Lancia 3Ro Blindato della XXXVI ° Brigata Nera “Natale Piacentini” – Menaggio 27.4.1945 – modello auto costruito in scala 1/24

lancia Il famoso  camion blindato, impropriamente definito "l'ultima autoblinda di Mussolini" riprodotto da Fabrizio Faè in scala 1/24 con una impegnativa autocostruzione

 Modello, testo e foto di Fabrizio Faè

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 Introduzione storica di Gabriele Luciani

 Con decreto legislativo n. 446 del 26 giugno 1944, accogliendo le reiterate richieste di Alessandro Pavolini, ministro segretario del Partito Fascista Repubblicano, Benito Mussolini costituì il Corpo Ausiliario delle Squadre d'Azione delle Camicie Nere. Lo stesso ministro assunse il comando di questo corpo ausiliario delle FF.AA. repubblicane e le federazioni del P.F.R. delle provincie italiane ancora sotto il controllo della R.S.I, vennero militarizzate e trasformate così in "Brigate Nere". Queste erano delle formazioni senza alcuna pregressa ed organica esperienza militare, dove i gradi vennero distribuiti quasi senza criterio, e che incorporavano gli iscritti al P.F.R., dai sedici ai sessanta anni, solo se non appartenenti alle altre FF.AA. repubblicane . Solo due B.N. ebbero rispettivamente in dotazione un esemplare di un mezzo corazzato prodotto in fabbrica come tale mentre pochissime altre ebbero in dotazione autocarri che vennero blindati in modo artigianale: una di  queste fu la XXXVI° Brigata Nera "Natale Piacentini" di Lucca  con due mezzi blindati, una FIAT 1500 ed un Lancia 3Ro, questo ultimo certo il mezzo della R.S.I. più conosciuto in assoluto...Dopo la conquista della Toscana da parte degli anglo americani, come le altre B.N. della regione, anche la XXXVI° (fino al 1944 intitolata "Benito Mussolini"), si spostò a Piacenza. Per meglio pattugliare la città, il comandante della B.N., Idreno Utimpergher, commissionò una blindatura di un camion  all'arsenale locale che aveva così trasformato in precedenza almeno due altri autocarri (un Ceirano 47CM ed FIAT 666N) in dotazione alla 630 ° Cp. della G.N.R., anche essa di stanza a Piacenza. Il mezzo fu pronto nell'autunno del 1944 (ad oggi è accertata però solo una sua azione in data 30.12.1944), e fu realizzato come detto sul telaio di un Lancia 3Ro del 1944 ; fu anche armato con una  Breda 37 da 9mm davanti, due  Breda 38 da 8mm ai lati e nella torrettta una Scotti da 20mm. Sulle porte anteriori  aveva la pantera, simbolo della citta' di Lucca e alla guida di questo mezzo fu comandato il caporalmaggiore carrista piacentino Mirano Chiavacci; sembra che anche un rimorchio fosse stato blindato con altre lamiere di recupero . Nei primissimi mesi del 1945 avvenne il trasferimento da Piacenza nella zona di Pinerolo ma è ad aprile che la "Natale Piacentini" e il suo Lancia 3Ro entrano da protagonisti principali nella storia d'Italia...A seguito dell'ordine di mobilitazione di Alessandro Pavolini, seguendo un piano più teorizzato sulla carta che effettivamente ben studiato, tutte le B.N. dovevano convergere in Valtellina per un ultima estrema resistenza : in effetti il 24 aprile, una colonna della XXXVI° B.N. composta oltre che dal Lancia 3Ro (capo macchina il Cap. Treni e conduttore il M.llo Guido Taiti e/o Merano Chiavacci, mitragliere Ginesio Del Grande) anche da un FIAT 626 armato di una 20mm, travolto uno sbarramento avversario a Vercelli, giungeva nel tardo pomeriggio a Milano. All'alba del 26.4 insieme con altre forze repubblicane la XXXVI° B.N. si spostava a Como e dopo una riunione tenutasi intorno alle 14,  Alessandro Pavolini, con la propria guardia del corpo Vincenzo De Benedictis, il federale Enrico Vezzalini e Idreno Utimpergher, partivano con il Lancia 3Ro blindato per Menaggio (Como) dove giungevano alle 15:00, forse nel tentativo di far tornare indietro Benito Mussolini (che era arrivato appunto a Menaggio con altri gerarchi e una scorta di SS tedesche) a Como, dove si erano intanto concentrati circa 3.000 elementi repubblicani. Ma anche questi ultimi, lasciati senza direttive precise e consci del precipitare della situazione, erano sempre più riluttanti a seguire ulteriormente l'ex Duce che nel frattempo si era convinto dell'impossibilità di rifugiarsi nella vicina Svizzera e si stava orientando per fuggire a Merano: solo una piccola parte di questi uomini la sera del 26 aprile giunse così a Menaggio su tre camion.

