FIAT BR 20 M Osservazione Aerea da kit Italeri 1/72 riedizione 2011
Una riproduzione in scala 1/72 di una misconosciuta versione del bimotore FIAT BR. 20 M tratta da un modello alquanto particolare, ovvero la riedizione 2011 Italeri in tiratura limitata …
testo e foto di Gabriele Luciani
Il FIAT BR. 20 era un monoplano metallico vincitore di un concorso indetto dalla Regia Aeronautica alla meta degli anni 30 per un bombardiere medio bimotore: distribuito dapprima al 13° st. B.T. e poi al 7° st. B.T. , rivelò subito alcuni problemi di affidabilità dovuti ai motori, il solito handicap degli aerei italiani di quel periodo. Lo sviluppo del BR.20 non fu caratterizzato da grandi evoluzioni ma solo da modifiche di dettaglio: dopo le prime venti macchine prodotte, la torretta dorsale Breda DR con due armi fu sostituita da una mono arma Breda M1 e nel corso della 3° serie costruttiva gli ammortizzatori del carrello principale di tipo oleoelastici divennero oleopneumatici. La guerra civile spagnola fu il primo teatro in cui venne impiegato questo bimotore ed i risultati operativi conseguiti furono male interpretati dai vertici della R.A. che si convinsero a insistere con il B.R.20, ordinandone la versione M caratterizzata da una diversa parte frontale e da un allungamento della fusoliera. Le ultime serie di produzione della versione M inoltre ebbero un terzo tipo di torretta, la Lanciani Delta E, sempre mono arma ma di forma sferica e di diametro più piccolo. I 162 BR.20 in servizio al 10.10.1940 nella R.A. (di cui almeno un terzo già M) vennero impiegati contro la Francia e palesarono drammaticamente i loro limiti contro un avversario dotato di caccia moderni come i Devoitine D.520. Verso la fine del 1940 i bimotori FIAT in servizio erano quasi tutti della versione M come i BR.20 che con base in Belgio vennero impiegati contro obiettivi inglesi sino ai primi mesi del 1941. Sempre dal 1941, il BR.20 fu gradualmente impiegato come aereo da osservazione, sui Balcani ed in Russia: alcuni (con certezza almeno quattro della versione M) vennero appositamente trasformati allargando la luce dell’ultimo finestrino in fusoliera e su entrambi i lati. In tutto ne vennero prodotti 512 e all’armistizio dell’8.9.1943 ne sopravvivevano ancora 81 esemplari , di cui pochissimi furono poi utilizzati dalle due aviazioni italiane e solo per compiti di collegamento. In buona sostanza quindi, si può definire il B.R. 20 uno dei protagonisti della storia dell’aviazione militare italiana degli anni 30 e del primo periodo della 2° g.m.: la sua riproduzione costituisce a tutti gli effetti un passo obbligato per l’appassionato che si interessa della R.A.. In scala 1/72 c’è dal 1970 il kit Italeri che dopo essere uscito e rientrato più volte dal catalogo della ditta bolognese, è stato riedito nel 2011.
Dalla sua uscita questo modello della Italeri è rimasto l’unico in scala 1/72 a riprodurre il BR.20 ed è stato oggetto di svariati articoli editi su pubblicazioni oramai rinvenibili solo su cd (come i notiziari CMPR 21, 27, 1/85,2/85 , 2/97, i Notiziari IPMS 3-1970 e 3-4 1996 ) oltre che su Aerei Modellismo 5-1980 e 6-1995. Sulla storia di questi bimotori c’erano i numeri 55 e 56 delle Monografie Aeronautiche Italiane, i numeri D 4, D 5, D 6 di Storia Modellismo, il numero 1/78 e il fotoalbum n. 2 del periodico Aerofan, il 12/79 di Aerei, i numeri 4 ed E 4 della collana Dimensione Cielo, tutte pubblicazioni oramai molto difficili da reperire. La migliore documentazione oggi disponibile è costituita dalle monografie n. 23 e n. 25 della serie Ali d’Italia, dedicate rispettivamente alla prima versione della Cicogna e alla variante M, con piani in scala 1/72 e profili a colori dell’ing. Angelo Brioschi.
