SIAI S. 81 203 Sq. 40 Gr. 38 St. - R.A. Galatina 1940 – da kit Italeri scala 1/72

s.81 Dopo aver riedito nel 2009 con alcune varianti lo stampo Supermodel dell'S.81 in scala 1/72 , Italeri ripropone da poco questo suo kit con un nuovo interessante foglio decals nella confezione  cod.cat. 1388  che riporta fra gli altri un esemplare di una delle prime squadriglie basate sull'aeroporto salentino .

Modello, foto e testo di Gabriele Luciani

Il Savoia Marchetti  S.81 è unanimemente considerato il primo bombardiere moderno della Regia Aeronautica che in precedenza aveva macchine dalle limitate possibilità operative. Questo velivolo monoplano trimotore, entrato in linea dall’aprile del 1935, consentì ai reparti italiani di prepararsi ai successivi tipi dotati di carrello retrattile e dalle caratteristiche più spinte e   più impegnativi come il F.I.AT. BR. 20, l’S.M. 79 ed il C.R.D.A. Cant. Z. 1007 Bis. Già alla fine del 1935 gli S.81 motorizzati con i Piaggio P. IX e con i Piaggio P X,  venivano impiegati contro obiettivi abissini, continuando ad operare dal fronte eritreo per tutta la campagna d’Etiopia, anche come ricognitori ed avio rifornitori, essendo i velivoli più moderni impiegati nella conquista di quello che diverrà l’effimero Impero dell’Africa Orientale Italiana. All’inizio del 1936 gli S.81 con motori Alfa Romeo RC. 125 R.C. 35 iniziarono ad essere impiegati, con le insegne nazionaliste, nella guerra civile spagnola dove oltre a ricevere il soprannome “Pipistrello”, ebbero il loro maggiore impiego come bombardieri. Nel frattempo la produzione continuava (vennero realizzati in tutto 535 esemplari non solo dalla Savoia Marchetti ma anche dalla Piaggio, dai C.R.D.A, dalla Macchi) pure con altri tipi di motore come i 96 trimotori con i Gnome & Rhòme K.14. All’inizio della Seconda Guerra Mondiale i Pipistrelli ancora in servizio nella R. A. come bombardieri non erano più da considerarsi all’altezza del confronto con i caccia avversari e dopo le prime azioni, a partire dall’autunno del 1940 vennero sostituiti dai tipi più moderni. All’inizio del 1941 molti degli esemplari ancora in carico vennero spogliati delle attrezzature belliche e trasformati in aerei da trasporto : nel 1942 l’S.81 venne rimesso in produzione con una specifica versione appunto per il trasporto con i motori Alfa Romeo R.C.126 R.C. 34. Dopo l’armistizio del 1943 i pochi esemplari della R.A. finirono la loro vita operativa alla fine del 1944 mentre quelli della A.N.R. furono impiegati sul fronte russo nella 1° sq da trasporto “Terracciano” fino alla metà del 1944. L’S. 81 è stato quindi uno dei protagonisti della storia della aeronautica italiana e pertanto era quasi scontato trovarlo riprodotto in scala, anche in un periodo in cui non erano molte le attenzioni riservate dalle ditte modellistiche agli appassionati italianofili. Erano i primi del 1973 quando comparve un kit che riproduceva in scala 1/72 l’S.81, prodotto dalla Supermodel, ditta nata nei primi mesi del 1972 dopo la scissione di due dei quattro soci fondatori della allora Italaeri (nata a Bologna nel 1968 come Aliplast ma rinominata per evitare confusioni con la veneziana Artiplast già presente sul mercato dai primi anni 60): si trattava dell’Ing. Gurioli e di Giorgio Radicchi, quest’ultimo titolare di un negozio di giocattoli sempre a Bologna, che conservarono gli stampi e le cover box di alcuni dei primi kits prodotti in precedenza da  Italaerei (ovvero il F.I.A.T. G. 55, il Re 2001 usciti entrambi nel 1969, il Re 2000 nel 1970 e il Re 2002 nel 1971, tutti in 1/72), rimettendoli sul mercato con il nuovo marchio  Supermodel. Nell’estate del 1972 venne immesso sul mercato il C.R.D.A. Cant. Z. 1007 bis monoderiva (già annunciato in precedenza come prodotto Italaerei al Salone del Giocattolo del 1972 nello stand