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All'alba del 27 giungeva a Menaggio pure una colonna tedesca della Flak anche essa diretta a Merano e gli italiani si convinsero dell'opportunità di proseguire la marcia uniti ai tedeschi: in testa alla colonna venne posto il camion blindato della "Natale Piacentini" al cui interno insieme ad altre sette o otto persone prese posto anche Pavolini . Dopo un'ora di marcia sulla statale che costeggia il lago di Como, approfittando di una breve sosta, Pavolini convinse Mussolini, seguito da altri gerarchi, a salire sul Lancia 3Ro (e questo fa capire che competenza militare doveva avere lo stesso Pavolini...il mezzo in testa ad una colonna, anche se il più protetto, è sempre quello più esposto all'offesa nemica...). Intorno alle 7.30, dopo aver superato Musso la marcia venne interrotta per uno sbarramento di tronchi che chiudeva la stretta carreggiata e fu chiaro che solo ai tedeschi sarebbe stato concesso di passare indenni: dopo alcune ore, nel primo pomeriggio Mussolini scese dal Lancia 3Ro, non prima di aver indossato un elmetto ed un pastrano tedesco sopra l'uniforme militare della R.S.I. per prendere posto su uno dei camion della Flak: passato l'ultimo camion tedesco, alle 16.15 del 27.4.1945 il Lancia 3Ro blindato tentò di invertire la marcia, manovra non facile sia per la pesantezza del mezzo che per via della carreggiata ridotta ma sfondò il parapetto della carreggiata prospiciente il lungo lago. Il mezzo era così ormai immobilizzato e subito dopo una bomba a mano raggiunse e fece scoppiare la ruota anteriore destra; il camion venne fatto oggetto anche di una scarica di fucileria e mitragliatrici. Morirono in questi frangenti il M.llo Taiti ed Aldo Gasperini mentre i gerarchi ed alcuni dei militari che erano ancora all'interno del mezzo uscirono dalla porte posteriore continuando a sparare e cercando scampo fra le rocce in riva al Lago di Como. Il Lancia 3Ro Blindato, successivamente a questi fatti, fu portato a Milano presso le acciaierie Falk dove venne riparato e poi venne usato per molti anni nel dopo guerra come...attrazione turistica dal comune di Dongo, mentre avrebbe dovuto essere meglio conservato in un museo quale simbolo della lotta fratricida che si svolse in Italia negli anni che vanno dal 1943 al 1948... Come riferimenti documentali sul Corpo Ausiliario delle Squadre d'Azione delle Camicie Nere si possono citare l'ottimo libro di Ricciotti Lazzero "Le Brigate Nere"; Milano: Rizzoli Editore, 1983; il quarto volume dell'opera (enciclopedica ma spesso poco o nulla obiettiva e spesso agiografica) "Gli Ultimi in Grigio Verde" di Giorgio Pisanò, Milano, C.D.L. Edizioni, 1994; sul Lancia 3Ro della "Natale Piacentini" il volume di Sergio Corbatti e Marco Nava "...Come il Diamante : i carristi italiani 1943-45" , Bruxelles: Laran Editones, 2008; l'articolo "Le Autoblinda della R.SI." a firma di Bruno Benvenuti ed Andrea Curami, ed un trittico dei mezzi in questione, apparsi sul n. 22 luglio 1995 del periodico Storia Militare, Parma, Albertelli Editore.

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Il Modello

Sono sempre stato un appassionato della storia italiana riguardante la Seconda Guerra Mondiale, perche' e' quella che ne ho sentito parlare di piu' da persone a me vicine. La storia di questo camion, e la forma cosi' imponente hanno attratto la mia curiosita', ma purtroppo c'è poca documentazione iconografica riguardante specificatamente il mezzo ; si conoscono tre foto che lo riguardano, delle immagini si trovano pure in un filmino  realizzato a Dongo nei giorni successivi al 25.4.1945 . Il tutto mi sembrava  davvero troppo poco per realizzare un modello di un mezzo così imponente , soprattutto in scala 1/24, completo di una ricostruzione dei suoi interni . Prima di abbandonare l'idea di creare il modellino, ho contattato un amico, uno storico e collezionista sulla storia italiana riguardante la Seconda Guerra Mondiale, e grazie a lui ed alcuni suoi conoscenti sono riuscito ad avere delle rare documentazioni riguardanti questo mezzo, fra cui anche gli interni dello stesso.  Cosi' mi sono avventurato in questa autocostruzione...

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Il telaio e' stato autocostruito usando cartoncino e pezzi provenienti da kit Italeri, le ruote anteriori sterzano.Il motore anch'esso e' stato autocostruito. La carrozzeria e stata costruita in due blocchi superiore e inferiore e poi unita dopo aver dipinto l'intero.

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Ho deciso di fare tutte le porte e sportelli apribili, creando cosi' delle micro cerniere, in modo che il modello possa essre esposto con sportelli aperti o chiusi. Con gli sportelli chiusi danno una migliore visibilita' alliimponenza del mezzo, mentre aperti danno la possibilita' di vedere come sono gli interni, e tutto il motore.

