il Mig 21 R di Fidel

Il nostro amico Luca Busnardo ci presenta un sogetto esotico di grande effetto anche per come è stato dioramizzato ma sopratutto per la inconsueta mimetica in verde e turchese portata da alcuni Mig21 cubani anche in operazioni fuori patria.

Modello, testo e foto di Luca Busnardo

L’idea del progetto che ho poi realizzato, mi era venuta in mente un po’ di anni fa’, iniziando ad acquistare elementi in resina alle mostre di modellismo, che potessero in qualche misura tornare utili con il proseguo del lavoro che avevo in mente.

Solo due anni fa’ pero’ ho iniziato a raccogliere documentazioni e fotografie rappresentative del contest che volevo realizzare, ossia il controverso e lunghissimo conflitto in Angola iniziato nel 1975 e durato fino al 2002.

In realta’ schermaglie e conflitti con etnie tribali del posto duravano gia’ dalla fine del secondo dopoguerra, contro l’occupante coloniale storico dello stato sub equatoriale che all’epoca era il Portogallo appunto.

Terminata l’occupazione portoghese a seguito della “Rivoluzione dei Garofani “ (1974), si insediarono i Cubani a sostegno del MPLA (Movimento popolare di liberazione ) di ispirazione Comunista in contrapposizione all’UNITA (Unione Nazionale per l’Indipendenza dell’Angola) sostenuta dalle Forze Occidentali anti-comuniste, ed e’ proprio in questo periodo storico che si inserisce il mio contest , con la presa di spunto di un Mig-21 R in assetto di manutenzione ordinaria.

Da subito dico che l’approvvigionamento di documenti storici si e’ rivelato ben arduo, sia per la secretazione da parte dei cubani sull’impiego dei loro velivoli militari e del loro personale.

Riservatezza che fa si’ che pure oggi dei dieci Mig-21R cubani si conosca solamente il numero seriale di appena quattro di loro, di cui il 111 ( attualmente collocato in mostra permanente al Museo dell’Aviazione di Avana ), il 104 e il 103 che ho adottato e di cui compare solamente una foto in bianco nero durante la fase di atterraggio.

Cio’ che propende a rendere certezza del loro impiego in Africa e’ anche il fatto che l’anno successivo furono impiegati largamente anche nel conflitto del 1977 tra l’Etiopia (sostenuta dai Cubani) e la Somalia di Aidid , la quale ne usci’ sconfitta e con la flotta aerea decimata.

Questo e’ il quadro storico mentre quello morfologico interessa non tanto l’Aeroporto della Capitale (Luanda) quanto una delle Basi avanzate, (ex-portoghesi) ai confini con la Namibia o con il Congo, circondate dalla foresta e dalle truppe irregolari ribelli, (Aerobasi militari di Negage, Cabinda, Benguela, Nova Lisboa ecc.), quindi realta’ aeroportuali abbastanza disagiate e difficili da raggiungere via terra.

Questo il quadro introduttivo storico,quello piu’ modellistico invece prende origine da un kit molto noto della Ditta EDUARD a cui ho aggiunto diversi after-market in resina, purtroppo non compatibili con il kit EDUARD, parliamo quindi dell’abitacolo, del seggiolino e dei vani carrello AIRES, del paracadute di frenaggio in resina QUICKBOOST, e dell’intera deriva di coda della Ditta HAD, compatibile per kit ACADEMY e destinata alle versioni Mig-21 MF.

Tale deriva include una pannellatura aperta ideale per l’illustrazione di uno stato di manutenzione nonche’ alcuni tratti di radome dorsale da abbinare a quelli gia’ esistenti nel kit Academy.

Va’ da se’ che l’innesto di tale elemento in resina, pure essendo compatibile con il modello di aereo (il Mig-21 R e’ sostanzialmente un MF) dalò punto di vista costruttivo ha fatto abbastanza sudare e faticare perche’ il radome dorsale dalla coda all’abitacolo fornito dal kit Eduard e’ di taglio e sezione molto diverso rispetto a quello Academy, tanto che ho dovuto superare il problema con l’adozione di una serie di fasciature di stucco molto ben levigate e curate, apposta per risolvere il delinearsi di problematici scalini e spessori tra in vari “tronchi di radome”.

Sempre della Ditta HAD ho acquistato anche una serie di elementi destinati ai velivoli in manutenzione o in stato di riposo come F.O.D. per le prese d’aria/ exhaust nozzle, copri pitot e dielettrici, striscie Remove before flight , fermi per le ruote nonche’ una tipica vasca per il colaggio dell’olio.

Trattandosi di un diorama aeronautico e non semplicemente di un modello di aereo, molto ricercata e’ stata anche la scelta dei figurini e quindi della scena che volevo ricreare attorno al velivolo, pero’ sin da subito mi si pose il problema che figurini “cubani” in scala 1:48 non esistono reperibili sul mercato, ad eccezione di un figurino rappresentativo di “Che Guevara”, prontamente acquistato ma dovutamente camuffato e modificato.

Che Guevara infatti (giusto per la cronaca) si reco’ durante la sua vita in Angola, ma nel 1960 e non sulle aerobasi ex-portoghesi, ma piu’ di ogni altra cosa non esistevano i Mig-21 in quel periodo, benche’ meno cubani.

Contattati diversi amici operanti nel settore delle stampanti 3D con l’intento di ricreare dei tipici figurini cubani calzanti la caratteristica tesa squadrata, sto aspettando ancora una risposta, propendendo alla fine a quel famoso e vecchio motto dei modellisti che e’ “se vuoi che una cosa sia fatta .. fattela da solo” e cosi’ e’ stato perche’ alla fine rispolverando una vecchia scatola ESCI comprata a pochi euro da un privato ad un concorso di modellismo, ho iniziato una lunga e paziente auto-costruzione /modifica dei figurini acquisiti.

Alcuni sono stati totalmente costruiti con pezzi e tronconi di tanti figurini opportunamente assemblati con dello stucco bi-componente , altri sono stati incrementati di copricapi e gibernaggi auto-costruiti sempre con lo stucco o con parti di plasticard o alluminio.

Atipica invece .. e di idea mia , e’ la figura del cameramen .. o del fotoreporter (trovato anch’esso in una mostra ) in quanto nel conflitto in Angola sopratutto con l’inserimento diretto dei Sovietici nel 1976, vi fu’ un fiorire di giornalisti di guerra (inglesi o dei paesi dell’est) sbarcati proprio con voli atterrati a Luanda, per testimoniare le tristi sorti del popolo dell’Africa nera post-coloniale.. alcuni di essi sono diventati con i loro servizi molto famosi, per il contesto e per i libri che poi scrissero, come il giornalista polacco Ryszard Kapuscinski o Artur Queiroz, ma anche mercenari famosi nel settore come Bob Denard.

In questo contesto ho cercato quindi di ricreare una situazione sia sulla scelta delle uniformi sia su quella della armi molto aderente al vero, laddove il personale di terra addetto alle manutenzione si mescola con personale di fanteria o di sicurezza tra le abbattute di alberi e le piazzole di servizio ricavate senza troppi dogmi aeronautici. Scelta la mia che forse agli appassionati aeronautici piu’ conformisti e puritani ha fatto un po’ storcere il naso (vedasi l’adozione di un cordolo a cornice della piazzola) ma anche la scelta dei colori “caldi” della vegetazione circostante il velivolo e’ stata molto ricercata e pianificata con lo studio di molte foto a colori della zona geografica.

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