della Zeni, allora distributore della ditta, anche le copertine delle scatole erano ex-Italaeri)  seguito a Natale del 1972 dalla versione bideriva del 1007 e poi ai primi del 1973 dal F.I.A.T. G. 55 S (primo progetto “autonomo” dell’Ing. Gurioli e di Giorgio Radicchi con la cover box del modello realizzata dal famoso disegnatore maltese Richard J. Caruana che curò quelle dei kits Supermodel successivi), ed appunto dall’S.81. Curiosamente la copertina della scatola  raffigurava due velivoli con motori Alfa Romeo che però non erano riprodotti dal foglio decals del kit; nell’ambito della produzione Supermodel questo modello era certo il migliore… All’epoca, come quasi tutti i kits Supermodel al momento della loro rispettiva uscita, il modello suscitò degli entusiastici commenti (vedi ad es. il Notiziario IPMS Italy 2-1973) anche perché corrispondeva ai profili pubblicati dai coevi giornali ma ad una disanima più approfondita fatta anni dopo (vedi il Notiziario C.M.P.R. 3/95) rivelò alcune pecche per fortuna non così gravi come quelle presenti in generale in tutti gli altri kit Supermodel la cui produzione continuava a fine 1973 con il biplano F.I.AT. CR. 32 e poi a fine 1974 con il C.205 e poi con il C.202, con la distribuzione curata negli U.S.A. dalla Squadron. La ditta bolognese non uscì con altri nuovi modelli fino al 1978 quando inaspettatamente venne realizzato quello del grosso idro tedesco BV.138; seguirono anni in cui i modellisti italianofili, basandosi su una documentazione via via più esatta, “sezionavano” i kits della Supermodel rilevando che in qualche caso avevano il solo pregio di essere gli unici al momento disponibili per il soggetto che riproducevano. Gli stessi modelli fecero negli anni 90 la fortuna di diverse industrie artigianali italiane che proponevano per migliorarli diversi sets di correzione in resina. La Supermodel era infatti una ditta “amatoriale”, quasi a conduzione familiare con gli stampi dei modelli e relativo foglio decals che all’inizio venivano imbustati manualmente… caratteristiche queste che spiegano anche perché si dovette aspettare fino al 1986 per vedere distribuito ufficialemente un altro suo nuovo kit, ovvero il C.R.D.A. Cant. Z. 506 (copertina del kit in questo caso opera dello statunitense Don Greer). A metà degli anni 90 un’altra eccezione nella produzione Supermodel (rimasta sempre fedele alla scala 1/72) con l’uscita degli ultimi suoi kits: gli addestratori MB. 326 e MB 339 e le relative  versioni monoposto ed il 339 P.A.N. con le cover box delle loro scatole costituite da foto del velivolo reale . Giorgio Radicchi morì nei primi anni 2000 ed i suoi eredi hanno ritenuto opportuno chiudere l’attività cedendo tutti gli stampi alla Italeri (la ragione sociale della ditta  era cambiata nel 1981 per favorire la pronuncia dagli anglofoni). Alcuni modelli  vennero e vengono  riproposti del tutto inalterati   e sempre con il marchio Supermodel, marchio che viene utilizzato anche per la blindo AB 41 in 1/48 venduta insieme al CR. 42 nella stessa scala. Per altri  i responsabili di Italeri hanno deciso di intervenire con alcune modifiche e di riproporli con il marchio Italeri: nell’agosto 2009 è stato il turno dell’S.81. Come detto sopra il kit dell’S.81 prodotto dalla Supermodel era uno dei migliori stampi della stessa ditta ed il socio milanese del C.M.P.R. Ellerminio Fiorillo nel Notiziario di Plastimodellismo N. 3/95 lo analizzò a fondo rilevando i difetti che per fortuna non erano insormontabili. Lo stesso Ellerminio che da pochi anni era divenuto uno dei collaboratori esterni della Italeri ed  evidentemente quanto da lui scritto sull’S.81 sul citato numero del Notiziario C.M.P.R. è stato tenuto in considerazione dai tecnici felsinei in quanto l’originario stampo Supermodel fu un pò rivisitato . 

