Panther II - kit Dragon/Cyber Hobby 9103 scala 1/35

Il carro Panther II fu concepito nel 1943 come un miglioramento dei Panther sia nell'armamento che nella corazzatura, condividendo svariati componenti con il contemporaneo Tiger II. Vincenzo Stornanti ci illustra, passo per passo, la sua riproduzione in scala 1/35

Modello, testo e foto di Vincenzo Stornanti

 

In realtà il progetto del Panther II fu annullato prima della sua entrata in produzione, rimanendo così fermo allo stadio di prototipo: uno scafo completo però è stato catturato dagli Alleati e, fornito di una torretta non originale, è tuttora esposto nel museo Patton di Fort Knox,negli Stati Uniti (foto in basso).

(Fonte: http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Panther_II.Fort_Knox.jpg)

Montaggio

Il kit è un Cyber-Hobby ricavato da un vecchio modello Dragon, con in più alcune fotoincisioni, un set bonus di figurini (quattro soldati del "Volkssturm") e una riedizione più dettagliata di alcuni carichi esterni. In generale il dettaglio è buono, anche se presenta alcune inesattezze come la forma errata della torretta.

(Fonte: http://www.dmlforum.com/intelfromhq/9103/9103-poster-m.jpg )

Il montaggio è stato tutto sommato facile, i pezzi si incastrano senza fessure e non ho dovuto usare stucco.

Poche le note dolenti:

• il cannone è venuto fuori asse di qualche grado, ma non so se per colpa degli incastri o per colpa mia;

• le griglie circolari che coprono gli scarichi non si centrano perfettamente sulle marmitte, ma ad occhio nudo si nota poco;

• le fotoincisioni dei supporti delle marmitte sono fragili;

• gli alloggiamenti delle griglie di raffreddamento rettangolari sono più piccole delle corrispondenti fotoincisioni, bisogna rifilare i bordi con un cutter. Come ulteriore dettaglio ho provato a ricreare, con un trapano da modellismo ed una minifresa, sia l'effetto fusione su alcuni pezzi (Saukopf, Kugelblende, cupola del capocarro e protezioni del telemetro) che quello di laminazione sulle lastre corazzate: mentre il primo è venuto abbastanza bene, l'altro è stato un po' esagerato e ho dovuto sistemarlo con dello stucco.

Dulcis in fundo, ho rifatto le maniglie in filo di rame, aggiungendo inoltre degli anelli in torretta (usati per fissare frasche a mo' di mimetizzazione) e ho creato con dello stucco bicomponente Milliput la saldatura intorno al Kugelblende.

I cingoli sono composti da tre parti per maglia, per un totale di circa 250 pezzi. Su alcuni di questi c'erano segni di estrattore che ho dovuto eliminare con molta pazienza... Per il resto il montaggio è stato abbastanza agevole, basta solo fare attenzione ad incollare il braccio del rullo di ritorno dopo aver terminato i cingoli.

Questo è il modello montato e primerizzato.

Colorazione di base

Per la verniciatura ho usato l'aerografo. Ho optato per la mimetica tritonale tedesca con Dunkelgelb, Olivegrün e Schokoladebraun, lo schema è di fantasia (tanto è un paper Panzer...).Ho usato i colori acrilici Vallejo Model Color visibili nella foto sotto, tre per i colori base (Green Ochre, № 914, Chocolate Brown, № 872 e Reflective Green, № 890) e due per le schiariture (Buff, № 976 e Flat Yellow, № 953). Benché non pensati espressamente per l'aerografia, i Model Color si sono comportati abbastanza bene, pur intasando di tanto in tanto la duse. Li ho diluiti in rapporti variabili (minimo il 50% di diluente) con del Vetril a base alcoolica (quello "vetri e specchi" nel flacone cilindrico), perché a differenza dell'acqua lascia una finitura opaca e la duse si intasa di meno. In quest'ultimo caso basta pulire "al volo" la punta dell'aerografo con un pennellino intinto nell'alcool.

colori

Ho dato una mano uniforme di Chocolate Brown per la preombreggiatura (dà un effetto migliore del nero sotto al Dunkelgelb) e quindi ho proceduto a passare il Dunkelgelb (Green Ochre).

torretta

La parte inferiore dello scafo dietro il treno di rotolamento è stata invece dipinta di marrone scurito con nero.

