IVECO-Oto Melara V.C.C. "Dardo" dell'8°Rgt. Bersaglieri E.I. -Iraq 2004 da kit WIP3D scala 1/35 cat.no. 35037

VCC Dardo Nel catalogo della ditta WIPD3 è stata aggiunta da poco una riproduzione in scala 1/35 e in stampa 3d, di un mezzo italiano moderno in uso all'E.I. , si tratta del Veicolo Corazzato da Combattimento "Dardo",  un ulteriore tentativo di sostituire l'M.113 e i suoi derivati italiani: vediamo come lo stesso mezzo è stato riprodotto dalla firma modenese .

Modello, testo e foto di Gabriele Luciani

Per decenni negli eserciti della N.A.T.O. e di quelli dei paesi che facevano parte del "blocco occidentale"  c'è stato  il problema del trasporto del personale che doveva accompagnare l'azione dei carri armati sul campo di battaglia. Il veivolo scelto per questa esigenza fu nei primi anni sessanta lo statunitense M 113, prodotto in migliaia di esemplari ed usato in decine di conflitti palensando però diverse pecche quali scarsa blindatura anche nei confronti delle armi leggere avversarie,velocità inferiore a quella dei carri armati, l'impossibilità di usare armi dall'interno del mezzo ed anche la sovraesposizione del capo carro all'offesa nemica, capo carro cui era affidata anche la gestione dell'armamento esterno (ovvero la Browning da 12,7 mm).  Nel contempo, in Russia, veniva sviluppato e prodotto il BMP-1  che risultò essere in buona sostanza il primo vero veicolo da combattimento: pesantemente armato, con una bassa sagoma e il motore posto in avanti ad ulteriore protezione dell'equipaggio, fu però inficiato da una scarsa abitabilità. La sua formula  rese sorpassati i mezzi usati come trasporto truppe dagli eserciti occidentali e anzi i progettisti europei e statunitensi ben presto si "inspirarono" al mezzo sovietico realizzando mezzi come il Warrior, il Marder, il Bradley e molti altri ancora. Anche in Italia l'apparizione del BMP-1 non passò inosservata : nei primi anni settanta i vertici dell'E.I. cercarono di porre rimedio ai difetti degli M 113 con i suoi sviluppi nazionali (i V.C.C. 1 e i V.C.C.2 ), rivelatisi ben presto anche loro non molto efficaci tanto che già dal 1975 partirono degli studi per dotare finalmente i reparti di fanteria meccanizzata di un valido corazzato da trasporto che venne inizialmente denominato dai suoi progettisti V.C.C. 80 (ritenendo appunto di vederlo in servizio di lì a poco…). L'influenza del BMP-1 si ritrova abbastanza anche nel progetto italiano che come il veivolo russo ebbe una torretta con un cannone da 25 mm (lo stesso del semovente contraerei SIDAM) , motore anteriore , profilatura compatta,  un vano posteriore per una squadra di fanteria di 6/8 uomini con il loro equipaggiamento .Come per tanti altri casi analoghi nella storia delle FF.AA. italiane, dall’avvio di questi studi all’adozione del sistema d’arma sono passati decenni: il primo prototipo del V.C.C. 80 verrà realizzato solo nel 1986  e per diverso tempo si andò avanti fra sperimentazioni e presentazioni dei vari prototipi che venivano man mano realizzati con le modifiche che venivano successivamente introdotte : ad esempio un prototipo con la nuova torretta adottata nel 1994,  insieme ai prototipi delle Puma 4X4 e dell'Ariete venne presentato, sempre nel 1994,  a personale militare estero prtesso il poligono di Torre Veneri dell'E.I. su litorale adriatico leccese (ero presente e feci alcune foto anche al V.C.C.80 una delle quali è stata pubblicata da Daniele Guglielmi e Filippo Cappellano sul dossier n.26 di Storia Militare ). Solo nel 2002 (finalmente...) , il primo esemplare di serie di questo veicolo, ribattezzato "Dardo" (la sigla 80 era divenuta oramai anacronistica...) è stato ufficialmente consegnato all'8° Rgt. Bersaglieri della Br. Mecc. "Garibaldi", seguito da altri reggimendi sempre di Bersaglieri: duecento esemplari sono stati prodotti ma malgrado il fatto che il mezzo ha in pratica sostituito del tutto gli altri trasporto truppa cingolati, non ha avuto al momento ulteriori sviluppi ne ulteriori ordini. Comunque già nel 2004 il Dardo è stato usato in Iraq ed anche in Afghanistan  (in entrambe le missioni i mezzi mantennero la loro colorazione a tre toni N.A.T.O.  - verde oliva, marrone e nero - usata anche sulle Puma 4x4 e 6x6, oltre che altri mezzi dell'E.I. ) e in Libano (in questo caso ridipinti in bianco come le Centauro dei vari reparti dell'Arma di Cavalleria che si sono succeduti nella missione UNIFIL nel paese dei cedri). 

