Blitz o Pamperus ? gli Arado Ar.234 in Italia nei primi mesi del 1945 – costruzione del kit Hasegawa scala 1/48

ar234 Il 24.2.1945 arriva sull'aeroporto di Osoppo, provincia di Udine, il primo dei tre bireattori Arado Ar.234 del Sonderkommando Sommer: fino al 24.4.1945 questo reparto da ricognizione della Luftwaffe condurrà missioni sull'Italia centrale, la Francia meridionale ed addirittura sulla Corsica.Con il bel kit del'Hasegawa in 1/48 codice Jt83 si può riprodurre uno di  questi velivoli operativi da alcuni degli aeroporti del Nord Italia fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Testo, modello e foto di Gabriele Luciani

 

ar 234 lato destro

Verso la fine del 1944, i responsabili del dispositivo militare italo-tedesco erano consci che dopo la pausa invernale, pure sul fronte mediterraneo, gli anglo-americani avrebbero ben presto ripreso l'iniziativa delle operazioni militari: era vitale perciò, avere quante più informazioni possibili sul dispositivo militare alleato. Il ruolo principale dei pochi reparti della Luftwaffe all'epoca ancora presenti in Italia, divenne la ricognizione tattica e strategica sulle zone centrali della penisola, usando caccia Messerschmitt Me. 109 G e bombardieri Junkers 88 e 188 (questi ultimi addirittura si erano spinti su Brindisi). Questi velivoli però erano sempre più spesso vittime dei caccia avversari, una circostanza che portò la Luftwaffe a basare anche in Italia un reparto costituito da tre bireattori monoposto Arado Ar.234, nella versione B-2b da ricognizione, che grazie alla loro elevata velocità di crociera rispetto ai velivoli con motori a pistoni, potevano avere maggiori possibilità di sopravvivenza. Il 24.2.1945 il primo bireattore tedesco (codici T9+HH) ai comandi del Lt. Gunther Gniesmer atterrò sull'aeroporto di Osoppo in provincia di Udine: questo velivolo insieme ad un secondo Ar.234 (codici T9+DH) pilotato dallo Stabsfw. Walter Arnold , si trasferì pochi giorni dopo sulla base di Campoformido sempre in provincia di Udine; il 15.3.1945 arrivò il terzo ed ultimo velivolo del reparto che prese il nome del suo comandante, l'Obt. Erich Sommer. Prima di arrivare sulle basi friulane, la contraerea italo-tedesca venne avvertita di non sparare su alcuni velivoli senza elica che sarebbero arrivati di lì a poco: gli artiglieri si erano erroneamente convinti perciò che le risorse tedesche erano agli sgoccioli tanto da dover usare degli alianti in missioni operative...Il rombo dei motori di questi jets spazzò subito questa erronea convinzione ed anzi, proprio per il fragoroso rumore dei loro reattori, gli Arado Ar.234 vennero soprannominati "pamperus" (è un impetuoso vento argentino). In pochi giorni sotto le direttive dell' Obt. Erich Sommer vennero apportate alcune modifiche all'aeroporto di Campoformido e il 15.3.1945 lo stesso Obt. Erich Sommer con il suo Ar.234 (codici T9+EH W.Nr. 140344), dotato sotto il ventre di un contenitore "Magirus" con due cannoni da 20 mm (era una modifica prevista solo per gli Ar.234 destinati alla caccia notturna ed ottenuta sul suo velivolo da Erich Sommer in modo...ufficioso!) effettuò la prima missione sui porti di Ancona e San Benedetto del Tronto atterrando a Lonate Pozzolo (Varese). Il giorno Erich Sommer ritornò a Campoformido dopo aver sorvolato Livorno e tutto il territorio che va fino ad Ancona. Anche gli aeroporti di Orio al Serio (Bergamo) e di Osoppo, vennero utilizzati come campi trampolino e basi ausiliari dei tre reattori tedeschi: questi aeroporti furono anche base di alcuni reparti da caccia della A.N.R. che ebbero pure il compito di proteggere i bireattori del Sonderkommando Sommer nelle delicate fasi di decollo e di atterraggio dei reattori, momenti nei quali gli Ar.234 erano più vulnerabili agli attacchi dei caccia alleati che ben presto si misero alla ricerca di questi ricognitori. La presenza degli Ar.234 in Italia era così fastidiosa per gli alleati che gli stessi subito intensificarono gli attacchi dei loro cacciabombardieri e i bombardamenti su Campoformido. L'Arado di Sommer effettuò comunque diverse missioni durante il mese di marzo 1945 anche su Marsiglia, Tolone e Firenze, in aprile addirittura sulla Corsica. Altre analoghe missioni furono effettuate dagli altri due Ar.234 del reparto: l'11.4.1945 l'Ar.234 codici T9+DH venne però abbattuto su Alfonsine (Ravenna) con la perdita del Lt. Gunther Gniesmer . Il 20.4.1945 l' Obt. Erich Sommer effettuò un disastroso atterraggio senza carrello su Campoformido con il suo Ar.234 T9+EH : velivolo distrutto ma pilota incolume che nei giorni 22 e 24 .4.1945 svolse le ultime due missioni di ricognizione con il T9+HH dello Stabsfw. Walter Arnold. Il 28.4.1945 lo Stabsfw. Walter Arnold portò il suo Blitz-Pamperus sull'aeroporto di Holzirken, incendiandolo il giorno dopo per non farlo cadere nelle mani degli alleati che oramai dilagavano nel Nord-Italia. Il 5.5.1945 i resti dell'Ar.234 T9+EH sull'aeroporto di Campofromido, furono inventariati nel Report 31 della No.1 Fiel Intelligence Unit Party B inglese che, alcuni giorni dopo, rintracciò e sequestrò i due motori Junkers Jumo 004b del medesimo velivolo in una abitazione di Udine (!): forse uno di questi motori è ancora oggi al Museo A.M.I. di Vigna di Valle ? Le vicende del Sonderkommando Sommer sono conosciute in Italia sin dai primi anni 70 anche per via del fatto che la protezione di prossimità degli stessi era affidata alla contraerea degli aeroporti della A.N.R. e dei velivoli del 2° gr. CT. della stessa A.N.R. : gli Ar.234 furono quindi visti da vicino da molti avieri e piloti della R.S.I. e sono molte le pubblicazioni che hanno descritto con sempre maggiore precisione la storia di questi bireattori, pubblicando le foto degli stessi (per lo più provenienti dalla collezione dei due famosi ricercatori Ferdinando D'Amico e Gabriele Valentini) ed evidenziando anche che durante le operazioni in Italia i Blitz-Pamperus non operarono mai con i razzi ausiliari per il decollo (questi erano indispensabili per gli Ar.234 da bombardamento vista la non eccelsa potenza dei reattori ). La presenza sul mercato dell'ottimo kit Hasegawa in scala 1/48, precisamente di quello contenuto nella confezione contraddistinta dal numero di catalogo Jt-38, inerente l'Arado Ar. 234B-2, consente di riprodurre agevolmente due dei tre ricognitori del Sonderkommando Sommer ( ovvero gli esemplari T9+HH e T9+DH).