Successivamente, ho schiarito le parti centrali delle superfici orizzontali e quelle superiori delle superfici verticali con una miscela di Green Ochre e Buff. Non importa se sembra troppo chiaro: i successivi filtri e lavaggi smorzeranno i contrasti.

Adesso viene la parte più complessa: disegnare la mimetica. Conviene tracciare prima i bordi (bassa pressione, ugello dell'aerografo vicino e colore più diluito) e poi riempirli.

Completato lo schema, si procede a schiarire il verde ed il marrone, il primo con il giallo, il secondo con il Buff.

Le parti in metallo degli attrezzi e del cavo da traino ed i cingoli di scorta hanno ricevuto una base in nero ed un drybrush con Gun Metal a smalto della Humbrol (№ 53).

Filtri e lavaggi

Una volta terminata la colorazione di base, ho applicato dei filtri per variare la cromia del modello. Il primo è stato con acrilico, un Green Ochre Vallejo (un paio di gocce in mezzo bicchiere d'acqua), per amalgamare le varie tinte e dare una tonalità più calda. Nella foto seguente si nota la differenza fra il "prima" (sinistra) e il "dopo" (destra) il filtro.

confronto

Ho evidenziato con una tinta più chiara spigoli, bulloni ed elementi in rilievo, per esaltare maggiormente i particolari. La differenza di tinta, visibile soprattutto per il Dunkelgelb, verrà smorzata nei successivi passaggi di invecchiamento. Notare anche, nella seconda foto, che una schiaritura della parte superiore della "sfera" della mitragliatrice risulta in un effetto di lumeggiatura alquanto realistico.

Successivamente ho applicato uno strato di lucido trasparente per proteggere i colori sottostanti, dopo ho messo le decal (sigillate in seguito con un altro strato di lucido). Le ruote sono state verniciate e desaturate alla stessa maniera della mimetica, con i bordi dipinti a smalto color acciaio della Model Master (№ 1780),

mentre i cingoli sono stati colorati con una miscela di nero e marrone.

Un lavaggio mirato, utilizzando colori ad olio diluiti in trementina, è servito per evidenziare gli interstizi e le concavità, dando maggiore profondità visiva al modello. I colori usati sono stati Bruno Van Dyck intorno ai rilievi e Nero Marte per le fessure più profonde, come le saldature delle corazze.

Le ruote hanno ricevuto lavaggi più pesanti in Nero Marte, più un lavaggio aggiuntivo in Terra d'Ombra Naturale per quelle in Dunkelgelb. Le parti in metallo degli attrezzi ed i cingoli invece sono stati lavati con Nero Marte e Terra di Siena Bruciata.

Infine, ho applicato un filtro "puntinato" all'intero modello, inumidendo la superficie con trementina, applicando puntini di colori ad olio (rosa, blu, verde, giallo) e, dopo qualche minuto, amalgamando e sfumando con un pennello umido (pennellate verticali per le superfici verticali, circolari per quelle orizzontali). Il risultato è appena accennato ma visibile.

Invecchiamento

L'invecchiamento è forse la fase più delicata, perché si rischia di esagerare con l'aspetto "vissuto" (come in questo caso, dove ho dipinto eccessive scrostature in alcuni punti) o di rappresentare effetti poco realistici; d'altra parte, però, spesso è anche quella che permette di raggiungere un maggiore realismo.

