SM 81 k 14 – Missione contro Fort Lamy Libia 1942 – da kit Italeri scala 1/72 – cat. No. 1283
Il 21/1/1942, un isolato He.111 della Luftwaffe, partendo dal campo italiano di Tummo, nell’estremo sud della Libia, riuscì a bombardare Fort Lamy in Ciad,
un importante e remoto crocevia dei rifornimenti alleati per il fronte africano: questa missione fu però resa possibile grazie al supporto logistico del personale della Regia Aeronautica che con un Savoia Marchetti S.81/K 14 trasportò il carburante per il bombardiere tedesco…
Durante la seconda Guerra mondiale le aviazioni dell’Asse erano per lo più finalizzate ad un impiego tattico, spesso a supporto ravvicinato delle forze di terra, con molti bombardieri medi. Le poche missioni a lungo raggio effettivamente realizzate, ad eccezione di quelle italiane contro Gibilterra, furono quasi sempre condotte in modo sporadico e da pochissimi velivoli, spesso isolati, quasi fossero dei raids sportivi… Il bombardamento su Fort Lamy è un esempio tipico di tutto ciò, in quanto fu realizzata da un solo Heinkel He. 111 con un carico certo non esuberante; fu una operazione che ebbe solo un effetto psicologico e propagandistico maggiore rispetto ai pochi danni procurati al nemico, una azione però non più replicata ed attuata solo grazie al prezioso aiuto della Regia Aeronautica.
Fu infatti un trimotore Savoia Marchetti S 81 con motori Gnome & Rhone K 14 a trasportare sul lontano campo di Tummo nel profondo sud della Libia, allora ancora colonia italiana, i fusti di carburante necessari al bimotore tedesco: a questo particolare velivolo italiano, ho ritenuto giusto dedicare le mie attenzioni riproducendolo in scala.
Nella mia documentazione ho rinvenuto due immagini che con certezza sono riferibili a questo S.81 K 14: la prima venne pubblicata nel numero D 3 - marzo 1980 della mai fin troppo rimpianta rivista Storia Modellismo; questa foto fu fatta stando sotto la semi ala sinistra e fa vedere parte di questa stessa semiala (con i terminali bianchi, segno di identificazione ottica per i velivoli italo-tedeschi usati sul fronte libico-egiziano, l'insegna alare della R.A. con il fondo trasparente, nonchè le superfici inferiori di un colore chiaro ma non troppo, evidentemente il consueto grigio mimetico) e il tronco di coda della fusoliera (con la fascia bianca in fusoliera e la crode di Savoia sulla parte mobile del timone verticale; si nota anche l'assenza di codici di reparto e/o individuali); infine in prossimità dell'aereo si vede all'opera personale della R.A. e della Luftwaffe.
Una seconda foto è a pag. 36 del Notiziario di Plastimodellismo N. 3/95 del Club Modellismo Plastico Ravenna, un periodico preziosissimo per gli appassionati di Regia Aeronautica: su questa ultima pubblicazione è stato edito un articolo a firma del compianto Ellerminio Fiorillo, articolo poi usato da Italeri per procedere ad alcune correzioni nella sua recente riedizione del kit Supermodel (uscito nel 1972) dove, oltre a molte indicazioni su questo trimotore, c’è appunto un’altra foto che è riconducibile all’S.81 in questione, presa sempre dalla sinistra del velivolo ma poco più avanti. Si nota sullo sfondo l’He.111 che bombarderà Fort Lamy e sul davanti dell’S.81 parte del personale già visibile sulla foto pubblicata su Storia Modellismo D 3; la foto soprattutto attesta che il velivolo italiano ha i motori K 14 e fa vedere meglio la mimetica di questo Pipistrello: la stessa è certo di natura “campale” trattandosi di un inusuale schema a grandi chiazze irregolari di un colore scuro su uno chiaro. Gli S.81 presenti in Libia durante la 2° g.m. erano infatti i superstiti di quelli inviati in colonia nel giugno del 1936, inquadrati nel 46° gr. e del 47 gr° entrambi del 15° st.; questi trimotori erano tutti con i motori K.14 ritenuti più affidabili per l’impiego con i climi caldi e il loro aspetto esteriore iniziale era quello tipico di altri Pipistrelli con ad es. quelli con i motori Piaggio usati nella guerra d'Etiopia, ovvero con tutte le superfici in un uniforme colore chiaro, il Bianco Avorio 5.