ar 234

Il modello Hasegawa cod. Jt-38 infatti contiene le parti necessarie per realizzare non solo un bombardiere ma anche un ricognitore: nelle stampate ci sono infatti la bomba da 1000 kg da installare sotto il ventre dell'aereo, due serbatoi esterni e i due razzi ausiliari ma anche i pezzi che riproducono le due grosse fotocamere inserite nella parte posteriore interna della fusoliera ed anche due parti in plastica trasparente (pezzi M7 ed M1) che riproducono altrettanti grossi pannelli che sono in pratica il pavimento ed il soffitto del vano dove sono ubicate le suddette fotocamere. In questo kit non è presente il contenitore Magirus che si può trovare ad esempio nella riedizione con marchio Revell dello stesso stampo inerente la versione da caccia notturna dello stesso Arado Ar. 234 che però non ha la riproduzione delle fotocamere. L'altro stampo un tempo presente sul mercato e nominalmente in 1/48, quello della canadese Hobbycraft, è purtroppo notevolmente sottodimensionato (tanto da rasentare in effettivi la scala 1/59...). Il modello giapponese è composto da nove stampate fra grandi e piccoli telai (quasi 150 pezzi) e quattro telati per le nove parti trasparenti : in queste ultime è compresa tutta la parte anteriore della fusoliera inerente il vano abitacolo ed un telaio con un singolo pezzo inerente la grossa "bolla" anteriore.

