Long Tom M 59 155 mm Cannon da kit AFV Club scala 1/35 cat. No. AF 35009

long tom ambientato Pezzo di artiglieria usato dall’US Army durante la seconda guerra mondiale ed in Corea, il “Long Tom” dagli anni 50 fu in dotazione anche ai Reggimenti di Artiglieria Pesante dell’Esercito Italiano (con la classificazione 155/45), sino alla sua sostituzione negli anni 90 con l'obice FH70. In scala 1/35 questo cannone si può riprodurre con un kit, veramente di buona qualità della AFV Club.

Testo, foto e modello di Gabriele Luciani

long tom ambientato due

   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Alcune notizie su questa arma si possono trovare ad esempio sul sito www.artiglieritoscana.it sez. armi storiche: "Trae origine da un pezzo francese dello stesso calibro, il 155 mm GPF, fornito agli Stati Uniti nel corso della prima guerra mondiale. Dopo la fine della guerra il pezzo francese fu studiato approfonditamente, modificando soprattutto l'otturatore. Verso la fine degli anni '30, il nuovo cannone fu omologato come M1 155 mm e ne iniziò la produzione. L'affusto era a code divaricabili su due carrelli, uno (anteriore) su cui appoggiavano le code nella marcia con due ruote, l'altro (dalla parte della bocca da fuoco) era su quattro ruote binate. Mentre il carrello anteriore in batteria era tolto e spostato per poter divaricare le code, il carrello posteriore era sollevato, in modo da fornire un contrappeso ed abbassare il baricentro della bocca da fuoco all'atto dello sparo. Alcuni miglioramenti di dettaglio portarono alla versione M1A1 e, poco prima della fine della Seconda guerra mondiale, alla versione M2. Dopo la fine della guerra fu riclassificato come M59. Era capace di scagliare un proietto a circa 30 km di distanza con la massima carica di lancio. In servizio nell’Esercito Italiano dagli Anni ’50 nei Reggimenti di Artiglieria Pesante ,è stato sostituito dall’FH70".

cove box long tom

Per riprodurlo in scala 1/35 esiste il kit della AFV Club numero di catalogo AF 35009, che  come molti altri modelli del medesimo marchio di Taiwan (importato in esclusiva in Italia dalla Astromodel di Genova, www.astromodel.it) , si caratterizza per un alto livello, quanto meno nella facilità del suo assemblaggio ...Già la confezione con il suo pregevole disegno e le altre indicazioni ai lati, lasciano presagire le dimensioni del cannone .

 stampata a  

 Il kit è composto da tre telai in plastica iniettata tutti esenti da ritiri della plastica; alcuni pezzi hanno piccole sbavature che si eliminano in pochi secondi mentre altri hanno dei segni degli estrattori dello stampo, quasi tutti però posizionati in modo tale da essere del tutto invisibili, una volta assemblato il modello. Non ci sono problemi per il distacco dei pezzi dai telai e basta prestare una maggiore attenzione per i particolari più piccoli. Il telaio contraddistinto dalla lettera A è composto da 60 pezzi inerenti fra l’altro le due code divaricabili, la parte principale dell’affusto del cannone, i vomeri per la messa in batteria del pezzo.

stampata b 

 Il telaio B riguarda tutte le componenti del carrello principale a quattro ruote ed il carrello anteriore su cui venivano appoggiate le code del cannone per la marcia, con l’esclusione dei cerchi e dei pneumatici. 

stamapa c  

Nel telaio C infine ci sono parti per il supporto del cannone, il corpo centrale del pezzo e la sua slitta, con gli ammortizzatori per l’alzo ed altri particolari per la messa in posizione.

ruote


A parte si trovano i cerchi delle dieci ruote: otto sono dei due assi dell’affusto e due del carrello per il traino. Gli otto cerchioni dell'affusto sono suddivisi in due distinte serie, una per le ruote esterne ed una per quelle interne, sembrano del tutto uguali ma non lo sono: per evitare dunque fastidiose confusioni basta seguire pedissequamente le chiare istruzioni del modelli. I pneumatici sono purtroppo in vinile: non sono poche le ditte che realizzano così le ruote dei loro kits in scala 1/35, anche perché la riproduzione in vinile delle stesse ruote sembra essere molto apprezzata nel mercato statunitense…Per fortuna in questo caso il materiale usato dalla AFV Club appare di buona qualità anche se il battistrada dei pneumatici è afflitto da alcune sbavature: una buona passata si carta abrasiva di grana fine sia per eliminare le sbavature che lo strato più superficiale del vinile che è troppo lucido e per dare una migliore base d’appoggio alle vernici che saranno utilizzate per le ruote.