s.81

La stampata “A” del kit Italeri

Le quattro stampate del kit Italeri conservano in generale la disposizione di quelle del precedente Supermodel ovvero dedicate rispettivamente per lo più alla fusoliera, alle ali, ai motori e piani di coda, alle parti trasparenti. La prima stampata del kit Italeri contrassegnata dalla lettera A è inerente ai piani di coda, alle carenature del carrello principale, eliche e cofani motori che in questo kit sono gli Alfa Romeo RC. 125 R.C. 35 (presenti già nello stampo Supermodel ) e i  Gnome & Rhòme K.14 al posto dei Piaggio P X.  

s.81

Le diverse motorizzazioni dei kit Supermodel (in giallo) e Italeri (in grigio)

Le “stelle” e le eliche dei motori sono sempre le stesse (la Supermodel le usava per tutti i suoi kits di trimotori italiani…): le pale delle eliche dei vari motori erano in realtà di dimensioni differenti (quelle degli Alfa Romeo erano di dieci centimetri più lunghe di quelle del K.14 e dei P.X) con quelle del kit che sembrerebbero più idonee per quelle degli Alfa Romeo. Le carene dei motori Alfa Romeo sono rimaste identiche e quella centrale va allungata di un mm.   

s.81

La stampata "A" del kit Supermodel

Altre modifiche importanti in questa stampata sono l’eliminazione dei pilotini (erano molto usati nei primi anni 70), la sostituzione delle ruote, degli scarichi motore e dei seggiolini piloti, con pezzi più particolareggiati (sono le modifiche evidenziate da Ellerminio Fiorillo),    

S.81

Alcuni dei pezzi modificati della stampata “A”: kit Supermodel in giallo e Italeri in grigio

Maggiore dettaglio anche dei pianali dei vani piloti, carico e bombe, fatto questo che ora consente di lasciare aperti quasi tutti i vari portelli laterali della fusoliera con una maggiore “tranquillità”. Ho detto quasi tutti perché il pianale del vano bombe non era proprio così come quello riprodotto dal kit in quanto, quando l’SM.81 era in configurazione da bombardamento, le bombe o le spezzoniere erano trasportate in due file verticali addossate alle pareti della fusoliera, con un corridoio centrale per il passaggio del personale ed una struttura tubolare dove l’armamento era appeso: è una configurazione ripresa poi dall’SM. 79.  Sono rimasti inalterati i piani di coda orizzontali che andrebbero invece assottigliati. 

s.81

La stampata "B" del Kit Italeri

Passando alla stampata B relativa alla fusoliera si notano ulteriori modifiche alla precedente analoga del modello Supermodel per adeguarlo maggiormente agli attuali standards modellistici, seguendo anche qui sempre alcuni dei rilievi fatti da Ellerminio Fiorillo Sul Notiziario C.M.P.R. 3/1995 . 

s.81

La stampata "B" del Kit Supermodel

Innanzitutto è stato eliminato il siluro (in effetti l’impiego sull’S.81 non andò oltre lo stadio  sperimentale) e gli altri due figurini che rappresentavano un mitragliere ed un puntatore. 

S.81

Particolare della fusoliera del kit Italeri

Le modifiche più importanti sono però quelle relative alla fusoliera:  l’alloggiamento in fusoliera dei finestrini è stato giustamente portato a 3 mm di diametro ed è stato aggiunto a tutti il bordino (da evidenziare che alcuni velivoli avevano tre finestrini sul dorso della fusoliera e/o sulla porta d’uscita in emergenza potevano esserci uno o due o nessun oblò); è stato corretto il contorno della porta d’accesso e delle postazioni delle mitragliatrici laterali; tutte le mitragliatrici sono state sostituite con riproduzioni più realistiche ed ora ci sono anche le riproduzioni della stazione radio e del seggiolino del relativo operatore, dei filtri dei motori K.14, delle aperture e dei portelli del vano bombe. Le pannellature prima in rilievo ora sono incise ed è stato riprodotto l’intelato dei fianchi all’esterno della  fusoliera  e le strutture tubolari all’interno della stessa fusoliera, particolari questi del tutto assenti nel precedente kit Supermodel. Migliorato anche il ruotino di coda. Il kit Italeri abbisogna sempre di alcune correzioni: si deve ridurre la larghezza della fusoliera (asportando un mm da ogni semi fusoliera), accorciare la carenatura del ruotino di coda, arretrare l’alloggiamento della torretta inferiore. 