Tornando al kit riedito nel 2011 da Italeri si devono fare alcune considerazioni. La ditta bolognese, nata nel 1967 come Aliplast, cambiò subito la sua ragione sociale Italaerei per evitare problemi con la maggiore ditta italiana allora esistente, la Artiplast, conservando però inalterato il logo come lo vediamo ancora adesso. La ragione sociale cambiò ancora nel 1981 in Italeri al fine di facilitarne la pronuncia dagli appassionati anglofoni, ed oggi che lo stesso marchio ha oltre 40 anni di vita, il marketing della ditta ha ritenuto di valorizzarne commercialmente la sua storia. E’ stata lanciata la linea “Vintage collection” con il chiaro intento di suscitare un interesse non solo nei modellisti “assemblatori” ma anche nei confronti di chi colleziona modelli senza montarli o ne conserva le copertine delle scatole che li contengono. L’Italeri ha quindi reimmesso in produzione due dei suoi primi modelli, ovvero il kit del BR 20, ovvero il terzo stampo realizzato dalla ditta bolognese in campo “aeronautico” e quello del carro inglese Crusader usato durante la 2° g.m. , in scala 1/35, anche esso uno dei primi prodotti in campo “terrestre” subito distintosi sia per la originalità del soggetto che per la sua elevata qualità. La volontà espressa della Italeri è quella di proporre i due modelli come erano negli anni 70 con le stesse cover box del periodo, in quantità limitata e con stampigliata sulla confezione l’indicazione del numero progressivo del kit prodotto. Avendo però acquistato oramai oltre 30 anni fa un modello del BR.20 della allora Italaerei, ed avendone conservato la cover box, devo rilevare che la attuale cover box del modello è differente da quella in commercio nei primissimi anni 70 basta osservare le due foto seguenti:
la prima è inerente la confezione originale, credo sia la prima uscita nel 1970,
la seconda è la riedizione 2011...La Italeri nella sua odierna riedizione fa infatti riferimento al 1972, l’anno in cui si consumò la notoria scissione dei quattro soci fondatori della stessa ditta: sulle pareti laterali della confezione del 1970 c’era l’elenco dei kits che si stavano producendo sulla base dei master realizzati dall’Ing. Gurioli (ovvero il F.I.A.T. G. 55 ed il Re 2001 usciti nel 1969, il Re 2000 nel 1970, tutti in 1/72), di quelli che si stavano per fare (come il Re 2002 ed il Ca.311, nel 1971) e di altri mai realizzati o usciti solo con il marchio Supermodel come ad esempio il C.R.D.A. Cant. Z. 1007 bis monoderiva (già annunciato in precedenza come prodotto Italaerei al Salone del Giocattolo del 1972 nello stand della Zeni, allora distributore della ditta). Lo stampo del BR.20 rimase con il marchio originario ma la copertina del kit dovette essere cambiata e credo sia quella che oggi viene riproposta; il kit dal 1972 iniziò un andirivieni dal catalogo della ditta fino a quando il modello sparì per diverso tempo per ricomparire a metà anni 80 con una confezione completamente diversa: la copertina raffigurava un anonimo esemplare tedesco in Verde Oliva scuro 2 uniforme sulle superfici superiori. Questo rientro sul mercato del modello portò ad alcune piccole modifiche dello stampo: la plastica dapprima giallo chiaro era divenuta verde ed all’interno dei pezzi riproducenti le semi fusoliere, in prossimità del vano piloti, fu aggiunto un accenno della struttura interna; sempre in tale occasione fu eliminato il piedistallo per il modello finito e fu variata la configurazione del cielo del canopy dei piloti.
Questo pezzo infatti presentava all’inizio una incisione a croce che successivamente venne corretta in una x: effettivamente su un disegno ditta del BR 20 M pubblicato sul Notiziario CMPR 2/85 c’è la configurazione del tettuccio come riportata dai primi modelli Italeri ma non c’è rispondenza fotografica di questo particolare…La riedizione 2001 è nella originaria plastica gialla e fortunatamente ripropone la variante corretta del tettuccio, la riproduzione della struttura interna in prossimità del vano piloti, però rioffre le decals uscite nel 1970 con lo stesso foglio istruzioni.
Le decals sono dedicate agli esemplari 276-6 (con il disegno sulla scatola e le istruzioni che suggerivano uno schema a chiazze verde scuro su fondo verde chiaro, oggi ritenuto del tutto improbabile) e 4-1 (un M e senza l’insegna di reparto; in questo caso le istruzioni suggerivano uno schema a chiazze verdi su fondo giallo sabbia ) entrambi della R.A; già sul Notiziario IPMS 3-1970 si riscontrò una certa confusione fra le versioni, le mimetiche e i reparti...Va quindi precisato che le superfici superiori della maggior parte dei BR.20 e BR.20 M furono mimetizzati nel classico schema F.I.A.T. dell’epoca, ovvero fondo in giallo mimetico 3 (Humbrol 63) con macchie in verde mimetico 3 (Humbrol 117) e Marrone Mimetico 2 (Humbrol 107) . Le superfici delle pale delle eliche erano nere quelle rivolte verso i piloti e celeste quelle frontali mentre si può usare l’Humbrol 140 per riprodurre il grigio mimetico adoperato per colorazione delle superfici inferiori di tutti i velivoli della Regia Aeronautica sino al 1941 inoltrato. Se si vogliono usare le decals del kit Italeri è opportuno basarsi su una corretta documentazione (ripeto il meglio sono le monografie della serie Ali d’Italia sulle due versioni del BR.20). Le ultime macchine della serie M prodotte ormai nel 1942 ricevettero una mimetica in verde oliva scuro 2 uniforme sulle superfici superiori e grigio azzurro chiaro 1 su quelle inferiori.