 canna in alluminio


Un'altra parte del modello che non è in plastica è la canna dell’arma che è realizzata in alluminio con la volata che riproduce le scanalature interne: su questo pezzo c’è da dire solo che la sua rifinitura è di ottima qualità…Il kit non ha decals ma è una assenza che non si avverte…

 assemblaggio cannone


La costruzione del modello è molto semplice, basta seguire alla lettera il chiaro foglio istruzioni. La prima fase è anche quella relativamente più impegnativa: si tratta cioè dell’assemblaggio della canna metallica sulla parte posteriore del cannone che è realizzato in due parte separate verticalmente. La canna alla base è strutturata con una strozzatura a forma di anello da inserire nelle due parti in plastica, in modo tale da limitare al massimo (trattandosi di un pezzo in metallo da unire ad altre parti in plastica) l’uso del collante ciano acrilico (adesivo da usare seguendo scrupolosamente le istruzioni del produttore di tale colla). Queste ultime parti dopo essere unite vanno anche un pochino stuccate per eliminare del tutto tracce della loro giunzione. 

code

Le due lunghe code possono essere assemblate senza l’uso di stucco: la costruzione delle stesse ed il loro inserimento nella base dell’affusto concretizzano il corpo del modello. 

ruote

 

 

Modello nel modello è la riproduzione della complessa struttura del carrello anteriore dove in pratica è concentrata quasi la metà dei pezzi del kit, tutti da assemblare con calma e anche qui con la scrupolosa lettura del foglio istruzioni . 

affusto

 

Poco da dire sul resto della costruzione se non che la stessa prevede la scelta di finire il modello nella posizione di sparo che nella posizione di marcia; le istruzioni inoltre indicano la possibilità che l’arma ruoti o brandeggi ma solo la prima è realizzabile …in fin dei conti si tratta pur sempre di un modello statico e non di un giocattolo … 

kit montato

Ho impiegato solo due pomeriggi per assemblare come da scatola questo kit della AFV Club: per essere più libero nella fase di colorazione ho preferito posticipare l’unione delle ruote al resto del cannone; Il Long Tom anche in scala 1/35 ha dimensioni abbastanza notevoli: a code aperte e con il cannone alzato a metà, la lunghezza del modello arriva a circa 25 cm e la larghezza a quasi 18 cm... 

kit finito

 

 

Per via dei differenti materiali del modello la fase della colorazione deve iniziare con la stesura di una mano di grigio chiaro a smalto per uniformare le superfici su cui andranno poi stese le vernici che dovranno riprodurre quella usata nella realtà sulle superfici esterne del cannone.

vista laterale long tom


Naturalmente il mio intento è quello di riprodurre un’arma dell’Esercito Italiano: in un secondo momento, augurandomi di trovare della documentazione, realizzerò gli apparati di segnalazione elettrica per il trasporto su strada del cannone, per adesso mi sono limitato alla configurazione dell'arma in una posizione da messa in batteria. Per raffigurare un Long Tom italiano però, bisogna tener conto del periodo in cui lo stesso 155 mm era in servizio. Erano gli anni in cui questa forza armata era di tipo prettamente stanziale ed ancorata al territorio, con materiali e mezzi quasi del tutto forniti (negli anni 50 spesso in forma gratuita) dagli U.S.A. e dal Regno Unito, mentre la truppa era formata al 90% dalla leva obbligatoria.

long tom

Praticamente l’impiego delle unità e delle armi era limitato a delle esercitazioni, nel caso della artigilieria con tiri nei poligoni di maggiore estensione e comunque sempre nel terriotrio nazionale o al più in Sardegna a Capo Teulada, spesso annuali, in previsione della difesa del territorio nell’eventualità di una invasione delle truppe del Patto di Varsavia attraverso il confine nord-orientale. I materiali quindi erano tenuti per lo più conservati in caserma, affidati alle “amorevoli” cure del personale di leva, venendo usati dunque con non molta frequenza.