S.81

Stampata "C" del kit Italeri

La terza stampata è quella delle ali, pure essa modificata : le pannellature sono ora incise ed è di gran lunga migliore ora la riproduzione dei radiatori sub-alari in relazione alle parti mobili delle stesse ali. 

S.81

Le differenti semi ali destre del kit Supermodel (giallo) e del kit Italeri (grigio)

La modifica più importante è quella relativa alle parti mobili degli alettoni che sono state accorciate e sono stati riprodotti come pezzi separati  i flaps. L’apertura alare, sempre a quanto scriveva Ellerminio Fiorillo dovrebbe essere aumentata di quattro millimetri, aggiungendo quindi due millimetri alla radice di ogni semi ala.

S.81

Le parti vetrate del kit Italeri

Completa il modello il telaio delle parti vetrate, pure esso modificato rispetto a quelle del modello Supermodel: non c’è più il supporto per il kit finito (dopo gli anni 70 questo “accessorio” non fu più inserito nelle confezioni dei modelli) e la riproduzione dei finestrini della fusoliera, che ora si possono ricavare da una lastrina di acetato trasparente su cui sono impressi. I singoli pezzi ora hanno l’intelaiatura in rilievo, molto più realistica di quella solamente incisa.

 s.81

Il foglio decals inerito in questo kit è del tutto diverso non solo dal vecchio foglio inserito nel kit Supermodel ma anche da quello della riedizione Italeri del 2009 : la qualità delle decals è veramente molto alta, con colori saturi e film di sostegno sottile e trasparente. Nulla da eccepire sulla correttezza della riproduzione delle insegne di nazionalità della Regia Aeronautica : questa volta poi è corretta la tonalità del verde del tricolore che era posto sulla parte mobile del timone verticale degli aerei della R.A. sino al 12.6.1940 quando venne sostituito da un altro distintivo ottico di riconoscimento ovvero la Croce bianca di Savoia.   L'analisi dei vari soggetti proposti (ad eccezzione di uno che aveva i motori K-14 gli altri hanno i propulsori Alfa 125)  parte in ordine cronologico dai tre esemplari usati in Spagna durante la guerra civile inquadrati nelle file dell'Aviazione Legionaria per i quali si devono fare alcune considerazioni preliminari in ordine ai loro schemi mimetici: a partire dal 1935 i primi S.81 erano consegnati alla Regia Aeronautica dipinti uniformemente in "Cachi Avorio Chiaro" colore paragonabile al F.S. 33613 e solo le cappotte motore a volte erano lasciate in metallo; quando i trimotori venivano inviati in colonia sulle ali venivano dipinte delle vistose bande rosse per meglio individuare dall'alto un velivolo in caso di atterraggio forzato al di fuori di un aeroporto. Quando nel 1936 gli S.81 vengono inviati a supporto delle formazioni franchiste ci si rese immediatamente conto che la candida livrea degli stessi trimotori era a dir poco inadeguata...Complice anche la mancanza di precise indicazioni e la lontananza dai ...comandi supremi...gli avieri italiani  che accompagnavano i vari velivoli spostati nella penisola iberica, dipinsero sul campo gli stessi con tutta una serie di schemi mimetici diversi (addiruttura sull'ala sinistra di un S.81 venne dipinta con colori mimetici una mappa geografica con lo stivale italiano con le due isole maggiori !!!) ; inoltre a contrasto con la drammatica ferocia del conflitto civile, si sviluppò anche un florilegio di insegne di reparto e personali a volte anche molto elaborate e variopinte ...Pure le insegne di nazionalità dell'Aviazione Legionaria erano abbastanza variegate con x bianche sopra e sotto le ali , coccarde nere sotto le ali e/o in fusoliera...Per tutto questo insieme di cose, spesso i velivoli usati in Spagna (anche quelli dei repubblicani ) sono veramente interessanti non solo da un punto di vista araldico ma anche da quello del modellista...