Scrostature

Per iniziare, ho passato uno strato di vernice trasparente opaca; successivamente ho usato una miscela di marrone e nero per ricreare graffi e scrostature, che ho disegnato con un pennello a punta fine oppure con la tecnica della "spugnetta" (immergere l'estremità di una spugna fine nel colore e poi usarla per picchiettare le superfici). Ho agito nelle zone che ritenevo maggiormente soggette ad usura, come gli spigoli, le maniglie e le aree vicino ai portelli. Per dare una maggiore sensazione di profondità, inoltre, ho dipinto una sottile linea sul bordo delle scrostature, di una tonalità più chiara di quella della mimetica circostante (l'effetto è ben visibile nella seconda foto, sul bordo del parafango laterale).

Ruggine e polvere

Nell'ultima fase di invecchiamento mi sono trovato benissimo con i pigmenti (marca Mig), sono versatili e permettono di creare un'ampia gamma di effetti. In particolare, ho usato tre colori per le tonalità della ruggine:

e cinque per fango e polvere:

Per prima cosa, ho diluito con acqua (ma si può usare trementina per una maggiore aderenza) del pigmento color ruggine, passandolo poi con un pennello a punta fine sulle saldature, sui graffi e dovunque possa la ruggine accumularsi; dopo aver atteso pochi minuti, ho sfumato con un pennellino pulito umido (verso il basso, se si tratta di pareti verticali, in modo da ricreare le colature di ruggine).

Per creare gli accumuli di polvere, ho disteso con un pennello morbido del pigmento Europe Dust, sfumando in alcune zone con Light Dust e Concrete per variare la cromia. Ho applicato più pigmento nei recessi e nelle zone basse dello scafo, dov'è cioè più probabile che si accumuli polvere. Lo strato di vernice opaca ha migliorato l'aderenza dei pigmenti.

Treno di rotolamento

Questa è stata la parte più complessa, ma quella che più mi è piaciuta. Prima ho mescolato del pigmento Dark Mud con Europe Dust e l'ho sciolto con della trementina, poi l'ho steso sulla parete di fondo picchiettando per creare una trama "fangosa"; mentre il tutto era ancora fresco, ho tamponato con piccole quantità di pigmento asciutto Europe Dust, Light Dust, Beach Sand e Concrete. Stessa operazione sullo scafo inferiore.

Con le ruote è andata un po' diversamente. Tenendole orizzontali, ho depositato alcuni mucchietti degli stessi pigmenti di prima, facendo poi gocciolare della trementina senza toccarli direttamente. L'effetto, una volta asciugato, è visibile nella foto sotto.

Per i cingoli, ho mescolato colla vinilica con una punta di Dark Mud e con della cenere vulcanica fine:

Tale composto è stato poi spalmato sui cingoli con una piccola spatola (rimuovendolo però dai battistrada) e, una volta asciutto, colorato con pigmenti secchi. I bordi, i denti ed il battistrada dei cingoli, così come i denti delle ruote motrici, sono infine stati evidenziati con del pigmento semiumido color argento della Tamiya per simulare il metallo lucidato dall'attrito.

Altri particolari

Le marmitte sono state ricoperte da un mix di pigmento Track Brown e trementina, che dà un'ottima base per le superfici arrugginite; una volta seccate, sono stati passati dei pigmenti asciutti Standard Rust e Ochre Rust, mentre sugli scappamenti è stata applicata della polvere di carboncino, sempre fissata con trementina.

Sul lato anteriore, quale ulteriore dettaglio, ho posto una piccola catena, cui ho dato un effetto arrugginito con la stessa tecnica usata per le marmitte.

I cingoli di scorta sono stati rifiniti con Ochre Rust e Standard Rust.

Infine (soprattutto per nascondere un cannone che non mi piaceva. . . ) ho aggiunto un telone mimetico sull'estremità della canna. Ho usato una semplice garza, legandola con del filo di cotone, fissandola con colla vinilica e dipingendola ad aerografo (Olive Drab Vallejo,.889). Tocco finale: alcune macchie di colore con pigmenti Europe Dust e Vietnam Earth.

 

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