Al 10.6.1940 gli S.81 in Libia erano in fase di sostituzione con i più moderni S.79, e dopo i primi mesi di impiego ancora come bombardieri, vennero progressivamente utilizzati per compiti logistici; molto probabilmente già dopo l’entrata in guerra dell’Italia la mimetica di questi velivoli era stata ricondizionata con i colori mimetici allora disponibili anche presso le SRAM libiche, ovvero le tinte della serie mimetica. Molti S.81 vennero concentrati nel 145° gruppo Trasporto oltre che nell’Aviazione Sahariana e nei Gruppi di Presidio Coloniale: ad uno di questi reparti doveva appartenere l’S.81 K 14 presente a Tummo come quello visibile in una terza immagine che ho rinvenuto su uno dei volumi della parte storica dell’opera enciclopedica Storia dell’Aviazione della F.lli Fabbri Editore. Questa immagine riprende un S.81 in Libia durante la 2° G.M. , da dietro e da destra e fa vedere parte del dorso alare anche lui con schema a grandi chiazze irregolari di un colore scuro su uno chiaro: non sono certo che si tratti anche in questo caso del medesimo S.81 usato per il supporto al raid su Fort Lamy ma, insieme alle altre due immagini sicuramente riconducibili al velivolo in questione, possono dare una idea abbastanza completa dell’aspetto della mimetica delle superfici superiori dei Pipistrelli usati come trasporti a guerra inoltrata ed in A.S.I. , consentendo così di procedere ad una verosimile riproduzione modellistica anche dell'S.81 K 14 impiegato a Tummo.
Modello e scala sono al momento scelte obbligate: Italeri in 1/72, confezione che ha al suo interno anche la riproduzione dei motori K 14 oltre a quelle degli Alfa Romeo RC 126. Come da me già precisato a suo tempo su Modellismo Salento tempo addietro in sede di recensione del medesimo kit, questo modello deriva dallo stampo Supermodel rivisitato sotto diversi aspetti, e anche se montato quasi come da scatola alla fine è una riproduzione abbastanza fedele dell’S.M. 81.
Da notare che le istruzioni del kit suggeriscono anche un SM.81 K. 14, 6 rosso della 600 Sq. da trasporto in Libia nel 1941, con colorazione delle superfici superiori con macchie marroni irregolari su fondo giallo sabbia (la Tauromodel lo aveva già proposto sul suo foglio 72-535): di questo velivolo conosco solo un profilo a colori edito su Regia Aeronautica vol. 1 della Squadron ma al momento non ne ho visto foto; comunque non credo proprio che per le macchie si sia potuta utilizzare un colore adottato in fabbrica e solo all’inizio del 1942 come il nocciola chiaro 4 che le istruzioni del kit Italeri suggeriscono.
Anche se si opta per una costruzione con i vari sportelli aperti, quello che si intravede bene dall’esterno è solo la zona dei piloti per via dell’ampia finestratura : solo in questa aerea si deve intervenire con la aggiunta delle cinghie di ritegno ai due seggiolini. Le paratie interne fornite dal kit vanno comunque utilizzate anche per conferire maggiore solidità alla costruzione.