long tom

La colorazione era sempre quella di un uniforme verde oliva la cui esatta tonalità è difficile da definire per tanti fattori come la provenienza dei mezzi, il loro stato di conservazione, le eventuali riverniciature spesso fatte in reparto e molte volte affidate alle officine delle stesse unità che per l’approvvigionamento delle vernici dei mezzi per lo più si rivolgevano alle ferramenta del centro abitato più vicino al reparto … 

long tom

Per tutte queste considerazioni, da tempo, ogni qual volta devo riprodurre in scala un carro dell’E.I. nel periodo che va dal 1948 al 1992, non mi preoccupo di imbroccare al 100% l’esatta tonalità della vernice ma cerco di ottenere un risultato che mi appaghi il più possibile da un punto di vista storico cosa che ho fatto anche per riprodurre il verde oliva del Long Tom in carico ad un reggimento dell.E.I.. Per questo kit della Afv Club ho voluto usare il Camouflage Set CS 11 US Olive Drab della Lifecolor, contenente sei barattoli da 22 ml di colori acrilici di altrettante tonalità di verde oliva, da quella originale ad altre più o meno alterate dall’invecchiamento . Mi sono accostato a questo set, per la verità con qualche timore avendo letto alcuni interventi negativi sui colori Lifecolor in alcun forum modellistici come quello ottimo di Modelingtime: per questo modello però, sono riuscito ad utilizzarle in modo ottimale, spruzzandole con il diluente specifico della Lifecolor , con con un aerografo Pashee H 3 e fissando l’uscita dell’aria del compressore ad una pressione di 2,5 atmosfere.

long tom

Ho usato dapprima la tinta più scura UA 219 (F.S. 33070) passata su tutto il modello ad eccezione della parte mobile degli ammortizzatori dell'arma che vanno in alluminio; asciugatasi in brevissimo tempo questa prima tinta verde oliva, sulla parte superiore del cannone e delle due code ho passato le tinte UA 221 e US 222 (F.S. 34088) per riprodurre la scoloritura della vernice di queste zone dell’arma esposte maggiormente all’azione degli agenti atmosferici (credo che difficilmente viste le dimensioni del Long Tom gli stessi fossero sempre e tutti ricoverati sotto dei capannoni se non invece sotto dei “semplici” teloni…) .

canna long tom

 Se una usura non troppo accentuata della verniciatura poteva essere tollerata, ben difficilmente lo potevano essere le scrostature tali da evidenziare il metallo sotto stante: mi sono quindi limitato a fare qualche passaggio a pennello asciutto di alluminio solo sui vomeri. Come ulteriore patina di invecchiamento ho dato delle passate leggere di grigio chiaro solo sulle zone già scolorite in precedenza ed altre un po’ più dense nelle zone limitrofe alle ruote.

ruote long tom

Per queste ultime, dopo averle trattate come detto in precedenza con la carta abrasiva, l’invecchiamento è consistito sempre nell’usare del grigio chiaro sul battistrada e in prossimità dei cerchioni. In ultimo ho poi usato delle polveri della Tamiya, date con parsimonia: se si vedono le foto degli FH-70 oggi in servizio (ad esempio quelle pubblicate sulla monografia di Paolo Valpolini “L’Esercito oggi” edito dalla RN Publishing), armi certo più usate rispetto ai Long Tom , si nota che pure l’invecchiamento di questi obici non è poi così evidente. Al termine della colorazione ho finalmente inserito le ruote del carrello principale e del carello di traino, completando così la costruzione di questo bel kit con un sogno ovvero queelo di vedere anche l’FH-70 in scala 1/35, magari con un ottimo modello sempre della AFV Club !!! 

long tom

 

box art long tom

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Si ringrazia la Astromodel S.a.s. di Genova (www.astromodel.it) per il kit gentilmente fornito in recensione.

Gabriele Luciani

 

 


 

 

 

 

 

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