Il modello è sempre costituito da oltre 90 pezzi in tre stampate più una per i trasparenti: questa comprende i due rispettivi “musi” per il BR.20 ed il BR.20 M ma tali particolari non erano le sole differenti fra le due versioni in quanto la fusoliera dell’M era più lunga ed erano più alti i timoni verticali dello stesso BR.20 M . Il kit Italeri purtroppo ha tutta una serie di difetti dimensionali di una certa entità nella fusoliera che possono essere pazientemente corretti con un continuo raffronto con i piani in scala… Già dai primi esami si riscontrò che il kit Italeri aveva una fusoliera più corta anche per il BR.20: negli articoli modellistici sullo stesso soggetto si suggeriva giustamente di procedere ad allungare la parte terminale della fusoliera allungandola di 2,4 mm; maggiore allungamento va fatto per il BR.20 M, di 8 mm. Altre modifiche vanno fatte sui pezzi riproducenti la fusoliera, come la chiusura su entrambi i lati del secondo finestrino a partire dal muso che va riprodotto 11 mm in avanti, il rifacimento sulla fusoliera sinistra del generatore e la realizzazione dello alloggiamento dell’arma della torretta dorsale quando questa mitragliatrice era in posizione di riposo.
Le varie stuccature necessitano anche di una rifinitura con carta abrasiva e questo consente pure di eliminare dall’esterno delle due semi fusoliere (operazione da farsi anche sulle ali e sui piani di coda) la bullonatura che non è per niente realistica e che fu realizzata all’epoca dal creatore dello stampo, l’ing. Gurioli, con un “attrezzo” usato per le tagliatelle (aneddoto riferitomi da Giorgio Pini attuale direttore nazionale dell’IPMS Italia e testimone diretto del fatto)…Gli interni per l’epoca in cui uscì il kit potevano considerarsi più che validi (i coevi kit inglesi in scala 1/72 erano molto spesso dei gusci vuoti al loro interno…) mentre oggi possono andare bene solo come base di partenza per un ulteriore dettaglio che è meglio però circoscrivere alle sole zone visibili una volta assemblata la fusoliera, senza spingersi oltre determinati limiti considerando che dall’esterno è infatti comunque molto difficile vedere fin nei minimi particolari la struttura interna della fusoliera. Un congruo aiuto in questo caso può venire dal set di fotoincisioni specifico per il kit Italeri a suo tempo prodotto dalla milanese RCR e da pochi mesi rimesso in produzione da Italian kits.La torretta dorsale tipo M 1 non è ben riprodotta ma modificarla non è una faccenda semplice e quindi l’ho conservata come era. Tempo addietro uscì un set di tettucci in acetato trasparente termo formato della neo-zelandese Falcon per diversi velivoli italiani della 2° g.m. con anche una cupola della torreta M 1 più rastremata. I trasparenti per i finestrini laterali è meglio riprodurli a colorazione ultimata con il Syntaglass della Toffanol. Malgrado le varie riedizioni, l’Italeri non ha eliminato lo scalino che si crea assemblando i due pezzi trasparenti che riproducono il muso del velivolo, al resto della fusoliera. L’uso dello stucco sarà necessario per altri punti della costruzione, come l’eliminazione dei segni di giunzione delle due semi fusoliere e del loro allungamento (che si può ottenere inserendovi del plasticard), delle incisioni che dovrebbero riprodurre le pannellature del velivolo reale (sono troppo profonde), nell’assemblaggio della “mandibola” della mitragliatrice al di sotto della fusoliera. Le ali almeno corrispondono perfettamente ai disegni in scala delle monografia di Ali d’Italia ma vanno ripannellate seguendo i trittici in scala delle stesse pubblicazioni. Un problema serio delle ali sono i cofani motori, anche per i loro flabelli che sono malamente riprodotti in posizione aperta e devono quantomeno essere lisciati fin quasi a raso…L’ideale sarebbe sostituire integralmente questi cofani e gli stessi motori del kit (anche loro una riproduzione affatto precisa di quelli reali) con quelli del set di miglioria e dettaglio in resina a suo tempo prodotto dalla RCR per questo modello Italeri, ma anche questo set da tempo non è più reperibile sul mercato…Si può ovviare a questa situazione tagliando i cofani dalle ali del kit Italeri, assemblandoli fra loro rifinendoli il più possibile, con carta abrasiva e stuccature, stuccando anche le loro incisioni troppo profonde e riproducendo lo scasso per le prese d’aria superiori dei motori prima di innestarli nuovamente sulle ali, non prima di aver chiuso con stucco le prese d’aria subito dopo i flabelli del motore ed aver inserito un disco di plasticard all’interno della gondola motore per evitare che dal cofano motore si vedesse il vuoto fino al vano carrelli. Vanno eliminate le prese d’aria presenti sulle gondole motore appena dietro i cofani in quanto il kit le riproduce in modo del tutto errato e rifatte con lo stucco Il vano dei carrelli, oltre ad essere del tutto spoglio, ha i contorni della sua apertura errati in quanto non c’era come nel kit solo la lunetta per il passaggio della ruota del carrello ma i contorni devono essere rettilinei. Ancora stucco per la giunzione di ali e fusoliera, fase in cui si deve porre attenzione pure alla esatta riproduzione del diedro alare del vero BR.20.