S.81

Tornando agli esemplari del foglio decals del kit Italeri, il primo in ordine cronologico è l'esemplare nero 2 di base nel 1937 sull'aeroporto di Son San Juan nelle Baleari, la cui foto è a pag. 21 della ottima monografia dedicata dalla serie Ali d'Italia all'S.81 (è la n. 29, a firma di Franco Farina e con i profili a colori e i piani in scala di Angelo Brioschi, edita a Torino dalla Bancarella Aeronautica nel 2010); dall'immagine citata si nota che sulle superifici superiori il  "Cachi Avorio Chiaro" sia stato sovradipinto da un unico colore molto scuro , steso in modo approssimativo tanto che in alcuni punti traspare la vernice originale che è comunque rimasta sui cofani motore e , seguendo l'interpretazione data da Angelo Brioschi nel profilo da lui realizzato per Ali d'Italia, anche sulle superfici inferiori del velivolo. Il trimotore in questione ha dipinto sui due lati della fusoliera l'emblema del pipistrello del tutto uguale a quello inalberato dai F.I.A.T. CR.32 della "Squadriglia Mussolini" presenti anche loro sulla stessa base di questo S.81:  pure gli altri elementi distintivi (lo stemma personale, la M della firma di Benito Mussolini, il numero individuale) del  tutto analoghi a quelli dei caccia di base a Son San Juan nel medesimo periodo,  mi fanno  pensare che il trimotore sia stato assegnato come velivolo di supporto dei biplani della Squadriglia Mussolini. Comunque sia le decals riproducono bene i vari distintivi tranne che per il colore delle ali del pipistrello che erano celestine e non bianche...

s.81

Anche il secondo S.81 proposto ha una bellissima insegna individuale: è il rosso 1 del cap. Gaspare De Cecco comandante della 251 sq. del 25° gr. "Pipistrelli" di base a Palma di Majorca dal novembre del 1937 ; in pratica i bolli neri posti in precedenza in prossimità dei piani di coda verticali come insegna di nazionalità, sono stati utlizzati come sfondo sul quale sono stati dipinti uno spicchio di luna con un rubinetto dal quale cascano bombe e un grosso e giallo pipistrello. Le foto di questo emblema sono a pag. 27 e 28 della citata monografia di Ali d'Italia: dalla seconda immagine si vede anche che il velivolo è giunto dall'Italia con la mimetica a grandi bande di tre colori diversi che la SIAI aveva iniziato ad applicare ai suoi trimotori (uno schema analogo sarà usato anche sugli S.79) a partire dal 1936-37;  se sulle superfici inferiori c'è il dubbio che sulle stesse sia stato stesa una vernice allumino o il Grigio Mimetico 1 (F.S. 36231, Humbrol 140) , per quelle superiori i colori sono Giallo Mimetico 3 (F.S. 33434 Hunbrol 63) Verde Mimetico 1 (F.S. 34151 , Humbrol 151) e Marrone Mimetico 2 (F.S. 30109 Humbrol 180); per l'andamento delle rispettive bande si dovrebbe consultate una buona documentazione fotografica ed iconografica (ad esempio la tavola IV pubblicata a pag. 112 sulla edizione 1994 del  mitico volume Colori e schemi mimetici della Regia Aeronautica 1935-1943 a firma di Umberto Postiglioni e Andrea Degl'Innocenti edito dal C.M.P.R.,G.A.V.S., G.M.T.) . 

s.81

Terzo esemplare iberico è il nero 44 della 214 sq. del XXIV gruppo, 21 Stormo di base a Tudela nell'agosto del 1938; spesso  i velivoli di questo reparto avevano sul piano fisso delle derive verticali dei motti o delle scritte goliardiche come questo ("capo be") ed anche dei motivi colorati sui copricarrelli con un ulteriore numero individuale. La foto di questo esemplare è a pag. 16 del Dossier N. 31 "I BOMBARDIERI ITALIANI 1940-1943 – parte 1^" edito da Storia Militare.  Le decals sono corrette ed è lasciata al modellista la scelta del colore dei motivi sul copri carello ; per le superifici superiori la mimetica è costituita da un fitto reticolo di macchie (quasi certamente di colore verde ) su un fondo chiaro che dovrebbe essere un giallo sabbia: le tonalità di questi due colori  secono il profillo di Angelo Brioschi di un esemplare analogo , potrebbero essere Giallo Mimetico 3 (che era la tonalità più diffusa dei vari Giallo Mimetico)  e Verde Mimetico 3 (F.S. 34079 Humbrol 116); le istruzioni del kit Italeri propendono per tonalità più chiare dei due colori...Al di sotto del trimotore dovrebbe esserci un grigio chiaro. Dopo i tre esemplari usati in Spagna (e tutti con i motori A.R. 125) il foglio decals proprone un esemplare con i motori K 14 della 53 ° sq. 46 ° gr. del 15° st. di base a Bengasi : questo stormo fu inviato in Libia pochi anni prima della seconda guerra mondiale e i suoi velivoli erano inizialmente in "Cachi Avorio Chiaro" ; una foto del 53-3 è a pagina 30 della monografia di Ali d'Italia sull'S.81 oltre che a pag. 40 di Dimensione Cielo vol. n. 4 e su Dimensione Cielo Immagini F-4 (i famosi volumetti della Edizioni Dell'Ateneo pubblicati a Roma dall'inizio degli anni 70) e il velivolo in questione è nella livrea prebellica e sembrerebbe non avere le strisce rosso sul dorso alare. Corretta la riproduzione dei numeri presenti in fusoliera ; le insegne alari sono con cetezza presenti sotto le ali e sono a fondo bianco.

