchirlo troppo di contenuti perché comunque non si vedranno, soprattutto se riuscirò ad oscurare un pelo tutti i vetri.

Finito l’assemblaggio degli interni ho fatto delle prove a secco di chiusura con la parte superiore, senza nessun problema si sono unite, nessun pezzo cozza contro sedili o imbottiture. Resta una piccola fessura tra le due parti che poi andrà stuccata. Prima di incollare definitivamente le due parti dello scafo, a colorazione (degli interni) ultimata, ho leggermente evidenziato i dettagli, con un lavaggio di nero diluito.

Ai vetri è stata applicata una pellicola azzurrata (residuo dei retini utilizzate dai tecnici progettisti prima dell’avvento delle nuove tecnologie). Spero che rimanga tutto incollato ai vetri, perché le pellicole risultavano molto vecchie e il collante non proprio in ottimo stato. Il bordo è stato fissato in più punti con colla vinilica, che seccandosi risultera’ trasparente e non darà interferenze.

Il montaggio del braccio con la pala e' tutt'altro che semplice. Ci sono molti pezzi che le istruzioni dicono di non incollare, ma alla fine la parte terminale del braccio non ha incastri o perni per l’ancoraggio e deve per forza essere incollata.

Nella posizione in cui l'ho montata, si può anche ruotare tutto l'organo e agendo sui braccetti lo si può posizionare con il braccio esteso verso il suolo. La parte superiore va riempita e stuccata perché risulta non combaciante e con un avvallamento al centro ( unico difetto di tutto il kit). Tutte le altre parti si montano perfettamente.

In questa fase ho pre posizionato tutti i tubi per l’idraulica, del braccio meccanico, i cavi alla telecamera e faro per l’illuminazione, interpretando le foto a disposizione, nessuna delle quali di ingrandimento tale da consentire la precisione assoluta. Ulteriori dettagli sono stati eseguiti aggiungendo il cavo principale che porta il collegamento ai tre faretti su ogni lato, compresi i tre cavetti terminali per ogni faretto, tutta l’idraulica per i sistemi di frenaggio delle ruote ed i cavi che collegano tutte le antenne. Le antenne anti Jamming, sono state fissate ai loro supporti, previa forature ed inserimento di un filo di rame grosso. Questo perché il supporto è molto sottile e la base di fisaggio stretta, in questo modo gli si conferisce maggior robustezza.

Colorazione, dettaglio ed invecchiamento:

Per la colorazione ho deciso di utilizzare i tre colori standar Nato della TAMIYA. Le foto di riferimento per questo mezzo, in questa colorazione sono solo 4. Per cui ho cercato di inerpretare al meglio le immagini. Finita con la colorazione base, ho messo tutti gli accessori, i faretti con relativi cavi, ho coperto con guaina (foglio di carta assorbente che uso in laboratorio imbevuto di acqua e colla vinilica, arrotolato ai tubi di gomma) i cavi che portano al braccio meccanico dal cofano anteriore, posizionate le antenne sui supporti, messi i portelli aperti su parte superiore, posizionato lo scarico con la griglia di copertura color sabbia e il camino dello scarico colorato in rame, colorate luci e posizionati i vetrini trasparenti, fatto il cavo per la discesa della ruota di scorta, applicate decals e copertura di trasparente su tutto il mezzo. Con tutti gli accessori montati, ho rifinito le linee dei tre colori, ed ho schiarito alcune zone del mezzo con gli stessi toni mescolati con un po’ di bianco. I dettagli, specialmente nelle zone verdi e marroni sono stati meglio evidenziati con Nero ad olio molto diluito e poi ho dettagliato maggiormente i vari accessori.

Il mezzo da me rappresentato essendo in servizio con questa mimetica da non molti anni, non è stato invecchiato in maniera pesante, inoltre la polvere depositata sul mezzo non lascerà trasparire eventuali ammaccature od usure eccessive.

Una volta terminata la fase di colorazione e dettaglio, lasciato asciugare il protettivo, ho eseguito un primo lavaggio con colori ad olio, terra di siena e bianco mescolati assieme, fino ad ottenere un colore molto simile al dark yellow che utilizzerò poi successivamente.

La parte inferiore dello scafo fino agli apici della V è stata marcata maggiormente in un paio di passaggi. Trascorse 24 ore dal passaggio finale ho fatto un primo passaggio con dark yellow ad aerografo, marcando molto la parte inferiore e impolverando alcune zone dei parafanghi e cofano, gli pneumatici ai bordi, poi con ugello lontano ho sparso il colore su tutto il mezzo. Con il BUFF, ho poi contrastato il tutto, sui bordi dello scafo, le ruote, il cofano e in tutte le zone dove la polvere più fine potesse depositarsi.

Non ho eseguito ulteriori colorazioni, per cui il mezzo (a mio avviso) non appare troppo sporco piuttosto "morbido" da vedere.

Conclusioni:

 

A mio avviso, questo è una delle migliori scatole che mi sono capitate negli ultimi anni. Molto ben stampato, ricco di dettagli e migliorabile veramente con poco per ottenere un mezzo splendido. Mi sono molto divertito nel realizzarlo.

Spero vi piaccia.

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