V.C.C. Dardo

Al Dardo la WIP3D dedica il suo primo kit di un veicolo con i cingoli, sempre in stampa in 3d con un master realizzato da Davide Prestino . Come sempre, quando si lavora con modelli realizzati in materiali particolari come in questo caso, ribadisco l'avvertenza di usare un paio di guanti di lattice ed una mascherina sul viso , per la protezione rispettivamente della pelle e delle vie respiratorie; si deve sempre operare in ambienti ben ventilati quando si usano carte abrasive per lisciare le parti ed inoltre vanno seguite scrupolosamente le indicazioni fornite dai produttori di colla ciano acrilica che si dovrà usare nella costruzione di questo tipo di prodotti. Il kit è composto da una sessantina di pezzi cui si aggiungono molte altre decine di pezzi che raffigurano le singole maglie dei cingoli ; le istruzioni sono abbastanza chiare illustrando bene i vari pezzi e il loro rispettivo posizionamento . Notevole il foglio decals (a film unico di sostegno) con esemplari di Reggimenti di Bersaglieri della Brigata "Garibladi" dispiegati in Iraq ed Afghanistan, tre usati in Libano  (uno dei quali ancora con targa E.I.) e un esemplare che le istruzioni indicano come appartemente alla "Scuola di Cavalleria" nel 2008 : malgrado il mio forte interesse per i mezzi della mia Arma di appartnenza, non avendo ulteriori riscontri fotografici ho preferito scegliere un esemplare dei Bersaglieri da riprodurre con questo kit. 

v.c.c. dardo

Dalla WIPD3D ho acquisito infatti il primo kit da loro stampato, fornitomi anche per delle mie valutazioni al fine di apportare delle eventuali ed opportune modifiche alla successiva produzione. Il primo rilievo che ho fatto è stato quello di non unire in fase di stampa allo scafo la riproduzione degli attrezzi da zappatore e del cavo da traino ma di metterli nel kit come parti separate in quanto sarebbero state così più realistiche. Altro punto che ho evidenziato  è l'elevato spessore laterale dei "grembiuli" a protezione dei cingoli e credo che andrebbe eliminata la parte degli stessi grembiuli della loro parte superiore , quella che si innesta nei lati del pezzo che riproduce la parte alta dello scafo del mezzo perchè questa parte impedisce di unire la ruota motrice anteriore  e le maglie dei cingoli che stanno nella parte superiore del treno di rotolamento (è anche vero che di queste maglie se ne può fare a meno considerando che i Dardo sono usati sempre con i grembiuli laterali...) . Devo dire che ho trovato una certa disponibilità al dialogo da parte di Armando Rossi, il titolare della WIP3D, che mi ha assicurato che avrebbe tenuto fattivamente conto di alcuni dei miei suggerimenti nel prosieguo della produzione di questo kit. Quello a mia disposizione comunque aveva i pezzi che raffigurano lo scafo superiore del mezzo  e la torretta stampati con un materiale che faceva vedere nettamente i layer della fotosinterizzazione della resina liquida UV nelle loro parti esterne: inizialmente ho tentato di eliminarli con stucco Tamiya e una decisa scartavetratura ma senza sortire alcun effetto, anzi il materiale sembrava "gommoso" e restio a tali interventi.Ho provato allora a spennellare della colla ciano acilica liquida sulle superfici dei pezzi che avevano questi layer e per poi, una volta asciugatasi la colla medesima, passarvi sopra della carta abrasiva : non so cosa chimicamente sia successo,  fatto sta che collante ciano acrilico una volta asciugatosi si è unito come dello stucco riepmpitivo alla resina e colla e resina sono diventati quasi di gesso dopo la mia suvvessiva carteggiatura, tanto che la superfice esterna dei pezzi dove sono intervenuto è diventata liscia come una palla di biliardo, anche quando, per una ulteriore riprova, passavo sui pezzi della vernice nera opaca a smalto per vedere se c'erano ancora dei rilievi della stampa !!! Il pezzo che raffigurano lo scafo inferiore del mezzo l'ho lasciato come era tanto non si vedrà a montaggio ultimato; gli altri pezzi del kit hanno anche loro dei rilievi di stampa ma questi  li ho lisciati con relativa facilità anche perchè erano già di un materiale meno gommoso e più rigido, lo stesso che comunque sarà usato nella produzione successiva  anche per limitare al massimo la visibilità dei rilievi di stampa.