S.81

L'ultimo esemplare proposto dal foglio decal è un S.81 con motori A.R. 125 del 203° del 40° gr. del 38° St. della Regia Aeronautica, che a suo tempo ho scelto di raffigurare in scala. Il Savoia Marchetti  SM.81 è stato infatti il primo “ospite” in ordine di tempo dell’aeroporto di Galatina: già nell’aprile del 1939, il 37° Stormo B.T. e le squadriglie 202° e 203° del 40° gr. del 38° St. della Regia Aeronautica, tutte equipaggiate appunto con questo trimotore, furono costituite con velivoli tratti da altri reparti da bombardamento impiegati nell’invasione dell’Albania e vennero basate sullo scalo salentino . Il coinvolgimento dell’Italia nel secondo conflitto mondiale nel giugno del 1940 e la sciagurata dichiarazione di guerra alla Grecia nell’ottobre dello stesso anno, diedero progressivamente una maggiore importanza alla base di Galatina: da questo aeroporto, alle dipendenze della 4° Zona Aerea Territoriale, operarono diversi reparti, principalmente offensivi e successivamente anche da trasporto, questi ultimi anche tedeschi, con le formazioni italiane che spesso si spostavano sugli aeroporti albanesi. Nel corso delle operazioni sui Balcani, parteciparono anche il 37° St. e il 40° gr del 38° St. ma mentre il primo affiancava da subito ai suoi trimotori della Savoia Marchetti, i bimotori F.I.A.T. BR 20, il secondo manteneva i suoi S.81 operativi come bombardieri, passandoli gradualmente al ruolo trasporto e sostituendoli nell’aprile del 1941, sempre con i BR.20 e trasferendosi nel   settore mediterraneo. I superstiti S.81 del 40° gr.  e del 39° gr. (altro gruppo del 38° stormo rimasto sempre in  Albania sin dalla sua costituzione anche essa avvenuta nell’aprile del 1939) costituirono poi una Squadriglia Trasporti  presso il Reparto di Volo del Comando Aeronautica Albania. Degli S.81 del 37° non conosco al momento foto che chiariscano con certezza l’aspetto degli stessi quando erano nel Salento, mentre degli S.81 del 40° gr. ci sono diverse immagini pubblicate sulla Monografia N.29 della Serie Ali d’Italia e sul Notiziario di Plastimodellismo N. 3/95: su questa ultima pubblicazione ho notato un velivolo della 203° sq. con motori Alfa Romeo RC. 125 R.C. 35 ed ormai in tempo di guerra (sia per la croce bianca di Savoia sulla parte mobile del timone verticale che per la mimetica a macchie) che mi ha colpito per due caratteristiche, ovvero l’assenza di insegne sulle ali e la zona centrale del dorso della fusoliera che è più chiara come se la mimetica fosse costituita da macchie di un solo colore anziché due.Il modello Italeri montato quasi come da scatola alla fine è una riproduzione abbastanza fedele dell’S.M. 81. Se si opta per una costruzione con i vari sportelli chiusi quello che si intravede bene dall’esterno è la zona dei piloti: solo in questa aerea si deve intervenire con la aggiunta delle cinghie di ritegno ai due seggiolini. Le paratie interne fornite dal kit vanno comunque utilizzate anche per conferire maggiore solidità alla costruzione.