All’esterno della fusoliera si devono realizzare sul dorso tre finestrini circolari che a colorazione ultimata si possono riempire con lo specifico liquido della Toffanol per la riproduzione di parti vetrate, prodotto che si può chiaramente utilizzare per gli analoghi finestrini sui lati della stessa fusoliera. Il kit abbisogna sempre di alcune correzioni: si deve ridurre la larghezza della fusoliera (asportando un mm da ogni semi fusoliera), accorciare la carenatura del ruotino di coda, arretrare l’alloggiamento della torretta inferiore. La “chiusura” delle due semifusoliere richiede l’uso di stucco: ne va messo una quantità minima sul dorso della fusoliera, di più ne va messo per l’unione del pezzo 38 a (pavimento del vano bombe) sotto la fusoliera nonché di quella delle due parti 41 b e 6 b che riproducono gli sportelli del vano bombe al suddetto pezzo 38 a. Sulle ali si dovranno eliminare le incisioni orizzontali lasciando inalterate solo quelle che sono all’interno di quella perpendicolare .
Particolare attenzione va dedicata all’unione delle ali alla fusoliera per riprodurre il corretto diedro alare; in questa fase va poi utilizzata una discreta quantità di stucco. Meglio utilizzare come riferimento i piani in scala di Angelo Brioschi pubblicati sulla monografia della serie Ali d'Italia, dedicata al Pipistrello dalla Bancarella Aeronautica di Torino. Anche la giunzione delle gambe di forza dei carrelli principali al corpo del velivolo richiede attenzione e stuccatura…Se le parti mobili di ali e timoni di profondità possono essere montate in posizione di parcheggio (anche per gli alettoni si deve usare dello stucco per colmare lo scasso sul loro bordo che dovrebbe servire quale guida per lo spuntoncino presente sulle ali), i vari flaps vanno montati in posizione chiusa: dall’esame delle foto degli S.81 a terra questi non sono mai abbassati…Sulle ali poi vanno riprodotte le luci di posizione.
Per la colorazione esterna dell’S.81 K 14 di Tummo ho ritenuto come detto sopra che la riverniciatura fosse stata effettuata in colonia e con le tinte della serie mimetica più usate nei primi anni di guerra ed in fabbrica, ovvero Giallo Mimetico 3 (F.S. 33434 – Humbrol 63) come colore di fondo ed il Marrone Mimetico 53193 (F.S. 30117 – Humbrol 186), fra l’altro due tinte utilizzate proprio dalla SIAI per la mimetica dei suoi trimotori insieme al Verde Mimetico 53192. Sulle superfici inferiori ho passato il Grigio Mimetico (F.S. 36231 – Humbrol 140).
Le insegne del velivolo sono state riprodotte in questo modo:
- croce di Savoia in coda: con mascherine prelevando lo stemma dal foglio decals del kit Italeri
- insegne alari : dal foglio decals del kit (di ottima qualità queste insegne) ;
- fascetto in fusoliera: sull'S.81 K 14 in questione aveva il cerchio esterno di colore bianco e l'ho quindi prelevato da un vecchio foglio decals suppletivo della E.S.C.I. .
- fascia alare e terminali alari bianchi tramite mascherature.
Naturalmente prima di applicare le decals ho passato una mano di trasparente lucido acrilico della Model Master’s ; dopo le decal ho invecchiato il tutto con lavaggi di colore bruno ad olio diluito con il white spirit, passato con maggiore insistenza sulle poche pannellature sulle ali ed in fusoliera, mentre i fumi degli scarichi di motore sono stati riprodotti con passate ad aerografo di colore marrone scuro e nero. Completa la colorazione una passata finale di trasparente opaco acrilico sempre della Model Master’s.
Una particolarità di molti velivoli italiani fino al 1942 era la parte frontale delle eliche che erano in celeste chiaro (non in alluminio) mentre la parte posteriore era in nero; gli anelli anteriori dei cofani motore erano in un metallo brunito; ho così terminato la costruzione del modello con la riproduzione con filo di nylon sottilissimo e ridipinto in nero, degli aerei delle antenne radio e dei tiranti dei piani di coda , particolari che rendono ancor più realistica la riproduzione in scala . Ho voluto rendere così un piccolo ma sentito omaggio ai tanti piloti e avieri dei reparti di supporto e/o di seconda linea della Regia Aeronautica che con il loro sacrificio oscuro e a torto dimenticato, hanno contribuito alla realizzazione di operazioni come quella su Fort Lamy che non si sarebbero potute attuare senza il loro prezioso contributo .