v.c.c. dardo

Altro punto da tenere in attenzione nel corso dell'effettiva costruzione del kit, una volta assemblati i due grossi pezzi che compongo lo scafo del Dardo, è quello dell'unione al corpo del Dardo della piastra anteriore e della rampa posteriore d'accesso al vano trasporto truppa. La prima si è unita bene con poche forzature ;

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la seconda invece era un pò svergolata ma per  fortuna la sua posizione è tale che una volta inserita non si è più notato la non perfetta aderenza allo scafo del mezzo. Con dei microscopici dischetti ricavati da profilati in plastica della Evergreen ho ricavato i bulloni che sono presenti sulla piastra anteriore e sulla parte  scafo e che non erano presenti sui pezzi del kit: una volta incollati ho ulteriormente ridotto il loro spessore con dei passaggi leggeri di carta abrasiva; nel complesso un lavoro noioso ma che dà un aspetto molto migliore al modello finito .

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La costruzione dello scafo poi si completa con l'aggiunta delle sospensioni: in questa fase si deve fare attenzione all'esatto allineamento delle stesse sospensioni nonchè delle varie componenti del treno di rotolamento. Io ho poi unito così come erano i due grembiuli dei cingoli per poi rendermi conto che non riuscivo a far entrare le ruote motrici anteriori per via come accennavo in preceden za della parte superiore dei grembiuli che va inserita nello scasso relativo del pezzo superiore dello scafo. Ho cercato quindi di staccare questi pezzi  così grossi per modificarli ma è stato impossibile (sempre per il fatto che il collante cianoacrilico reagisce fin troppo bene con questa resina ...) ed allora, aiutato dal fatto che i grembiuli mascheravano tutto, ho tolto alcuni denti alle ruote motrici ed ho scavato con il trapano un alloggiamento nella parte superiore dei grembiuli, riuscendo alla fine non solo ad inserire le ruote ma anche quelle maglie dei cingoli che si vedono a costruzione ultimata del kit. Quasi la stessa operazione ho dovuto fare con le due grandi ruote posteriori di rinvio mentre non ci sono stati problemi quando ho aggiunto le altre ruote del treno di rotolamento.

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Non ho incollato in questa fase le due taniche posteriori e le sei rastrelliere esterne: queste ultime purtroppo non sono fini come dovrebbero essere quelle reali ridotte in scala 1/35, credo  per via del tipo di stampa che non permetterebbe di raggiungere uno spessore minore. Si potrebbero autocostruire queste rastrelliere con fili di rame di diametro adeguato oppure usarle, come  hanno fatto gli equipaggi dei Dardo in Iraq,  come sostegni per le grelle metalliche che quasi sempre questi mezzi portavano in missione per ulteriore protezione e che erano lunghe appunto quanto le rastrelliere in  questione: ho ritenuto che quelle idonee a rappresentare queste grelle metalliche (o p.s.p. , perforated steel planking) erano quelle in ottone fotoinciso della Belgo Models (cat.no 87/1, ogni set ne contiene due) oramai di non facile reperibilità...Tolto un set di due acquistate per corrispondenza, un altro set  mi è stato regalato da Giuseppe Zambelli che ringrazio ancora adesso; da alcune immagini operative ho notato che almeno in un caso sono state usate solo due grelle per parte e così ho fatto anche io, nel caso se ne riuscissi a trovare un altro set di queste grelle posso sempre aggiungerle in quanto generalmente ne venivano portate tre per lato ...