S.81

All’esterno della fusoliera si devono realizzare sul dorso i tre finestrini circolari che a colorazione ultimata si possono riempire con il Syntaglass della Toffanol per la riproduzione delle loro parti vetrate, lo stesso prodotto  si può chiaramente utilizzare per gli analoghi finestrini sui lati della stessa fusoliera. Il kit Italeri abbisogna poi di alcune correzioni: si deve ridurre la larghezza della fusoliera (asportando un mm da ogni semi fusoliera), accorciare la carenatura del ruotino di coda, arretrare l’alloggiamento della torretta inferiore. La “chiusura” delle due semifusoliere richiede ancora l’uso di stucco: se ne va messo una quantità minima sul dorso della fusoliera,  di più ne va messo per l’unione del pezzo 38 a (pavimento del vano bombe) sotto la fusoliera nonchè di quella delle due parti 41 b e 6 b che riproducono gli sportelli del vano bombe  al suddetto pezzo 38 a. 

S.81

Sulle ali si dovranno eliminare le incisioni orizzontali lasciando inalterate solo quelle che sono all’interno di  quella perpendicolare .

S.81

Particolare attenzione va dedicata all’unione delle ali alla fusoliera per riprodurre il corretto diedro alare; in questa fase va poi utilizzata una discreta quantità di stucco. Anche la giunzione delle gambe di forza dei carrelli principali al corpo del velivolo richiede attenzione e stuccatura…Se le parti mobili di ali e timoni di profondità possono essere montate in posizione di parcheggio (anche per gli alettoni si deve usare dello stucco per colmare lo scasso sul loro bordo che dovrebbe servire quale guida per lo spuntoncino presente sulle ali), i vari flaps vanno montati in posizione chiusa: dall’esame delle foto degli S.81 a terra questi non sono mai abbassati…Sulle ali poi vanno riprodotte le luci di posizionePer la colorazione esterna dell’S.81 da me scelto ho proceduto alla riproduzione della tipica mimetica della Savoia Marchetti dei primi anni di guerra ovvero Giallo Mimetico 3 (F.S.  33434 – Humbrol 63) come colore di fondo, Verde Mimetico 53194 (F.S. 34097  Humbrol 80) e Marrone Mimetico 53193 (F.S. 30117 – Humbrol 186) per le macchie di due tonalità sparse entrambe su quasi tutte le superfici superiori con l’eccezione come detto di una zona centrale del dorso della fusoliera dove ho ritenuto di non mettere quelle di Marrone Mimetico 53193. Sulle superfici inferiori ho passato il Grigio Mimetico (F.S. 36231 – Humbrol 140). Fascetto in fusoliera con bordino bianco, codici di reparto,  insegne di nazionalità sotto le ali  ( la foto a pag. 37 della monografia di Ali d'Italia, dove oltre al 203-1 c'è un velivolo della stessa squadriglia, mi induce a ritenere che tali insegne potrebbero essere quelle a fondo trasparente ) e la croce di Savoia in coda possono esser presi dal foglio decals Italeri,mentre il numero individuale che è di colore rosso  da un foglio decals suppletivo della Supermodel.  Naturalmente prima di applicare le decals ho passato una mano di trasparente lucido acrilico della Model Master’s ; dopo le decal ho invecchiato il tutto con lavaggi di colore bruno ad olio diluito con il whitespirit, passato con maggiore insistenza sulle poche pannellature sulle ali ed in fusoliera, mentre i fumi degli scarichi di motore sono stati riprodotti con passate ad aerografo di colore marrone scuro e nero. Completa la colorazione una passata finale di trasparente opaco acrilico sempre della Model Master’s . 

S.81

Una particolarità di molti velivoli italiani fino al 1942 era la parte frontale delle eliche che erano in celeste chiaro (non in alluminio) mentre la parte posteriore era in nero; gli anelli anteriori dei cofani motore erano in un metallo brunito.  Ho terminato la costruzione del modello con la riproduzione degli aerei delle antenne radio e dei tiranti dei piani di coda.  Tenendo conto che si tratta di  un modello derivato da uno stampo nato nel 1972 e “rivitalizzato” nel 2009, dell’S.M. 81 di Italeri, aggiornato ulteriormente con un diverso e buon foglio declas si potrebbe dare nel complesso un giudizio abbastanza positivo, se non fosse per le diverse e noiose stuccature che si devono affrontare nel corso della costruzione…

S.81

Gabriele Luciani

PrintEmail