bolla ar 234

Questo ultimo però ha sulla superficie un rilievo longitudinale dovuto alla stampa ma che va eliminato con molta attenzione, usando carta abrasiva di grana finissima; i segni dell'asportazione di questo rilievo vanno poi eliminate lucidando il pezzo con dentifricio passato con un panno morbido. Alla fine la bolla va immersa nella cera Future per ritrovare una idonea trasparenza. Le pannellature del velivolo reale sono riprodotto con le classiche finissime incisioni della Hasegawa.

 

cokpit ar 234

Anche come montato come da scatola il modello alla fine dà un'ottima riproduzione del bireattore tedesco, non necessitando in concreto di ulteriori aggiunte se non la riproduzione delle cinghie di ritegno del pilota che si possono ricavare da un set di foto incisioni Eduard che riproduce appunto le cinghie di diversi velivoli tedeschi. Questa sola aggiunta e una attenta colorazione del vano pilota e di alcuni dettagli dello stesso abitacolo (una foto molto utile si può trovare ad esempio sul numero 2 di Modellismo & Monografie edito dalla Delta editrice nel novembre 2005) consentono di ottenere un notevole realismo già nella prima fase di assemblaggio del modello che parte dalla costruzione del cockpit: il kit Hasegawa offre molti pezzi per l'abitacolo del pilota fra cui la strumentazione in rilievo, le lunghe pedaliere, il traliccio di sostegno del cruscotto. Per inciso tutti gli interni del vano pilota, comprese le strutture interne del tettuccio sono in grigio RLM 66 (F.S. 36081). Il pezzo che riproduce le consoles laterali ed il pavimento di sostegno del sedile del pilota ha anche alle spalle il vano del carrello anteriore.

ar 234

Come precisato sopra, nel kit troviamo la riproduzione delle due grosse fotocamere presenti all'interno della zona posteriore della fusoliera: sia queste che i vani del carrello e delle fotocamere vanno dipinti in grigio RLM 06 (F.S. 34226); da notare che pure le pareti dei vani carrello, anche se a costruzione ultimata saranno scarsamente visibili, hanno la riproduzione dei loro interni. I pezzi che riproducono i vani carrelli, le macchine fotografiche con i relativi tralicci e parete di sostegno, il vano bomba, si inseriscono perfettamente all'interno delle semifusoliere dove va inserito un adeguato quantitativo di piombo per far stare sulle sue tre gambe il modello: i due grossi pezzi che riproducono il corpo centrale del velivolo vanno dalla coda alla prima ordinata immediatamente posteriore al vano pilota e fra di loro non hanno problemi di assemblaggio e non necessitano di stuccature. Lo stucco invece si rende necessario purtroppo per quasi tutte le fasi successive della costruzione a cominciare dall'inserimento del pezzo trasparente che riproduce il pavimento del vano delle fotocamere...A differenza di quanto suggerito dalle istruzioni ho preferito assemblare parte del vano pilota senza aggiungere allo stesso la parte superiore e la bolla anteriore: questo perché anche il vano pilota non si inserisce senza problemi al resto della fusoliera e pure nelle zone di unione fra le parti in plastica trasparente che riproducono la cabina del pilota e la fusoliera si deve usare stucco.