Dal set RCR si possono utilizzare i pezzi che riproducono i flaps abbassati: hanno un bel dettaglio interno ma per usarli si devono tagliare le ali del kit, operazione semplice se si utilizza ad esempio un archetto da traforo . Si arriva così all’assemblaggio dei piani di coda che non creano problemi a differenza invece dei timoni verticali che alla base sono carenti in altezza di due mm abbondanti; hanno inoltre un errore nella parte più alta fra parte mobile e sezione fissa in quanto il becco di compensazione della prima era più esteso.
Se si ha a disposizione il citato set della RCR il problema si risolve alla radice in quanto fra i pezzi in resina ci sono le due derive al completo…
Avendo uno di questi set ne ho approfittato per realizzare una versione poco nota del BR. 20 in quanto fra i pezzi offerti dalla RCR ci sono anche la riproduzione in acetato trasparante termo formato della cupola della torretta Lanciani Delta E e una base in resina da innestare in fusoliera in corrispondenza di questa postazione difensiva di diametro più piccolo rispetto alla Breda M1 offerta dal kit. Questi particolari utili per le ultime macchine della serie M lo sono anche per la riproduzione di un BR. 20 M modificato specificatamente per la ricognizione (trasformati allargando la luce dell’ultimo finestrino in fusoliera e su entrambi i lati della fusoliera ).
Almeno quattro macchine infatti , tutte con la torretta Lanciani Delta E, con certezza fotografica sono state così modificate : tre si vedono in due foto pubblicate sul 4° inserto sugli aerei italiani della 2° g.m. allegato al numero D 5 (Maggio 1980) della rivista Storia Modellismo; si tratta rispettivamente di un BR.20 M con Matricola Militare 22728 e interamente in verde oliva scuro 2 sulle superfici superiori della 41° sq, nonché di due BR 20M con la usuale mimetica a chiazze verde-marroni su giallo sabbia della 113° sq.. Erano due reparti del 61° Gruppo Osservazione Aerea di stanza ad Alture di Pola sino al settembre 1943, inquadrato nel 21° Stormo O.A. . Un’altra immagine di un quarto analogo BR.20M (con mimetica a chiazze) è stata pubblicata a pag. 47 della monografia n. 25 della serie Ali d’Italia: la foto è inerente ad un velivolo della Scuola volo di Malpensa della R.A. ma la didascalia pur evidenziando le sfinestrature della fusoliera non fa riferimento alla versione da osservazione aerea che invece era già presente dei profili al tratto pubblicati sul Notiziario IPMS 3/1970 e su Storia Modellismo D 4…Avendo già realizzato un modello di BR.20 con la mimetica a chiazze , ho scelto di riprodurre il velivolo della 41° sq. nella sua livrea mimetica monocolore.
Se per la torretta come detto il ricorso alla conversione RCR è quasi del tutto obbligatoria, per la riproduzione delle sfinestrature maggiorate in fusoliera si può tranquillamente fare da soli: basterà allargare gli ultimi due finestrini e riprodurre con pochi pezzetti di plastica sia le coperture dei finestrini che le slitte delle medesime)…
La colorazione non sembrava usurata e sul modello mi sono limitato a passare del verde oliva scuro un pochino più chiaro su alcune zone delle ali e del dorso della fusoliera, steso in modo un po’ irregolare.
Per le insegne di nazionalità sulle ali, essendo del tipo a fondo trasparente, si dovrà ricorrere ai fogli decals suppletivi Tauromodel; il resto si può ricavare dal foglio del kit; i numeri di reparto e la MM si possono ricavare sempre da fogli suppletivi Tauromodel o Sky Model.
L’applicazione degli aerei dell’antenne radio in fusoliera e sulle ali conclude la costruzione del sempiterno modello Italaeri-Italeri !!!
Si ringrazia la Italeri S.p.a. ed MBL Modellismo per il materiale gentilmente fornito in recensione.