Israel TI-67 105 mm Gun – kit Trumpeter - ITEM. no 00339 scala 1/35

 Il modellismo statico dovrebbe essere un passatempo, definibile anche come attività culturale, ma pur sempre un passatempo, una caratteristica questa che spesso viene sacrificata sugli altari della ricerca esasperata della perfezione e di tecniche di colorazione sempre più elaborate... Invece è tanto bello costruire un modello anche senza preoccuparsi troppo che lo stesso sia esatto al millimetro ma cercando di divertirsi il più possibile...è con questo spirito che si può assemblare ad esempio un modello come il kit che la Trumpeter ha dedicato ad una variante particolare del carro sovietico T-55, diffusissimo negli anni 60-70 .

Testo, modello e foto di Gabriele Luciani

ti 67 lato sx  

I carri medi T-54 e T-55 erano la dotazione principale delle formazioni corazzate non solo degli eserciti del patto di Varsavia ma anche di molte nazioni africane ed asiatiche che, teoricamente non allineate, invece di pensare a risolvere i problemi spesso drammatici delle loro popolazioni, acquistavano armamenti di produzione sovietica in quantità spesso sproporzionata.  Nel teatro medio-orientale, entrambi i tipi, prodotti sia dall'Unione Sovietica che dalla Cecoslovacchia, furono largamente acquisiti sia dall’Egitto che dalla Siria nei primi anni 60, ma complice anche lo scarso addestramento del personale arabo, centinaia di questi carri furono catturati, il più delle volte abbandonati intatti dai loro equipaggi, dalle forze armate israeliane in tre diversi conflitti (guerra preventiva del giugno 1967, reazione all’aggressione araba dell’ottobre 1973, difesa della Galilea nel 1982) cui fu costretto lo stato ebraico per garantire  la sopravvivenza e la sicurezza propria e dei suoi cittadini.

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Una nazione dalle risorse economiche limitate come lo stato di Israele non poteva permettersi di tralasciare tutto questo materiale anche se riutilizzarlo così come era avrebbe fatto scaturire chiaramente altri problemi…Infatti adoperare senza alcuna modifica questi mezzi contro i loro precedenti proprietari poteva ingenerare la possibilità di tragiche confusioni (fuoco amico ad esempio) ed anche da un punto di vista logistico i carri russi, così come erano in origine, certo non si potevano amalgamare con il materiale israeliano (all’epoca per lo più basato sui Centurion inglesi e sui carri statunitensi Sherman, poco dopo anche sugli  M-48 e sugli M. 60 ). Nel corso degli anni i T-54 e T-55 catturati, rispettivamente ribattezzati Tiran 4 e Tiran 5, subirono gradualmente delle modifiche interne ed esterne per avvicinarli il più possibile agli standards degli altri carri delle Israeli Defence Force. Nel 1969  venne adottato il cannone M 68 da 105 mm di produzione israeliana per il Tiran 5, e su entrambi i tipi vennero montate radio e mitragliere di produzione americana oltre a taniche suppletive all'esterno dei carri.

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Successivamente , sempre per evitare tragici equivoci dovuti alla contemporanea presenza nelle formazioni corazzate nemiche dei T.54 e dei T.55, , gli israeliani ritennero opportuno modificare in modo opportuno anche la silouette dei loro Tiran 4 e  5, a volte denominati anche Ti-67, con diverse aggiunte e variazioni. Le più significative furono in effetti la sostituzione dei due bidoni supplementari esterni, presenti sul retro dei mezzi catturati e tipici dei carri di produzione sovietica per molti decenni, con un singolo canestro di forma rettangolare; inoltre sul lato destro e sulla parte posteriore delle torrette furono aggiunti dei grossi contenitori esterni, anche loro di forma scatolare: tutti questi elementi, molto economici ed anche funzionali per le esigenze degli equipaggi, erano tali comunque da modificare in modo concreto l’aspetto originario dei Tiran 4 e Tiran 5 che così potevano essere più facilmente riconosciuti come “amici” dalle forze israeliane di terra e dell’aria, questo anche perché questi carri ex arabi venivano usati come subitanee sostituzioni delle perdite dei carri di “regolare” dotazione delle formazioni carriste israeliane, sostituzioni che in pratica avvennero sino alla metà degli anni 90. Anche le milizie cristiane ubicate nei primi anni 80 del sud del Libano ricevettero dei Tiran 4, impegnandoli contro i terroristi allora foraggiati dai siriani e purtroppo presenti nel martoriato paese dei Cedri.