ali ar 234

Le ali sono riprodotte con tre pezzi: uno da solo è relativo a tutta la velatura superiore con parte del dorso superiore della fusoliera che costituisce la radice alare; gli altri due sono inerenti le due parti inferiori destra e sinistra.

stuccature ar 234

L'assemblaggio di questi tre pezzi non evidenzia problemi ma questi sorgono quando si deve unire l'ala alla fusoliera sia per riprodurre correttamente il diedro alare che in pratica nella realtà è orizzontale, sia per le stuccature che bisogna fare fra la radice alare e fusoliera sia nelle zone inferiori sia in alcune zone di contatto del dorso della fusoliera.

ar 234 sopra

Avevo intenzione di sostituire uno dei motori con il set in resina della Quickboost: la ditta ceca offre la riproduzione di una gondola motore con alcuni pannellature aperte per far vedere parte dello Junkers Jumo 004b ma una volta accostata al modello Hasegawa mi sono reso conto che il prodotto della Quickboost è notevolmente sottodimensionato rispetto ai motori del kit...Assemblare i pezzi in resina al modello avrebbe richiesto o la modifica dell'altra gondola motore oppure la sostituzione di entrambe con un notevole lavoro di adattamento...Ho preferito lasciar perdere e montare il modello come da scatola; anche l'unione delle gondole dei motori alle ali non è stata semplicissima: in questa fase è importante avere delle foto per evitare di finire il modello con uno scalino troppo elevato fra bordo d'entrata alare e dorso delle gondole. Nessun problema per gli stabilizzatori verticali, con la cui unione alla fusoliera ho così finalmente terminato la costruzione del kit per passare a quella più appagante della colorazione, preceduta però da una ripulitura del modello assemblato con un apposito prodotto della statunitense Polly S per eliminare dalle superfici le varie polveri residue delle varie carteggiature.. Prima di stendere i colori della mimetica, ho lavato passato su tutte le superfici del modello una mano di grigio chiaro per evidenziare la presenza di segni di giunzione o delle carteggiature, per passare ad un pre shading con il nero opaco steso con maggiore insistenza sulle varie pannellature.

ar 234 mimetica

Come molti dei velivoli tedeschi prodotti nel corso degli ultimi due anni di guerra, anche l'Arado Ar.234 doveva essere verniciato con i colori RLM 81 (F.S. 30040) ed 82 (F.S. 34102) per le superfici superiori, rispettivamente riprodotti con colori Humbrol 98 e 114 e distribuiti secondo il trittico apparso su Aerei Modellismo 4-1988 in gran parte simile al primo schema suggerito dalle istruzioni Hasegawa: dalle foto dei Blitz/Pamperus del Sonderkommando Sommer credo di aver capito che questo era lo schema adottato su questi velivoli; inotre le varie zone di colore appaiono separate da tratti lineari e poco sfumati fra loro.

superfici inferiori ar 234

Sotto la fusoliera e le ali il colore usato era il grigio RLM 76 (F.S. 35622) che ho riprodotto usando un colore Humbrol oggi non più reperibile, il n. 175. Ho stesso tutti i tre colori della mimetica con aerografo in modo irregolare sia per non coprire del tutto il pre shading sia per dare fin da subito un aspetto invecchiato del velivolo non troppo esasperato considerato la "giovinezza" di questi reattori e il ristretto lasso di tempo in cui furono impiegati. Al di là della mimetica non ci sono ulteriori particolari cromatici se non la parte terminale delle gondole dei reattori che era lasciata in metallo naturale, la parte esterna dei montanti del tettuccio del vano pilota in nero opaco e le luci di posizione alle estremità alari (rosso a sinistra, verde a destra, bianca sulla sommità della deriva verticale). Giunto a questo punto ho incominciato ad apprezzare le linee veramente belle di questo bireattore esaltate dalla mimetica una volta finita: malgrado si trattasse di un bimotore e di un bombardiere/ricognitore, le dimensione dell'Arado Ar. 234 non erano quelle di un mastodonte...Un P. 38 era più grosso del Blitz che misurava "solo" 12,62 metri di lunghezza e 14,41 di apertura alare: in scala 1/48 sono rispettivamente 26,29 cm e 30 cm, misure che consentono una agevole parcheggio del modello finito in vetrina !!! Un passaggio ad aerografo di trasparente lucido acrilico Testor's ed il modello è pronto per ricevere le decals...

