Saiman 200 della Scuola di Volo di Falconara da kit Jach scala 1/72

Danilo Renzulli è un nuovo socio di Modellismosalento A.P.S. che pur stando lontano da Lecce e dal Salento ha voluto partecipare alla nostra vita associativa supportandoci con l'iscrizione all'associazione e partecipando alla vita del nostro sito inviandoci dei contributi modellistici. Il primo che abbiamo ricevuto è questo interessante soggetto poco noto collegato agli albori delle scuole di volo dell'Aeronautica Militare, godiamoci quindi questo Saiman 200 della  Scuola di Volo di Falconara                                        

Modello, Testo e Foto di Danilo Renzulli

Il modello è quello della Jach, oggi commercializzato sotto il marchio AZ Models con nuove decals.

Il soggetto è ripreso da un mio profilo apparso, ahimè, diversi anni or sono sul volume 10 di Dimensione Cielo, Scuola Collegamento. Sarebbe stato interessante proporre qualche altro soggetto ma questo velivolo sembra sia stato pervicacemente ignorato dalle macchine fotografiche e pertanto la documentazione sulla vita operativa di questo grazioso biplano è quanto mai scarsa.

L’assemblaggio è piuttosto facile e quindi, come al solito, si decide di complicarsi la vita migliorando gli interni, un po’ essenziali, aggiungendo (piuttosto arbitrariamente) i pannelli strumenti per un Bücher Bü-131 della Yahu, cinture di sicurezza Eduard e altri piccoli dettagli.

Una volta chiuse le due semi-fusoliere ho provveduto a tagliare via il muso all’altezza della paratia parafiamma in modo da assottigliare la cofanatura in questo punto e rendere più realistico il gap tra questa e la paratia. La separazione del muso dalla fusoliera mi ha consentito di aprire, forandole, tutte le prese d’aria presenti a cominciare da quella principale per il raffreddamento del motore. Quest’ultimo è stato parzialmente riprodotto utilizzando un pezzo di tubo di plasticard incollato tra la paratia e la parte interna del muso in corrispondenza del foro per l’elica. Sul tubetto ho poi incollato un paio di cilindri in resina presi dalla scatola delle spare parts perché dalla presa d’aria del motore qualcosa si intravede, quindi….questo lavoretto andava fatto!

Nella continua ricerca di materiali al fine di ottenere un maggior realismo, per la prima volta ho realizzato gli scarichi del motore utilizzando un tubetto di ottone da 0.5mm della Albion Alloys. Sono abbastanza soddisfatto del risultato ma il taglio di un tubetto di queste dimensioni è piuttosto problematico ed è necessario sviluppare una certa tecnica per tagliarne minuscole porzioni senza vederle volare via e…non trovarle mai più!

Non ho utilizzato i parabrezza del kit perché troppo spessi e quindi poco realistici. Ho invece usato dell’acetato trasparente adeguatamente sagomato che, dopo aver sperimentato vari metodi, sono riuscito a convincere a incollarsi dove volevo io! In effetti questo è un passaggio piuttosto complicato a causa delle minuscole dimensioni del modello e dell’andamento della fusoliera nell’area interessata. Sfortunatamente l’acetato si è poi opacizzato, probabilmente toccato da un diluente (non adatto) usato per rimuovere della vernice che lo aveva raggiunto nonostante le mascherature. Passaggio ugualmente delicato è l’assemblaggio delle gambe del carrello, tre montanti per ogni ruota e che necessitano, per una maggiore solidità, di essere rinforzati con quattro piccole staffe ad L ricavate da una lastrina per fotoincisioni: queste sono state incollate sotto la pancia della fusoliera lungo la linea di unione delle semi-fusoliere in modo da mandarvi a battuta i montanti stessi. Inoltre ho migliorato con una punta di trapanino l’alloggiamento della struttura principale del carrello sui fianchi della fusoliera.

I piani di coda mobili sono stati separati da quelli fissi in modo da incollarli in posizione abbassata, giusto per dare un po’ di movimento al modello. Attenzione al ruotino di coda, molto delicato e che regolarmente…si romperà al pari del gruppo dei montanti fusoliera-ala superiore! Ho poinpraticato ai lati della fusoliera (sotto ai piani di coda) due piccoli fori per il passaggio dei cavi di comando del timone verticale e ancora altri fori sui piani di coda per fare passare il filo da pesca a simulare i tiranti relativi. Superato questo scoglio ho provveduto ad assottigliare, per quanto possibile, il bordo di uscita di ali e piani di coda: un’operazione questa che io eseguo su tutti i modelli, specialmente per gli short-run, anche a costo di dover rifare parzialmente le pannellature e altri dettagli di superfice. Realizzare, specie nella gentlemen’s scale, il bordo di uscita alare a lama di coltello è un passaggio che secondo me, oltre all’aggiunta di tanti dettagli, conferisce al modello un aspetto molto più realistico.

Prima di montare le ali ho realizzato con una strisciolina di alluminio il supporto per lo specchietto retrovisore imitato con un dischetto di plastica. Il supporto è stato poi avvolto attorno al montante immediatamente davanti al parabrezza. Stesso discorso per il piccolo tubo di Pitot installato sul montante tra le due ali (esterno anteriore sinistro).

Si procede, quindi, al montaggio delle semi-ali inferiori e una volta consolidato l’incollaggio è il turno dei montanti esterni. Qui sono necessarie varie prove a secco, uso del trapanino per migliorare gli alloggiamenti per i montanti e molta, molta precisione e attenzione.

Terminata questa fase, prima di incollare l’ala superiore, con l’aiuto del calibro per le varie misurazioni, ho eseguito una serie di fori passanti diagonalmente nelle ali per consentire il passaggio di filo da pesca necessario a riprodurre tutta la geometria dei tiranti e dei cavi di comando. Molta cura è stata necessaria nell’incollaggio del filo da pesca con il cianoacrilato; una volta solidificato è stato tagliato a filo della superfice alare e quindi stuccato e levigato perfettamente.

Una volta schermati i parabrezza e gli abitacoli sono passato alla verniciatura a spruzzo con una miscela di colori, in larga parte bianco opaco e lucido, con poco Matt Yellow 99 e una punta di Matt Earth 62 della Humbrol per riprodurre il Bianco Avorio tipico dei velivoli del periodo. Ad asciugatura completata ho lucidato il modello utilizzando il Compound (fine) della Tamiya dato con una compressa (garza) sterile in tessuto non tessuto. Per non alterare la finitura sul modello non ho applicato alcun trasparente.

Le decals utilizzate sono quelle del kit, ad esclusione del tricolore di coda, verniciato. Per l’applicazione delle decals mi trovo molto bene con il Decalfix della Humbrol che non solo aiuta l’adesione alle superfici ma funziona perfettamente come ammorbidente e oltretutto asciuga con rapidità sorprendente.

Per la cromatura della porzione oleo degli ammortizzatori e la simulazione dello specchietto mi sono avvalso di una penna Liquid Chrome 0.7mm della Molotow che ha una resa eccezionale. In previsione di altre realizzazioni di più ampia superfice mi sono già procurato il caricatore di ricambio da usare con l’aerografo e che promette grandi cose: denso e lucente, non ha bisogno di un fondo o di primer.

Un’ultima parola sull’elica che ho realizzato tenendo conto che poteva essere in legno ( si intuisce dal rinforzo in ottone sui bordi delle pale): dopo aver dato un fondo di marrone scuro ho accennato alle venature del legno con una matita colorata fissata con trasparente. Il rinforzo di ottone è stato realizzato ad aerografo con una miscela di giallo e oro.

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