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 La fase successiva dell'assemblaggio è stata quella della unione dei vari pezzi della torretta che è vuota al suo interno e con i sportelli delle due botole riprodotte come pezzi a parte: è quindi possibile lasciarli aperti ed inserirvi delle riproduzioni di figurini di militari italiani ; per il resto non ho riscontrato particolari problemi se

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non il fatto di dover accorciare la lunghezza della canna del cannone: confrontando le foto del mezzo reale infatti si nota che questo pezzo, peraltro di buona fattura tanto da presentare i fori sulla volata dell'arma, è un pò lungo e si vede...è quindi un intervento che una volta ultimato dà un maggior realismo al modello . A questo punto, dopo aver dato su tutto il modello ancora una mano di fondo grigio chiaro a smalto Testor's dopo il già citato nero opaco , sono passato alla riproduzione della mimetica per la quale ho usato i colori Tamiya acrilici per i tre colori della colorazione N.A.T.O.  ovvero l'XF-61 per il verde, l'xf-68 per il marrone rossiccio e l'XF-69 per il nero N.A.T.O. (che tende più ad essere un grigio molto scuro) . Vedendo le foto dei Dardo, ci si rende conto che lo schema mimetico degli stessi è quasi sempre lo stesso senza grandi variazioni nell'andamento dei tre colori che comunque ho dato ad aerografo in modo sempre irregolare senza coprire del tutto la mano di fondo, questo per dare subito un primo effetto di invecchiamento degli stessi colori .

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Ho usato quindi le decals del kit, veramente molto buone, scegliendo quelle per l'esemplare targato E.I. 119010 di base a Camp Mittica negli anni 2004-2005 ed appartenente all'8° rgt. Bersaglieri della Brigata "Garibaldi" durante l'Operazione Antica Babilonia in Iraq. Questo esemplare, come molti altri mezzi italiani usati in questa missione aveva la scritta Italia in lingua araba che credo veniva apposta con degli appositi adesivi che una volta applicati lasciavano vedere una cornice rettangolare intorno alla stessa scritta. Non ho quindi ritagliato a filo la decals che riproduce la stessa scritta cercando così di riprodurre lo stesso effetto.

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Altro particolare che ho notato dall'esame delle foto dei mezzi usati in Iraq è che gli stessi avevano nelle rastrelliere dello scafo dei sacchetti di sabbia e/o degli zaini del personale, usati i primi per stabilizzare al meglio le stesse rastrelliere che per portare le grelle metaliche erano sganciate dallo scafo. Ho recuperato dalla mia banca dei pezzi appunto alcune riproduzioni di sacchetti e zaini che dopo aver dipinto adeguatamente ho inserito sul modello, così come le grelle che invece erano in un giallo opaco.

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Dipinti anche le maglie dei cingoli e le ruote del treno di rotolamento, sono passato all'invecchiamento generale  usando dapprima delle velature date ad aerografo di Tamiya XF-57 buff , velature più insistite nella parte bassa del mezzo; poi sulle griglie del grosso scarico motore e sulle p.s.p. più vicine allo stesso scarico ho passato del nero diluito. Con delle terre di colorificio di colore chiaro ho poi  invecchiato i cingoli. 

v.c.c. dardo

Per completare il modello ho aggiunto le aste delle antenne radio sulla torretta riprodotte con del filo di rame e le relative basi nochè due aste tranciacavi ricavate da pezzetti di ottone avanzate da piastre di fotoincisioni, terminando così la costruzione di questo kit che mi ha un pò stupito per le sue dimensioni.

v.c.c. dardo

Messo accanto (come spesso accaduto nella realtà) ad un Ariete pure dotato di corazzature suppletive, il Dardo sembra quasi essere delle stesse dimensioni del carro...

v.c.c. dardo

Il confronto "laterale" fra i due mezzi addirittura fa vedere che anche l'altezza dei due è anche essa  molto simile...

v.c.c. dardo

Impietoso il raffronto invece con la blindo Puma che anche nella versione 6x6 ...Il mezzo ruotato  sembra quasi essere la metà del Dardo...

V.C.C. Dardo

anche in questo caso un raffornto laterale evidenzia le generose dimensioni del V.C.C. ...

v.c.c. dardo

Sempre a proposito di come il kit della WIP3D riproduce forme e dimensioni del mezzo reale , evidenzio che sul n. 2/05 Notiziario del Gruppo Modellistico Trentino è stato pubblicato un trittico in scala 1/48 del Dardo: ho fotocopiato lo stesso trittico ingrandendolo del 137% per portarlo alla scala 1/35. Ho quindo posto il modello posto sul trittico ed ho riscontrato che il medesimo è del tutto sovrapponibile. Tirando le somme, si tratta sempre di un kit da non affrontare se non si ha una buona dimestichezza con prodotti che non siano modelli in plastica iniettata ma che in buona sostanza non è affatto da disprezzare,anzi ...

Gabriele Luciani

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