decal ar 234

Solitamente le decals dei kits Hasegawa non brillano per qualità: questa volta sono però riuscito a sfruttare al meglio con l'uso alternato dei due liquidi emollienti a mia disposizione ovvero il Decal Soft della Revell ed il Mr.Mark Softer della Gunze Sangyo, e rifilando il film di sostegno delle varie croci (a quelle bianche in fusoliera e sulle ali, ho del tutto eliminato il film di sostegno). Non avendo a dispisizione i pezzi per riprodurre il contenitore Magirus presente sull'esemplare pilotato da Sommer, ho scelto di riprodurre l'esemplare comunque più longevo fra i tre Arado Ar.234 presenti in Italia, ovvero il T9+HH: anche in questo caso i Blitz del Sonderkommando Sommer erano simili agli altri confratelli usati come bombardieri e ricognitori dalla Luftwaffe sul fronte occidentale europeo...

decals ar 234

I primi due codici in fusoliera a sinistra della croce di nazionalità, erano molto più piccoli delle lettere identificative dell'esemplare; la sigla T 9 aveva una altezza compresa fra i tratti orizzontali della croce bianca di fusoliera. Le foto evidenziano poi che la stessa sigla T 9 era di colore bianco mentre la prima lettera dopo la croce in fusoliera appare di un colore più chiaro del colore di fondo, una circostanza che mi ha fatto propendere per il colore giallo della stessa lettera (analogamente all'esemplare F1+MT , un Ar.234 del KG-76 catturato dagli americani il 25.2.1945 dopo un atterraggio forzato dietro le linee alleate) : il foglio decals del modello Hasegawa è inerente a tre velivoli del KG-76 (fra cui anche l'F1+MT) e per poter riprodurre i codici del T9+HH ho usato decals dai fogli Tauromodel per la sigla T9 ed ho modificato tagliandole le lettere MT del foglio decals Hasegawa dell'Arado Ar 234 per realizzare la sigla HH. La posa delle decals termina con le poche scritte di servizio costituite dalle piccole curvette che evidenziavano gli scalini per l'accesso al pannello trasparente superiore dell'abitacolo da cui si poteva accedere al cockpit. A decals asciutte, ho passato, sempre con l'aerografo, una mano di cera Future su tutte le superfici del modello per ripassare tutte le pannellature, comprese quelle dove erano le decals, con un colore marrone scuro ad olio diluito con il withe spirit per completare . A sigillare il tutto la mano finale di trasparente opaco acrilico sempre della Testor's stesa solo dopo aver rimesso il nastro alle parti dell'abitacolo che dovevano rimanere trasparenti per sfruttare la lucentezza conferita alle stesse dalla cera Future. Uniti tutti i restanti particolari più minuti come i carrelli (gambe di forza in grigio 02 ) e le ruote (cerchi in nero opaco e pneumatici in grigio scuco), il pattino di coda, il tubo di pitot, ho auto costruito l'aereo dell'antenna radio con un filo di nylon di adeguato diametro dipinto poi in nero, terminando definitivamente con questo la riproduzione in scala 1/48 del secondo velivolo militare a reazione in ordine di tempo che ha operato nei cieli italiani .

vista dietro ar 234

In conclusione si può dire che una volta assemblato e dipinto il modello Hasegawa è una bellissima riproduzione in scala 1/48 dell'Arado 234 B2 anche nella sottoversione B2b, peccato per le stuccature che sono richieste per il suo assemblaggio che inficiano un po' la qualità di questo kit ed il divertimento nel costruirlo...

vista d'insieme ar 234

 

Il kit Hasegawa oggetto di questo articolo è reperibile anche presso Modelairkit (ar 234 JT 83 ) .

 

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