Curtiss SB2-C5, traino bersagli, matricola 4686, 86 Gruppo autonomo Antisom, Taranto-Grottaglie 1958 da kit Academy 1:72

Sergio Orrù ci presenta un Helldiver S2C-5 nostrano con la bella ed accattivante colorazione da traino bersagli. Scopriamolo in dettaglio.

Modello, testo e foto di Sergio Orrù

Il Curtiss Helldiver fu un grosso velivolo monomotore ad ala bassa, biposto, progettato come bombardiere/ricognitore. Equipaggiato con un motore Wright Cyclone R 2600, era di costruzione interamente metallica.

Effettuò il primo volo nel Dicembre 1940 ma entrò in prima linea solo nel 1942. Fu costruito in 7000 esemplari che operarono principalmente nel Pacifico, sino alla fine della Seconda Guerra Mondiale, rimanendo in servizio sino al 1949.
Nel 1948, la Marina Italiana, acquistò alcuni velivoli della versione "5" che a differenza delle versioni precedenti, potevano caricare maggior carburante.
Andarono ad equipaggiare l'86 Gruppo a Grottaglie e l'87 Gruppo a Sigonella.


Dopo alcune vicissitudini con la AM, che mantenne il possesso dei velivoli, secondo le disposizioni anteguerra, il controllo operativo fu assegnato alla M.M.
Il velivolo rappresentato con questo kit è il Curtiss SB2-C5, traino bersagli, matricola 4686, 86 Gruppo autonomo Antisom pilotato dal Ten. Giannotti ed il M.llo Castri a Taranto-Grottaglie nel 1958.

Il Kit

Il kit Academy è un buon kit, con ottima plastica color grigio chiaro,  fini pannellature incise ed incastri che richiedono un moderato uso di stucco o cianoacrilato.
Per questa particolare versione Italiana, ho dovuto procurarmi 2 set in resina della Italian Kits.
Per non farmi mancare nulla, ho procurato 2 lastrine fotoincise della Eduard per migliorare il cockpit ed i flaps in posizione estesa (brutta avventura), le, per me, indispensabili canopy mask Eduard ed alcuni fogli decals della Tauromodel.
I set in resina Italian kits riproducono il cockpit e soprattutto un master per termoformare una parte del canopy, corretta per questa versione, una elica, il pod traino bersagli, il radar AN/APS-4, ruote carenate con effetto peso ed i portelli per il vano bombe.
La costruzione è partita come sempre dal cockpit e non ci sono stati particolari problemi. Alcuni elementi sono stati autocostruiti in plasticard e soprattutto è stata eliminata la mitragliatrice brandeggiabile posteriore, non presente in questi velivoli, aggiungento lo schienale alla seduta dell'addetto alla radio.


Ho eliminato i flaps da entrambe le ali, usando un incisore e poi ho staccato, sempre con lo stesso attrezzo, i due elevatori dagli stabilizzatori orizzontali, per poi montarli in posizione abbassata.
Gli interni ed i vani carrello, sono stati colorati in interior green Gunze H58.
Il montaggio procede senza troppi intoppi. Dopo aver completato e verniciato il cockpit ho incollato le due semifusoliere, montato le ali e gli stabilizzatori.
Dopodichè ho iniziato a stuccare, lisciare, adattare i nuovi portelloni in resina, reincidere un po di pannellature perse. Ovviamente dopo aver spruzzato una leggera velatura di primer grigio chiaro, mi sono accorto  che avrei dovuto ristuccare e reincidere...operazione effettuata un paio di volte, come da copione..
Ho finalmente spruzzato il nero acrilico Tamiya, come base per il white alluminium Alclad.
Dopo aver spruzzato l'Alclad su tutto il modello, compresa la cofanatura motore, non ancora montata, dopo aver mascherato, ho spruzzato il giallo Gunze H329 per le varie strisce. Ho notato che il White alluminium è ottimo come base per il giallo, notoriamente colore ostico..
Ancora mascherature ed ho verniciato le bande nere ed il pannello antiriflesso, sempre nero.
Dopo ho verniciato la banda gialla di coda.
Il modello è stato momentaneamente messo da parte e mi sono dedicato alla verniciatura di tutti quegli elementi da montare alla fine. Ruote, usando il nero nato black sempre Tamiya, per gli pneumatici, motore arricchito  con cavi delle candele simulati con filo di stagno e rame, portelli dei carrelli, gambe dei carrelli a cui ho aggiunto i cavi dei freni, pod traino bersaglio, tubo di pitot ricostruito con un ago da siringa, radar, cockpit mascherato e verniciato prima con l'interior green e poi con l'alclad e poi immerso nella Future, etc etc..
Prima di montare questi ultimi elementi, dopo aver spruzzato il clear Tamiya lucido, ho posato le poche decals e dopo averle nuovamente sigillate con il trasparente, mi son dedicato alla evidenziatura delle pannellature ovvero il lavaggio.
Ho voluto provare i prodotti AK Interactive e mi sono trovato ottimamente. Ho usato i Wash ( enamel) ed i Paneliner ( enamel)di tre colori diversi, ovvero un quasi nero per le linee sul white alluminium e l'interior green, un verde scuro per il giallo ed un grigio chiarissimo per il nero. ( agitare bene la boccetta ad intervalli regolari durante il lavaggio)
Il lavaggio è stato effettuato per capillarità, evitando così, per quanto possibile, aloni di sporco non desiderati. Le eventuali sbavature sono state rimosse dopo circa un'ora usando un pennello ed un cottonfioc appena inumiditi di thinner, sempre AK ( dovrebbe essere un semplice white spirit).
Dopo il lavaggio ho montato tutte le parti, con dei pigmenti ho simulato i fumi degli scarichi, con una spugnetta appena sporcata di alluminio Humbrol ho effettuato delle piccole scrostature sulle striscia di camminamento sx.


Poi mi sono dedicato all'assemblaggio dei flaps fotoincisi Eduard...istruzioni sbagliate e quindi montaggio errato ed irrecuperabile. Meno male che avevo conservato i flaps originali separati dalle ali ( mai buttare nulla).
Per simulare il colore rosso degli interni dei flaps, visibile attraverso i caratteristici fori, ho effettuato un lavaggio rosso che è stato rimosso, facendo in modo che rimanesse dentro i fori stessi.
Per ultimo ho aggiunto il cavo antenna in sprue stirato, molto fine e verniciato di nero.
Per questo modello volevo ringraziare Francesco Pernice, Federico Toselli, Davide Mariani ed ovviamente Silvio e Gabriele per avermi nuovamente ospitato nel loro sito!
Ancora buon modellismo da Sergio Orrù

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