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A questi carri  la Trumpeter ha dedicato una apposita confezione contraddistinta dal numero di catalogo 00339 e dalla denominazione Israel TI-67 : la ditta cinese ha sfruttato lo stampo del suo T.54/55, con l’aggiunta di diversi telai per la riproduzione rispettivamente dell’armamento principale del Tiran 5, dei nuovi contenitori esterni e lasciando inalterato il resto del modello, tanto che i pezzi che alla fine non verranno utilizzati saranno diverse decine ! Non ci sono parti in metallo o in ottone, i cingoli sono in raffigurati con le due classiche lunghe maglie in vinile, ci sono decals per un esemplare israeliano e uno delle milizie cristiane del sud del Libano. Come detto in premessa, ho deciso di montare questo kit senza troppi patemi d’animo e senza preoccuparmi della sua corrispondenza al 100% al mezzo reale, anche se confrontandolo con la documentazione in mio possesso (fra cui il fascicolo edito dalla belga Verlinden Productions, il Warmachines N.10 dedicato con dei walkrounds molto particolareggiati, appunto ai Tiran ed a firma di Michael Mass, modellista che ha prestato il suo servizio militare proprio sui Tiran 5) non ho notato enormi discrepanze… E’ necessario comunque scegliere il tipo di carro che si vuol riprodurre (i Tiran 4 e 5 si differenziavano oltre che per l’armamento principale anche per il numero dei contenitori all’esterno del mezzo ) prima di iniziare la costruzione del modello: io ho optato per il mezzo più differente dall’originale carro sovietico, ovvero il Tiran 5 con armamento da 105 mm, nella configurazione che questi carri avevano durante le fasi finali della cosiddetta guerra d’attrizione, ovvero nel periodo delle inutili aggressioni egiziane effettuate fra il 1967 ed il 1973 . Ho montato il modello come da scatola senza alcuna aggiunta esterna, con un assemblaggio che nel suo complesso non ha evidenziato alcuna particolare difficoltà, se non una stuccatura minima per eliminare la traccia della giunzione anteriore fra il pezzo che riproduce la parte bassa dello scafo e quello inerente la parte superiore dello stesso scafo. Solo  il posizionamento delle riproduzioni dei contenitori presenti in torretta non è molto agevole , anche se le istruzioni della Trumpeter sono completate da foto della torretta del modello montata nelle due configurazioni offerte dal kit. Ho usato i cingoli in vinile del kit sia pure con alcuni accorgimenti, prima fra tutti quelli inerenti la loro colorazione (i vari passaggi sono stati fatti sempre ad aerografo) per farli apparire ancora più realistici: preliminarmente ho passato sugli stessi una mano di grigio chiaro a smalto, lo stesso che ho usato anche come base per la colorazione esterna del mezzo.

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 Lasciato asciugare per giorni il grigio, ho passato un vecchio ma sempre valido smalto Humbrol MC 19 antique bronze; asciugatosi anche questo colore, ho lumeggiato con dell’alluminio i rilievi presenti sulla parte esterna dei cingoli, passando alla fine su tutto, al fine di “sigillare” sul vinile i vari colori, un trasparente acrilico opaco . Le istruzioni consigliano di unire ad anello le due strisce dei cingoli saldandoli a caldo : per evitare che si possa bruciare tutto e/o che tendendo gli anelli questi si possano staccare repentinamente, è preferibile usare una semplice cucitrice (quella per spillare i fogli…) con due punti per cingolo, posti in modo tale che siano il meno visibile possibile ed il problema si risolve…Ho quindi posposto l’aggiunta dei cingoli al modello al termine della costruzione e della colorazione del modello: come detto anche in questo caso ho iniziato con la stesura di un grigio chiaro opaco passando al pre shading in alcune zone del carro come quelle limitrofe al vano motore. Sono passato alla riproduzione del colore in uso sui carri israeliani all’inizio degli anni 70, una specie di giallo sabbia verdastro e molto smorto, riproducibile ad esempio con l’Humbrol 72 oppure con il Testor’s 2738. Quale che sia il colore da usare, è meglio stenderlo in modo non uniforme sia per lasciare trasparire l’effetto della pre-ombreggiatura sia al contrario per ottenere delle zone più chiare grazie al grigio sottostande, ottenendo così in modo abbastanza efficace e subitaneo la riproduzione dell’invecchiamento del mezzo, senza ricorrere ai tanto decantati molteplici ed ulteriori passaggi di “filtri e filtraggi” tanto in voga da alcuni anni…

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Per completare in poco tempo la riproduzione della colorazione usurata, dopo aver applicato le targhe (sono le uniche decals che ho ritenuto di usare in quanto nella mia documentazione non ho trovato foto se non di carri con solo le targhe senza ulteriori simboli araldici se non dei particolari in rosso dipinti all’esterno dei mezzi) basterà utilizzare i Tensocrom Lifecolor (per lo più il sabbia chiaro sugli interstizi e le parti centrali di alcune piastre delle superfici superiori) e delle polveri di colorificio di colore ocra e nelle parti più basse del carro ed anche sui cingoli. A questo punto ho aggiunto le maglie dei cingoli: questi nei carri russi, dagli anni 30 in poi (BT-5, T-34 e successivi), sono caratterizzati anche dall’assenza di ruote di sostegno sopra quelle portanti, per cui questi cingoli, nel tratto superiore fra ruota motrice e ruota di rinvio tendono a curvarsi verso il basso per il loro peso, in modo molto evidente se il mezzo è fermo. Per riprodurre questo effetto peso sono ricorso ad un altro vecchio trucco visto su un manuale di modellismo per carri edito a metà anni 70 dalla F.lli Fabbri: ho conficcato cioè degli spilli nella parte passa dello scafo del carro in posizioni tali da forzare le curvature verso il basso delle porzioni interessate dei cingoli…Metodo rustico ma con tutta evidenza alla fine molto efficace ed anche economico !!!

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Ho completato così l’assemblaggio di questo kit Trumpeter (reperibile fra gli altri anche presso MBL Modellismo), cercando, come detto in premessa, di assemblarlo senza troppi e particolari patemi d’animo, pensando solo a passare alcune ore di puro svago e riuscendo, credo, ad ottenere con semplicità dei risultati abbastanza appaganti…

 

 

 

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