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All'intero di uno sportello anteriore si puo' notare il meccanismo per la messa in moto a mano. La cosa piu' lunga e un po' noiosa da fare sono stati I rivetti, non trovandoli della giusta misura, ho dovuto tagliare la parte finale delle spazzole per capelli, e alla fine dopo quasi un migliaio di tagli ho avuto i rivetti neccessari per l'interno ed esterno del veicolo.

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L'interno della cabina e' come su un normale Lancia 3RO, con il sedile lato guida e la panchetta passeggero/mitragliere, sotto I sedili c'e' il serbatoio del gasolio. Nel posteriore invece ci sono due panchette, un mobiletto portamunizioni l'accesso alle Breda 38 e tutta la struttura della Scotti da 20mm.

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La Scotti ruota 360 gradi e si alza e abbassa, visto la mobilita' della mitragliatrice anche la torretta ruota per accomodare i movimenti della mitragliatrice. Inoltre la torretta e' amovibile per dare miglior visibilita' alla mitragliatrice, e all'interno del mezzo.

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Le gomme (senza cerchio) sono state fatte modificando un copertone in gomma penso proveniente da un kit italeri, ma non ricordo esattamente. Portata a misura come diametro e larghezza e poi riempito l'interno con della resina in modo da irrigidire tutta la gomma. Da qui ho fatto il calco e mi sono fatto le gomme in resina. I cerchioni sono stati costruiti in due parti, l'anello esterno e la parte interna. L'anello esterno e' stato fatto in due strati di cartoncino in modo da simulare un po' la scalinatura del cerchione. La parte interna e' stata fatta riprodotta in resina, su base di un cerchione di un Fiat che avevo autocostruito. Infine sono stati aggiunti una o al posteriore due valvole per l'aria. I cerchioni finiti sono un po' diversi dai cerchioni utilizzati sui lancia 3RO, ma non era mia intenzione di farne una replica esatta, in quanto nel modello non si sarebbero visti, perche' all'anteriore ci va un copricerchio che fa parte dell'armatura del camion, mentre al posteriore l'armatura copre quasi tutto il cerchione, lasciandone fuori davvero una piccola parte. 

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Come colori base ho utilizzato dei Testors (British Sand Stone, Rust, Green Drab, Flat White, Flat Black, primer e trasparente Duplicolir. Durante la costruzione e alla fine della stessa ho usato il primer bianco della Duplicolor a bomboletta, che secondo me e' uno dei migliori, e dopo una passata di carta abrasiva e acqua lascia una bella superfice piatta. E' da fare attenzione, nel mio caso, visto che la maggior parte del camion e' stato costruito con del cartoncino, di non usare troppa acqua, che potrebbe rovinare il tutto.

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L'interno del camion dopo il primer ha ricevuto il bianco opaco Testor dato ad aerografo, subito dopo per evidenziare i contorni e' stato dato del nero opaco ed infine del bianco ad aerografo. Alcune passate di trasparente opaco della Duplicolor hanno sigillato il tutto e preparato le superfici per i lavaggi, lavaggi fatti con dei colori acrilici, una mescolanza piu' o meno accentuata, dipende dalle zone di nero e marrone scuro e terra. Panche, sedili e parte del cruscotto sono stati dipinti con il Green Drab puro. Alcuni particolari sono stati ripassati a pennello asciutto.

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Le mitragliatrici breda e Scotti, sono state verniciate di nero opaco, a mani veloci, in modo da rendere il colore semilucido, e poi ripassate a pennello asciutto per evidenziare i dettagli.L'esterno dopo il primer, ha ricevuto ad aerografo sei mani di British Sand Stone diluito con un po' di Rust. La mimetica e' stata ottenuta con il Rust e Green Drab diluiti con un po' di nero opaco.

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Le decals sono davvero poche, lo stemma della pantera e' stato realizzato mascherando gli sportelli e verniciando con del bianco opaco, mentre le righe laterali e la pantera sono stati ricavati da un foglio di vecchie decals, dettagli come lingua, occhi, zampe e coda, sono stati dipinte e mano. Le lettere sulla fiancata (inerenti l'appartenenza del mezzo alla XXVI° Brigata Nera "Natale Piacentini" di Lucca) sono state rinvenute in un foglio decals trovato presso un negozio di belle arti . 

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Una leggera sporcatura in terra chiara su parafanghi e ruote, per simulare la polvere e lo sporco, visto che in quelle ultime ora aveva piovuto.

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Il mezzo aveva anche una targa posteriore che non sembra essere del tutto ...regolamentare !

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Tutto è stato poi ricoperto dal trasparente opaco, stavolta viste le zone e' stato dato ad aerografo. Alla fine i lavaggi ad acrilico, dati ad aerografo, anche questi come per l'interno sono stati ottenuti con del nero, marrone, terra e colori base per schiarire o scurire, in abbondanti passate per ottenere l'effetto desiderato. 

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Tutto sommato sono contento di come sia venuto questo modello, richiama la mia idea e collezione di mezzi italiani della Seconda Guerra Mondiale, in questo caso un mezzo con una storia particolare.

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Fabrizio Faè

 

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